Gioia la troia - 2 Inizio del cammino
di
Gioietta
genere
dominazione
Erano passati alcuni giorni dalla mia performance in quel bar e Lui non si era più fatto sentire.
I primi giorni furono di totale confusione: da una parte la vergogna per quello che avevo fatto e il senso di colpa nei confronti del mio ragazzo, dall'altra il senso di eccitazione che ancora mi scuoteva al solo pensiero.
Poi con il passare dei giorni cercai di dimenticare e tornare alla normalità convincendomi che quello sarebbe stata solo una piccola parentesi, anche se nel mio cuore non ne ero proprio sicura e forse nemmeno ci speravo.
Stavo distrattamente leggendo qualche articolo su internet quando il display del telefono si è illuminato, leggendo il Suo nome il mio cuore ha cominciato a battere più forte
- cosa fai Sabato sera?
- Vado ad una festa di compleanno con il mio ragazzo.
- Ci sarà molta gente?
- Siamo a casa del festeggiato credo una ventina di persone.
Era incredibile come gli stessi rispondendo senza nemmeno chiedermi se fosse giusto o semplicemente dove volesse andare a parere...
- Perfetto ora ti dico cosa farai... non c'è bisogno di dirti che se non obbedirai non mi sentirai più
In quel preciso momento il mio ventre fu riempito da una vampata di calore e la mia figa cominciò a bagnarsi, continuai a leggere
- Vestiti con gli abiti più corti e appariscenti che hai e prima di uscire mi invierai la foto.
Al solo pensiero di quel compito provai un imbarazzo immenso in fondo era uno sconosciuto e poi nessuno mi aveva mai trattata così, tuttavia ero di nuovo bagnata ed eccitatissima.
Cercando di mantenere un minimo di controllo e dignità digitai:
- Senti forse ho sbagliato io ma non sono quella che credi
la risposta non tardò
- Toccati! Adesso!
Era incredibile come non avesse minimamente tenuto in considerazione cosa gli avessi scritto ma leggendo fui colta da un immediato senso di calore.
Mi appoggia allo schienale e guardai in strada attraverso la vetrina: la gente che passava sul marciapiede non avrebbe potuto vedere cosa avessi fatto sotto la scrivania ma comunque la cosa mi imbarazzò e mi fece bagnare ulteriormente.
Ancora una volta spensi il cervello sbottonai il primo bottone tirai giù la zip dei pantaloni ed infilai la mano dentro al perizoma. Ero davvero un lago cominciai a toccarmi il clitoride con movimenti circolari dapprima lenti e poi sempre più veloci, ansimavo, sentivo l'orgasmo salire sempre più vicino ero davvero al limite quando il cellulare suonò di nuovo
- fermati!
Mi bloccai ed estrassi immediatamente la mano, avevo ancora il fiato corto, mentre la mia figa fradicia pulsava per il mancato orgasmo; ancora ansimante con la testa frastornata mi voltai e lo vidi dall'altra parte della strada fissarmi sorridente.
Rimasi pietrificata Lui invece si voltò e se ne andò per la sua strada . Il suono del telefono mi riportò sulla terra.
- Visto... non ti sei sbagliata sei una troia!
E subito dopo
- guai a te se godi senza il mio permesso
Ero frustata, spaventata ed imbarazzata ma ero così eccitata che sapevo avrei obbedito.
Quella sera mi vidi con il mio fidanzato Marco e feci di tutto per tenere la serata su un tono leggero tentando di scongiurare ogni suo approccio fisico, che per altro sarebbe stato più che legittimo visto che ci vedevamo solo il fine settimana.
Lo riuscì a convincere ad andare ad un pub in centro dove ci raccontammo dei nostri giorni trascorsi lontano l'uno dall'altro, ovviamente tralasciai l'incontro con Lui, quindi ce ne andammo.
Arrivati sotto casa mia però Marco spense il motore e cominciò a baciarmi con passione, mi iniziò ad accarezzare le gambe per poi risalire fino al seno; non ci volle molto perchè fossi di nuovo eccitatissima e completamente bagnata... ma non potevo, non volevo.
Quando infilò la mano fra le gambe lo fermai:
“Ti prego Marco, non stasera sono stanchissima”
e senza attendere risposta gli diedi un bacio sulle labbra ed uscii dalla macchina.
Entrata in casa il senso di colpa nei confronti di Marco durò pochissimo lasciando spazio alla soddisfazione per essere riuscita nel mio compito.
Questo e le carezze di del mio ragazzo mi avevano di nuovo infuocata decisi di fare una doccia per calmarmi, ma il semplice contatto dell'acqua bastava a mantenermi in un continuo stato di eccitazione.
Mi misi a letto ma dormire non fu facile in quello stato ed in più non riuscivo a smettere di pensare che il giorno dopo sarebbe stato sabato.
I primi giorni furono di totale confusione: da una parte la vergogna per quello che avevo fatto e il senso di colpa nei confronti del mio ragazzo, dall'altra il senso di eccitazione che ancora mi scuoteva al solo pensiero.
Poi con il passare dei giorni cercai di dimenticare e tornare alla normalità convincendomi che quello sarebbe stata solo una piccola parentesi, anche se nel mio cuore non ne ero proprio sicura e forse nemmeno ci speravo.
Stavo distrattamente leggendo qualche articolo su internet quando il display del telefono si è illuminato, leggendo il Suo nome il mio cuore ha cominciato a battere più forte
- cosa fai Sabato sera?
- Vado ad una festa di compleanno con il mio ragazzo.
- Ci sarà molta gente?
- Siamo a casa del festeggiato credo una ventina di persone.
Era incredibile come gli stessi rispondendo senza nemmeno chiedermi se fosse giusto o semplicemente dove volesse andare a parere...
- Perfetto ora ti dico cosa farai... non c'è bisogno di dirti che se non obbedirai non mi sentirai più
In quel preciso momento il mio ventre fu riempito da una vampata di calore e la mia figa cominciò a bagnarsi, continuai a leggere
- Vestiti con gli abiti più corti e appariscenti che hai e prima di uscire mi invierai la foto.
Al solo pensiero di quel compito provai un imbarazzo immenso in fondo era uno sconosciuto e poi nessuno mi aveva mai trattata così, tuttavia ero di nuovo bagnata ed eccitatissima.
Cercando di mantenere un minimo di controllo e dignità digitai:
- Senti forse ho sbagliato io ma non sono quella che credi
la risposta non tardò
- Toccati! Adesso!
Era incredibile come non avesse minimamente tenuto in considerazione cosa gli avessi scritto ma leggendo fui colta da un immediato senso di calore.
Mi appoggia allo schienale e guardai in strada attraverso la vetrina: la gente che passava sul marciapiede non avrebbe potuto vedere cosa avessi fatto sotto la scrivania ma comunque la cosa mi imbarazzò e mi fece bagnare ulteriormente.
Ancora una volta spensi il cervello sbottonai il primo bottone tirai giù la zip dei pantaloni ed infilai la mano dentro al perizoma. Ero davvero un lago cominciai a toccarmi il clitoride con movimenti circolari dapprima lenti e poi sempre più veloci, ansimavo, sentivo l'orgasmo salire sempre più vicino ero davvero al limite quando il cellulare suonò di nuovo
- fermati!
Mi bloccai ed estrassi immediatamente la mano, avevo ancora il fiato corto, mentre la mia figa fradicia pulsava per il mancato orgasmo; ancora ansimante con la testa frastornata mi voltai e lo vidi dall'altra parte della strada fissarmi sorridente.
Rimasi pietrificata Lui invece si voltò e se ne andò per la sua strada . Il suono del telefono mi riportò sulla terra.
- Visto... non ti sei sbagliata sei una troia!
E subito dopo
- guai a te se godi senza il mio permesso
Ero frustata, spaventata ed imbarazzata ma ero così eccitata che sapevo avrei obbedito.
Quella sera mi vidi con il mio fidanzato Marco e feci di tutto per tenere la serata su un tono leggero tentando di scongiurare ogni suo approccio fisico, che per altro sarebbe stato più che legittimo visto che ci vedevamo solo il fine settimana.
Lo riuscì a convincere ad andare ad un pub in centro dove ci raccontammo dei nostri giorni trascorsi lontano l'uno dall'altro, ovviamente tralasciai l'incontro con Lui, quindi ce ne andammo.
Arrivati sotto casa mia però Marco spense il motore e cominciò a baciarmi con passione, mi iniziò ad accarezzare le gambe per poi risalire fino al seno; non ci volle molto perchè fossi di nuovo eccitatissima e completamente bagnata... ma non potevo, non volevo.
Quando infilò la mano fra le gambe lo fermai:
“Ti prego Marco, non stasera sono stanchissima”
e senza attendere risposta gli diedi un bacio sulle labbra ed uscii dalla macchina.
Entrata in casa il senso di colpa nei confronti di Marco durò pochissimo lasciando spazio alla soddisfazione per essere riuscita nel mio compito.
Questo e le carezze di del mio ragazzo mi avevano di nuovo infuocata decisi di fare una doccia per calmarmi, ma il semplice contatto dell'acqua bastava a mantenermi in un continuo stato di eccitazione.
Mi misi a letto ma dormire non fu facile in quello stato ed in più non riuscivo a smettere di pensare che il giorno dopo sarebbe stato sabato.
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