Lisa e Rita

di
genere
saffico

Avendo conosciuta Rita ho incominciato a nutrire per lei un sentimento mai provato prima verso una donna. Più la conosco e più sento in me la voglia di stringerla, di baciarla sulla bocca, di strizzarle i capezzoli e tirarle i piercing che li adornano, di carezzarle il corpo, di pastrugnarle la femminilità e titillarle la clitoride tirando il cerchietto che gliela impreziosisce.
Insomma il mio desiderio sarebbe quello di lesbicare con la mia amica.
Considerando il suo essere bisex e i nostri rapporti, sarebbe facile dirle quello che provo e iniziare una relazione.
Purtroppo però è mia natura complicarmi la vita. Più i miei desideri vengono a galla e più cerco di ricacciarli indietro. Più di una volta sono stata sul punto di confidarle le mie voglie; ogni volta, però, mi sono tirata indietro ed ho taciuto.
Purtroppo questo è il mio carattere. Chi ha letto il precedente racconto sa bene quello che ha dovuto fare Pietro per farmi accettare di aprire il nostro menage ad altri.
Desideravo tantissimo fare sesso con un altro in presenza di mio marito e quando lui mi faceva la proposta io dicevo di no! Un no sostenuto di cui subito mi pentivo.
Ritornando a Rita. Un pomeriggio andiamo in giro a fare compere. Prima di rincasare ci sediamo ad un tavolino di un bar per gustarci un cappuccino. Parlando la mia amica mi fa: “Lisa, tu lo sai che io sono bisex. Tu mi piaci! Desidererei tanto potere intraprendere una relazione con te. Tu cosa ne pensi?”.
Sarebbe stato normale da parte mia dirle: “Rita, è da quando ti ho conosciuta che in me è sbocciato un nuovo sentimento mai provato verso una donna. Il mio desiderio è quello di giacere con te e godermi il tuo meraviglioso corpo e farti godere il mio”.
Sapete invece cosa sono stata capace di dire? “Ma io sono etero”.
Una bella stronzata!
Rita mi ha prima guardata e poi, terminando di bere il cappuccino, ha detto: “scusami! Mi sono sbagliata! Ti chiedo di non pensarci più e restare amiche”.
La mia risposta è stata: “sicuramente resteremo amiche!”.
Appena sola la cosa più dolce che mi sono detta è stata: “stronza!”.
Guardandomi nello specchio dell’ascensore ho detto all’immagine riflessa: “sei stata veramente una gran stronza! Anzi più che stronza sei stata una cogliona! Ma come, per diverse settimane non hai fatto altro che bramare di stare con Rita ed appena lei ti offre, in un piatto d’argento, la possibilità di farlo, tu, da vera cogliona, non sai dire altro, sono etero”.
Vi risparmio quello che mi sono detta appena dentro casa, dico solamente che per almeno dieci volte guardandomi allo specchio mi sono detta: “vaffanculo!”.
Pietro vedendomi giù di morale mi ha chiesto qual era la causa del mio abbattimento. Glielo detto. Lui stringendomi a se e baciandomi sul collo mi ha detto: “amore mio, questo è il tuo carattere. Rita è una donna molto intelligente e sicuramente avrà compreso il tuo stato. Stai tranquilla che tutto si aggiusterà. Però, tesoro, devi essere più decisa nel prenderti quello che desideri. Non sempre gli altri saranno disposti ad aspettarti”.
Che Rita era una persona intelligente ne ho avuta conferma quando il sabato sera, insieme a Matteo è venuta a casa mia per trascorrere insieme il fine settimana.
Sarebbe stata un’altra amica forse non sarebbe venuta e mi avrebbe tenuto il broncio.
Come sempre siamo finiti a letto. Mentre lei viene scopata da Pietro io cavalco Matteo. Venuta mi giro su me stessa e in quel momento la mia mano viene a contatto con la sua mammella. Sento una scossa. Un fremito scorre sulla mia spina dorsale. Guardo il movimento del seno della mia amica e mi viene voglia di toccarlo. Cerco di desistere. Le parole di mio marito mi rintronano in testa. Allora, senza più pensarci, vado, con la mano, a carezzare il bel seno ondeggiante per le spinte che il corpo di Rita subisce nell’essere scopata.
Un sorriso affiora nel viso della mia amica. Soddisfatta lei si alza e si reca nel bagno. Pure io mi alzo e la seguo. La trovo sotto la doccia con la cuffia in testa e di già sotto il getto della doccia. Entrando le dico: “Rita, mi devi scusare per l’altro giorno. Ti ho detto che sono etero ma in verità erano altre le cose che volevo dirti”.
Lei chiudendo l’acqua chiede: “cosa mi volevi dire allora?”.
Ed io: “che ti desidero! Che ho desiderato di baciarti sulla bocca. D’infilare la mia lingua dentro la tua bocca e di conoscere il sapore della tua saliva. Ho avuta ed ho ancora voglia di succhiarti i capezzoli e di tirarti il piercing che te li adorna. Ho una gran voglia di palpare la tua fica e di titillarti la clito regalandoti piacere e pendendolo pure io. Di farmi carezzare da te su tutto il mio corpo e di abbandonarmi ai tuoi desideri. Questo ti volevo dire. Da stronza invece ti ho detto che sono etero. Amica mia, ti voglio e mi voglio dare a te!”.
Non ho terminato di parlare che lei mi stringe a se ed inizia a baciarmi sulla bocca. Le nostre salive si mescolano mentre le lingue sì intrecciano andando alla scoperta degli antri delle nostre bocche. Le sue mani ed anche le mie iniziano a palpare. Lei mi sussurra: “tirami il piercing se lo vuoi, l’importante che lo fai piano altrimenti sento dolore”.
Non me lo faccio ripetere e prima tiro il cerchietto che allunga il capezzolo che poi inizio a succhiare.
Pure lei succhia i miei capezzoli ed intrufola la mano tra le mie cosce. Staccandosi da me dice: “vieni insaponami le spalle, anzi insaponami tutto e lavami tu mentre io insapono te”. È un gioco che dura per un bel po’. Mi sento libera e finalmente disposta a darle tutto. Ci rendiamo conto di non potere fare sotto la doccia tutto quello che vogliamo ed allora decidiamo di andare sul letto.
Asciugate a mala pena iniziamo a giocare come desideriamo. Mi stringe a lei con forza facendo aderire il suo seno al mio. Sensazione terribilmente eccitante! I nostri corpi iniziano a strofinarsi e i nostri pubi vengono a contatto. È la scintilla che fa scoppiare il desiderio. Mi lecca i capezzoli. Mi stringe le tette. La sua lingua scorre sul mio corpo e si ferma sull’ombelico. Sosto qualche attimo e poi scende giù, dove trova la mia femminilità tutta aperta e pronta per essere scandagliata. Pure lei vuole lo stesso trattamento ed allora assumiamo la posizione del sessantanove e diamo sfogo ai nostri sensi. Vedere la fica della mia amica tutta aperta che si offre ai miei occhi e alle mie mani mi manda in estasi. Tocco, palpo, ficco dentro le dita, scandaglio il meraviglioso antro che è sempre più umido e palpitante. Percepisco la sua lingua che gioca con la mia vagina e col mio buchetto del culo e il piacere aumenta. Le mie membra vibrano d’emozione mentre le succhio la clito che si erge come un piccolo cazzo.
Allargandole le labbra noto il buchino dell’uretra ed allora infilo la lingua fino a leccare il bordino. Pure lei me l’allarga tutta e intrufola dentro di me le sue mani. I nostri corpi palpitano di piacere mentre percepiamo i gemiti che naturalmente escono dalle nostre bocche.
Stiamo a godere per un tempo indefinito. I nostri corpi sussultano sempre di più fino a quando gridando di piacere le nostre bocche vengono riempite dei succhi di donna prodotte dalle nostre femminilità.
Sfinite giaciamo sul letto. I nostri mariti comprendendo che avremmo fatto tardi sono usciti a comprare la cena. Rientrando ci trovano nude ed abbracciate strette soddisfatte del nostro amore.
Cosi è iniziato il bel rapporto con Rita che si è sempre più rinvigorito. Anche se con noi ci sono i nostri mariti e ci viene voglia lo facciamo per nulla turbate della loro presenta. Chiaramente è pure per loro un’eccitazione. A volte mentre stiamo lesbicando si uniscono a noi e ci riempiono i fori che abbiamo con i loro sessi duro facendoci impazzire di godimento.

Lisa

scritto il
2017-01-29
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