Doveva accadere 2
di
Lisa
genere
prime esperienze
Arrivato a casa mi accorsi con paura che avevo gli slip tutti sporchi di seme e sangue, mi veniva da piangere dalla paura. Rubai dall’armadietto un pannolino della mamma e cambiatomi gli slip in camera me lo misi. Guardavo gli slip e pensavo al pomeriggio, pensavo a Bruno com’era bello nuso ed eccitato e a Giuseppe anche lui bello, ma di una bellezza diversa da Bruno, Alla fine Bruno mi ricordava mio zio ma Giuseppe non me lo ricordava, ma era li anche lui e non sapevo come fare a dirgli che mi piaceva solo Bruno.
Ormai era tardi, mi avevano aperto e io mi sentivo ancora Lisa, sentivo Bruno ancora dentro e sentivo ancora il suo odore e il sapore della sua pelle e per la prima volta mi sentii eccitato sul serio, mi masturbai molte volte pensando allo zio e a Bruno, e più mi masturbavo più mi eccitavo e lo avrei voluto ancora dentro di me.
Mi addormentai e il mattino dopo feci una fatica ad alzarmi che arrivai a scuola un po’ in ritardo, rimasi inorridito perché mi ero dimenticato del pannolino e gia evdevo la mamma che faceva il letto e lo trovava, sporco di sangue e sborra, mi vedevo in collegio ora che avevo trovato Lisa, mi sarei ucciso.
Non si poteva uscire quando si voleva, dovetti aspettare la fine delle lezioni per correre a casa. Appena arrivato sentii una strana eccitazione in casa, ecco mi dissi lo hanno trovato e mi mandano in collegio, arrivò anche il prete e mi si spalancò davanti la prospettiva del seminario…… e lo zio e Bruno e Giuseppe? Mio padre ci chiamo e disse che lo zio doveva dare una notizia, caspita mi dissi hanno affidato il compito allo zio, era bellissimo, eccitato e bellissimo, la zia non c’era e io non capivo.
Lo zio ci disse che la zia era incinta e che doveva stare a riposo e che quindi sarebbe andata a udine dalla sua mamma.
Gioia, paste, torta e vino. Ero contento e mi ero quasi scordato del pannolino, andai di soppiatto in camera, il letto era fatto ma non c’era, caspita non c’era.
Mi girai e c’era lo zio sorridente, mi disse di guardare nel quarto cassetto io lo feci e vedi il pannolino sporco di sangue, inizia a sudare ma lo zio mi fermò e mi disse”non sono fatti miei ma stai attento, so cos’è non prendere una brutta strada, se vuoi parlarmi fammelo sapere” si giro e scese al piano terra.
Rimasi li come un pezzo di legno e non capivo, era un uomo con un carattere duro, quasi feroce.
Scesi anch’io a mangiare delle paste e mi sembrava che lo zio mi guardasse continuamente e ridesse, ma non volevo sembrare fastidioso, gli portai le paste diverse vole, anche da bere insomma tanti riguardi. Pensavo a lui che la faceva concepire montandola e lo guardavo, aveva i peli che uscivano un po’ dal colletto della camicia, erano diversi dai peli di Bruno, più lunghi e lisci mentre Bruno li aveva più corti e ricci, vabbè mi dissi cose da uomini non possono essere tutti uguali.
Con la scusa di studiare andai in camera mia, passai dalla lavanderia per vedere di nascondere gli slip del giorno prima e vidi la biancheria dello zio, fu una cosa irrefrenabile, presi un paio delle sue mutande e salii in camera. Appena entrato, senza accendere la luce. Presi le mutande dello zio e le odorai, ormai conoscevo l’odore dell’uomo e mi eccitò sentire il suo odore pensare che li stava il suo cazzo e che magari c’erano gocce del suo seme.
Non studiai sentivo le voci da giù e cercavo di distinguere la sua voce forte e virile, la sentivo a tratti aveva una risata bellissima e lo immaginavo mentre si divertiva.
Alla sera cenammo tutti assieme, avevano un po’ bevuto tutti e poi salii, lo zio mi disse ancora iano”se vuoi parlarmi vieni pure quando vuoi”.
Il giorno dopo doveva andarea portare la zia a udine e quindi non lo disturbai anche perché lui lavorava nei campi e aveva un’officina agricola lontana dal paese, insomma non un posto così facile da raggiungere a piedi o in bici, eppoi mi ronzava la minaccia di Bruno “un posto vicino alla caserma o ti sputtano in tutto il paese”.
C’era la casa vecchia di una zia, un po’ fuori e disabitata, e decisi di andare a vederla, era isolata ma non era mai stato uno dei miei posti segreti perché a volte ci andavano i miei ma ormai non c’andava più nessuno.
Con questo pensiero mi addormentai e il giorno dopo, finita la scuola andai a vedere, era un po’ sporca ma si poteva usare. La agirai per bene e decisi per una stanza al secondo piano, bella e c’era acora la stufa piccolina e un letto grande con dei materassi lerci. Decisi di pulirla sommariamente, anche perché alla sera dovevo vedere Bruno.
Lo vidi era con dei suoi amici e mi fece un cenno di andare dietro al bar dove c’erano i bagni, andai e gli dissi cosa avevo trovato lui mi disse” bene Lisa, ascolti, si vede che hai voglia del tuo cane ma oggi non posso andiamo domani” io gli dissi “Bruno ho lavorato tutto il pomeriggio per pulirla non vuoi almeno vederla?” e lui “va bene dimmi com’è e vai avanti” gli dissi e mi avviai lo attesi sulla porta perché li no c’era luce pubblica e io avevo solo una candela, lui entro e salimmo.
Mi disse “Giuseppe è in servizio, non può venire ti devi accontentare”, e io “ Bruno lo sai che mi piaci non m’importa se Giuseppe non c’è” e lui “brava la mia cagnetta così si risponde”. La luce della candela nascondeva i materassi sozzi mi spinse sul letto mi venne vicino e mi disse “sbottona e succhia, voglio sborrare” e io obbedii, succhiai e non sentii che entrava qualcuno, quando entrarono in camera sobbalzai ma bruno mi disse 2calma troia sono amici, tu succhia che loro decidono se vogliono montarti o no”. Mi tirava la testa e spingeva e uno di questi gli diceva “bravo Bruno scopala in bocca falla bere”, sborrò e mi prese il viso girandomi la testa dove c’era un altro cazzo e mi disse “dai succhia devi farli sborrare tutti, sei la cagna di tutti ormai”. Non vedevo chi era e non volevo ma Bruno insisteva, mi spingeva la testa sul cazzo e il cazzo era sulle labbra aprii la bocca e ingoiai per succhiare.
Erano in quattro con Bruno, solo uno voleva scopare ma Bruno disse che era meglio di domenica che erano tutti liberi e che mi avrebbe presa solo lui, mi fece spogliare nuda e mi prese.
Era come la prima volta lui lo sentivo mi piaceva averlo dentro e glielo dissi più volte, lui mi diceva”lo so Lisa ma sei di tutti, appartieni a tutti perché sei una cagna” mi fece sdraiare sui materassi lerci proprio sul bordo del letto mi fece tenere le gambe da altri e mi si appoggio, mi guardò e mi disse” ti riempio ora sei la nostra donna” lo sentii entrare mi faceva male ma non da urlare, mi bruciava mentre spingeva bruciava tanto, ero nuda sentivo la stoffa che mi graffiava come mi piaceva sentirlo dentro e fuori, speravo non finisse mai, poi lo sentii irrigidirsi e sentii il caldo del suo seme nella pancia. Ma non mi mollavano e vedevo che parlavano con lui, lui rideva poi disse di si e disse”lisa vedi di farli godere o ti sputtano con tutti”, vidi uno che si sbottonava e veniva sul letto e, mentre mi tenevano le gambe aperte per un altro, questo si metteva di traverso imboccandomi. Io succhiavo e sentivo spingere, sentivo che stantuffavano e grugnivano e si davano il cambio. Mi dicevano ma che ora è, se torno tardi sono botte, speriamo che finisca presto.
Se ne andarono e io uscii, fatti pochi passi mi sentii strattonare, urlai ma lui mi mise una mano sulla bocca. Non sapevo chi era avevo paura, stai zitto mi disse e capii che era lo zio, stai zitto che so tutto, non ho visto ma puzzi da maschio lontano un chilometro lurido culattone.
Culattone, mi ronzava nella testa culattone detto con disprezzo, sono finito mi dissi sono finito ora vado in collegio.
Mi spinse in casa e chiuse la porta”cosa vuoi fare? Sputtanarci tutti? Fare il culattone per il paese? Lo sai cosa vuol dire? E i tuoi cugini i tuoi fratelli? Era meglio se morivi”.Io mi misi a piangere dicevo”no zio non è colpa mia sono così, e successo per caso credimi non volevo” . E lui”Ti avevo detto di parlare con me, cosa credi che non avevo capito che era sporco di sangue e sborra? Non sono uno scemo. Potevi dirmelo e una soluzione si trovava, ora sei in mano a questi qua”.
Piangevo e lui”non serve piangere, stai rovinando tutta la famiglia, pensa alle tue zie se venissero a sapere queste cose, se venissero a sapere dalla gente che sei un finocchio”. Non mi fermavo più dal piangere e mi disse “smettila che non serve, ora andiamo a casa e poi decideremo. E non venire più in casa nostra” mi venne da dirgli “e dove vado per la strada così mi vedono?” e lui “non devi farlo più, se qua ti ho visto io figurati se non ti vedono altri”. Andammo a casa mi giustificò e me la scampai, andai a finire i compiti e dopo a letto.
Stavo per addormentarmi e lui entra”ne parliamo ma non ti capisco, sei un bel ragazzo trovati una ragazza caspita come tutti i normali”. Mi misi a piangere e gli dissi”zio mi piace stare con gli uomini, mi chiamano Lisa, mi piace non so perché” e lui “ora dormi ne parleremo a tempo debito”.
Ormai era tardi, mi avevano aperto e io mi sentivo ancora Lisa, sentivo Bruno ancora dentro e sentivo ancora il suo odore e il sapore della sua pelle e per la prima volta mi sentii eccitato sul serio, mi masturbai molte volte pensando allo zio e a Bruno, e più mi masturbavo più mi eccitavo e lo avrei voluto ancora dentro di me.
Mi addormentai e il mattino dopo feci una fatica ad alzarmi che arrivai a scuola un po’ in ritardo, rimasi inorridito perché mi ero dimenticato del pannolino e gia evdevo la mamma che faceva il letto e lo trovava, sporco di sangue e sborra, mi vedevo in collegio ora che avevo trovato Lisa, mi sarei ucciso.
Non si poteva uscire quando si voleva, dovetti aspettare la fine delle lezioni per correre a casa. Appena arrivato sentii una strana eccitazione in casa, ecco mi dissi lo hanno trovato e mi mandano in collegio, arrivò anche il prete e mi si spalancò davanti la prospettiva del seminario…… e lo zio e Bruno e Giuseppe? Mio padre ci chiamo e disse che lo zio doveva dare una notizia, caspita mi dissi hanno affidato il compito allo zio, era bellissimo, eccitato e bellissimo, la zia non c’era e io non capivo.
Lo zio ci disse che la zia era incinta e che doveva stare a riposo e che quindi sarebbe andata a udine dalla sua mamma.
Gioia, paste, torta e vino. Ero contento e mi ero quasi scordato del pannolino, andai di soppiatto in camera, il letto era fatto ma non c’era, caspita non c’era.
Mi girai e c’era lo zio sorridente, mi disse di guardare nel quarto cassetto io lo feci e vedi il pannolino sporco di sangue, inizia a sudare ma lo zio mi fermò e mi disse”non sono fatti miei ma stai attento, so cos’è non prendere una brutta strada, se vuoi parlarmi fammelo sapere” si giro e scese al piano terra.
Rimasi li come un pezzo di legno e non capivo, era un uomo con un carattere duro, quasi feroce.
Scesi anch’io a mangiare delle paste e mi sembrava che lo zio mi guardasse continuamente e ridesse, ma non volevo sembrare fastidioso, gli portai le paste diverse vole, anche da bere insomma tanti riguardi. Pensavo a lui che la faceva concepire montandola e lo guardavo, aveva i peli che uscivano un po’ dal colletto della camicia, erano diversi dai peli di Bruno, più lunghi e lisci mentre Bruno li aveva più corti e ricci, vabbè mi dissi cose da uomini non possono essere tutti uguali.
Con la scusa di studiare andai in camera mia, passai dalla lavanderia per vedere di nascondere gli slip del giorno prima e vidi la biancheria dello zio, fu una cosa irrefrenabile, presi un paio delle sue mutande e salii in camera. Appena entrato, senza accendere la luce. Presi le mutande dello zio e le odorai, ormai conoscevo l’odore dell’uomo e mi eccitò sentire il suo odore pensare che li stava il suo cazzo e che magari c’erano gocce del suo seme.
Non studiai sentivo le voci da giù e cercavo di distinguere la sua voce forte e virile, la sentivo a tratti aveva una risata bellissima e lo immaginavo mentre si divertiva.
Alla sera cenammo tutti assieme, avevano un po’ bevuto tutti e poi salii, lo zio mi disse ancora iano”se vuoi parlarmi vieni pure quando vuoi”.
Il giorno dopo doveva andarea portare la zia a udine e quindi non lo disturbai anche perché lui lavorava nei campi e aveva un’officina agricola lontana dal paese, insomma non un posto così facile da raggiungere a piedi o in bici, eppoi mi ronzava la minaccia di Bruno “un posto vicino alla caserma o ti sputtano in tutto il paese”.
C’era la casa vecchia di una zia, un po’ fuori e disabitata, e decisi di andare a vederla, era isolata ma non era mai stato uno dei miei posti segreti perché a volte ci andavano i miei ma ormai non c’andava più nessuno.
Con questo pensiero mi addormentai e il giorno dopo, finita la scuola andai a vedere, era un po’ sporca ma si poteva usare. La agirai per bene e decisi per una stanza al secondo piano, bella e c’era acora la stufa piccolina e un letto grande con dei materassi lerci. Decisi di pulirla sommariamente, anche perché alla sera dovevo vedere Bruno.
Lo vidi era con dei suoi amici e mi fece un cenno di andare dietro al bar dove c’erano i bagni, andai e gli dissi cosa avevo trovato lui mi disse” bene Lisa, ascolti, si vede che hai voglia del tuo cane ma oggi non posso andiamo domani” io gli dissi “Bruno ho lavorato tutto il pomeriggio per pulirla non vuoi almeno vederla?” e lui “va bene dimmi com’è e vai avanti” gli dissi e mi avviai lo attesi sulla porta perché li no c’era luce pubblica e io avevo solo una candela, lui entro e salimmo.
Mi disse “Giuseppe è in servizio, non può venire ti devi accontentare”, e io “ Bruno lo sai che mi piaci non m’importa se Giuseppe non c’è” e lui “brava la mia cagnetta così si risponde”. La luce della candela nascondeva i materassi sozzi mi spinse sul letto mi venne vicino e mi disse “sbottona e succhia, voglio sborrare” e io obbedii, succhiai e non sentii che entrava qualcuno, quando entrarono in camera sobbalzai ma bruno mi disse 2calma troia sono amici, tu succhia che loro decidono se vogliono montarti o no”. Mi tirava la testa e spingeva e uno di questi gli diceva “bravo Bruno scopala in bocca falla bere”, sborrò e mi prese il viso girandomi la testa dove c’era un altro cazzo e mi disse “dai succhia devi farli sborrare tutti, sei la cagna di tutti ormai”. Non vedevo chi era e non volevo ma Bruno insisteva, mi spingeva la testa sul cazzo e il cazzo era sulle labbra aprii la bocca e ingoiai per succhiare.
Erano in quattro con Bruno, solo uno voleva scopare ma Bruno disse che era meglio di domenica che erano tutti liberi e che mi avrebbe presa solo lui, mi fece spogliare nuda e mi prese.
Era come la prima volta lui lo sentivo mi piaceva averlo dentro e glielo dissi più volte, lui mi diceva”lo so Lisa ma sei di tutti, appartieni a tutti perché sei una cagna” mi fece sdraiare sui materassi lerci proprio sul bordo del letto mi fece tenere le gambe da altri e mi si appoggio, mi guardò e mi disse” ti riempio ora sei la nostra donna” lo sentii entrare mi faceva male ma non da urlare, mi bruciava mentre spingeva bruciava tanto, ero nuda sentivo la stoffa che mi graffiava come mi piaceva sentirlo dentro e fuori, speravo non finisse mai, poi lo sentii irrigidirsi e sentii il caldo del suo seme nella pancia. Ma non mi mollavano e vedevo che parlavano con lui, lui rideva poi disse di si e disse”lisa vedi di farli godere o ti sputtano con tutti”, vidi uno che si sbottonava e veniva sul letto e, mentre mi tenevano le gambe aperte per un altro, questo si metteva di traverso imboccandomi. Io succhiavo e sentivo spingere, sentivo che stantuffavano e grugnivano e si davano il cambio. Mi dicevano ma che ora è, se torno tardi sono botte, speriamo che finisca presto.
Se ne andarono e io uscii, fatti pochi passi mi sentii strattonare, urlai ma lui mi mise una mano sulla bocca. Non sapevo chi era avevo paura, stai zitto mi disse e capii che era lo zio, stai zitto che so tutto, non ho visto ma puzzi da maschio lontano un chilometro lurido culattone.
Culattone, mi ronzava nella testa culattone detto con disprezzo, sono finito mi dissi sono finito ora vado in collegio.
Mi spinse in casa e chiuse la porta”cosa vuoi fare? Sputtanarci tutti? Fare il culattone per il paese? Lo sai cosa vuol dire? E i tuoi cugini i tuoi fratelli? Era meglio se morivi”.Io mi misi a piangere dicevo”no zio non è colpa mia sono così, e successo per caso credimi non volevo” . E lui”Ti avevo detto di parlare con me, cosa credi che non avevo capito che era sporco di sangue e sborra? Non sono uno scemo. Potevi dirmelo e una soluzione si trovava, ora sei in mano a questi qua”.
Piangevo e lui”non serve piangere, stai rovinando tutta la famiglia, pensa alle tue zie se venissero a sapere queste cose, se venissero a sapere dalla gente che sei un finocchio”. Non mi fermavo più dal piangere e mi disse “smettila che non serve, ora andiamo a casa e poi decideremo. E non venire più in casa nostra” mi venne da dirgli “e dove vado per la strada così mi vedono?” e lui “non devi farlo più, se qua ti ho visto io figurati se non ti vedono altri”. Andammo a casa mi giustificò e me la scampai, andai a finire i compiti e dopo a letto.
Stavo per addormentarmi e lui entra”ne parliamo ma non ti capisco, sei un bel ragazzo trovati una ragazza caspita come tutti i normali”. Mi misi a piangere e gli dissi”zio mi piace stare con gli uomini, mi chiamano Lisa, mi piace non so perché” e lui “ora dormi ne parleremo a tempo debito”.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Doveva accadere
Commenti dei lettori al racconto erotico