Un anno da ricordare (parte 6)
di
RicoFede069960
genere
gay
Quell'orgia cambiò radicalmente la mia vita nei mesi successivi, non tanto per l'orgia stessa, ma per la notte successiva, in cui io e Simone dormimmo nudi e abbracciati, combattendo il freddo con il calore dei nostri corpi. Stranamente quella fu la prima e ultima orgia a cui partecipai. Simone era sempre a casa nostra oppure io e Lele andavamo a casa sua, insomma, eravamo sempre insieme. La mattina io andavo all'università, al pomeriggio invece ero al bar a lavorare e lì studiavo anche qualche ora. Successivamente un cameriere del bar si licenziò e a Simone venne la bella idea di prendere il suo posto. Io e Simone ci iscrissimo alla palestra di Lele e ci allenammo insieme a lui. In pochi mesi misi su dei bei muscoli, non come quelli di Simone, né tanto meno come quelli di Lele, ma avevo una bella tartaruga e dei discreti pettorali. La sera uscivavamo come degli amici, andavamo a mangiare insieme e poi tornavamo a casa, Simone a casa nostra oppure io e Lele a casa sua. Passavamo sempre la notte insieme, tutti e tre, ma ovviamente non per dormire. Ormai io e Lele non stavamo più insieme, non eravamo mai da soli, eravamo sempre in tre, e questa cosa piaceva sia a me, che a Lele, che a Simone. Per quei mesi misi da parte i sentimenti e pensai solo a divertirmi. Il rapporto con Lele e Simone era sempre più stretto e intimo, una via di mezzo tra fidanzati, amanti, amici e trombamici, non so nemmeno io come definirci. Simone capì che passava più tempo a casa nostra che a casa sua, così decise di trasferirsi da noi e lasciare la casa in affitto in cui abitava. Era conveniente per tutti, avremmo tutti speso meno soldi e potevamo stare ancora più tempo insieme. Era tutto perfetto, andava tutto benissimo, poi però una telefonata ruppe tutto per sempre. La madre di Lele, che abitava all'estero aveva avuto un incidente, ed era in gravissime condizioni. Lele fece subito le valigie e l'indomani avrebbe preso il primo aereo. Inizialmente anche io e Simone volevamo andare con lui, ma Lele ce lo impedì, dicendo che non potevamo lasciare università e lavoro per chissà quanto tempo. Abbracciammo Lele, non l'avevo mai visto così abbattuto, così gli proposi una bella trombata nella vasca per risollevarlo un po', a Simone l'idea piacque subito e Lele accettò, voleva sfogarsi con qualcosa. Riempimmo la vasca, ci spogliammo e ci mettemo dentro, uno alla volta, la vasca era abbastanza grande e ci entrammo tutti e tre. Lele si mise da una parte e io e Simone dall'altra. Volavamo mettere a sua agio Lele e farlo rilassare, così cominciammo a baciarlo a turno, giocammo con la schiuma, ridendo e scherzando, poi io e Simone cominciammo con i pompini, lo facemmo insieme, sott'acqua era molto più eccitante, Lele andava su e giù con il culo tanto era eccitato. Poi, preso da u a rabbia inaudita prese Simone con forza e lo sbattè a borco vasca, mettendolo a pecorina, e cominciò a penetrarlo fortissimo, avevi quasi paura per Simone, la forza che Lele aveva messo era veramente tanta, troppa forse. Simone gridava dal dolore ma lo incitava a continuare, io intanto mi misi dietro Lele e cominciai e baciargli la schiena. Poi all'improvviso si staccò da Simone e si buttò su di me, mi prese con forza e mi fece mettere a pancia in su, poi ordinò a Simone di tenermi mentre lui mi sfondava l'ano, Simone obbedì, io rimasi immobile e mi feci penetrare. Ma faceva malissimo, non l'avevo mai visto così forte, i suoi muscoli era tutti contratti, si vedevano le vene pulsare e nonostante fossimo in acqua cominciò a sudare. Simone, mentre mi teneva, bagnava Lele con i piedi, rinfrescandolo. Poi uscì dal mio corpo e venne subito dopo, gli schizzi finirono dritti in faccia a me e a Simone, che ci lavammo con l'acqua. Altri schizzi finirono direttamente in acqua sporcandola subito. Poi Lele, senza dire una parola uscì dalla vasca e si diresse in cucina a bere dell'acqua fresca, poi andò in camera da letto e si stese sfinito, ancora nudo e bagnato, noi lo seguimmo, non volavamo lasciarlo da solo in un momento del genere, e non ci asciugammo nemmeno noi. Ci coricammo accanto lui, io da una parte e Simone dall'altra, lo abbracciammo e consolammo per tutta la notte, finché non so addormentò. La mattina seguente, di buon ora si alzò, ci salutò e andò in aeroporto, sarebbe stato via almeno una settimana, tutto dipendeva dalla situazione in cui trovava la madre. I giorni seguenti io e Simone né ci baciammo né facemmo sesso, ci sembrava scorretto nei confronti di Lele, lo sentivamo una decina di volte al giorno, l'ultima volta Lele ci aveva detto qualche ora più tardi avrebbero operato la madre, io e Simone eravamo in ansia. Passarono 10 ore, Lele telefonò di nuovo, stavolta con tono di voce diverso: l'intervento era riuscito perfettamente e la madre era fuori pericolo. Io e Simone facemmo i salti di gioia, eravamo davvero felici. Dopo qualche minuto però, Simone mi disse una cosa che mi sconvolse completamente...(Fine sesta parte)
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