Capello Rosso i Lupi e l'Orso ( Capello Rosso e il Cacciatore)

di
genere
gay

Una capocchia dopo l'altra, un cazzo dopo l'altro, i brutti ceffi a turno inforcavano Capello Rosso, chi alla pecorina, chi alla missionaria, tutti sudati, brutti e incazzati. A nulla valsero le implorazioni del ragazzo, che dovette suo malgrado sottomettersi e ricevere i loro membri, anche se non erano poi un granchè. Fatto sta che li ebbe tutti addosso, e ognuno lo sbatteva e lo fotteva con furia schiacciandolo con il peso del propriio corpo.
Il lupo osservò impotente all'esecuzione.
Il supplizio ebbe culmine quando l'ultimo dei brutti ceffi ebbe sborrato copiosamente nel culo di Capello Rosso. E, in quel momento, si udì la sirena di una volante della polizia farsi sempre più vicina. Il gruppo di malfattori rimase atterrito e in fretta e furia si rimisero i vestiti di cuoio e borchie.
- Capo dobbiamo scappare!-
-Cosa ne facciamo del ragazzino?-
Rouge, intanto, raccolte le forze, tentò nuovamente la fuga, ma fu riacciuffato nuovamente.
- Ammazzatelo!- Tagliò corto il capo.
Istantaneamente, uno di loro, quello più vicino a una moto, estrasse da sotto il sedile, una pistola e la puntò dritta vero Capello Rosso.
La sua fine era ormai giunta.
- Figlio di puttana! Non sparare, o altrimenti sarà la polizia a farci il culo a noi! Vuoi aggiungere lo stupro a un ragazzino oltre che furto e omicidio?-
Rouge non poteva certo sapere che quelli erano componenti di una banda di ladri che avevano saccheggiato nelle proprietà dei dintorni, e che avessero ucciso due persone che si trovarono nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
- Allora, come cazzo facciamo capo?-
- Toglietevi di mezzo! Ci penso io!- Esclamò il capo branco mentre si diresse sicuro e deciso verso Capello Rosso sul cui volto si dipinse il ritratto esatto del terrore: lo afferrò per un braccio piegandolo con forza dietro la schiena facendogli scricchiolare le ossa della spalle, e per non farlo urlare, con l'altra mano gli strinse il collo fino a fargli chiudere gli occhi.
- Muori brutta puttana!- Gli sussurrò a grugno duro e poi lo trascinò su di un dirupo affacciato a strapiombo sul ruscello. Era alto circa sedici metri.
- Questo è per aver fatto perdere il lavoro di insegnante di ginnastica a mio fratello!- Detto ciò lo scaraventò giù dal dirupo senza batter ciglio. In quel preciso istante, e da quello stesso punto, si tuffò giù anche il lupo, scomparendo assieme al suo amico.

Della banda non se ne seppe più nulla.

Il lupo, dopo il tuffo nel torrente, raggiunse il corpo esanime di Capello Rosso, lo trascinò con energia verso la sabbia asciutta li astante. Prese a leccargli il viso, ansimava e a tratti piangeva quasi disperato per la perdita del suo amico.

Il luogo dove si venne a perdere Capello Rosso, era solitamente poco frequentato, c'erano per lo più cacciatori, pescatori di rado. Proprio un cacciatore si trovò a passare di li. Ma era in lontananza, e tanto che non s'accorse del lupo chino su Rouge che non solo ebbe il tempo di piantare una tenda, ma anche di allestire una grigliata di selvagina.
Dopo parecchio tempo, finalmente vide il lupo che trafficava con un corpo in riva al torrente. Subitaneamente accorse a vedere, e quando giunse sul luogo il lupo gli si avventò ferocemente contro, lo morse, ma lasciò subito la presa.
Il cacciatore escogitò una maniera per neutralizzare il pericolo. Si sfilò la cintura, provocò la belva inferocita, e in men che non si dica lo immobilizzò, legandolo poi al tronco di un albero vicino.
Risolto il problema, l'uomo si diresse in soccorso del malcapitato. Rimase di stucco nel vedere quel corpo perfetto, bianco come la porcellana, il volto angelico coronato da lunghi ricci rossi.
Deglutì. Tossì. Poi ne constatò lo stato.
Respirava. Era sopravvissuto alla caduta.
Era solo svenuto.
L'uomo, non avendo trovato alcuna traccia di lividi o quant'altro, pensò che forse era svenuto per il caldo... pose una manaccia ruvida sulla candida pelle di perla di Capello Rosso, e con l'altra si spremette la patta.Il lupo tornò a ringhiare come un indemoniato. In quell'istante, il clic di un fucile puntato contro si palessò con sorpresa.
- VAI VIA!!!- Disse un secondo cacciatore, con un tono che non ammetteva repliche.
Il primo cacciatore fuggì via agambe levate, incurante del lascito sul posto dei suoi effetti personali.

Il secondo cacciatore si chinò su Capello Rosso, gli sollevò il busto cercando di farlo rinvenire con dei lievi schiaffetti sulle guance.
Il lupo si ammansì. Stranamente.
Dopo un pò gli occhi di Rouge si schiusero lentamente, e lentamente la vista si schiarì, le iridi di smeraldo colpite dalla luce del sole brillarono vivacemente, e le pupille riacquistarono la naturale sensibilità le quali, contraendosi, incrociarono un paio di occhi blu scuri riconoscendo in loro e nel volto al quale essi appartenevano, il bel ragazzone che per primo incontrò un paio di mesi prima, quando era appena giunto in montagna.
- Hai fatto un tuffo spericolato. Quando ti sentirai meglio ti insegnerò i posti giusti dove non schiantarsi tra le rocce.-
capello Rosso, incredulo di essersi salvato, il primo pensiero che ebbe era per il lupo. Cercò di articolare i suoi pensieri, ma la bocca era serrata e la lingua inerte. Non riusciva che a mugugnare incomprensibilmente, e con il braccio maledettamente dolorante indicò l'animale legato all'albero.
- Cosa? Non capisco. Cerchi qualcosa?- Chiese il ragazzone moro e capì subito cosa.
- Tranquillo, il lupo è legato.-
Rouge con tutto se stesso cercò di fargli capire, malgrado non potesse nemmeno muoversi bene,che quello era un suo amico.
- Ho capito, è un tuo amico. Non vuoi che lo tocchi.-
Capello Rosso annuì sorridendo.
- Vuoi che lo liberi.- Disse in tono neutro.
Capello Rosso annuì sorridendo ancora di più.
Una folata di vento improvviso fece raggelare il corpo di Capello Rosso, e il Ragazzone, con indosso una camica di flanella scozzese azzurra, se la sfilò subito scoprendo un petto di notevoli dimenzioni e muscoli, glabro e turgido. Infilò la prima manica, Capello Rosso non riusciva proprio a muoversi. Infilargli la seconda fu più complicato. Appena mosse il braccio scoperto, Rouge fece una smorfia di dolore facendo capire al suo salvatore che qualcosa non andava in quel punto.
Si chinò verso lui fino a toccare il naso del riccioluto con un pettorale, il quale arrossì violentemente assaporando il buon profumo che emanavano quei muscoli.
Lentamente, e con stupore, avvertì un formicolio lungo tutto il corpo. E piano piano riuscì a muovere, se pur non con facilità, gli arti, potendo così collaborare alla vestizione.
Il cielo si coprì di colpo di nuvole minacciose. Prese a tuonare furentemente. La pioggia era imminente.
-Adesso vado a prendere la moto, e ce ne andiamo subito.-
Rouge vide il bravo ragazzone correre via come un lampo, e in quella corsa vi lesse un chè di euforia, di allegria. Pensò che forse era uno di quei tipi al quale piaceva il maltempo.
Tuttavia, s'era dimenticato di sciogliere il povero lupo. Volle pensarci di persona. Ma come si alzò così cadde per terra. Imprecò. Ma non si arrese, gattonò fino all'albero. Il Lupone gli fece le feste come un pazzo. Il ragazzo lo liberò dicendogli che era libero, libero di andare via, che non era un animale da poter tenere al guinzaglio. Per tutta risposta, l'animale lo leccò molteplici volte. Rouge lo abbracciò a lungo, lo accarezzò tutto, scoppiando in un pianto liberatorio.
Alcune pesanti gocce di pioggia comincirono a cadere.
Il rombo di una moto fece trasalire Rouge che si nascose dietro il tronco dell'albero. Il lupo non aaccennò nessun atto difensivo.
Hei! Dove sei?-
Era il misterioso bravo ragazzone.
Capello Rosso sbucò e cadde a terra senza forze.
Il forzuto scese dalla moto precipitandosi verso lui e senza alcuno sforzo, lo sollevò tenendolo tra le sue braccia come fosse un fuscello.
- Nn... lascim qui... venga piedi..._ Cercò di parlare, e fortunatamente si fece capire. Il ragazzo del mistero, abbandonò l'espressione neutra e si scatenò in una fragorosa risata gustosa girando su se stesso come una trottola con lui in braccio.
- Neanche per sogno, sei leggero come una piuma, ma non ti porto in cima alla montagna in braccio, ci andiamo con quella.- Indicò la moto.
Notando le difficoltà di Capello Rosso nello stare in equilibrio, inforcò la moto e posizionò il dolce fardello davanti a se, all'amazzone, e offrì il petto come comodo cuscino, e le sue forti braccia come sostegno. Cominciò così la corsa contro il tempo. La pioggia iniziò a cadere pesante e rumorosa, quasi volesse il cielo lavare la vergogna abbattutasi su Capello Rosso poche ore prima.

Il rientro nella casa del nonno fu idilliaco. Il ragazzone, col petto scoperto portò dentro Rouge in braccio. E quel momento lui avrebbe voluto che non finisse mai.
L'incantesimo si ruppe subito.
- Aaamoooreee!? Seeeei tuuuu? Meenoomaaaleee erooo in pensieeeroooo!-
Una voce femminile palesò la sua presenza nell'abitazione. Chi era?
Comparve dalla porta della cucina una ragazza, mora, capelli a caschetto e occhi scuri. Era Miranda, una figlia della fruttivendola del paese.
-Ma tesoro? Sei andato a caccia di finocchi?-
Lei conosceva bene le voci che circolavano sul conto di Capello Rosso, sapeva anche dei pruriti ormonali che scatenava nei suoi due fratellini, e per questo non mancava mai di palesare il suo più completo astio nei suoi confronti.
- Miranda!- Lo fulminò il ragazzo del mistero.
- Ma dai che lo sanno tutti che è un succhia cazzi... adesso chiamo casa sua... che se lo venissero a prendere immediatamente... uffa! Io stasera voglio stare sola con te, tesoruccio...-
Ci mancava pure la più stronza bigotta del paese! Pensò tra se Capello Rosso. Ma non la degnò di un cenno.
- Ah! ma che schifo! E' mezzo nudo! Che ribrezzo!- Asclamò accortasi tardivamente che oltra la camicia di flanella Capello Rosso non portava niente e che il suo ragazzo portava solo i jeans.
Lui la fulminò con severità. Sistemò Capello Rosso sul divano difronte al fuoco del camino. Poi si rivolse contro Miranda ammonendola con poche parole.
- Suuu nooon ti arrabbiaaaaaareeee... vaiii su ti ho preparato il bagno... e scendi presto che ormai il pranzo è diventato cena per quanto hai tardato con questo frocio!-
In tutta risposta, il misterioso forzuto, si diresse verso Rouge, lo riprese in braccio, e se lo portò al piano di sopra fino in bagno. Il tutto sotto gli occhi incazzatissimi di Miranda.
-Se sali su sarò io ad andarmene.- Le disse in tono neutro. Ma la zittì.
A Rouge prese a girargli la testa.
Sistemò Rouge nella vasca piena d'acqua bollente. Poi, sotto i suoi occhi increduli, si tolse i jeans che aveva sempre consunti scoprendo un paio di gambe tornite e muscolose.
Capello Rosso divenne tutto di un solo colore.
Poi, con naturalezza, si tolse i boxer bianchi mostrando un sesso taurino con il glande occhieggiante semi scoperto, e rivolto leggermente allinsù.
Il battito del cuore di Rouge era più fragoroso dei tuoni. Si portò una mano al petto, mentre l'altro si infilava nella vasca ponendosi di fronte faccia a faccia.
Si osservarono brevemente. Rouge avvertì un tuffo al cuore. Ma cercò di comarlo.
-Allora tu sei Capello Rosso.-
- Si, mi chiamano così per via del colore dei capelli, ma il mio vero nome è Rouge.-
In quel momento lui si mosse emmergendo dall'acqua l'ombelico tondo e il sesso che rimse per metà immerso. Rouge, vedendolo così pericolosamente vicino, chiuse gli occhi con forza strizzando le palpebre. Dopo un pò sentì un liquido freddo bagnargli la testa. Lui voleva solo prendere i flaconi da bagno che erano alle sue spalle.
- Rouge... è un bel nome, io mi chiamo Tomas, ma tutti mi chiamano Tom.-
Svelato l'arcano. Il nome secondo Rouge era un pò troppo semplice, o forse era lui che lo aveva così idealizzato che credeva che anche il suo nome dovesse essere particolare.
- Non dovresti essere qui. Dai, lascia finisco da solo.- Gli disse con un filo di voce. Ma Tom si divertì un sacco a creare schiuma dallo shampoo frizionato sulla sua testa. Poi prese altro sapone e lo passò sul petto candido del ricciolone, ma questi gli trattenne la mano:
- No... non devi... - Seguì una pausa. - Quello che ha detto la tua ragazza è vero...- Altra pausa- Sono gay.-
Per stronza che fosse Miranda Rouge non voleva assolutamente mettersi tra di loro. E il gesto era tutto rivolto a Tom non a lei.
Tom lo fissò in tono neutro. Contrasse le mascelle quadre. Rouge comprese che lui aveva inteso bene. E per tutta risposta, lui prese altro bagnoschiuma e lo strofinò ad ogni dove. Rouge comprese che non aveva affatto capito!
- Mio nonno dov'è- Chiese per cambiare discorso.
- Bruno è dovuto andare via per lavoro, non tornerà per almeno due settimane. A me ha chiesto di guardargli la casa e quello che c'era dentro.-
< La sua gentilezza deriva da questo, dalle raccomandazione di mio nonno, ed è uscito apposta per cercarmi... e io che credevo...> pensò.< Meglio così>
Volle ricambiare la gentilezza. Prese il bagnoschiuma lo versò sul grande petto di Tomas e delicatamente lo accarezzo. Il tuffo al cuore divenne una cascata.
Si avvicinò poi lui come aveva fatto Tomas per lavargli i capelli e lui ruppe il silenzio nuovamente:
- I tuoi occhi hanno il colore degli alberi illuminati dal sole.-
- I tuoi invece hanno il colore delle notti stellate d'estate.-
I loro visi si avvicinarono a pochi centimetri, fin quando la porta del bagno si aprì. Era Miranda.
- Brutto lurido frocio!- Si avventò in un balzo verso Rouge picchiandolo di santa ragione, gli afferrò la testa con l'intento di annegarlo in acqua. Tom le prese il braccio, uscì dallavasca e la cacciò a malo modo via. Poi soccorse Rouge, abbracciandolo tranquillizzandolo. Tremava come una foglia.

Asciugatisi e vestitisi con abiti semplici. Scesero giù, quasi senza parlare, e senza parlare consumarono la cena respirando aria pesante.
Miranda prese, verso la fine della cena, a mortificare ossessivamente Capello Rosso, fin quando gli ordinò perentoriamente di andarsene via da quella casa.
Rouge si alzò in piedi. Lanciò uno sguardo tagliente alla stroza donna dicendole;
- Questa casa appartiene a Bruno, e Bruno è mio nonno, non ti azzardare mai più a rivolgerti verso di me con questi termini volgari. Io sono l'unico nipote di mio nonno il più diretto in ordine di eredi. Fatti un paio di conti e renditi conto qual'è il tuo posto se vuoi rimanere ad essere mia ospite, per sgradita che sei!-
La mise a posto come ben si meritava. Tom lo osservò sorridendo sotto i baffi che non aveva.
- Daccordo! Tesoruccio! Andiamocene!-
- Io sono il custode della casa e di tutto quello che c'è dentro!- Si rivolse verso Miranda in tono severo.
La donna, umiliata, corse via da tavola, uscì di casa e cacciò un urlo di spavento.
Tom e Rouge accorsero fuori per vedere cosa fosse successo. Videro Miranda a terra e un lupo che le ringhiava incazzato. Tom fece per scacciarlo a pedate, ma Rouge lo fermò, poichè riconobbe il suo amico del bosco.
- No, fermo, è buono, è mio amico.- Detto ciò lo raggiunse e con paroline dolci tranquillizzò l'animale. Lo fece entrare in casa per offrirgli da mangiare, il tutto sotto lo sbigottimento generale.
Voltando le spalle a Tom che soccorreva Miranda comprese quale fosse la cosa più giusta da fare.
- Abbiate cura di voi. Non tornate più.-
Quanto gli costò dire quelle parole, ma vedendo Tom chino su Miranda ebbe l'impressione che lui, malgrado fosse più grade d'età, si era solo invaghito, e che quello che si era innamorato non era lui, purtroppo.
Scomparì dietro la porta insieme al lupo. Dopo un pò sentì il rumore di una jeep allontanarsi. Era la macchina di Tom che spariva assieme a Miranda.

Trascorsero alcune ore.
Rouge, con il cuore in frantumi, si diresse in camera da letto. La casa era vuota e silenziosa. Malinconica come lui.
Completamente nudo si buttò sul letto.
Sentì dei rumori dietro la porta. Si alzò per vedere chi fosse.
Scivolò dentro il lupo.
- Ma ti sei proprio preso una cotta per me?- Gli disse accarezzandolo.- Se vuoi stare con me devo trovarti un nome. E un lupo che nome può avere? Tesoruccio?- Il lupo digrignò i denti, con chiaro dissenzo.
- Non ti piace? Allora... Zanna Bianca? Noooo non piace nemmeno a me...-
In quel momento la porta della camera s'aprì e una voce pacata sussurrò:
- Amore!-
Il lupo ululò in segno d'approvazione.
Rouge si voltò lentamente, con l'espressione sorpresa sul volto. Incredulo oltre ogni misura.
Era Tom che era ritornato a casa.
- Devo fare il guardiano, tuo nonno mi paga per questo.- Disse in un tono neutro che sfondò nuovamente il cuore di Rouge.
- Io vado a letto.- Disse subito dopo Rouge imitando la neutralità dell'altrui tono.
Tom sparì dalla porta.
Rouge si infilò nuovamente sotto le lenzuola.
Dopo un pò riapparve Tom. Si spogliò nudo anch'egli completamente, e si sdragliò accanto a lui.
Il silenzio più assoluto raggelò la camera.
Il lupo si sistemò sul tappeto appisolandosi.
Rouge diede le spalle votandosi dall'altra parte.
Poi sentì il tocco pesante della mano di Tom che gli accarezzava l'inguine delicato e morbido.
Rouge, non ancora addormentato, con gesto deciso e risoluto scacciò quella mano. Ma l'altro insistette, e quando fece per saltargli addosso lui si alzò:
- Devo... devo andare giù a chiudere il gas in cucina!-
- L' ho fatto io.- Rispose Tom sdragliato sul lettone con la testa appoggiata sul palmo di una mano.
- A...allora devo chiudere le porte...- Ribattè dirigendosi verso l'uscita.
Ma la porta della camera non si aprì.
- Ah! Ah! Senza queste non riuscirai ad aprirla. E... non ti preoccupare, ci ho pensato io prima a sprangare tutte le altre.- Gli disse mostrando le chiavi nel palmo dell'altra mano.
Rouge sospirò.
Tom si alzò mostrando la sua possente corporatura che anche se non era altissimo,benchè lo fosse più di Rouge, era proporzionato e potente. E quel volto... quel volto quadro dalle mascelle a spigolo, le fossette ai lati delle carnose e maschie labbra, lo sguardo apparentemente sempre neutro... era un cocktail di micidiale avvenenza eccitante!
Gli si avvicinò.
Gli fu vicino.
Si guardarono l'un l'altro soggiogati a vicenda.
Il lupo alzò il muso. Si alzò di colpo buttandosi alle spalle di Rouge facendolo finire tra le braccia d'acciaio di Tomas. ed entrambi atterrarono sul letto.
Uno su l'altro. Petto contro petto. Ventre contro ventre. Sesso contro sesso e le gambe intrecciate.
Tom si mise a ridere:
- Il lupo ha capito che ti amo, e tu quando lo capirai?-
- Ma tu non...- Tom gli tappò la bocca con un bacio.
- Non sei...- E ancora gli chiuse la bocca allo stesso modo.
- Questo vuol dire che...- Sta volta fu Rouge a baciarlo come mai aveva fatto con nessun altro.
E non ebbero più bisogno di parole.
Presero ad avvinghiarsi vicendevolmente tra le bianche lenzuola, si baciarono, si sfiorarono, le mani di ogniuno imparò ogni centimetro di pelle dell'altro.
Dopo, Rouge s'intrufolò tra le possenti cosce di Tom, ne ammirò il sesso suo in tutta la sua turgidità. Ne ammirò ogni tratto, ogni nerbo, ogni venatura, che tra l'altro ce ne erano parecchie, prima di afferrarlo con le mani, e poi lo baciò più e più volte producendo tanto rumore di labbra quanto piacere al proprietario dell'"oggetto". Ed era grosso, grosso come pochi tanto che fece fatica a imboccarlo tutto. Ci giocò con le labbra, torturò quell'elmetto rosso con la lingua, la fece scorrere su tutta la lunghezza del corno taurino. Indugiò poi sulle palle, lisce grosse morbide e insieme sode e profumate. Succhiò avidamente i testicoli, li accarezzò con le labbra e con la lingua.
Fu così avvincente che Tom abbandonò finalmente la sua espressione eternamente neutra lasciando il posto al volto della passione, dell'eccitazione, del godimento.
Accarezzò la nuca riccioluta che si agitava vorticosamente sul suo sesso-randello, per poi suggerirgli il ritmo con lieve e decise spinte, e nel frattempo si contorceva, gemeva, respirava affannosamente fin quando:
- Basta! Mi stai torturando di piacere!-
Rouge interuppe la magia sollevando la testa rivolgendo lo sguardo al suo uomo.
- Sei un demonio! Vieni qui!- Lo trascinò a se con facilità, lo stese accanto e poi gli fu tra le sue bianche cosce. Ricambiò la cortesia. Prese in bocca il sesso di Rouge senza badare al bianco dell'altrui sesso fortemente contrastante con la punta tornita d'amaranto con sembianze fragoiline.
Durò poco poichè subito lo voltò con gesto deciso affondando nei glutei la lingua e iniziò furentemente a torturarlo lui con quel muscolo.
Successivamente gli fu sopra con tutto il corpo, si strofinò contro con forza incastrando il suo grosso arnese tra i glutei, e si mosse in alto e in basso regalando gioia piacere seduzione passione gemiti di godimento all'apice dell'idilliaco più mitico.
E con naturalezza infinita, quanto di più grosso pendeva sotto il suo ombelico affondò dolcemente dentro il corpo di Rouge scomparendo in esso.
Lo pentrò con tutta la passione che gli scorreva nelle vene, e permase per parecchio tempo dentro, forse stupito della capienza o delle capacità amatoriale del demonietto che stava cavalcando.
Lentamente lo estrasse per intero per poi riaffondare ancora... e ancora...e ancora... Raggiungendo un ritmo vorticoso, potente e prepotente come il suo corno di toro.
Successivamente lo voltò, e trattenedogli con virilità le caviglie, le sollevò penetrandolo nuovamente, ma con più decisione tempestandolo di colpi virili e potenti, inseguito, mollò la presa delle caviglie e si adagiò su di lui baciandolo appassionatamente e a lungo, fin quando dopo tanto tempo, il suo seme di maschio dissetò l'universo immenso di Rouge.
Riavutosi dalla sua esplosione corporea, strofinò il suo emblema di virilità in senso assoluto contro l'altrui turgido sesso, provocandone una seconda esplosione d'amore.

Dormirono, poi, dopo molte ore di sesso, e di amore, abbracciati.Il mattino seguente, per primo si svegliò Tom che attese il risvegli di Rouge osservandolo con neutralità. E quando anche lui aperse gli occhi, lo baciò sulla fronte ricevendo in cambio un sorriso.
- Stanotte ho pensato una cosa, Rouge.-
- Cosa Tom?-
- Vado via.-
La notizia svegliò completamente Rouge, riempendo la sua testa di mille preoccupazione. Cazzo! Ma allora voleva solo scoparmi! Come tutti! Pensò.
- Vuoi venire con me?-
- SI!- Rispose di botto, senza tentennare.
Tom Sorrise.
-Prepara le valigie. Andiemo in Spagna!- Lo informò col suo solito tono pacato, Rouge sgranò gli occhi credendo che avesse alluso ad una scampagnata, non ad un viaggio oltralpe ai confini dell'europa.
- E la casa?- Disse Rouge.
- Lasciamo il lupo a fare la guardia.- Rispose lui.

I due trasportarono le loro cose nell'auto di Tom, e il lupo rimase sulla soglia di casa.
Salirono in macchina, il lupo abbaiò guaendo, quasi piangendo, Rouge si voltò verso l'animale e portando il dito sulle labbra fece cenno di far silenzio, e l'essere del bosco si ammansì accucciandosi completamente a terra.
Vide i due umani scomparire giù per la strada della montagna, in quel momento una brezza di vento investì dolcemente il lupo che lentamente scomparve dissolvendosi nel vento di primavera.


FINE

(Un grazie infinito a tutti coloro che hanno la pazienza di leggermi.)
scritto il
2012-03-27
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