Reunion d' "O"

di
genere
gay

Come ogni mattino controllo la buca delle delle lettere, e da un paio di settimane a questa parte ricevo una lettera anonima, un invito più che altro.
Sono un ultra ventenne, notoriamente gay. E di esperienze ne ho avute fatte e vissute, ma quell'insistene invito mi scombussolò la vita.
< Egregio menbro de: " la Reunion d'O" vorremmo con questa nostra presente invitarla a partecipare ad un incontro socievole presso la Villa della Contessa Claraboia Sotas, per un coinvolgente scambio di sensazioni... e bla bla bla...>
Cercai di fare mente locale circa la possibilità eventuale o di un errore, o di un mio involotario coinvolgimento a una chissà quale strana setta...
...
...e mi ci vollero parecchi giorni prima di far luce alla questione, infatti, navigando in rete, mi ricordai di uno strano sito che invitava a raccontare le proprie storie sessuali, a fronte del quale era stata richiesta obligatoriamente la compilazione completa dei propri dati; il nome del sito era proprio: Claraboiahistory!
Ma col cavolo che mi ci presento ad una riunione di emeriti sconosciuti. Tanto sicuramente i partecipanti saranno tutti vecchi bavosi...
E... puf! Mi appare una nuova e-mail!La apro, e capisco che il mittente è lo stesso anonimo delle lettere. E guarda guarda cosa mi appare? La foto di un uomo, non proprio un adone, piuttosto un tipo, e non particolarmente ben fatto, barbuto castano, occhi vagamente chiari, folti capelli mossi e castani e sguardo profondo. La corporatura era completamente avvolto da un vestito elegante da sera. Una didascalia ammiccava alla possibilità di conoscerci tramite la: Reunon d'"O".
Purtroppo, per me. basta un niente perchè mi vada il sangue in subbuio, e ceda alla lusinga del famoso incotro al buio.
Peccato che non riesco a stare troppo tempo seduto! Proprio non ce la faccio!...
...
Il luogo e il modo per arrivarci era indicato dalla lettera, ed era molto semplice, bastava comporre il numero ivi scritto e un'autista m'avrebbe venuto a prendere ed accompagnato... la cosa cominciava a farsi eccitante ed interessante.
Giorno dopo giorno, notte dopo notte, l'immagine del volto di quell'uomo mi ossessionò. Mi affascinò. E pensare che un tipo come lui non avrebbe potuto mai interessarmi semmai l'avessi incontrato. O almeno così credevo!
Mentre osservo dalla finestra della cucina il mio piccolo giardinetto bagnarsi dalla pioggia, un senso di inquietudine mi pervase. Avevo già chiamato il numero famoso. attesi per parecchie ore che il fantomaico autista mi venisse a prendere. Ma era già tarda serata. La pioggia aumentò di intensità.
Per dindirindina! E' stato tutto uno stupido scherzo!
E quando arrivò la sera tarda sprangai le porte di casa e me ne andai a letto, buttandomi alle spalle la faccenda.
Ero già sotto le coperte quando il campanello di casa suonò, mandandomi in agitazione. Mi alzai e andai a vedere chi fosse. Ed era proprio il fantomatico ritardatario d'autista che era venuto a prendermi. Era un uomo dall'aspetto avanti con l'età, gentile fino allo sfinimento, si scusò a cuore aperto per il clamoroso ritardo, e che se la cosa mi fosse ancora interessata, la limousine era fuori che mi attendeva per portarmi al luogo del misterioso ritrovo.
Per dindirindina! Mi dissi, addirittura una limousine!
Purtroppo, però compresi che non ero all'altezza della situazione. Era palese che avrei dovuto vestirmi in modo adeguato, e proprio non possedevo vestiti eleganti!
Ma il misterioso autista, con garbo mi porse tra le mani un grosso pacchetto bianco, di cartone vistosamente raffinato e lucido, spiegandomi che era un umile ommaggio di scuse da parte della padrona di casa, e che era mio anche nel caso avessi declinato l'invito.
La cosa mi imbarazzò. Certo che non avevo proprio voglia di starmene a dormire,allora accettai cercando di essere il più gentile possibile.
Apro l'omaggio e sorpresa delle sorprese, c'era dentro quello che mi serviva: un completo da sera color avorio di sartoria, di una stoffa che mai avevo potuto pensare nemmeno nei miei sogni più arditi di poter indossare!!
La cosa più stupefacente era che non solo mi stava alla perfezione, ma metteva in risalto i miei capelli e occhi neri!
E dopo un paio d'ore, eravamo dentro la tenuta di una sontuosa villa stile vittoriana. Peccato solo che la pioggia rovinava l'atmosfera.
Entrato nella struttura, sontuosa sia fuori che dentro, vengo acolto da tre camerieri, maggiordomi forse, che con un inchino mi annunciano dicendomi che mi stavano aspettando.
Non ero abituato quel genere di cose, mi sentivo come un pesce fuor d'acqua.
Dopo avermi condotto per un paio di sale, e un lunghissimo corridoio, si aprirono due porte vetrate dalla quale scintillava luce a profusione, e un leggero sottosuono musicale dato dallo strimpellio adagio di un pianista ricreava un certo tipo d'atmosfera.
Vidi una fila di lampadari di cristallo luminosissimi, sopra una tavola imbandita e decorata con fiori, candelieri e servizi di porcellana degna di una regina!
Per dindirindina! Ma dove mi trovo!?
Mi si parò di fronte una figura giunonica:
- Oooh! Ma benvenuto nella mia modesta dimora! Vieni accomodati, Moreno, io sono Claraboia, l'organizzatrice dell'incontro!...- Tra i molti interrogativi che affollavano la mia mente, due in particolare mi assillarono, uno come faceva a conoscere il mio nome, due come faceva a sapere le mie misure corporee...
Lei, vedendola, aveva un fare femminile al massimo dell'ostentazione, vestiva un capo luccicante rosso, e fluente capigliatura liscia ramata, truccata vistosamente, ma dalla voce vagamente baritonale, scopro subito che lei era una dragqueen.
Nella maniera più impacciata possibile cercai di ricambiare la cortesia... mi sembrava di recitare ad un teatro.
Lei mi accompagna alla tavola dove c'erano già sedute cinque persone, le quali mi puntarono contro i loro sguardi... e io li ebbi tutti addosso, mi sentii quasi violato.
Riconobbi l'uomo della foto che vidi nell'e-mail, ed era molto più grande di quato mi immaginassi. Nonappena mi avvicino scortato dalla padrona di casa, lui si alzò di scatto, mi porse la mano rivelandomi il suo nome, Louis, dicendomi di essere lieto di conoscermi. Avvampai in viso all'istante. E dire che proprio timido non ero!
Mi guardai attorno, e notai di non essere io il solo ad essere il più giovane, infatti, c'era un ragazzino castano, occhi verdi che non poteva avere ancora diciotto anni, sedici forse, mi saluta presentandosi, si chiamava Fausto.
Accanto a Fausto, c'era Lorenzo, un mio coetaneo, ma che come gli altri non avevo mai visto prima, moro, bel tipo, e affianco a lui sedeva Jerome, un ragazzo statuario dalla lunga chioma vaporosa color biondo cenere occhi di un colore indecifrabile, ma che mi fissarono per tutta la durata della riunione, insistentemente, quasi con cattiveria... gelavo ogni volta che incrociavo le sue pupille...
Alla mia destra l'ormai noto Louis, e alla mia sinistra Norberto, un altro biondone scandinavo.
Ma che ci faceva un tipo ordinario come me in mezzo a quelle persone stra eleganti? Era la domanda personale e ricorrente che più e più volte mi ripetetti fino all'ossessione!
E se cominciano a parlare di politica, giurai a me stesso, che sarei fuggito via!
Il gioco di sguardi terminò nonappena Claraboia prese parola:
- Mieie cari ospiti, prima di iniziare la nostra piccola cenetta INTIMA, volevo ringraziare tutti voi per la vostra presenza, e dare il benvenuto a due nuovi ospiti graditi con un brindisi!- E subito i camerieri mescerono il vino nelle nostre rispettive coppe di cristallo scintillante.
- Ai nostri Fausto e Moreno!- Sollevò la coppa la padrona di casa e tutti s'alzarono con il prezioso contenitore ben teso in avanti, e bevemmo un vino bianco che personalmente non sospettavo la bontà! E dire che a me il vino non piace!
Ci risedemmo, e io già provavo iniziali fastidi nell'assumere tale posizione. Non che avessi ragadi o emorroidi, o problemi di igiene, ... è... che proprio stare seduto per me non è facile... e qualcuno se ne accorse... e quel qualcuno era Jerome e Claraboia. Ma non dissero nulla signorilmente.
E mentre ci venivano servite le portate della cena vedemmo scorrere ogni sorta di ben di Dio, cibo raffinato senza eguali, e nel frattempo la padrona del ricevimento istruiva noi nuovi del gruppo le modalità della reunion d'"O".
- Ora, diligentemente, ogniuno di voi, farà mente locale e delizierà le nostre fantasie rievocando una propria storia di vita vissuta, proprio come di tanto in tanto scrivete le vostre storie sul sito del quale ne sono autrice.-
Louis mi spiegò sottovoce e senza mezzi termini, che unico obbligo del club era quello di raccontare una storia di sesso esplicito realmente accaduto.
Sgranai gli occhi talmente violentemente che a momento mi schizzavano fuori dalle orbite!
- E... gentili signori, coloro che ascoltano, sono pregati di tenere le mani sopra il tavolo!- La battuta scatenò una risata generale. Solo io sogghignai timidamente.
Mentre io ero attratto dal fuoco del camino di fronte a me e alle spalle dei miei dirimpettai di tavola, mi sentivo lo sguardo feroce eviolento di Jerome che colpiva il mio volto, ed il primo a rompere il ghiaccio fu proprio il cavalleresco Louis che iniziò a raccontare la sua storia.

< RACCONTO DI LOUIS >

- Beh! che dire, se non ringraziare la padrona di casa per la sua ospitalità, e per essere riuscita ad arricchire la sua tavola con dei bei giovanotti come Moreno Fausto, i più giovani e nuovo della classe... e a proposito di classe, devo dire che in quella dovo io insegno non ci sono bei esemplari come voi, tuttavia sono ugualmente gradevoli d'aspetto. Io insegno musica in un conservatorio maschile. Ma non temete, non vi farò lezione. Nella mia classe, tre ragazzoni spiccavano più di tutti per talenti nascosti, oltre che per svariati generi di strumenti, e doti fisiche vistosamente armoniose.
Ad ogni lezione, loro ammiccavano verso me, mi guardavano mentre agitavano l'archetto del violio, o pizzicavano le corde dell'arpa o ondegiavano archi di violoncello. Tutto andava bene fin quando un giorno l'armonia si ruppe. Come rotta fu l'amicizia dei tre compagni non più uniti nemmeno dalla musica.
Quel giorno li chiamai nel mio ufficio dove tenevo lezioni private di recupero. Li feci sedere tra i banchi, uno vicino all'altro, e senza mezzi termini, tirai fuori il mio scudiscio dall'armadietto, e iniziai ad agitarlo e a sferzare l'aria minacciosamente, e pretesi di sapere cosa fosse successo, come mai non riuscivano più ad andare a tempo di musica. Ma non ottenni una risposta convincente, e notai che ogniuno veva nel taschino della giacca della divisa scolastica un foglio ripiegato in quattro che cercavano di nasconderlo maldestramente. Io mi avvicinai a loro, mi misi di fronte e con un ordine reclamai la consegna di essi facendo schiantare lo scudiscio sui tavolini. Me li diedero. Tremavano, avevano terrore di me. Ne aprii uno e lo lessi ad alta voce. Il proprietario arrossì violentemente. Per farla breve, in quei foglietti di carta loro scrissero tutte le fantasie sessuali che io gli ebbi ispirato. Ne fui onorato. Profondamente. Tuttavia, non glielo feci mai sapere. Mi adirai, fingendo un'incazzatura seria e loro mi presero sul serio. Poveri ragazzi sedicenni!
Decisi di applicare il mio metodo segreto di recupero lezione. Dissi loro che li avrei interrogati, e chi non rispondeva o non rispondeva precisamente, si sarebbe tolto un indumento. Già i loro respiri si fecero affannati. Mi eccitarono dannatamente! Ed uno ad uno caddero nei miei trabocchetti. Rimasero con solo una misera maglietta intima addosso. Solo quella. Li feci mettere appoggiati sui banchi con le loro chiappette pelosette in mia bella vista. Erano sudati.
Ad ogni risposta errata zac! il mio scudiscio colpì il culo del somaro. Avevo il cazzo duro nelle mutande che voleva prendere il posto dello scudiscio. Ma non era ancora il momento. Li obbligai ad intonare la scala tonale a voce alta, mentre io, uno ad uno, gli leccai i loro forellini virginali, insinuai nelle loro tenere chiappette la mia lingua. Naturalmente stonarono a turno man mano che cambiavo buco del culo e fu allora che mi rimisi dinansi a loro, e dal primo ragazzino mi feci togliere la cintura, dal secondo mi feci sbottonare, e dal terzo gli feci toccare il pisello coperto dalle mutande con una mano.
Dopo che ebbero tremato, le loro mani divennero più ferme, decise. Mi feci toccare e spogliare, decisi di far avverare i loro sogni.
Rimasi io più nudo di loro. Mostrai il corpo dei loro desideri. Li ebbi ai miei piedi, le loro mani scivolarono lungo tutta la mia pelle. Rimasero stupiti e felici nel vedere dal vivo il cazzo di un adulto, e a litigarono quasi a chi dovesse prenderlo in bocca. Tre teste attorno alla testa del mio cazzo, tre lingue una per ogli lato e una in punta che mi fecero rabbrividire di lussuria, fin quando giunse il momento di far assumere alla mia asta il comando della situazione. Ordinai loro di rimettersi sui tavoli come prima, con le chiappe ben protese, come tre pecorelle alla pecorina. Mi avvicinai al primo ragazzino, gli schiaffeggio il culo, violentemente, volevo che si ricordasse del momento. E credo che si ricordi ancora di come lo inculai con un solo colpo, gli feci male, e volevo fargliene anche di più! Prendi questo cazzone, lurida verginella! Lui pianse implorandomi pietà, ma non glie ne concessi, nemmeno un pò. Sbattei contro di lui le mie pesanti palle e riprese a tremare come prima... mmmhmmm come mi piaceva sentire il suo buchetto stringersi contro la mia nerchia assatanata! Cercava di respingerlo, ma io lo inculai come nelle sue fantasie scritte sul foglio, a sangue, e certo che lo feci sanguinare! Al primo ragazzino gli ruppi il culo con reciproca soddisfazione.
Passai al secondo, che peggio del primo, strinse con tutte le sue forze il culo, non voleva farmi entrare. Mi chinai lungo la sua schiena, gli mormorai che era tempo di smettere di sognare, e che era giunta di guardare in faccia alla realtà, e la realtà era tutta attorno al mio cazzone! Abbattei le sua difese con un invincibile colpo di reni, lo impalò all'istante e con una furia più scatenata del precedente. Prendi troiettaccia! Ti piace! Ti piace!! Ti piacee!!!! SIIIIII!!!!! Mi urlò alla fine mentre anche a lui gli ruppi il culo fino ad avvertire con la mia capocchia i confini del suo ventre. Sfilai il cazzo lordo di sangue dei due culi frantumati, e con il sudore che sprizzavo da ogni poro, mi fiondai sul terzo, come un ubriaco che si butta in cantina per tracannare, così io mi inebriai del terzo culo distruggendolo peggio dei primi due. E adesso suonate il mio flauto di carne!
Piangenti e doloranti, si carezzavano i rispettivi deretani sderenati e sfondati, si inginocchiarono dinansi a me, e a turno mi ripulirono per benino la minchia sporca di sangue fino a farmi sputare dalla capocchia una quantità di sborra a livello industriale!
....-

Al termine del breve racconto di Louis laContessa Claraboia augurò a tutti noi chenessuno vogli imparare a suonare il vilino! Ridemmo.
Claraboia, dopo, chiese al narratore se fosse accaduto sul serio, e Louis, in tutta risposta, tirò fuori dalla ventiquattrore una cartella, e glie la porse.
Claraboia aprì il plico, e dentro vi trovò le famose tre lettere dei tre alunni, sporche di sangue e sperma.
Louis spiegò che alla fine con quelle tre lettere s'era pulito il cazzo, e poi asciugato i culi insanguinati dei sedicenni.
- Sei sempre il solito raffinato!- Sentenziò sarcastica la dragqueen.
Non so gli altri ma io rimasi sconcertato... e anche eccitato.
Toccò poi a Fausto raccontare. Era più giovane di me. Forse diciassettenne... ma non ci volle molto per incoraggiarlo. Lo osservai mentre raccontava, e al contrario di Louis che dispenzava sguardi a tutti quanti, Fausto era letteralmente rapito da lui, tanto che pensai che fosse lui uno dei sedicenni della sua avventura scolastica!

< IL RACCONTO DI FAUSTO >
- Ecco... devo dire che è una cosa che mi è capitate di recente... ho diciassette anni, beh! Ecco allora... è andata così...
L'estate scorsa volevo imparare a guidare la macchina, per questo chiesi a mio cugino Nikol di darmi lezioni. Lui accettò... era sempre stato bravo con me. Tutta via, io non ero bravo alla guida. E fu il motivo per il quale le lezioni private scemarono di frequeza tanto che si rese disponibile poche volte al mese.
Un giorno ebbi talmente tanta voglia di guidare sta cazzo di macchina, che arrivai ad entrare in casa sua di nascosto. Nikol vive da solo, è adulto e vaccinato.
Ebbi il cuore in gola! Come se stessi rubando... ah... e si, si che stavo rubando! Volevo fottergli le chiavi della sua auto e filar via di nascosto. Scivolai di soppiatto nella sua camera, uno scroscio potente d'acqua mi fece capire che era sotto ladoccia. Il momento era proprizio. Cercai le chiavi sopra i mobili, dentro i pantaloni, sui comodini, e mentre ero quasi alla fine della mia ricerca, avverto il rumore della porta del bagno aprirsi lentamente. Come un razzo mi nascosi sotto il letto.
Vidi al di là delle frange del copriletto, le caviglie di mio cugino avvicinarsi al letto. Avevo il cuore che mi rimbalzava nello sterno! Cazzo! Sono fottuto! Se mi scopre non me la farà passare liscia! Pensai. Ad un certo punto suonò il campanello di casa, lui imprecò andando avedere chi fosse dopo che si fu coperto le sue parti intime con un giro di asciugamano.
Forse avrei potuto sgattagliolare fuori, ma avevo troppo paura. Successivamente entrò in camera un altro paio di piedi, vestiti e coperti, insieme a quelli nudi di Nikol.
Avvenne qualcosa per me incredibile. Mio cugino e quell'individuo stavano parlando di voglia di scopare. Dapprima pensai che avessero organizzato un incontro con qualche mignotta, ma mi sbagliai. Uno ad uno, i vestiti del ragazzo vestito si sparpagliarono per terra. Scarpe di la, cazini di qua, pantaloni a penzoloni sul letto, mutande lanciate chissà dove... E poi i due si lanciarono sul letto facendomi sbattere la testa per terra. Che male!!
Al momento, non ci volevo credere, ma Nikol e lo strano individuo, stavano per scopare. Scoprii così mio Cugino essere finocchio!
Che bello! Naturalmente.
I due, però, non ebbero intenzione di fare una cosa veloce, e la polvere che da sotto il letto creò una nuvola che finì nei miei polmoni costringendomi a starnutire irrefrenabilmente, cazzo!!
La samba da letto si fermò di colpo. Nikol imprecava. C'era qualcuno in camera.Un estraneo! E quando sporse il capo sotto il letto, vide me. L'intruso.
Figlio di puttana! Che stra cazzo ci fai li! Mi ringhiò come una bestia. Lanciò un suo potente braccio muscoloso e con facilità estrema mi trascina via. Mi squotette come un tappeto. Me ne disse tante e così velocemente che non me le ricordo nemmeno, ma ricordo chiaramente quanto e come fosse incazzato. Mi accusò di spiarlo. E devo dire che era davvero un bel vedere. Che razza di corpo muscoloso! Era un patito della palestra. E i risultati delle sue fatiche erano tutti addobbati addosso come un grosso albero di Natale pieno di muscoli! E che meraviglia di minchia che aveva tra le gambe. Tuttavia, sotto il cazzo le palle non erano quasi visibili, e ne dedussi che faceva uso di ormoni o robe simili.
Sei una trietta! Un succhia cazzi! Cosa sei! Mi domandò.
Sicuramente abbiamo qualcosa in comune! Gli risposi, e per tutta risposta lui mi strappò tutti i vestiti di dosso, mi umiliò vedendo la scarza muscolatura del mio corpo da sedicenne. E l'altro suo compare, che scoprii essre un ragazzone di colore dai lunghi capello rasta, mi fissava con tono neutro. Magari era anche lui incavolato con me per avergli rovinato l'incontro. Nudo, nero come il caffè e con una stanga di tubo di cazzo liscio e morbidamente adagiato tra lecosce, mi lanciò uno sguardo severo.
Adesso, prima d'andartene, ti faremo un culo più grande di questa casa!
Mi tirarono per i capelli, mi fecero inginocchiare e prendere i loro cazzi in gola, fino a soffocarmi. Era il mio primo pomino. Ansi, il mio primo doppio pompino. E pensavo di cominciare con qualcosa di ragionevolmente corto, macchè, mi ritrovai con due sberle colossali differenti solo dal colore!
Ilcazzone di Nikol, esente dai coglioni, mi si conficcò in bocca fino alla faringe e laringe, mi tappò il respiro, e sapeva pure di buono! Io, però mi dimenavo, cercavo di porre resistenza, e ricevetti ceffoni a non finire! Fino a quando divenni docile e ubbidiente, tanto che iniziai a pompare con tutta l'anima i loro membri bastoniformi.
Gary, abbiamo trovato la troietta da inculare, così non litighiamo per chi deve fottere chi! Disse Nikol.
Detto, fatto, mi buttarono violentemente sul letto facendomi rimbalzare, e costringendomi ad allargare le gambe, il mio cazzutissimo cuginone mi assale con tutto il peso del suo pesante corpo duro e l'assai più duro e pesante cazzone trovò subito la maniera d'entrarmi nel culo facendomi gridare talmente forte che mi ruppi una corda vocale!
Feroce come una bestia, forte e potente, incurante del cazzo di dolore che mi provocava, mi fottette con volgare prepotenza. E poi, fu il turno di Gary, il negrone dai capelli rasta, che mi si fiondò ridendo tra le cosce e con pochissima cura di me, mi strafottette anche peggio di mio cugino! Fu una belva assatanata del mio culo. Mi sfondò. Mi fecero comprendere l'esatto significato d'essere stra scopato nella maniera più animalesca possibile!
Ma non finì lì. Nikol si stese sul letto e l'altro fottuto bastardo mi fece sedere sul cazzo di mio cugino dandogli le spalle. Fu una smorzacandela memorabile, e ancora più memorabile fu quando il negrone mi sollevò le gambe costringemdomi ad ingogliare col culo tutto il cazzone di mio cugino fino al massimo possibile, e successivamente cercò di introdurre il suo nerchine dentro!!!!!
Dapprima scivolava, certo, ero stato appena sverginato! E senza un minimo ritegno!
Ma prova e riprova, alla fine Mio cugino che grazie a me stava godendo come un rinoceronte, mi ficca due dita nel mio povero culo, facendomi guadagnare un grado di apertura impressionante! E naturalmente il boia di cazzo negro mi si scivolò dentro cozzando con quello di mio cugino. Fu una doppia scopata spaventosamente eccitante!!!!!!!
Lo rifarei.

Il racconto di Fausto fu un qualcosa che fece smettere di mangiare per un bel pò di tempo.
A Claraboia cadde il boccone dalla bocca, mentre il professore di musica insinuò che il racconto di Fausto non fosse reale, e il ragazzino, per tutta risposta s'alzò in piedi e annunciando d'aver rubato l'auto al cugino, estrasse dalla tasca le chiavi dell'auto e invitò chiunque volesse a controllare la targa dell'auto per risalire allegittimo proprietario.
I commenti si sprecarono...
...
Il racconto successivo apparteneva alla vita di Lorenzo, il mio coetaneo che avevo di fronte, ma che con lo sguardo lui seguiva ogni movenza dell'uomo accanto a me, lo scandinavo.
Intanto che cercavo di sistemarmi sulla sedia che per quanto comoda e sofficce, iniziai a soffrire, e il vago eccitamento indottomi dai racconti che udivo, non facevano altro che aumentare tale senso di disagio...
e ancora più a disagio mi mise lo sguardo di Jerome, che mi fissava insistentemente... ma io non volli dargi soddisfazione. Insomma, se avesse voluto dirmi qualcosa io ero li, non altrove...
...
- Dunque,... tocca a me...-
IL RACCONTO DI LORENZO
- Alcuni mesi fa dovetti andare dal dottore... non che stessi male, e comunque non era un disturbo serio, è che purtroppo soffro di otite. La cosa, assai banale non ebbe risvolti però semplici. Infatti, dopo aver preso appuntamento col mio medico,un uomo anzianissimo, e per giunta veramente sordo, appena mi visita mi prescrive un controllo più accurato presso lo studio di un suo collega specializzato in otorinolaringoiatria. Confesso che la faccenda mi scocciava parecchio, mi aspettavo che mi prescrivesse una medicina, delle goce o cose simili, invece mi accadde una cosa alquanto bizzarra. Dopo aver rintracciato lo studio medico del dottore collega, notai che la sala d'attesa era vuota. C'ero solo io.
E subito un infermiere giovane mi indica dicendomi che ero atteso dallo specialista. Entro, e mi ritrovo di fronte un uomo calvo in camice bianco. Non era un granchè d'aspetto, era grande, non proprio vecchio,anche se si notavano muscoli e prestanze fisiche degne di nota. Col volto serio mi fa accomodare sulla poltrona dinansi la sua scrivania dove era seduto. Mi pone domande a profusione, mentre prendeva appunti su quanto io dicevo. Intanto, con lo sguardo mi giro intorno e noto un lettino strano. Era si ad uso medico, ma ai piedi c'erano due poggia piedi del tutto simile al divaricatore usato dai ginecologi.
Pensai subito che ci fosse stato un grande equivoco, magari non avevo azzeccato lo studio medico giusto, ma quando mi si avvicinò a me e con i suoi strumenti mi visitò l'interno della mia gola e le orecchie, compresi che fosse il dottore giusto.
E' in atto una tremenda infiammzione, è sintomo dell'ingrossamento delle ghiandole salivari che aumentano il loro volume per lavorare meglio... mi spiegò con termini poveri tutto del disturbo del quale soffrivo. Mi acculturò notevolmente.
Bisogna intervenire con un trattamento d'urto! Esclamò, e così facendo mi indicò un paravento posto accanto al lettino, mi ordinò di spogliarmi e di indossare il tipico camicione ospedaliero... quello che si usa nelle degenze, quello il quale non c'era bisogno di portare le mutande!
Obiettai con tutte le mie forze! Che cazzo! E da quando c'è bisogno di spogliarsi completamente per curarsi l'otite?!
Ma tanto fece che mi ritrovai sul lettino, col camicione verde e a gambe spalancate sul divaricatore!
Dopo un pò apparve il dottore calvo con indosso il suo camive bianco... o per meglio dire solo quello!!
Mi si mette tra mie gambe e mi spalma con energia una sorta di pomata viscida e gelida, io gemetti involotariamente, e altrettanto involontariamente, il mio cazzo sbucò fuori dal lembo dell'esiguo tessuto dritto sparato contro il soffitto!
Il dottore mi sorrise, e noto che sotto il camice pure lui non indossava nulla, ed era evidente dato che in breve tempo sbucò fuori dal suo basso ventre un cazzo dritto e duro che puntava ad ore sei!
Inseguito, tirò fuori da chissà dove, una specie di dito, una sorta di dildo liscio, non era un cazzo di gomma, ma piuttosto una spranghetta con la punta arrotondata.
Ma dottore cosa fa?
E il dottoro carissimo, mi infilò nel sedere quell'affare, piano piano, lentamente, e il suo fare aveva un che di professionalmente corretto!
Nooo.... mmmhmmm,... dottoreeeee,.... la pregooooohh,.... mmmhmmm non cosiiiihhhh... mhmm... oohhhh.... dottore è troppo duro.... è freddoooo.... no.... ahhhh ahhhhhh....! Ma lui, visibilmente eccitato, proseguì a scoparmi col coso artificiale, mentre il suo naturale divenne spaventosamente assai più minaccioso.
Bene, la cura procede nella maniera corretta! Sentenziò.
Successivamente tirò fuori da un pacchetto una sorta di bozzolo. Credetti che fosse un preservativo, e già che era riuscito ad eccitarmi come una vacca, tanto valeva che mangiassi la foglia e mi godetti quella insolita scopata poco organizzata!
E invece no. Quello che tirò fuori altro non era che una grossissima suppostona!
Mi afferrò il cazzo tra le mani, me lo smenò brevemente, quel tanto che bastava per dilatare al massimo il buchetto della mia capocchia e in quell'istante appoggiò dentro di essa la punta della supposta... pensavo che volesse inserirmela nel corpo dal cazzo invece che dal culo... e invece, me la fece scorrere per un pò dentro e poi la uscì e ripetette la sequenza svariate volte...
Dottoreee, ma che faaaaa, non da li.... ooohooo.... mmmhmmm mi sta scopando il buco del cazzo con la suppostaaaaa.... uuuhuuuummm... ohhhoooo!
Quando ebbe terminato col secondo passo, si tolse via il camice bianco mostrandomi la sua corporatura armoniosamente robusta, petto villoso, inguini lisci e la sua minchia grossa dritta dalla capocchia ad elmetto al quale centro il suo meato, il suo buchetto, la fessurina verticale che aveva lui era spropositatamente larga!
Posiszionò sul suo cazzo la supposta famosa, la introdusse dentro per un terzo della sua lunghezza e senza usare le mani era ingrado di reggerla senza farla cadere!
Mi venne quasi da applaudirlo!
La medicina è pronta!
Detto ciò, col cazzo che reggeva il suppostone si diresse dritto nel buco del mio culo e con un colpo secco scaraventò dentro le mie viscere la medicina con tutto il suo supporto di carne!
Ahhh! AAAAAAAAAA!!!!!!! Dottoreeee, mi fa maleeee! E' duro!!!! E' troppo durooo!!!!
Naturalmente mi riferivo alla durezza del suo cazzone, in qianto alla supposta a momenti me la faceva uscire fuori dalla bocca!!!!
Abbia pazienza, abbiamo quasi finito. Mi rassicurò.
No, Dottoreeeeee! Mi scopi la prego! Non smettaaaaa, siiiiii, così, spinga, spingaa, spingaaaaaaaa!!!!
Mentre io sborrai spontaneamente dalle vibrazioni interne prodotte dai colpi potenti del simpatico dottorino, lui mi inondò il culo di caldo, caldissimo, rovente sciroppone di palle...
Naturalmente, dopo, divenne il mio dottore di fiducia... e lo è ancora adesso!!-

A questa confessione spalancammo tutto gli occhi.
- Ricordati di darmi il numero del tuo dottore, ho un mal di testa ricorrente!- Disse Claraboia, suscitando una ritata collettiva.
Lorenzo non mentiva circa il suo racconto, poichè, ad onore del vero espose il certificato medico dove con termini tecnici e scientifici v'era illustrata tutta la bizzarra terapia adottata.
....
Al termine della risata, l'attenzione generale si rivolse verso me. Io ero imbarazzato. Non avevo doti di narratore, e quando stavo per dire qualcosa, lo scandinavo affianco a me mi precedette raccontando la sua storia.
...
IL RACCONTO DI NORBERTO
- Allora... sono un militare, sergente dell'esercito di________, e si sà, tra di noi commilitoni se non scatta lo spirito di cameratismo la vita può diventare assai dura! E così, dopo ogni dura giornata di esercitazioni, e balle varie, si è costretti un pò ad essere amici di tutti, e a stare allo scherzo... e gli scherzi fra militari si sanno quanto possano essere tremendi!
Io, personalmente, sono molto rispettato dalla mia squadra, ho sotto le mie dipendenze otto ragazzi fighissimi. Naturalmente ebbi buon gusto quando mi chiesero di formare un gruppo da addestrare.
Mi faccio ben volere da loro, pechè non mi arrabbio mai quando sbagliano,o quando di tanto in tanto organizzano un gavettone contro di me... o altro...
Una sera, però, nella camerata, esagerarono un pò. Si misero a fumare all'interno della struttura. Io li richiamai all'ordine.
CHE CAZZO SUCCEDE QUA!!!!!!!!!
( Ci spaccò i timpani mentre ci raccontava!!!!)
NON SI FUMA IN CASERMA, BRUTTI FINOCCHI BASTARDI SUCCHIA CAZZI SCHIFOSI!!!!!!!
Li radunai tutti e otto in camerata. Li feci mettere in riga sull'attenti. Ordinai loro di non fiatare. Intanto sbraetavo fino allo sfinimento.
ORA! CHI NON ESEGUE SUBITO I MIEI ORDINI LO SBATTO DRITTO DRITTO NEL CARCERE DELLA CASERMA!!!!!!
SOLDATI ROSALES, MARTINEZ, BELTRAMIN, PAVAN, FATE UN PASSO AVANTI!
Mi obbedirono all'istante, ed erano tremendamente intimoriti dalle mie minacce.
METTETEVI DI FRONTE A I SOLDATI BERTAN, FONTE, CORVINO E BRUNO!
Ed obbedirono. Erano uno di fronte all'altro. Feci formare quattro coppie.
SPOGLIATEVI! MARCH! CHI SI SPOGLIA PER ULTIMO SUCCHIERà A SANGUE IL CAZZO DEL COMPAGNO DI FRONTE!!!
Impartire ordini mi ha sempre eccitato! Per questo, al solo pensiero di vedere i miei otto ragazzi nudi... avevo già un obice da 624 nelle mutande!
Quando vidi la delusione dei ragazzi che si sono spogniati per ultimi, presi a toccrmi i capezzoli del mio petto ancora coperti dalla divisa.
Poi, vedere quattro bei ragazzi, militari, che spompinavano come io avevo richiesto, con vigore il cazzo dei loro commilitoni... mmmhmmm... vedevo quattro teste che si agitavano avanti e in dietro, quattro bocche piene di carne maschia!
AVANTI! FATEMI SENTIRE COME SCHIOPPETTANO LE VOSTRE LABBRA! PUTTANE DA ACCAMPAMENTO!!! E VOI GUARDATE I VOSTRI COMPAGNI CHE VE LOSTANNO SUCCHIANDO, VI PIACE?
Si signore!
VI PIACEEEEE!
Si signoree!
LURIDE CHECCHE! NON VI SENTO! VI PIACE?????
SISSSSIGNOOOREEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!
Intanto mi denudo completamente pure io.
Mi avvicinai a loro. Osservai il volto dei militari inpiedi che si godevano il pompino dell'amico inginocchiato.
VEDO CHE PROPRIO VI PIACE, NON E' COSI? VI PIACE FARVELO SUCCHIARE! ORA RICAMBIATE IL FAVORE, MARCH!!!!
SUCCHIARE IL CAZZO MARCH!!!!!!!!!
E obbedirono. Naturalmente. Alcuni di loro erano in lacrime per l'umiliazione subita, ma si rincuorò quando sentì la bocca del compagno difronte succhiargli la capocchia.
ORA BASTA! ALLINEATEVI IN BASE ALLE DIMENZIONI DEL CAZZO!!!!!!!!!!!! COSI'!
IL CAZZO PIù CORTO INFONDO! IL PIù GROSSO AVANTI!
Mi obbedirono all'istante.
ADESSO... FILA INDIANA MARCH!
INCULATEVI! MAAARCCHHHHH!!!!!!
mi divertii come un satiro nel vederli da tutte le angolazioni, ronzai attorno a loro, toccavo le loro natiche, le chiappe dure e marmoree di quei fantastici ragazzi, osservai bene che tutti i loro cazzi si inserissero correttamente nell'ano del compagno di spalle. Erano tutti verginellini....
Sapessi i gridolini che emetterono!
Feci divaricare loro le gambe così che io potetti infilarmi tra di essi per osservare il pene di uno schiaffato nel culetto dell'altro e di tanto in tanto accarezzavo qualche paio di coglioncini.
Infine, mi sedetti nudo su una sedia, ordinai ai miei ragazzi di mettersi attorno e di smanettarsi difronte a me.
Mi divertii nel vedere i loro modi di segarsi, i tempI diversi, e anche la maniera di impugnare il proprio cazzo...
Captai il loro timore reverenziale quando videro il mio cannone duro e impettito, per questo dissi loro che chi sborrasse di meno lo avrei inculato io personalmente.
L'ESERCITO HA BISOGNO DI UOMINI!!!!!!!!!!-
...
A testimonianza del vero, Norberto mostrò un video girato con un telefonino nel quale si vedeva la famosa inculta in fila indiana.
...
Era ormai giunto il mio turno. E ancora non avevo le idee chiare... fin quando, a sorpresa, anche Jerome mi precedette, rubandomi la scena.
...
IL RACCONTO DI JEROME
Senza preamboli schioccò le dita e subito due camerieri posizionarono in sala un proiettore per diapositive.
Lo stronzo di Jerom con poche parole indicò tutti di guardare.
- Ultimo viaggio in Africa, per un safari. Sono un appassionato di fauna selvaggia. Qui sono mentre facevo una caccia fotografica alle giraffe, e poi ai leoni. Mentre ero li conosco due ragazzi del luogo. Li potete vedere, sono due bei ragazzi di colore. Poco usi ad indossare i vestiti.
Dinansi a noi scorrerrono immagini di ogni sorta di animali, fin quando ad un certo punto vedemme una enorme casa di legno senza soffitto costruitain cima ad un alto baobab.
Li, senza mezzi termini, vedemmo Jerom completamente nudo, la cosa mi eccitò fino all'inverosimile. Che rabbia! Non volevo eccitarmi per quel pezzo di merda! Per tutto il tempo non aveva fatto altro che fissarmi, quasi volesse aggredirmi. Gli stavo antipatico... ma lui no. O per lo meno, quando lo vidi nudo, il suo corpo perfetto, alto come un David di Michelangelo e ancora oiù perfetto, il cazzo mi si indurì ferocemente.
Non vi dico poi quando le immagini esplicite si soffermarono sul suo straordinario cazzo elefantesco!
Già non riuscivo a starmente seduto, ed erano passate molte ore dall'incontro. Il culo mi scoppiava!
E scoppiò il mio desiderio quando Jerom inculò uno ad uno i due culetti negri e tondi lordandoli di copiosa sborra.
Presi a sudare copiosamente.
- Credo che le immagini valgano più delle parole!- Asserì soddisfatta Claraboia, che con il calice di champagne, ammiccò dalla mia parte, in attesa che finalmente anch'io raccontassi qualcosa di me.
...
IL RACCONTO DI MORENO.
- Devo premettere che non sono un grande oratore, quindi mi scuso se non sarò sicuramente alla vostra altezza.
Io provengo dal sud. Sono fuggito via di casa nonappena i miei scoprirono di essere gay. Non avevo mezzi se non il mio corpo. E con quello, facendo marchette, ho fatto l'autostop, fin quando non incontrai lui. Ezio, un camionista. Non alto, nemmeno grosso come la maggior parte della categoria. Lo incontrai a metà dello stivale.
Devo ammettere che nonstante le mille difficoltà nelle quali mi sono ritrovato, ho provato una forte sensazione di benessere e di libertà fuggire via da un piccolo mondo gletto privo di apertura mentale.
Ma torniamo a Lui, ad Ezio, il camionista, biondo dai capelli spessi, occhi blu, e con un fare mascolino che da subito mi affascinò.
Ero sul ciglio della superstrada, nelle rientranze di una postazione di servizio quando un camion mi si ferma davanti.
Dapprima capisco che mi volevava caricare, ma poi, quando mi avvicinai e vidi l'autista che pisciava riparato dal voluminoso mezzo, comprendo di essermi sbagliato.
Volto le spalle, e improvvisamente un fischio mi fece girare. E Lui mi indica di seguirlo.
Cazzo! ero così imbranato che non riuscivo ad aprire la portiera della motrice!
Faccio il giro e vedo lui che con un tono incazzato mi ordina di aprire!
Feci una fatica enorme per salire su, ma quando fui sopra, il mondo mi apparve così piccolo, ed io, a cavallo del pesante mezzo, quasi invincibile.
Mi chiese dove fossi diretto, e naturalmente non avevo mete da raggiungere, e lui lo capì.
Il fascino che emanava mentre era tutto concentrato alla guida mi conquistò.
Possiamo dire che fu un colpo di fulmine.
Che c'è, perchè mi guardi? Mi domandò, ed io, timido allora, non sapevo che dire.
Tra un pò non potrò più camminare, scatterà l'ora di divieto di transito dei mezzi pesanti.
Mi spiegò, poi mi domandò da dove venivo, ma lui capì subito che stavo fuggendo via da qualcosa o da qualcuno.
cosa trasporti? Azzardai a chiedere, e lui rise come un matto.
Trasporto CAZZI! Mi rispose ironico.
Aspetta che ci fermiamo per la notte e te lo mostrerò.
Inutile dire che avevo il cuore in gola.
Avevo già fatto le mie prime esperienze, ansi, ne avevo già fatte moltissime, ma non mi seppi spiegare come mai le sue parole mi mandarono il sangua alla testa come una cascata inversa!
...
Venne sera, lui fortunatamente, era ben fornito in viveri, e li divise con me.
Poi, senza mezzi termini, mi fece scendere, chiuse l'abitacolo di guida e poi mi condusse sul retro del camion.
T'ho detto che trasporto cazzi! E adesso li vedrai!
Quando mi fece salire dentro vidi pile di scatoloni pieni zeppi di merce, falli di gomma, video porno, giocattoli per adulti... io mi misi a ridere, e lui accompagnò le mie risate. Mi abbracciò, confortandomi... mi spiegò che il mondo gira attorno al cazzo, sempre e comunque!
Si divertì nel mostrarmi ogni genere di cose, molte non le conoscevo! Alcune erano bizzarre, come il famoso kit per il calco del proprio pene! Mi spiegò pure come funzionava!
Ridemmo, ridemmo ridemmo... fin quando non vidi che in mezzo alla merce c'era una brandina, piccola, e allora capii che era giunto il momento di dormire.
Ezio si spogliò nudo completamente, e ne fui imbarazzato a tal punto che non volevo imitarlo.
Si sdragliò per primo, e poi mi fece cenno di accomodarmi.
E tu che fai? Non ti spogli? A me fa caldo, non mi piace dormire con stoffe addosso, e se vuoi dormire qui, devi toglierti tutto, altrimenti rischi di farmi sudare sette camicie stanotte!
Come potevo dirgli che da quando l'avevo visto mi ero talmente eccitato che mi vergognavo di farmi vedere col cazzo in tiro? Come dirgli che ero attratto da lui, dal suo corpo longilineo, ben modellato, dai suoi folti capelli biondo e dagli occhi blu-estivo?
Allora si alzò e mi venne addosso, mi tolse tutto di dosso, rimasi con la sola mia pelle.
Ehi! Ehi! Ehi!!! Ragazzo mio! Ma hai il pisello che scoppia vedo!
Arrossii come un pomodoro.
Tremai come una foglia mentre lui mi osservava tra mie gambe il frutto del mio eccitamento.
Tranquillo ragazzo! E' tutto a posto! Esclamò docilmente e poi si chinò ai miei piedi, afferrò con decisione il cazzo e se lo mise tutto in bocca fino a farmi avvertire le sue tonsille che mi solleticavano la capocchia!
Me lo succhiò con una tale veemenza che quasi svenni!
Dopo un pò mi accompagnò sulla stretta brandina dove, per quanto esiguo era lo spazio, fu inevitabile che non mi inculasse!
Mi stese a pancia in giù, e lui sopra di me, inserì il suo randello nel fodero delle mie carni, e capì subito che non era stato il primo.
Ma io me ne innamorai.
Mi ha fatto suo in tutte le maniere possibili e immaginabili.
E gli avrei concesso di farmi tutto quello che voleva.
...
Scopammo anche il giorno dopo, e alla fine mi fece una sorpresa.
Per non dimenticarti di me, ti ho fatto il calco del mio cazzo, tienilo nel culo fin quando non torno a riprenderti! Detto ciò, mi infilò la copia del suo cazzo in lattice nel culo.
Mi disse che ovunque mi sarei trovato mi avrebbe ritrovato.
E' passato un anno da allora.-
...
Terminata la mia confessione, nessuno fece un cenno. Non era piciuto a nessuno il mio racconto.
E Jerome non mancò di punsecchiarmi:
- E dopo questa favola, vorresti farci credere che gli asini volano!-
- Dovresti darci una prova della veridicità di quanto raccontato.- Spiegò Claraboia.
- Non vorrai farci credere che possiedi il camio pieno di cazzi di Ezio!- Infierì Fausto.
Io mi alzai da tavola a quel punto.
Mi sbottonai i pantaloni sotto gli occhi di tutti che erano rimasti sconcertati dal mio gesto.
Mi calai di botto i calzoni e poi le mutande e tutti rimasero a bocca aperta nel vedere che nel culo portavo ancora il cazzone di gomma fatto da Ezio!!!
E in quel momento, approfittando del fatto che non potevo guardare i miei commensali, Jerom allungò di colpo la mano e con un gesto secco mi sfilò il mio coso di gomma dalle chiappe facendomi urlare dannatamente.
Mi voltai riabbottonandomi i pantaloni mentre vidi Jerom che dava alle fiamme l'oggetto del mio supplizio.
Gli gridai che era uno stronzo, ma mi fermai appena in tempo, mi sarebbe dispiaciuto offendere la casa della gentilissima Dragqueen.
Naturalmente Claraboia ammonì il comportamento di Jerom.
... La serata s'era conclusa così.
Claraboia, soddistattissima dell'incontro, ci invitò per l'anno seguente, e naturalmente offrì a tutti noi la possibilità di terminare la serata nelle stanze private qualora si fossero formate delle coppie.
Ed era chiaro che almeno due coppie erano già formate: il professore di musica Louis non era più interessato a me, ma di Fausto e con lui disparve in una delle camere della villa; la seconda era formata dal militare scandinavo e dal fanatico delle suppostone.
In quanto a me... Jeromemi attraeva, ma quel suo dispetto mi aveva fatto male, decisicdi andar via.
Chiesi ad un cameriere se poteva accmpagnarmi, mi dissero che dovevo aspettare.
Mi volto alla ricerca della contessa dragqueen per salutarla,e vedo Jerome che la bacia sulla guancia tutto sorridente... che stronzo, non l'avevo mai visto sorridere a tavola. Però! Era proprio bellissimo!
Ma anche stronsissimo, se la faceva col vecchio finocchione travestito!
Mentre urlava Jerome che era quello che cercava, che l'aveva trovato, che ringraziava la contessa per quel prezioso regalo, intuisco che tra i due c'era qualcosa di serio.
Mi voltai. Iniziai a correre come un matto. Guadagnai l'uscita, e sotto la pioggia battente, in piena notte corsi via.
Mi infradiciai completamente.
Maledissi il momento in cui decisi di andare a quella dannata reunion d'"O".
...
Dopo unma manciata di minuti di corsa furente, il cuore mi scoppiava nel petto, avvertii il passo rumoroso e pesante di qualcuno che mi stava inseguendo. Il sangue mi si raggelò dal terrore.
E gridai comeun matto quando una mano afferrò la mia spalla arrestandomi il passo.
Gridai fino a buttar fuori tutta l'anima!
Mi volto e chi era?
Jerom!!!
Gli mollai un ceffone così violento che anchilosai tutto il braccio di colpo!
Lui, invece, stranamente non reagì.
Lo osservai per un attimo, e dannazione quanto era alto!
- Perchè sei scappato?
- Jerome! Io capisco quando sono di troppo!
- Non capisco!
- Perchè mi hai bruciato il mio coso di gomma?
- Non ti serve più!!- Urlò lui sotto la pioggia, ed era visibilmente scosso.
- Ma che cazzo vuoi da me? Vai dal tuo sporco vecchio ricco travestito a spillargli regalini, e LASCIAMI STAREEEEEEEEE!!!!!!!!!!!
- Ma quali regaini! Claraboia è mio fratello!
La notizia mi scioccò come nessuna mai prima.
- Avete organizzato tutto per ridere di me alle mie spalle!- Detto ciò nessuno potè trattenermi, mi azzuffai contro Jerome come una bestia, e anche lui non mi risparmiò colpi... fin quando, ad un certo punto, la pioggia calò di intensità, e inspiegabilmente mi ritrovai la sua lingua ben piantata in gola...
Mi riaccomagnò nella villa, in braccio.
Ci presentammo dinansi al fratello/sorella di Jerome con entrambe i vestit strappati e sporchi di fango.
Lei/lui rimase a bocca aperta:
-E' bello l'amore se si litiga a tutte le ore!- Disse solo queste emblematiche parole.
...
Ero sul punto di scusarmi con Jerome, quando lui mi afferrò con forza tra le sue fortissime braccia emi condusse nelle sua camera da letto.
Senza dire parole.Ne avevamo dette già troppe, mi spogliò, si spogliò. Ci buttammo sul letto, ci abbracciammo come due pitoni. Ci baciammo.
Poi lui si inginocchò su di me pose le sue cosce ai ladi delle mie spallucce, e con un inchino, mi offrì il suo tronco di carne da ciucciare.
Che meraviglie d'uomo! Che cazzo grosso e bello!
Che fantastica sensazione accarezzargi le cosce pelosette e toste!
E quando si staccò da me, sfilando il suo cazzo dalla mia bocca, per trascinarmi con i piedi verso la parte opposta e mi sollevò le gambe con una decisione erculea, mmmmhmmm...
Che dirvi di come mi sbattette la sua minchina nel mio culetto... di come mi piaceva accarezzargli il grosso e vellutato petto biondo... o dei brividi di piacere che mi procuravano i suoi lunghi capelli che sfioravano la mia pelle..
...
che dirviancora...
...
FINE
scritto il
2012-05-06
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