Il club della casa gialla
di
Anonimata
genere
prime esperienze
Storia inventata
Qualcuno suonò alla porta. Il grande giorno era arrivato. Sapevo che dovevo muovermi in fretta. Mi alzai , ero in pigiama,per andare ad aprire non c’era nessuno e nessuno mi ero aspettata di vedere , solo una sacca nera. Da qualche mese frequentavo una nuova scuola , Ominia , li la gente pareva solo capace a dividersi in gruppi e mia madre , avendo frequentato la stessa scuola mi aveva fatto trasferire in un appartamento tutto mio vicino alla scuola in cambio che anche io facessi parte di un club. Bisognava fare domanda , io l’ avevo fatta per tutti ma solo due avevano detto di non essere ancora liberi . Uno era per gay, l’ avevo subito scartato, e quindi per tenermi l’ appartamento e far contenta mia madre avevo scelto l’ altro le LPPL (libere,Pubbliche,Punizioni,Lesbo).Oggi era il giorno in cui dovevo superare la prova per essere ammessa. Aprì la borsa dentro vi era un foglio e dei vestiti. Lessi.
Foglio:
vestiti con il materiale dentro la borsa non provare ad aggiungere altro perché noi saremo li vestite, “mascherate” così che tu non ci riconosca . Per strada chinati più volte . entra nel grande magazzino in piazza . Li segui il commesso che poi ti darà nuove istruzioni.
Se non farai quello che ti abbiamo detto non entrerai a far parte del club.
Baci.
Iniziai a tirare fuori dal borsone i vestiti : una camicetta bianca trasparente, un paio di tacchi alti neri , un paio di mutandine rosa con delle paperelle gialle da bagno e una mini lunga neanche 5 cm.
Mi vestì la camicetta mostrava chiaramente i miei capezzoli e non c’ erano abbastanza bottoni così che la mia seconda quasi terza di seno veniva messa in mostra con una scollatura vertiginosa .Le mutandine erano imbarazzantissime , anche perché la gonna sembrava più un elastico/cintura.
Uscì e subito il gelo mi investì ,ero molto a disagio . Sapevo che il negozio non distava molto ma la strada pareva infinita .Arrivai nella piazza sbucando da un vicolo isolato.
Quanta gente ,iniziarono i primi sguardi. Chinai la testa ,facendo ciò ricordai che dovevo chinarmi più volte. Iniziai mostrando meglio il mio sedere. Bisbigli , risate continuavano a echeggiare dietro di me ero rossa dalla vergogna.
Finalmente ero al magazzino.
C’ era più gente quasi che in strada. Dopo qualche minuto arrivò un ragazzo sarebbe stato carino , anche bello, se non avesse avuto tutta quella acne. Mi disse di seguirlo e lo feci finimmo ai camerini centrali, proprio in mezzo al negozio, mi disse di entrare in quello da lui indicato.
Era il più grande perché faceva angolo vi era una sedia un tappettino viola e uno specchio con affianco degli attaccapanni e una porta. Entrò anche lui. Si sedette sulla sedia e fece cenno alle sue ginocchia. Subito non capì e lui se ne accorse perché senza forza mi fece avvicinare.
-Sdraiati- disse.
–Cosa scusa?-gli chiesi
-sdraiati è l’ ultima volta che te lo dico se non lo fai dirò che non hai superato neanche la prima prova .
Mi sdraiai , mi fece allargare le gambe e poi lui rise delle mie mutandine, iniziai ad eccitarmi.- che ne dici di toglierle subito?-
Senza aspettare la mia risposta me le calò fino alle ginocchia. Cercai di divincolarmi ma fu tutto inutile mi stringeva troppo forte.
-Non ci siamo bimba ti stai comportando proprio male- così dicendo mi diede una sculacciata forte , precisa sul mio sesso. Urlai .
Stava per dire qualcosa quando una commessa entrò subito parve stupita ma prese immediatamente contegno cosa che io ormai avevo perso.
- È arrivata fammela vedere un po’ – era piuttosto grassa coi capelli ricci raccolti. Con riluttanza il ragazzo mi fece alzare e mi fece fare un giro su me stessa.
- Non c’ è male- e così dicendo si leccò un dito e lo fece scivola tra la spaccatura del mio sedere fino all’ ombelico. Un brivido mi scosse, mi sentivo un giocattolo.
- È già bagnata – così dicendo se ne andò
Il ragazzo mi rifece sdraiare e iniziò darmene piangevo e cercavo di trattenermi nell’ urlare per non incontrare altre persone. Lui godeva e a volte mi stringeva forte i capezzoli. Dopo quasi 50 colpi con mano iniziò a darmene con la sua cintura il mio sedere era viola quasi dopo solo 10 colpi e non riuscivo a trattenere dei piccoli urlii. Poi dopo 30 colpi si arrestò e mi fece alzare .
-Togliti la camicetta – con mani tremanti e il volto rigato mi tolsi la camicetta. Iniziò a toccarmi il seno, a leccarlo. Poi passò alla parte più in basso non ero più imbarazzata ero depressa dal fatto che toccasse tutto il mio corpo con la sua lingua e mi faceva eccitare sempre di più. Mi trattava come una bambina e mi chi amava in quel modo. Mi fece mettere in un angolo e mi scattò diverse foto che subito inviò a gli altri membri del club.
- Strusciati sul tappeto-
Mi sdraiai su di esso e iniziai a strusciarci la mia micetta era freddo . Mi fece altre foto .
Poi mi legò i polsi agli attaccapanni e mi inizio a dare delle cinturate al mio sesso forti e precise. Ormai urlavo . Se ne andò ma ritornò quasi subito con una ciotola d’ acqua e una scopetta piuttosto grande per cessi .
Mi slegò e mi disse che potevo mangiare presi la ciotola con le mani ma subito mi arrivò una cinghiata.
- come un cane- e iniziò a ridere.
Mi chinai il sedere all’ area che lui ancora toccava e sculacciava mentre io come una bestia bevevo.
Poi mi prese per i capelli quando ebbi finito e iniziò a lavarmi con l’ acqua dei cessi pubblici che si trovavano dietro la porta vicino allo specchio. Puzzava quella acqua. Faceva male, quello oggetto era ruvido alla pelle e in più aveva aperto la tenda del camerino così che tutti i ragazzi /e , usciti da scuola a quell’ora potessero vedere la mia figa o il mio sedere viola a seconda di come ero girata, i miei umori mi parevano quasi una pozza ai piedi de3l ragazzo.
Dopo un tempo infinito si staccò da me .
-Hai superato la prova- così dicendo mi porse un biglietto e un borsone e se ne andò.
Foglio:
vestiti ,non usare più gli altri vestiti e non toccare mai l’ impermeabile neanche se si apre perché DEVE aprirsi ,e percorri tutto il centro poi fermati davanti all’ ultima casa gialla. Lì ci sarà la seconda prova.
Aprì la borsa c’era solo un impermeabile che indossai subito e con mia amara sorpresa vi era rimasto solo un rotolo di scoch nero adesivo che dovevo applicare a forma di x sui capezzoli e sulla mia farfallina . Feci il tutto e mi guardai allo specchio l’impermeabile arrivava a metà sedere che si vedeva moltissimo per colpa del rossore , non vi erano bottoni ne niente quindi non potevo chiuderlo. Mi girai e mi avviai alla casa gialla.
Qualcuno suonò alla porta. Il grande giorno era arrivato. Sapevo che dovevo muovermi in fretta. Mi alzai , ero in pigiama,per andare ad aprire non c’era nessuno e nessuno mi ero aspettata di vedere , solo una sacca nera. Da qualche mese frequentavo una nuova scuola , Ominia , li la gente pareva solo capace a dividersi in gruppi e mia madre , avendo frequentato la stessa scuola mi aveva fatto trasferire in un appartamento tutto mio vicino alla scuola in cambio che anche io facessi parte di un club. Bisognava fare domanda , io l’ avevo fatta per tutti ma solo due avevano detto di non essere ancora liberi . Uno era per gay, l’ avevo subito scartato, e quindi per tenermi l’ appartamento e far contenta mia madre avevo scelto l’ altro le LPPL (libere,Pubbliche,Punizioni,Lesbo).Oggi era il giorno in cui dovevo superare la prova per essere ammessa. Aprì la borsa dentro vi era un foglio e dei vestiti. Lessi.
Foglio:
vestiti con il materiale dentro la borsa non provare ad aggiungere altro perché noi saremo li vestite, “mascherate” così che tu non ci riconosca . Per strada chinati più volte . entra nel grande magazzino in piazza . Li segui il commesso che poi ti darà nuove istruzioni.
Se non farai quello che ti abbiamo detto non entrerai a far parte del club.
Baci.
Iniziai a tirare fuori dal borsone i vestiti : una camicetta bianca trasparente, un paio di tacchi alti neri , un paio di mutandine rosa con delle paperelle gialle da bagno e una mini lunga neanche 5 cm.
Mi vestì la camicetta mostrava chiaramente i miei capezzoli e non c’ erano abbastanza bottoni così che la mia seconda quasi terza di seno veniva messa in mostra con una scollatura vertiginosa .Le mutandine erano imbarazzantissime , anche perché la gonna sembrava più un elastico/cintura.
Uscì e subito il gelo mi investì ,ero molto a disagio . Sapevo che il negozio non distava molto ma la strada pareva infinita .Arrivai nella piazza sbucando da un vicolo isolato.
Quanta gente ,iniziarono i primi sguardi. Chinai la testa ,facendo ciò ricordai che dovevo chinarmi più volte. Iniziai mostrando meglio il mio sedere. Bisbigli , risate continuavano a echeggiare dietro di me ero rossa dalla vergogna.
Finalmente ero al magazzino.
C’ era più gente quasi che in strada. Dopo qualche minuto arrivò un ragazzo sarebbe stato carino , anche bello, se non avesse avuto tutta quella acne. Mi disse di seguirlo e lo feci finimmo ai camerini centrali, proprio in mezzo al negozio, mi disse di entrare in quello da lui indicato.
Era il più grande perché faceva angolo vi era una sedia un tappettino viola e uno specchio con affianco degli attaccapanni e una porta. Entrò anche lui. Si sedette sulla sedia e fece cenno alle sue ginocchia. Subito non capì e lui se ne accorse perché senza forza mi fece avvicinare.
-Sdraiati- disse.
–Cosa scusa?-gli chiesi
-sdraiati è l’ ultima volta che te lo dico se non lo fai dirò che non hai superato neanche la prima prova .
Mi sdraiai , mi fece allargare le gambe e poi lui rise delle mie mutandine, iniziai ad eccitarmi.- che ne dici di toglierle subito?-
Senza aspettare la mia risposta me le calò fino alle ginocchia. Cercai di divincolarmi ma fu tutto inutile mi stringeva troppo forte.
-Non ci siamo bimba ti stai comportando proprio male- così dicendo mi diede una sculacciata forte , precisa sul mio sesso. Urlai .
Stava per dire qualcosa quando una commessa entrò subito parve stupita ma prese immediatamente contegno cosa che io ormai avevo perso.
- È arrivata fammela vedere un po’ – era piuttosto grassa coi capelli ricci raccolti. Con riluttanza il ragazzo mi fece alzare e mi fece fare un giro su me stessa.
- Non c’ è male- e così dicendo si leccò un dito e lo fece scivola tra la spaccatura del mio sedere fino all’ ombelico. Un brivido mi scosse, mi sentivo un giocattolo.
- È già bagnata – così dicendo se ne andò
Il ragazzo mi rifece sdraiare e iniziò darmene piangevo e cercavo di trattenermi nell’ urlare per non incontrare altre persone. Lui godeva e a volte mi stringeva forte i capezzoli. Dopo quasi 50 colpi con mano iniziò a darmene con la sua cintura il mio sedere era viola quasi dopo solo 10 colpi e non riuscivo a trattenere dei piccoli urlii. Poi dopo 30 colpi si arrestò e mi fece alzare .
-Togliti la camicetta – con mani tremanti e il volto rigato mi tolsi la camicetta. Iniziò a toccarmi il seno, a leccarlo. Poi passò alla parte più in basso non ero più imbarazzata ero depressa dal fatto che toccasse tutto il mio corpo con la sua lingua e mi faceva eccitare sempre di più. Mi trattava come una bambina e mi chi amava in quel modo. Mi fece mettere in un angolo e mi scattò diverse foto che subito inviò a gli altri membri del club.
- Strusciati sul tappeto-
Mi sdraiai su di esso e iniziai a strusciarci la mia micetta era freddo . Mi fece altre foto .
Poi mi legò i polsi agli attaccapanni e mi inizio a dare delle cinturate al mio sesso forti e precise. Ormai urlavo . Se ne andò ma ritornò quasi subito con una ciotola d’ acqua e una scopetta piuttosto grande per cessi .
Mi slegò e mi disse che potevo mangiare presi la ciotola con le mani ma subito mi arrivò una cinghiata.
- come un cane- e iniziò a ridere.
Mi chinai il sedere all’ area che lui ancora toccava e sculacciava mentre io come una bestia bevevo.
Poi mi prese per i capelli quando ebbi finito e iniziò a lavarmi con l’ acqua dei cessi pubblici che si trovavano dietro la porta vicino allo specchio. Puzzava quella acqua. Faceva male, quello oggetto era ruvido alla pelle e in più aveva aperto la tenda del camerino così che tutti i ragazzi /e , usciti da scuola a quell’ora potessero vedere la mia figa o il mio sedere viola a seconda di come ero girata, i miei umori mi parevano quasi una pozza ai piedi de3l ragazzo.
Dopo un tempo infinito si staccò da me .
-Hai superato la prova- così dicendo mi porse un biglietto e un borsone e se ne andò.
Foglio:
vestiti ,non usare più gli altri vestiti e non toccare mai l’ impermeabile neanche se si apre perché DEVE aprirsi ,e percorri tutto il centro poi fermati davanti all’ ultima casa gialla. Lì ci sarà la seconda prova.
Aprì la borsa c’era solo un impermeabile che indossai subito e con mia amara sorpresa vi era rimasto solo un rotolo di scoch nero adesivo che dovevo applicare a forma di x sui capezzoli e sulla mia farfallina . Feci il tutto e mi guardai allo specchio l’impermeabile arrivava a metà sedere che si vedeva moltissimo per colpa del rossore , non vi erano bottoni ne niente quindi non potevo chiuderlo. Mi girai e mi avviai alla casa gialla.
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