La figlia del politico
di
Principe
genere
etero
Ero stato invitato a una festa nella villa di amici quest’estate. Il padrone di casa era un esponente di spicco della politica locale e tutti gli invitati, me incluso, ne facevamo parte. Lui e sua moglie erano famosi per le loro feste hollywoodiane dove si veniva trattati come pascià da tutta la famiglia e, a seconda dello spirito della serata, si finiva in balli, canti e vino a fiumi. Quella di quest’estate era proprio un evento di questo tipo: una casa sontuosa e curata nei minimi dettagli, un buffet degno del Four Season, ogni tipo di alcolico possibile e persino il gruppo musicale.
Sono fra i primi ospiti ad arrivare in casa. I padroni mi accolgono e mi accompagnano al gazebo dove una colf sta servendo l’aperitivo. Mi metto a mio agio e inizio a scambiare qualche chiacchera con gli altri amici presenti. Ero solo quella sera, mia moglie era fuori città con le nostre due bambine.
Dal nulla fa capolino una delle figlie dei padroni di casa, Ginevra, che lascia tutti a bocca aperta. Una visione: vent’anni, capelli scuri, occhi verdi, labbra rosate belle carnose, alta e con delle forme non troppo pronunciate ma perfette. In un attimo attira le attenzioni di tutti gli uomini presenti alla festa (nonché le invidie delle altre donne e ragazze). L’avevo vista forse un’altra volta, o due, ma senza mai soffermarmi troppo su di lei. Quella sera invece mi aveva rapito. Aveva un vestito rosso sopra il ginocchio, un po’ stretto sul seno e sul culetto, di modo da metterne in risalto la rotondità perfetta.
Mi saluta con un braccio intorno all’addome e due baci. Ha un profumo inebriante, mi ha stregato. Continuano ad arrivare gli ospiti, la serata procede e tutti si divertono, beviamo e scherziamo. Ginevra si fa largo fra gli ospiti con una camminata che stenderebbe chiunque. I nostri sguardi si incrociano qualche volta, le sorrido e lei risponde con altrettanti garbati sorrisi.
A fine serata siamo rimasti in pochi: oltre ai padroni di casa ci siamo io, una coppia di amici, altri due uomini che fanno parte del consiglio comunale, Ginevra e una neo-assessora. Con quest’ultima abbiamo fatto sesso qualche volta, ma poi abbiamo interrotto la nostra liaison poiché entrambi sposati. Sono le due e decidiamo di andare a farci il bicchiere della staffa in qualche posto ancora aperto. I padroni di casa declinano l’invito, dopotutto sono un po’ grandicelli rispetto a noi quarantenni. Ginevra dice che è stanca e che non se la sente di mettersi alla guida, così le dico che può venire in macchina con me, l’avrei riaccompagnata poi a casa a fine serata.
Andiamo in un locale a cinque minuti da casa sua, semi deserto; ordiniamo al tavolo con gli altri e tempo venti minuti gli sbadigli degli altri iniziano. Ma la ragazzina non sembra proprio aver voglia di dormire. Uscita di casa e dall’orbita dei genitori vanno via le inibizioni: ride, scherza e si lascia andare a qualche allusione spinta da parte mia. Ma anziché arrossire ricambia, poggiando il braccio sulla mia gamba finché non ci alziamo. Gli altri pagano e si defilano verso le loro macchine. Anche io e Ginevra andiamo verso la mia macchina, ma più lentamente, quasi per una tacita intesa sembrava non volessimo finire tutto lì.
Nel tragitto per l’auto mi chiede se mia moglie fosse in casa “sono solo per i prossimi tre giorni” le dico. Lei sorride quasi diabolicamente, si stringe al mio braccio sinistro e mi dice che allora potrà venire a farmi compagnia uno di questi giorni. Mi ha sfidato, il cazzo sta iniziando a gonfiarsi nei miei pantaloni…ragazzina non voglio aspettare i prossimi giorni. “Anche adesso se vuoi, la casa è deserta” le dico, e lei “però poi mi riaccompagni a casa”. Le dico che va bene; arriviamo alla macchina e prima di salire la giro delicatamente verso di me, le metto le mani sui fianchi e le do un bacio intenso e favoloso sulla bocca. Lei ricambia con passione, ha delle labbra morbide in cui mi tuffo con avidità. Ormai quella ragazzina mi ha stregato, non m’importa più se ha vent’anni in meno di me e se suo padre e io collaboriamo, la voglio tutta per me, le voglio far sentire tutto me stesso stanotte.
Arriviamo di corsa sotto il palazzo dove abito e scendiamo dalla macchina, saliamo in ascensore e lei mi appoggia le mani sul petto e poi sale da dietro sul collo accarezzandomi i capelli e baciandomi il collo. Io, di rimando, la stringo forte sui fianchi facendole sentire la mia eccitazione. Accarezzo quel sederino appena spacchettato, sodo e ritto come non mai. Sono eccitato alle stelle. L’ascensore si apre e faccio per aprire la porta di casa e Ginevra, da dietro, mi mette la mano sul pacco dicendo “allora avevo sentito bene, non vedo l’ora di divertirmici”.
Apro la porta, la faccio entrare con una mano sul suo culetto e poi richiudo. Iniziamo a baciarci appassionatamente, le nostre lingue si intrecciano in un vortice di pulsioni. Poi lei si stacca, apre gli occhi, si guarda intorno e poi mi prende per mano: “siediti lì”, dice lei indicandomi un divano. Mi siedo, lei si toglie le scarpe e lei si mette a cavalcioni su una mia coscia; con una mano si regge al mio collo e con l’altra mi accarezza il pacco che ormai sta scoppiano. Mi bacia teneramente sulla bocca e poi sul collo strusciando il pube sulla mia gamba. Mi sbottona la camicia e scende piano sfiorandomi con le labbra il petto e dando qualche sfuggevole bacio. Io le accarezzo i morbidi capelli e mi sbottono i pantaloni per agevolarla. Si mette in ginocchio sul pavimento e mi tira fuori il cazzo ormai di pietra che gocciola di liquido: me lo lecca dalla base al frenulo, insaliva il glande e lo succhia magistralmente per poi infilarselo tutto in bocca. Sto godendo come un pazzo, le sue labbra sono morbidissime e mi carezzano il pisello benissimo, forse nessuna me lo ha mai succhiato così bene; ha una bocca caldissima e accogliente e le lascio fare tutto, sono in estasi. Nonostante i soli vent’anni, la ragazzina succhia il cazzo meravigliosamente, godo da morire.
Dopo qualche minuto passato a succhiarmi il pisello, si stacca, mi lecca velocemente un capezzolo e guardandomi negli occhi mi dice: “ti desideravo da impazzire, scopiamo insieme ti prego”. Mi alzo, mi tolgo scarpe e pantaloni e poi le tolgo il vestito che scivola via in un colpo, non indossa il reggiseno. La prendo in braccio, le do un bacio e la porto in camera da letto. La metto sdraiata e comincio a baciarle il collo e il petto mentre con una mano le accarezzo quel fiore meraviglioso, che ha già inumidito le mutandine. Le succhio i capezzoli e sposto le mutandine per sentire di più la sua eccitazione: magnifica, è un lago di umori. Scendo di più, baciando l’addome e le cosce di quella ninfa stupenda che ormai mi aveva fatto perdere la testa. Le tolgo le mutandine ormai fradice e inizio a gustare il suo fiore, lappando ogni goccia dei suoi umori. Quella fichetta completamente rasata lascia trasparire il suo clitoride che si mostra a me ritto e umido; lo gusto di labbra e di lingua come se fossi un bambino, infilandole prima uno poi due dita dentro al quel buco profumato di umori. Continuo a leccarle il clitoride e a lavorarla con le dita, finché un primo orgasmo, che lei accompagna con un urlo strozzato, non la pervade lasciandole vibrare il corpo per qualche secondo.
Mi prende la faccia ancora bagnata di se, “dammi quelle labbra” mi dice la ragazzina, col viso arrossito e contratto dall’orgasmo di poco prima. Risalgo sopra e lei mi bacia appassionatamente, risucchiando tutti i suoi liquidi che erano nella mia bocca. Ho il cazzo di marmo, pronto a scopare questa ragazzina favolosa. La prendo di peso e la giro a novanta gradi; la penetro dolcemente per poi aumentare il ritmo per qualche minuto. Poi rallentiamo, la alzo pian piano col mio cazzo ancora dentro di lei, le metto un dito in bocca che poi le passo sul clitoride tintillandolo e con l’altra mano le tocco quei seni sodi come solo una della sua età può avere. “Non resisto, come mi fai godere, ti desideravo tanto”. La ributto a pancia in su per darle gli ultimi colpi, questa volta frenetici, sono al massimo dell’eccitazione. “Posso venirti dentro” le chiedo e lei “Non prendo la pillola e poi ti voglio tutto in bocca”. A quelle parole non resisto, sono al culmine; mi sdraio in fretta di fianco a lei che mi segue col viso sul cazzo. Mi succhia per pochi secondi finche non sborro come un fiume dentro la sua boccuccia senza controllarmi. È un fiume in piena, quella ragazza risucchia tutto quello che le offre il mio orgasmo fino all’ultimo fiotto.
Ritorna vicino a me, portandosi un dito pieno di sborra (che le era colato dall’angolo delle labbra) dentro la bocca, guardandomi con l’aria da troietta appagata. Sono esausto, questa ragazza è stata fenomenale, non scopavo così da anni. Allungo la mano verso i pantaloni per prendere una sigaretta, giusto per rilassarmi un po’, il cuore ancora batte all’impazzata. Il fumo inizia a riempire la stanza, lei prende la sigaretta per una boccata, poi baciandomi l’orecchio mi dice: “Allora tua moglie starà fuori tre giorni?...ci sono ancora delle cosette che vorrei fare insieme a te”
Ci baciamo di nuovo e poi ci rivestiamo, avevo promesso di riaccompagnarla. Ci scambiamo i numeri sotto casa sua e mi dice di rimanere libero per l’indomani…..
Sono fra i primi ospiti ad arrivare in casa. I padroni mi accolgono e mi accompagnano al gazebo dove una colf sta servendo l’aperitivo. Mi metto a mio agio e inizio a scambiare qualche chiacchera con gli altri amici presenti. Ero solo quella sera, mia moglie era fuori città con le nostre due bambine.
Dal nulla fa capolino una delle figlie dei padroni di casa, Ginevra, che lascia tutti a bocca aperta. Una visione: vent’anni, capelli scuri, occhi verdi, labbra rosate belle carnose, alta e con delle forme non troppo pronunciate ma perfette. In un attimo attira le attenzioni di tutti gli uomini presenti alla festa (nonché le invidie delle altre donne e ragazze). L’avevo vista forse un’altra volta, o due, ma senza mai soffermarmi troppo su di lei. Quella sera invece mi aveva rapito. Aveva un vestito rosso sopra il ginocchio, un po’ stretto sul seno e sul culetto, di modo da metterne in risalto la rotondità perfetta.
Mi saluta con un braccio intorno all’addome e due baci. Ha un profumo inebriante, mi ha stregato. Continuano ad arrivare gli ospiti, la serata procede e tutti si divertono, beviamo e scherziamo. Ginevra si fa largo fra gli ospiti con una camminata che stenderebbe chiunque. I nostri sguardi si incrociano qualche volta, le sorrido e lei risponde con altrettanti garbati sorrisi.
A fine serata siamo rimasti in pochi: oltre ai padroni di casa ci siamo io, una coppia di amici, altri due uomini che fanno parte del consiglio comunale, Ginevra e una neo-assessora. Con quest’ultima abbiamo fatto sesso qualche volta, ma poi abbiamo interrotto la nostra liaison poiché entrambi sposati. Sono le due e decidiamo di andare a farci il bicchiere della staffa in qualche posto ancora aperto. I padroni di casa declinano l’invito, dopotutto sono un po’ grandicelli rispetto a noi quarantenni. Ginevra dice che è stanca e che non se la sente di mettersi alla guida, così le dico che può venire in macchina con me, l’avrei riaccompagnata poi a casa a fine serata.
Andiamo in un locale a cinque minuti da casa sua, semi deserto; ordiniamo al tavolo con gli altri e tempo venti minuti gli sbadigli degli altri iniziano. Ma la ragazzina non sembra proprio aver voglia di dormire. Uscita di casa e dall’orbita dei genitori vanno via le inibizioni: ride, scherza e si lascia andare a qualche allusione spinta da parte mia. Ma anziché arrossire ricambia, poggiando il braccio sulla mia gamba finché non ci alziamo. Gli altri pagano e si defilano verso le loro macchine. Anche io e Ginevra andiamo verso la mia macchina, ma più lentamente, quasi per una tacita intesa sembrava non volessimo finire tutto lì.
Nel tragitto per l’auto mi chiede se mia moglie fosse in casa “sono solo per i prossimi tre giorni” le dico. Lei sorride quasi diabolicamente, si stringe al mio braccio sinistro e mi dice che allora potrà venire a farmi compagnia uno di questi giorni. Mi ha sfidato, il cazzo sta iniziando a gonfiarsi nei miei pantaloni…ragazzina non voglio aspettare i prossimi giorni. “Anche adesso se vuoi, la casa è deserta” le dico, e lei “però poi mi riaccompagni a casa”. Le dico che va bene; arriviamo alla macchina e prima di salire la giro delicatamente verso di me, le metto le mani sui fianchi e le do un bacio intenso e favoloso sulla bocca. Lei ricambia con passione, ha delle labbra morbide in cui mi tuffo con avidità. Ormai quella ragazzina mi ha stregato, non m’importa più se ha vent’anni in meno di me e se suo padre e io collaboriamo, la voglio tutta per me, le voglio far sentire tutto me stesso stanotte.
Arriviamo di corsa sotto il palazzo dove abito e scendiamo dalla macchina, saliamo in ascensore e lei mi appoggia le mani sul petto e poi sale da dietro sul collo accarezzandomi i capelli e baciandomi il collo. Io, di rimando, la stringo forte sui fianchi facendole sentire la mia eccitazione. Accarezzo quel sederino appena spacchettato, sodo e ritto come non mai. Sono eccitato alle stelle. L’ascensore si apre e faccio per aprire la porta di casa e Ginevra, da dietro, mi mette la mano sul pacco dicendo “allora avevo sentito bene, non vedo l’ora di divertirmici”.
Apro la porta, la faccio entrare con una mano sul suo culetto e poi richiudo. Iniziamo a baciarci appassionatamente, le nostre lingue si intrecciano in un vortice di pulsioni. Poi lei si stacca, apre gli occhi, si guarda intorno e poi mi prende per mano: “siediti lì”, dice lei indicandomi un divano. Mi siedo, lei si toglie le scarpe e lei si mette a cavalcioni su una mia coscia; con una mano si regge al mio collo e con l’altra mi accarezza il pacco che ormai sta scoppiano. Mi bacia teneramente sulla bocca e poi sul collo strusciando il pube sulla mia gamba. Mi sbottona la camicia e scende piano sfiorandomi con le labbra il petto e dando qualche sfuggevole bacio. Io le accarezzo i morbidi capelli e mi sbottono i pantaloni per agevolarla. Si mette in ginocchio sul pavimento e mi tira fuori il cazzo ormai di pietra che gocciola di liquido: me lo lecca dalla base al frenulo, insaliva il glande e lo succhia magistralmente per poi infilarselo tutto in bocca. Sto godendo come un pazzo, le sue labbra sono morbidissime e mi carezzano il pisello benissimo, forse nessuna me lo ha mai succhiato così bene; ha una bocca caldissima e accogliente e le lascio fare tutto, sono in estasi. Nonostante i soli vent’anni, la ragazzina succhia il cazzo meravigliosamente, godo da morire.
Dopo qualche minuto passato a succhiarmi il pisello, si stacca, mi lecca velocemente un capezzolo e guardandomi negli occhi mi dice: “ti desideravo da impazzire, scopiamo insieme ti prego”. Mi alzo, mi tolgo scarpe e pantaloni e poi le tolgo il vestito che scivola via in un colpo, non indossa il reggiseno. La prendo in braccio, le do un bacio e la porto in camera da letto. La metto sdraiata e comincio a baciarle il collo e il petto mentre con una mano le accarezzo quel fiore meraviglioso, che ha già inumidito le mutandine. Le succhio i capezzoli e sposto le mutandine per sentire di più la sua eccitazione: magnifica, è un lago di umori. Scendo di più, baciando l’addome e le cosce di quella ninfa stupenda che ormai mi aveva fatto perdere la testa. Le tolgo le mutandine ormai fradice e inizio a gustare il suo fiore, lappando ogni goccia dei suoi umori. Quella fichetta completamente rasata lascia trasparire il suo clitoride che si mostra a me ritto e umido; lo gusto di labbra e di lingua come se fossi un bambino, infilandole prima uno poi due dita dentro al quel buco profumato di umori. Continuo a leccarle il clitoride e a lavorarla con le dita, finché un primo orgasmo, che lei accompagna con un urlo strozzato, non la pervade lasciandole vibrare il corpo per qualche secondo.
Mi prende la faccia ancora bagnata di se, “dammi quelle labbra” mi dice la ragazzina, col viso arrossito e contratto dall’orgasmo di poco prima. Risalgo sopra e lei mi bacia appassionatamente, risucchiando tutti i suoi liquidi che erano nella mia bocca. Ho il cazzo di marmo, pronto a scopare questa ragazzina favolosa. La prendo di peso e la giro a novanta gradi; la penetro dolcemente per poi aumentare il ritmo per qualche minuto. Poi rallentiamo, la alzo pian piano col mio cazzo ancora dentro di lei, le metto un dito in bocca che poi le passo sul clitoride tintillandolo e con l’altra mano le tocco quei seni sodi come solo una della sua età può avere. “Non resisto, come mi fai godere, ti desideravo tanto”. La ributto a pancia in su per darle gli ultimi colpi, questa volta frenetici, sono al massimo dell’eccitazione. “Posso venirti dentro” le chiedo e lei “Non prendo la pillola e poi ti voglio tutto in bocca”. A quelle parole non resisto, sono al culmine; mi sdraio in fretta di fianco a lei che mi segue col viso sul cazzo. Mi succhia per pochi secondi finche non sborro come un fiume dentro la sua boccuccia senza controllarmi. È un fiume in piena, quella ragazza risucchia tutto quello che le offre il mio orgasmo fino all’ultimo fiotto.
Ritorna vicino a me, portandosi un dito pieno di sborra (che le era colato dall’angolo delle labbra) dentro la bocca, guardandomi con l’aria da troietta appagata. Sono esausto, questa ragazza è stata fenomenale, non scopavo così da anni. Allungo la mano verso i pantaloni per prendere una sigaretta, giusto per rilassarmi un po’, il cuore ancora batte all’impazzata. Il fumo inizia a riempire la stanza, lei prende la sigaretta per una boccata, poi baciandomi l’orecchio mi dice: “Allora tua moglie starà fuori tre giorni?...ci sono ancora delle cosette che vorrei fare insieme a te”
Ci baciamo di nuovo e poi ci rivestiamo, avevo promesso di riaccompagnarla. Ci scambiamo i numeri sotto casa sua e mi dice di rimanere libero per l’indomani…..
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