Zio sei un porco
di
Saraslave
genere
incesti
Sono Sara, una ragazza di Pescara ho 23 anni e sono molto carina, magra con un corpo magro e due occhi verdi che fanno invidia a molte. La storia che ci sto per raccontare è realmente accaduta è ancora non ha avuto il suo epilogo. Tutto è iniziato quando a 18 anni iniziai a farmi le prime canne, frequentavo degli amici che i miei genitori non consideravano delle belle amicizie.
Un giorno i miei genitori mi trovano dell'erba nella mia camera, la mia è una famiglia di puritani, presi dallo spavento si ritrovano a farmi mille paranoie su quello che mi sarebbe potuto succedere se avessi continuato a usare quella roba. A dirla tutta a me non piace nemmeno sballarmi, mi piace semplicemente svagarmi e stare con gli amici, poi tanto nemmeno la pagavo visto che mi facevo scopare fa un mio amico che di solito ne aveva tanta. Frequento un istituto di ragioneria, finito l'anno scolastico i miei decidono di mandarmi da mio zio in una cittadina nei pressi di Parigi. L'uomo di cui ci sto per parlare ha segnato in modo indelebile la mia esistenza. Sono partita e mi sono ritrovata a casa sua, un luogo in aperta campagna, isolato dove viveva con la sua famiglia. È un uomo divorziato, la mia famiglia ignora che lo sia, visto che lui non ha detto loro che il suo matrimonio è andato in frantumi. Appena arrivata mi ha spiegato la situazione e mi ha pregato di non dire nulla a casa, lui è un cugino di mio padre, non è uno zio di primo grado. Mio zio è un uomo di 55 anni, brizzolato e palestrato, un uomo davvero affascinante, non grasso è molto silenzioso.
Nel primo periodo in cui sono stata da lui era davvero molto premuroso, mi riempiva di attenzioni, cucinava per me e mi portava molto in giro alla scoperta di Parigi.
Notai sin da subito che aveva una passione per il mio sedere, me lo guardava e non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Quando camminavamo insieme il suo sguardo era sempre poggiato sul mio culo, la cosa mi appagava molto perché ero fiera di avere un culo così ben messo.
In quel periodo in Francia frequentavo i locali del quartiere, mi ero fatta anche degli amici e tutto filava liscio.
Io avevo la mia camera, mio zio mi aveva dato la camera di sua figlia, lei ora viveva con sua madre in un'altra città.
Mio zio era sempre indaffarato con i lavori di casa, divideva il suo tempo tra il suo lavoro e i lavori di casa, anche se alcune volte uscivamo a farci una birra insieme.
C'era una cosa che non mi spiegavo in tutto ciò, il mio cassetto con il mio intimo era sempre a soqquadro, ogni volta che lo mettevo a posto ritrovavo le mie cose sotto sopra e alcune cose sparivano per poi ricomparire, ad esempio i miei slip.
Una sera mi invitarono a un concerto, riaccasai prima, trovai mio zio in camera mia, con la porta socchiusa in ginocchio davanti ai miei slip messi per terra, era in contemplazione e si stava masturbando copiosamente mentre uno lo aveva tra le mani e lo annusava, le sue parole in quel momento erano: vieni sara voglio scoparti, girati e mettiti a pecora, voglio sborrarti dentro...Quando lo vidi rimasi di stucco e gli urlai: zio sei un porco! Poverino lui, si alzò e si voltò, con il suo grosso arnese tra le mani, era grosso e stava per venire, senza dire una parola andò via. Io a 18 anni avevo avuto le mie esperienze, per lo più con ragazzi della mia età, amavo il sesso, ma non ne avevo mai visto uno così grande. Non ebbi coraggio di andare da lui, iniziai a pensare di essere stata dura con lui, mi dispiaceva e mi misi a letto. Non riuscivo a non pensare al suo grosso al arnese, al suo corpo, alle sue parole e a lui che mi guardava il culo... Ero eccitata, mi eccitava il fatto che le mie mutandine fossero sporche di lui e volevo alzarmi e andare nel suo letto e offrirgli il mio corpo. Mi madturbai diverse volte, più mi masturbavo e più lo desideravo, ormai dentro di me si era acceso io desidero di mio zio.
La mattina scesi per fare colazione, lui era pronto per recarsi a lavoro, durante la colazione cercò di spiegarmi, mi disse che ormai era solo da tanto e non aveva più rapporti sessuali... Mi feci intraprendente, gli dissi che se voleva lo avrei aiutato a togliersi le proprie voglie. Volevo il suo grosso cazzo, doveva essere mio e lui non sapeva quanto lo desiderassi. Lui era in piedi davanti al frigorifero, mi alzai e andai verso di lui, mi avvicinai e quel rigonfiamento mi fece capire che mi desiderava, ero già molto bagnata pronta per essere penetrata. Il mio odore da donna vogliosa aveva già riempito la stanza, mi feci coraggio tirai giù la patta dei suoi pantaloni e tirai fuori il suo gran cazzone. Lo segai per interminabili minuti, venne li in piedi e la sua sborra cadde sul pavimento. Gli chiesi di non andare a lavoro, volevo stare con lui... Prese il telefono e chiamò per avvisare che non sarebbe andato, andammo in camera sua e mi scopó per ore, mi mise il suo cazzo in bocca e me lo fece arrivare in gola, mi si scopó a pecora come mai nessuno aveva fatto, mi fece mettere sopra di lui dandogli la schiena in modo che una mano potesse arrivare a masturbarmi, dallo specchio potevo ammirare il suo cazzone penetrarmi, sporco di me, ed io godevi di lui fino al momento in cui mi venne addosso. Da quel momento vivemmo quel periodo come se fossimo una coppia, abbiamo fatto l'amore in ogni angolo in casa sua, oggi ogni tanto viene a trovarmi e mi porta in hotel, il nostro rapporto è stupendo, sono la sua puttana è la cosa mi appaga molto. Il cornuto del mio ragazzo ignora che quando gli dico che vado a trovare la mia amica di Milano, sono in un hotel a farmi scopare come una Troia da mio zio.
Un giorno i miei genitori mi trovano dell'erba nella mia camera, la mia è una famiglia di puritani, presi dallo spavento si ritrovano a farmi mille paranoie su quello che mi sarebbe potuto succedere se avessi continuato a usare quella roba. A dirla tutta a me non piace nemmeno sballarmi, mi piace semplicemente svagarmi e stare con gli amici, poi tanto nemmeno la pagavo visto che mi facevo scopare fa un mio amico che di solito ne aveva tanta. Frequento un istituto di ragioneria, finito l'anno scolastico i miei decidono di mandarmi da mio zio in una cittadina nei pressi di Parigi. L'uomo di cui ci sto per parlare ha segnato in modo indelebile la mia esistenza. Sono partita e mi sono ritrovata a casa sua, un luogo in aperta campagna, isolato dove viveva con la sua famiglia. È un uomo divorziato, la mia famiglia ignora che lo sia, visto che lui non ha detto loro che il suo matrimonio è andato in frantumi. Appena arrivata mi ha spiegato la situazione e mi ha pregato di non dire nulla a casa, lui è un cugino di mio padre, non è uno zio di primo grado. Mio zio è un uomo di 55 anni, brizzolato e palestrato, un uomo davvero affascinante, non grasso è molto silenzioso.
Nel primo periodo in cui sono stata da lui era davvero molto premuroso, mi riempiva di attenzioni, cucinava per me e mi portava molto in giro alla scoperta di Parigi.
Notai sin da subito che aveva una passione per il mio sedere, me lo guardava e non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Quando camminavamo insieme il suo sguardo era sempre poggiato sul mio culo, la cosa mi appagava molto perché ero fiera di avere un culo così ben messo.
In quel periodo in Francia frequentavo i locali del quartiere, mi ero fatta anche degli amici e tutto filava liscio.
Io avevo la mia camera, mio zio mi aveva dato la camera di sua figlia, lei ora viveva con sua madre in un'altra città.
Mio zio era sempre indaffarato con i lavori di casa, divideva il suo tempo tra il suo lavoro e i lavori di casa, anche se alcune volte uscivamo a farci una birra insieme.
C'era una cosa che non mi spiegavo in tutto ciò, il mio cassetto con il mio intimo era sempre a soqquadro, ogni volta che lo mettevo a posto ritrovavo le mie cose sotto sopra e alcune cose sparivano per poi ricomparire, ad esempio i miei slip.
Una sera mi invitarono a un concerto, riaccasai prima, trovai mio zio in camera mia, con la porta socchiusa in ginocchio davanti ai miei slip messi per terra, era in contemplazione e si stava masturbando copiosamente mentre uno lo aveva tra le mani e lo annusava, le sue parole in quel momento erano: vieni sara voglio scoparti, girati e mettiti a pecora, voglio sborrarti dentro...Quando lo vidi rimasi di stucco e gli urlai: zio sei un porco! Poverino lui, si alzò e si voltò, con il suo grosso arnese tra le mani, era grosso e stava per venire, senza dire una parola andò via. Io a 18 anni avevo avuto le mie esperienze, per lo più con ragazzi della mia età, amavo il sesso, ma non ne avevo mai visto uno così grande. Non ebbi coraggio di andare da lui, iniziai a pensare di essere stata dura con lui, mi dispiaceva e mi misi a letto. Non riuscivo a non pensare al suo grosso al arnese, al suo corpo, alle sue parole e a lui che mi guardava il culo... Ero eccitata, mi eccitava il fatto che le mie mutandine fossero sporche di lui e volevo alzarmi e andare nel suo letto e offrirgli il mio corpo. Mi madturbai diverse volte, più mi masturbavo e più lo desideravo, ormai dentro di me si era acceso io desidero di mio zio.
La mattina scesi per fare colazione, lui era pronto per recarsi a lavoro, durante la colazione cercò di spiegarmi, mi disse che ormai era solo da tanto e non aveva più rapporti sessuali... Mi feci intraprendente, gli dissi che se voleva lo avrei aiutato a togliersi le proprie voglie. Volevo il suo grosso cazzo, doveva essere mio e lui non sapeva quanto lo desiderassi. Lui era in piedi davanti al frigorifero, mi alzai e andai verso di lui, mi avvicinai e quel rigonfiamento mi fece capire che mi desiderava, ero già molto bagnata pronta per essere penetrata. Il mio odore da donna vogliosa aveva già riempito la stanza, mi feci coraggio tirai giù la patta dei suoi pantaloni e tirai fuori il suo gran cazzone. Lo segai per interminabili minuti, venne li in piedi e la sua sborra cadde sul pavimento. Gli chiesi di non andare a lavoro, volevo stare con lui... Prese il telefono e chiamò per avvisare che non sarebbe andato, andammo in camera sua e mi scopó per ore, mi mise il suo cazzo in bocca e me lo fece arrivare in gola, mi si scopó a pecora come mai nessuno aveva fatto, mi fece mettere sopra di lui dandogli la schiena in modo che una mano potesse arrivare a masturbarmi, dallo specchio potevo ammirare il suo cazzone penetrarmi, sporco di me, ed io godevi di lui fino al momento in cui mi venne addosso. Da quel momento vivemmo quel periodo come se fossimo una coppia, abbiamo fatto l'amore in ogni angolo in casa sua, oggi ogni tanto viene a trovarmi e mi porta in hotel, il nostro rapporto è stupendo, sono la sua puttana è la cosa mi appaga molto. Il cornuto del mio ragazzo ignora che quando gli dico che vado a trovare la mia amica di Milano, sono in un hotel a farmi scopare come una Troia da mio zio.
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Commenti dei lettori al racconto erotico