Mi riscopro schiava
di
wannabeaslave
genere
dominazione
Sono Stella, una ragazza di 22 anni del sud Italia, ma per motivi di studio vivo a Londra da alcuni anni.
L'anno scorso ero tornata da Londra nella mia città natale per le vacanze e nonostante fosse passata solo una settimana dal mio ritorno, le giornate scorrevano lente e noiose.
Non avevo più praticamente nessun amico laggiù, quindi carente di compagnia e di passatempi passavo le giornate a leggere, guardare film e... masturbarmi. Mi sentivo un po' patetica a farlo perché nonostante la cosa mi divertisse non poco allo stesso tempo era come una specie di promemoria del fatto che non vedevo un pisello da un po'. Purtroppo non sono per nulla una tipa da una botta e via, non certo per motivi etici o religiosi ma perché per godere del sesso con qualcuno ho bisogno di un'intesa particolare, direi più psicologica che fisica, che raramente avevo trovato in un uomo. Sentivo, inoltre, un bisogno enorme di essere dominata da un uomo in maniera forte, decisa, completa, cosa che purtroppo prendeva vita solo nelle mie fantasie perché non era mai capitato di trovare una persona capace di tenermi testa durante il sesso.
Un giorno il destino decise che era tempo di spezzare quella angosciante monotonia facendomi arrivare un messaggio da una persona che un tempo era stata per me molto speciale, il mio primo vero e proprio "fidanzatino" del liceo con cui ormai avevo perso i rapporti da anni, che mi invitava a prendere una birra insieme a lui dal momento che sapeva che ero in città e che non ci vedevamo da una vita. Accettai con entusiasmo l'invito, mi faceva piacere rivederlo e ancora di più passare una serata diversa.
Arrivai al posto dell'appuntamento e rimasi sbalordita: quanto è possibile crescere in altezza dopo i 17 anni? Il mio ex era diventato un'altra persona, a stenti non lo riconoscevo: era più alto di almeno 10 cm, aveva sviluppato un fisico molto più robusto ma soprattutto il viso da sbarbatello aveva lasciato spazio al volto di un uomo, e che uomo! Appena mi vide mi venne incontro sorridendomi e dandomi un abbraccio che onestamente non mi sarei aspettata, dopotutto erano anni che non ci vedevamo né sentivamo, la confidenza era pari a quella di due sconosciuti ormai. Nonostante la sorpresa iniziale, però, quel gesto di affetto mi fece piacere. La serata passò tra risate ricordando i vecchi tempi e il racconto, sia da parte mia che da parte sua, degli anni che avevamo trascorso separati. A fine serata eravamo entrambi un po' alticci e io che insieme a lui mi sentivo di nuovo un'adolescente speravo tanto che lui mi desse un bacio. Questo bacio non arrivò, e non nascondo che rimasi parecchio delusa quando pensai che probabilmente per lui era stata semplicemente un'uscita in amicizia. Questo sentimento di delusione permase fino a che lui non cambiò totalmente espressione, così dal nulla: il sorriso cordiale che aveva avuto per tutta la sera era scomparso, al suo posto c'era un volto serissimo che mi scrutava, quasi severo. Mi sentì in imbarazzo all'inizio, non capivo da cosa era scaturito questo repentino cambiamento di umore né sapevo come comportarmi.
Fu lui a fare una mossa quando spostò lo sguardo dai miei occhi al mio seno che la maglia scollata lasciava intravedere. Non era il solito sguardo furtivo degli uomini quando vogliono guardarti le tette e non vogliono che tu te ne accorga, lui sembrava che volesse fare di tutto perché io me ne rendessi conto. Lo guardava avidamente, con possesso. La cosa mi confuse parecchio: cosa pensava di ottenere? Prima che potessi dire qualsiasi cosa i suoi occhi tornarono a guardare dentro i miei e la sua mano cominciò ad accarezzare il mio seno, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Colta alla sprovvista non dissi nulla, o meglio, ci provai, ma socchiusi le labbra e fuoriuscì un debole suono indefinito. Lui sorrise in modo strano e mi disse "shhhh". E io obbedì.
Era assurdo ma quella persona che conoscevo da tanti anni in quel momento mi era parsa completamente diversa, in qualche modo autorevole. La cosa cominciava a eccitarmi, e credo che lui se ne accorse dal modo in cui sorrideva.
Mi disse "sali in macchina" e io lo feci e basta, senza controbattere. Non chiesi dove stessimo andando, non saprei dire perché ma in quel momento non mi interessava, semplicemente sentivo che volevo essere insieme a lui.
Mi portò a casa sua, sempre senza dire una parola mi fece entrare in camera da letto e allora finalmente parlò di nuovo: "Spogliati."
Lo guardai fisso negli occhi. C'era una parte di me che avrebbe voluto eseguire quel comando all'istante ma un'altra parte di me, quella più ragionevole, mi impediva di farlo.
Si avvicino al mio viso e mi guardò con quello sguardo severo che gli avevo già visto prima e disse "Ho detto che voglio che ti spogli."
Queste parole fecero scattare qualcosa in me, e sentì che non potevo fare altro che obbedirgli. Le mie mutandine intanto erano fradice, mi sentivo davvero eccitata.
Erano mesi che leggevo racconti erotici a tema BDSM, e mi eccitava tantissimo immaginare di essere sottomessa da un "Master", ma mai mi era venuto in mente che potesse realmente capitarmi.
Mi trovai nuda davanti a lui, con solo le mutandine addosso (il reggiseno non lo indosso quasi mai) e lui mi guardò con un sorrisetto soddisfatto e mi disse "Brava, l'ho sempre saputo che in fondo eri una troia. Facevi tanto la figa di legno all'epoca e guarda ora invece com'è semplice farti spogliare."
Il fatto che io non risposi a questi insulti confermò che ormai ero soggiogata al suo volere. Lui ovviamente questo lo sapeva, e continuò a sorridere soddisfatto, guardandomi con avidità e possesso.
Mi si avvicinò e mi sussurrò all'orecchio "Mettiti in ginocchio troietta" e io ovviamente lo feci. Sapevo cosa voleva, era chiaro. Gli sbottonai il jeans e gli presi in mano il cazzo che era veramente grosso (non lo avevo mai visto prima) ed era già durissimo.
Lui lo ritrasse dalla mia mano e io lo guardai con aria interrogativa. Mi disse "Me lo devi chiedere prima." Io non capivo, e gli chiesi "Chiederti cosa?" "Mi devi chiedere il permesso di farmi un pompino, troia. Anzi supplicami, è più divertente. Se non ti va puoi sempre andartene, nessuno di obbliga". Ero spiazzata da questa richiesta, supplicarlo io? D'altro canto, però, ero davvero eccitatissima e non volevo assolutamente andarmene, quindi gli dissi guardandolo negli occhi col mio sguardo più da maiala "Ti prego posso farti un pompino?" come risposta mi arrivò uno schiaffo in faccia dal suo cazzo. Mi guardò divertito e mi disse "Devi chiamarmi padrone, troia."
La figa mi pulsava a sentire queste parole. Più mi umiliava e più mi sentivo eccitata. Da brava troia dissi "Ti supplico padrone, posso farti un pompino?" Si mise a ridere e disse "Guarda quanto sei puttana, sei in ginocchio davanti a me e mi supplichi di spompinarmelo. Tieni, tutto per te" e così dicendo me lo ficcò in gola iniziando praticamente a scoparmi la bocca. In tutto questo non appena chiudevo gli occhi mi arrivava uno schiaffo in faccia e lui mi diceva "Devi guardarmi mentre ti scopo la bocca, cagna".
Tutto questo mi faceva eccitare da morire, e avevo bisogno di scopare. Capendo l'andazzo, non appena mi tolse il cazzo dalla bocca gli dissi "ti prego padrone... ti supplico... ho bisogno del tuo cazzo... scopami..." lui sentendo queste parole mi prese per il bacino e mi buttò sul letto, salì sopra di me e mi infilò il cazzo duro nella mia figa che ormai grondava. Urlai di piacere tanto avevo voglia. Mi arrivò uno schiaffo in faccia e lui mi disse "Devi ringraziare il tuo padrone quando ti scopa!" e allora lo ringraziai, ormai obbedire ai suoi ordini mi faceva eccitare sempre di più, così che dopo qualche "grazie padrone!" venni del più forte orgasmo della mia vita. Lui se ne accorse ma non sembrava curarsene, perché continuava a scoparmi come se nulla fosse. Dopo qualche minuto, sul punto di venire, tolse il cazzo dalla mia figa e venne sul parquet del pavimento. Fui molto confusa da quel gesto perché mi sembrava strano che non avesse preferito venirmi in bocca o addosso. Mi guardò con aria di sfida e mi disse "Pulisci con la lingua, schiava."
Nonostante l'orgasmo appena avuto questa frase terribilmente umiliante mi fece grondare di nuovo la figa, e da brava cagna, ripulì tutto con la lingua senza lasciare neanche una goccia.
L'anno scorso ero tornata da Londra nella mia città natale per le vacanze e nonostante fosse passata solo una settimana dal mio ritorno, le giornate scorrevano lente e noiose.
Non avevo più praticamente nessun amico laggiù, quindi carente di compagnia e di passatempi passavo le giornate a leggere, guardare film e... masturbarmi. Mi sentivo un po' patetica a farlo perché nonostante la cosa mi divertisse non poco allo stesso tempo era come una specie di promemoria del fatto che non vedevo un pisello da un po'. Purtroppo non sono per nulla una tipa da una botta e via, non certo per motivi etici o religiosi ma perché per godere del sesso con qualcuno ho bisogno di un'intesa particolare, direi più psicologica che fisica, che raramente avevo trovato in un uomo. Sentivo, inoltre, un bisogno enorme di essere dominata da un uomo in maniera forte, decisa, completa, cosa che purtroppo prendeva vita solo nelle mie fantasie perché non era mai capitato di trovare una persona capace di tenermi testa durante il sesso.
Un giorno il destino decise che era tempo di spezzare quella angosciante monotonia facendomi arrivare un messaggio da una persona che un tempo era stata per me molto speciale, il mio primo vero e proprio "fidanzatino" del liceo con cui ormai avevo perso i rapporti da anni, che mi invitava a prendere una birra insieme a lui dal momento che sapeva che ero in città e che non ci vedevamo da una vita. Accettai con entusiasmo l'invito, mi faceva piacere rivederlo e ancora di più passare una serata diversa.
Arrivai al posto dell'appuntamento e rimasi sbalordita: quanto è possibile crescere in altezza dopo i 17 anni? Il mio ex era diventato un'altra persona, a stenti non lo riconoscevo: era più alto di almeno 10 cm, aveva sviluppato un fisico molto più robusto ma soprattutto il viso da sbarbatello aveva lasciato spazio al volto di un uomo, e che uomo! Appena mi vide mi venne incontro sorridendomi e dandomi un abbraccio che onestamente non mi sarei aspettata, dopotutto erano anni che non ci vedevamo né sentivamo, la confidenza era pari a quella di due sconosciuti ormai. Nonostante la sorpresa iniziale, però, quel gesto di affetto mi fece piacere. La serata passò tra risate ricordando i vecchi tempi e il racconto, sia da parte mia che da parte sua, degli anni che avevamo trascorso separati. A fine serata eravamo entrambi un po' alticci e io che insieme a lui mi sentivo di nuovo un'adolescente speravo tanto che lui mi desse un bacio. Questo bacio non arrivò, e non nascondo che rimasi parecchio delusa quando pensai che probabilmente per lui era stata semplicemente un'uscita in amicizia. Questo sentimento di delusione permase fino a che lui non cambiò totalmente espressione, così dal nulla: il sorriso cordiale che aveva avuto per tutta la sera era scomparso, al suo posto c'era un volto serissimo che mi scrutava, quasi severo. Mi sentì in imbarazzo all'inizio, non capivo da cosa era scaturito questo repentino cambiamento di umore né sapevo come comportarmi.
Fu lui a fare una mossa quando spostò lo sguardo dai miei occhi al mio seno che la maglia scollata lasciava intravedere. Non era il solito sguardo furtivo degli uomini quando vogliono guardarti le tette e non vogliono che tu te ne accorga, lui sembrava che volesse fare di tutto perché io me ne rendessi conto. Lo guardava avidamente, con possesso. La cosa mi confuse parecchio: cosa pensava di ottenere? Prima che potessi dire qualsiasi cosa i suoi occhi tornarono a guardare dentro i miei e la sua mano cominciò ad accarezzare il mio seno, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Colta alla sprovvista non dissi nulla, o meglio, ci provai, ma socchiusi le labbra e fuoriuscì un debole suono indefinito. Lui sorrise in modo strano e mi disse "shhhh". E io obbedì.
Era assurdo ma quella persona che conoscevo da tanti anni in quel momento mi era parsa completamente diversa, in qualche modo autorevole. La cosa cominciava a eccitarmi, e credo che lui se ne accorse dal modo in cui sorrideva.
Mi disse "sali in macchina" e io lo feci e basta, senza controbattere. Non chiesi dove stessimo andando, non saprei dire perché ma in quel momento non mi interessava, semplicemente sentivo che volevo essere insieme a lui.
Mi portò a casa sua, sempre senza dire una parola mi fece entrare in camera da letto e allora finalmente parlò di nuovo: "Spogliati."
Lo guardai fisso negli occhi. C'era una parte di me che avrebbe voluto eseguire quel comando all'istante ma un'altra parte di me, quella più ragionevole, mi impediva di farlo.
Si avvicino al mio viso e mi guardò con quello sguardo severo che gli avevo già visto prima e disse "Ho detto che voglio che ti spogli."
Queste parole fecero scattare qualcosa in me, e sentì che non potevo fare altro che obbedirgli. Le mie mutandine intanto erano fradice, mi sentivo davvero eccitata.
Erano mesi che leggevo racconti erotici a tema BDSM, e mi eccitava tantissimo immaginare di essere sottomessa da un "Master", ma mai mi era venuto in mente che potesse realmente capitarmi.
Mi trovai nuda davanti a lui, con solo le mutandine addosso (il reggiseno non lo indosso quasi mai) e lui mi guardò con un sorrisetto soddisfatto e mi disse "Brava, l'ho sempre saputo che in fondo eri una troia. Facevi tanto la figa di legno all'epoca e guarda ora invece com'è semplice farti spogliare."
Il fatto che io non risposi a questi insulti confermò che ormai ero soggiogata al suo volere. Lui ovviamente questo lo sapeva, e continuò a sorridere soddisfatto, guardandomi con avidità e possesso.
Mi si avvicinò e mi sussurrò all'orecchio "Mettiti in ginocchio troietta" e io ovviamente lo feci. Sapevo cosa voleva, era chiaro. Gli sbottonai il jeans e gli presi in mano il cazzo che era veramente grosso (non lo avevo mai visto prima) ed era già durissimo.
Lui lo ritrasse dalla mia mano e io lo guardai con aria interrogativa. Mi disse "Me lo devi chiedere prima." Io non capivo, e gli chiesi "Chiederti cosa?" "Mi devi chiedere il permesso di farmi un pompino, troia. Anzi supplicami, è più divertente. Se non ti va puoi sempre andartene, nessuno di obbliga". Ero spiazzata da questa richiesta, supplicarlo io? D'altro canto, però, ero davvero eccitatissima e non volevo assolutamente andarmene, quindi gli dissi guardandolo negli occhi col mio sguardo più da maiala "Ti prego posso farti un pompino?" come risposta mi arrivò uno schiaffo in faccia dal suo cazzo. Mi guardò divertito e mi disse "Devi chiamarmi padrone, troia."
La figa mi pulsava a sentire queste parole. Più mi umiliava e più mi sentivo eccitata. Da brava troia dissi "Ti supplico padrone, posso farti un pompino?" Si mise a ridere e disse "Guarda quanto sei puttana, sei in ginocchio davanti a me e mi supplichi di spompinarmelo. Tieni, tutto per te" e così dicendo me lo ficcò in gola iniziando praticamente a scoparmi la bocca. In tutto questo non appena chiudevo gli occhi mi arrivava uno schiaffo in faccia e lui mi diceva "Devi guardarmi mentre ti scopo la bocca, cagna".
Tutto questo mi faceva eccitare da morire, e avevo bisogno di scopare. Capendo l'andazzo, non appena mi tolse il cazzo dalla bocca gli dissi "ti prego padrone... ti supplico... ho bisogno del tuo cazzo... scopami..." lui sentendo queste parole mi prese per il bacino e mi buttò sul letto, salì sopra di me e mi infilò il cazzo duro nella mia figa che ormai grondava. Urlai di piacere tanto avevo voglia. Mi arrivò uno schiaffo in faccia e lui mi disse "Devi ringraziare il tuo padrone quando ti scopa!" e allora lo ringraziai, ormai obbedire ai suoi ordini mi faceva eccitare sempre di più, così che dopo qualche "grazie padrone!" venni del più forte orgasmo della mia vita. Lui se ne accorse ma non sembrava curarsene, perché continuava a scoparmi come se nulla fosse. Dopo qualche minuto, sul punto di venire, tolse il cazzo dalla mia figa e venne sul parquet del pavimento. Fui molto confusa da quel gesto perché mi sembrava strano che non avesse preferito venirmi in bocca o addosso. Mi guardò con aria di sfida e mi disse "Pulisci con la lingua, schiava."
Nonostante l'orgasmo appena avuto questa frase terribilmente umiliante mi fece grondare di nuovo la figa, e da brava cagna, ripulì tutto con la lingua senza lasciare neanche una goccia.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto sucessivo
Il compagno di università
Commenti dei lettori al racconto erotico