Tra passione e timidezza (parte 1)

di
genere
gay

Mi chiamo Federico, ho 19 anni e quella che sto per raccontarvi è una storia risalente all'anno scorso.
Era una caldissima giornata di fine agosto, erano più o meno le 16 e mi stavo avviando a casa di un mio compagno di classe, Simone, per finire una ricerca di storia da consegnare all'inizio della scuola. Simone mi era sempre piaciuto sia fisicamente che caratterialmente, era abbastanza alto, biondo, occhi azzurri, carnagione chiara, muscoloso ma non esageratamente e asciutto, senza neanche un pelo, poi era timido e introverso e io ero uno dei suoi pochi amici. Faceva talmente caldo che sudai nonostante camminavo all'ombra e avevo voglia di strapparmi quella camicia a quadri e quei bermuda di dosso. Arrivato davanti al vialetto di casa sua, vidi i suoi genitori che stavano uscendo, mi videro, mi salutarono cordialmente come sempre e lasciarono la porta aperta in moda tale che io potessi entrare. Io risposi al saluto sorridendo e chiusi la porta. Simone però non era lì, ma subito dopo sentii la sua voce provenire dal piano di sopra che mi diceva di aspettare un attimo. Nell'attesa mi guardai intorno e vidi le foto di famiglia, dove Simone sorrideva sempre, cosa che a scuola non faceva non mai. Dopo neanche un minuto sentii dei passi scendere le scale, era lui, indossava una canottiera abbastanza scollata, a righe bianche e blu che lasciava intravedere le sue braccia scolpite e il suo petto asciutto, e dei bermuda azzurri. Mi salutò sorridendomi e mentre scendeva le scale provavo una certa eccitazione nel vedere quella sua canottiera così sexy. Vedendomi sudato, si affrettò ad offrirmi un bicchiere d'acqua fresca e dopo i convenevoli accese il computer e finimmo quella odiosa ricerca. In verità il lavoro lo fece tutto lui perché io era distratto dalla sua bellezza e dal suo aspetto così attraente. Dopo circa un'ora, finito il lavoro, mi portò sopra in camera sua dove mi mostrò il suo nuovo gioco per la Playstation; giocammo per più di due ore, dopodiché, scese nuovamente e risalì poco dopo con una bottiglia di vodka piena e due bicchieri. Ormai erano circa le nove, finimmo tutta la bottiglia ed eravamo mezzi ubriachi, ridevamo senza un motivo e dicevamo frasi senza senso. Simone si buttò sul letto e io mi sedetti accanto a lui, poi lui si alzò e si sedette accanto a me. Ora eravamo seri, non ridevamo più, si avvicinò ancora e con il dito mi sfiorò il braccio, poi ci avvicinammo e le nostre labbra si sfiorarono, prima timidamente, poi sempre con più passione; lui mi sbottonò i primi due bottoni della camicia e io gli afferrai la canottiera in un pugno come per strapparla. L'atmosfera però fu interrotta dal rumore della macchina dei genitori di Simone che rincasavano. Velocemente mi bottonai la camicia e scesi giù, e non appena loro entrarono io uscii dalla casa salutandoli frettolosamente. Dopo quella sera la mia vita cambiò totalmente, Simone era sempre nei miei pensieri e continuavo a pensare a quella sera, e a cosa sarebbe successo se i genitori di Simone non fossero tornati a casa. Avremmo fatto sesso? Oppure lui mi avrebbe dato un pugno in faccia e mi avrebbe mandato via? Chi lo sa...nei giorni successivi non vidi più Simone, né ci sentimmo, né lui mi mandò un messaggio, tanto meno lo feci io. Una settimana dopo però, mentre ero in giro in bicicletta per liberare la mente, lo vidi. Stava uscendo dal supermercato con la spesa, indossava la stessa canottiera che mi aveva eccitato una settimana prima, era a piedi, e senza farmi notare lo seguii. Tornava a casa e mentre stavo per andare per andare via, lo vidi spuntare dalla finestra della sua camera, che si affaccia sulla strada, la finestra era spalancata e si vedeva perfettamente quello che Simone faceva. Restai a guardarlo. Lui non si era ancora accorto di me. Camminava per la stanza, poi prese un paio di cuffie, le mise alle orecchie, fece qualche saltello, poi si tolse velocemente la canottiera restando a petto nudo e mostrandomi i suoi meravigliosi muscoli. Poi si strofinò le mani e si appese a una sbarra posta sul muro e cominciò a fare le flessioni, dandomi le spalle. Non so per quanto tempo restai li ad ammirare quello spettacolo. Mi eccitai tantissimo, vedevo la sua pelle che lentamente diventata lucida e le gocce di sudore che scendevano dalla sua schiena. Improvvisamente, si fermò e scese dalla sbarra, si girò velocemente e mi vide, io mi voltai subito e me ne andai imbarazzato senza girarmi di nuovo. Nel tragitto pensai a quel lungo bacio, che per me era al primo e probabilmente anche per lui, Simone si era impossessato della mia mente, tanto che arrivato a casa, ignorai totalmente i rimproveri di mia madre per essere tornato tardi e mi chiusi in bagno, mi spogliai completamente e cominciai a masturbarmi pensando a Simone che si allenava mezzo nudo e sudato. Ormai ero ossessionato da lui. CONTINUA........
scritto il
2017-06-09
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