Scialba

di
genere
tradimenti

Scialba io? Brutta stronza che sei, ora ti faccio vedere io se sono scialba, pensai tra me e me. Avevo capito che quando diceva scialba si riferiva a me. Mi chiama la scialba del terzo piano, forse perché sono bionda, occhi nocciola e non uso rossetto. E' attraente lei con quel viso che sembra la luna piena sempre imbrattato di trucco r di rossetto rosso vermiglio, quel petto che spunta 5 minuti prima che arrivi lei e con quelle gambe che non sa nemmeno lei che forma hanno. Oppure era gelosa per il fatto che Gero, suo marito, quando mi guardava sbavava? Scialba io che, nonostante i miei 43 anni, lei ne ha 34, faccio ancora la mia bella figura avendo le curve giuste al posto giusto e posso permettermi di vestire, anche se non in modo volgare, in modo sexy e provocante per cui, lo riconosco io stessa, pur non essendo una grande bellezza in viso, nel complesso sono alquanto sensuale. Mi chiamo Mikaela e in 18 anni di matrimonio non avevo mai tradito mio marito in quanto non ho mai avuto l'esigenza di farlo essendo noi a letto due porcellini e ci soddisfiamo al massimo. Ero decisa a farlo cornuto, ma non per fare un torto a lui o per il piacere di avere un altro cazzo, ma solo per fare uno sgarbo a quella stronza. Quindi, visto che Gero sbavava per conto suo, decisi di farlo sbavare per conto mio, intenzionalmente. In ogni occasione, anche in presenza di lei e di mio marito. Una certa confidenza ma non era mai nata un'amicizia tra di noi. Un gioco che durò un paio di mesi, fino a quando sabato scorso si presentò l'occasione giusta. Ogni sabato lei va trovare i genitori che abitano a pochi chilometri dalla nostra città. Di mattina ero uscita e sto rientrando con dei pacchi in quando ho fatto shopping. Mi accorgo che Gero sta posteggiando e faccio in modo, rallentando, che mi raggiunga. Mi saluta e saluto pure. Faccio presente che ci diamo del lei. Ve lo presento: ha 37 anni, alto e mingherlino; fisicamente non mi attrae per niente, ma in viso è simpaticone con capelli ricci neri e due occhioni anch'essi neri. Mi chiede se ho bisogno di aiuto e rispondo che non è il caso in quanto sono pacchi voluminosi ma leggeri. Entriamo nell'ascensore, poggio giù i pacchi e mi sbottono il cappottino. Sotto ho una gonna attillata e un giubbino, direttamente sul reggiseno, chiuso sul davanti da una cerniera. Come mia abitudine, autoreggenti e poi gli stivali. Lui è in jeans, maglione e giaccone. Qualche sguardo con sorrisini forzati; qualche suo sguardo sulle mie tette e già siamo al terzo piano. Cortesemente apre la porta; lui deve continuare per il quarto piano. Mi giro dandogli le spalle, mi chino per prendere i pacchi e volutamente vado col culo sulla sua patta. Francamente mi vergogno ma insisto. Lo sento duro e dopo aver preso i pacchi mi rigiro cercando di avere un'espressione di sorpresa e di disagio. Evidentemente anche lui non si sente esente da colpe: è rosso e mortificato. "Mi scusi" dice. Passo al tu. "No, figurati" e poi con sorrisino ammiccante e provocatorio continuo: In ascensore? Perché non entri da me?"- E' sorpreso, mi pare pure ovvio. Esco, mi giro e gli faccio cenno col capo: "Dai, vieni"- Esce anche lui, apro la porta di casa, entro e lo invito; richiudo la porta, poggio i pacchi a terra, mi sfilo il cappottino e gli dico di togliersi il giaccone. Sono impacciata io che avevo tutto in programma figuratevi lui. Tentenna. A costo di sembrare una troia, fissandolo in modo accattivante, tiro completamente giù la cerniera del mio giubbino senza però sganciarlo da sotto ma abbastanza aperto da mettere in mostra le tette sorrette da un reggiseno a balconcino che tanto piace a mio marito. E' imbambolato e incredulo: non crede ai suoi occhi. Vado per sfilarglielo io il giaccone. Non ha parole: tutto poteva immaginare tranne che la scialba potesse essere così intraprendentemente troia. Ma ormai è tutto deciso e mi rendo conto che, nonostante tutto, la situazione è molto intrigante. Non appena il suo giaccone è giù ho voglia di mostrarmi e di stuzzicarlo oltre ogni limite per costringerlo, ammesso assurdamente che non avesse ben capito il motivo del mio invito e per non fare, lui stesso, la figura dello stronzo. Mi sgancio il giubbino e con la mano sinistra lo apro, mentre con la destra vado sul suo pacco voluminoso e duro. Tutto questo non lo può lasciare indifferente e finalmente si sbilancia: allunga le mani dentro il giubbino, mi palpa e stupidamente dice: "Mi sei piaciuta sempre" "L'avevo capito. Allora non ti fare sfuggire l'occasione"- Mentre glielo tasto con decisione cerca le mie labbra con le sue. Si trovano, mi distacco e dico: "Pure tu mi piaci"- Dopo di che le nostre labbra si rincontrano, le nostre bocche si spalancano, le nostre lingue si trovano e si intrecciano vorticosamente. Non male: è eccitante; mi sento presa e accaldata; non trovo così traumatico ritrovarmi in bocca la lingua vogliosa di un altro uomo che, nel frattempo, mi palpa le tette e al quale, sempre più decisamente e vogliosamente, gli tasto il cazzo rendendomi conto che è abbastanza consistente. Si insomma, è un gioco, è una vendetta ma la carne è carne e il cazzo è cazzo. Sono assalita dalla voglia di assaggiare un cazzo che non sia quello che maneggio, succhio e mi ficco in tutti i buchi ogni sera o tutte le volte che ne ho voglia. Pure lui, ormai ripresosi dalla sorpresa, si rende conto della situazione del tutto inimmaginabile in cui si trova e incomincia darsi da fare apre sfruttarla nel migliore dei modi. Mentre apre i suoi jeans io mi libero del giubbino. Il suo pacco è ancora più grossa da sopra i boxer. Mi chino; sono desiderosa e glielo tasto forte con tutte e due le mani. Dimentico tutti i motivi: la stronza di sua moglie, la vendetta e ogni quant'altro e mi rendo conto che ho tra le mani un cazzo che può darmi tanto piacere. Si, lo devo ammettere a me stessa; tiro giù i boxer e un bastone grosso e duro scatta fuori in avanti sfiorando il mio viso. Lo impugno; mi rendo conto della sua maestosità: quello di mio marito è un gran cazzo, almeno credevo, ma questo è più lungo di almeno 5 cm, una circonferenza, noto impugnandolo, più ampia; una cappella grossa e, per ultimo, una forma del tutto diversa da quello di mio marito avendo le vene molto più pronunciate e facendolo apparire come un ammasso di carne informe. Inoltre è leggermente incurvato all'ingiù. Lo alzo e le sue palle, completamente senza peli, sono grosse e dure. Fanno venire voglia di leccarle ed è quello che faccio. Che ci posso fare, mi piacciono, sono vogliosa e mi sento le mutandine bagnate. Io ci so fare e i suoi gemiti ne sono la prova. Quando lo lecco tutto, con una nuova voglia di leccare un cazzo, mi convinco che, a prescindere da tutto, me lo voglio gustare e godere. Pure lui, tanto che, non appena me lo ficco in bocca e lo prendo a succhiare e a spompinare come solo io so fare, dice mio marito, dice che è proprio come immaginava lui e come pensasse che fossi. E allora, pensai, brutto porco che sei, ti faccio vedere io quella che sono veramente; alla faccia di quella stronza di tua moglie. I suoi gemiti e i suoi sospiri mi confermano che ha ragione mio marito e a me, francamente, un cazzone così mi fa l'effetto di farmi sentire troia. Me ne frego pure del fatto che sto facendo cornuto mio marito senza che se lo meritasse. Ho voglia di farmi sfondare, me lo sfilo dalla bocca e me lo trascino in camera da letto. Il letto non l'avevo ancora rifatto perché ero uscita di buon mattino e mentre mi libero di tutto quello che ho addosso guardo lui che si spoglia. Fra le sue cosce esili quel cazzo sembra ancora più grosso e quasi sproporzionato. Salgo sul letto e subito è sopra di me, fra le mie cosce. Me lo sento prepotente sul ventre, fra le cosce e la voglia do farmi sfondare è ancora più grande. Cerca la mia bocca, ci slinguiamo freneticamente e quando vado con le mani a prenderglielo per ficcarmelo dentro, si alza sui gomiti, glielo prendo, me lo ficco dentro, da un colpo di reni e mi sento sconquassare tutta. "Ohoooooooo" grido. Le parti si sono invertite: adesso la vittima sembro io. "Troia che sei, ti piace il mio cazzo?" "Siiii, mi piaceeeee" rispondo ansimando muovendomi insieme a lui. "Ti rompo tutta troia. Diglielo a tuo marito che ti sto rompendo tutta, troia, diglielo troia. Ti piacerebbe se ti vedesse in questo momento mentre ti sto scassando la fica?"- Sto impazzendo. E' lui che comanda. "Siiiiii" grido. Poi ci ripenso e dico: "Nooo. Non ti fermare, continua bellooo, ci sonooo, vengooooo, godooooo, ohooooooooo" grido ancora dimenandomi sotto di lui. Porto le gambe dietro la sua schiena tenendolo incastrato e restiamo così ancora per qualche minuto a gustarmi l'orgasmo mentre le nostre bocche e le nostre lingue si cercano senza interruzione. Mi sfila il cazzo e va a leccarmela mentre si rigira per darmelo in bocca. Nessuno parla, è tutto automatico; mi rimetto il cazzo in bocca mentre godo del suo leccaggio. Il marito della stronza ci sa fare pure con lingua e mi fa impazzire. più mi fa impazzire e più gli maltratto il cazzone e le palle con la bocca. Io godo ancora e sento, dal palpitare del suo cazzo, che sta venendo pure lui. E' tutta la situazione che è intrigante, per entrambi; forse vuole trattenersi e tenta di sfilarmelo dalla bocca, ma io voglio farlo venire e mantenendo una certa lucidità mentre godo, gli succhio pure l'anima. Viene facendo avanti a indietro col bacino riempendomi la bocca di sborra. Inghiotto schizzo dopo schizzo ansimando insieme. Non ho bisogno di pulirmi il muso: ho inghiottito tutto, solo qualche goccia sulle labbra. Me le lecco come una puttana quando, subito dopo, mi salta su e me lomette, ancora turgido, fra le tette. Mentre mi lecco le labbra ci fissiamo. Mi strige le tette chiudendo il cazzo e muovendosi. Nel frattempo mi strizza forte i capezzoli. "Ahii! Mi fai male, piano" "Male tu? Troia che sei. Guarda come sono duri. Ti piace troia, toccateli troia"- Lo faccio. Sembrano due chiodi e mi dice di continuare a stuzzicarmeli io. Impazzisco e il mio è un ansimare continuo. Viene su a strusciarmi il cazzone sul viso. Apro la bocca, esco la lingua e me lo strofina muovendosi. Me lo ficca in bocca, mi scopa per un minuto e lo rimette fra le tette. Dopo si sistema supino trascinandomi sopra di lui e lo cavalco; mi strofico il cazzone fra le natiche e sulla fica. Mi vede godere e dice: "Godi, godi troia e raccontalo a tuo marito" "Si proprio, così ci ammazza a tutti e due. Piuttosto, raccontalo tu a tua moglie"- Quindi mi alzo sulle ginocchia, mi ficco il cazzone nella fica, riscendo giù e mi sento come se fossi stata infilzata da un bastone. "Ahaaaaaaaaa!" "Ti piace il mio cazzo tutto dentro, troia? Guarda, guarda come ce l'hai tutto dentro fino ai coglioni" Lo faccio, anche se con qualche difficoltà e oltre al grande piacere sessuale, sento un grande piacere di soddisfazione mentale. Sono cose che faccio sempre con mio marito, ma qui la situazione è del tutto diversa: fare la puttana tradendo per la prima volta il proprio marito e per la prima volta con un tizio, sto notando, che è quanto di più eccitante e trasgressivo che ti possa capitare. Arriva un nuovo orgasmo e mi agito sul suo cazzone. più grido di piacere e più me lo sento in fondo, finché, completamente spossata, vado giù e ci slinguiamo furiosamente. Quando me lo sfilo mi ficca dentro 3 dita, raccoglie i miei umori e passa la mano fra le mie chiappe insistendo con le dita sul mio ano. Guarda questo qua! Pensai. E dire che lo volevo stupire io! Mi vuoi fare il culo? Pensai ancora, che problemi ci sono: il mio culo è ben collaudato perché a mio marito piace incularmi ed a me piace prenderlo nel culo. Il problema, casomai, è un problema di misure. Tutto relativo, almeno dopo i primi colpi. Infatti, pur essendo alla pecorina, che secondo le mie abitudini è la migliore posizione per prenderlo lì, lo sento. Si, lo sento; avevo pensato bene: è questione di misure. Non posso fare a meno di lamentarmi: "Ahii, piano, me lo rompi tutto" "Ma se ce l'hai tutto rotto! Più rotto di così?" Più va dentro più mi sento sconquassare ma più insiste più incomincia a piacermi. Me lo sento fin dentro lo stomaco, finché non mi sento sbattere le palle sulla fica e capisco che è tutto dentro di me. Prende a scoparmi lentamente, poi più velocemente, poi a più non posso e mi sborra facendomi sentire più puttana che mai. Vengo ancora assecondando i suoi movimenti e trattenendomi dal gridare per evitare che le grida si sentissero in tutto il palazzo. Sicuramente, anche se roboante, non avranno sentito il rumore dell'impatto delle nostre carni. Non possiamo mica stare tutta la mattinata; anche per motivi di sicurezza. Non restiamo d'accordo di niente: come era iniziato così è finito. La sera non posso farmi scopare da mio marito. Lui mi bacia, mi palpa ma io dico che sto poco bene e non mi va. Avrei magari voluto, ma se si fosse accorto dello stato del mio culo? Nemmeno il giorno dopo, fingendomi influenzata. Ieri sera si, immaginando il cazzone del marito di quella stronza.
scritto il
2017-02-23
7 . 4 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto sucessivo

Il ragazzo nero della mia amica
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.