Un incesto tanto atteso

di
genere
incesti

Capita di frequente che in età adolescenziale i maschietti subiscano una attrazione sessuale nei confronti della propria madre, ma crescendo questo desiderio svanisce e le attenzioni si riversano sulle ragazze. Enzo, al contrario non aveva mai superato questo stadio, e nonostante avesse avuto rapporti normali con altre donne, a 30 anni bramava ancora per la sua mamma Mimma. Anzi, paradossalmente più passavano gli anni e maggiore era l’insano desiderio. La donna ormai non rispondeva certo ai canoni classici della bellezza, aveva 61 anni e un corpo sovrappeso, le grosse tette se non rette da robusto reggiseno cadevano sulla pancia, il culo grosso e le cosce carnose, anche se non presentavano evidente cellulite, tendevano ormai a cedere, ma nonostante ciò agli occhi del figlio quel corpo risultava ancora più arrapante di un tempo. Tanto che se in passato Enzo riusciva a reprimere e mascherare le sue voglie, oggi gli riusciva sempre più difficile. Così negli ultimi tempi i suoi sguardi alle parti del corpo che di volte in volta si rendevano visibili, si facevano sempre più insistenti ed intriganti, e non faceva più niente per mascherare le sue erezioni. Anzi cercava in tutti i modi di renderle visibili alla madre, stando in casa con pigiami senza gli slip sotto, pantaloncini corti, o restava dopo la doccia con l’accappatoio. Tutto ciò non solo di far capire alla madre quanto la desiderasse, ma nel tentativo di provocarla nella speranza che qualcosa succedesse. Mimma naturalmente notò questo comportamento, e ne restava lusingata. D’altronde alla sua età si sentiva gratificata nel constatare di suscitare ancora interesse in un ragazzo giovane, anche se questo ragazzo era suo figlio. Così cominciò a sua volta a far sì che il figlio potesse apprezzare le sue grazie: le gonne cominciarono ad accorciarsi e le scollature ad ampliarsi. Tra i due si creò un clima surreale di sguardi complici e provocazioni reciproche. Soprattutto la sera quando si mettevano davanti alla TV, Mimma era sempre più scoperta ed Enzo ostentava sfacciatamente le sempre più visibili erezioni. Per il ragazzo quel gioco stava diventando una dolce tortura: si eccitava da impazzire e si sfogava distruggendosi di seghe. Alla donna evidentemente quel gioco perverso aveva preso la mano, tanto quando si sedeva davanti alla tele accanto al figlio, indossava delle vestagliette sexy che poco lasciavano all’immaginazione, gli occhi del ragazzo non si staccavano dal suo corpo e lei lanciava occhiate alla patta sorridendo maliziosamente ed orgogliosamente della reazione che procurava. Ma ovviamente quel gioco perverso non poteva continuare così all’infinito, ed una sera accadde ciò che ormai era inevitabile. In quella occasione Mimma aveva davvero esagerato nella provocazione, e si era presentata con una vestaglietta completamente trasparente, e sotto un reggiseno a balconcino che teneva sollevate le enormi tette lasciando scoperte le grosse aureole, un perizoma ridottissimo e le calze con reggicalze. A quella vista il cazzo di Enzo sembrava dovesse scoppiare da un momento all’altro sotto il pigiama. La madre guardava soddisfatta quella prepotente erezione, e lui non riuscì più a resistere. Con gli occhi fissi su quel corpo disse “mamma, ma così tu mi mandi al manicomio, sei troppo eccitante”. E senza aggiungere altro mise una mano tra le sue cosce. La mamma non si sottrasse a quelle attenzioni e mentre lui palpeggiava l’interno delle cosce risalendole fino ad arrivare a sfiorare con i polpastrelli il leggero tessuto che copriva il monte di venere, disse “sei proprio infoiato, hai il coso che sta per esplodere, è meglio che la tua mamma faccia qualcosa per calmarti”. Così dicendo mise una mano sulla patta e a quel contatto Enzo stava per esplodere. Poi la donna lo strinse tra le dita e il figlio, che intanto aveva scostato il perizoma e cominciava ad infilare un dito, con l’altra mano le palpò le tette. Allora Mimma gli abbassò il pigiama e il cazzo svettò in tutta la sua maestosa erezione. Lo prese e cominciò a fargli una sega mentre lui le faceva scorrere dentro ormai tre dita. Le loro bocche si incollarono e le lingue si incrociarono in un appassionato quanto proibito bacio. Lui era troppo eccitato per resistere e dal cazzo duro eruttarono interminabili schizzi di sborra che si schiantarono addosso a sua madre. Allora lei disse “dio mio come eri teso, è bastato così poco a farti venire, avevi proprio tanta voglia”. E lui “non avevo, ho voglia! Mamma, adesso voglio godermiti come si deve, è una vita che mi stai facendo impazzire”. La mamma, che non aveva lasciato il cazzo neanche per un istante, constatò che il figlio era ancora pieno di voglia, perché ce l’aveva ancora duro come il marmo. Così disse “non ti si è riabbassato neanche un po’. Ma tanto ti eccito? Tanto desideri la tua vecchia mamma? Allora è giusto che ti dia soddisfazione, vieni nel mio letto e fammi tutto quello che vuoi”. E la prima cosa che Enzo volle fare fu assaporare con la bocca la fica materne, si tuffò tra le sue gambe e cominciò a baciarla e leccarla, quasi a divorarla. La donna godeva senza ritegno, tenendo le mani sulla testa del figlio e pigiando il suo viso sulla boffia, mugolando di piacere e incitandolo. Dopo averle regalato con la lingua un orgasmo che la fece dimenare come indiavolata, la montò, si mise sul quel corpo abbondante, tra le cosce spalancate, e finalmente la penetrò. Scopò la madre facendole scorrere dentro quella mazza dura come il cemento. Mimma godeva come una vacca raggiungendo più volte l’orgasmo. Enzo cercò di far durare più a lungo possibile quell’amplesso tanto desiderato, e alla fine rovesciò all’interno del ventre di sua madre una sborrata che sembrava non finisse mai di sgorgare. Incredibilmen te il suo cazzo era ancora abbastanza rigido, e la mamma lo prese in bocca. Lo succhiava accarezzando le palle e segandolo alla base, e in breve fu più duro di prima. Lui continuò a godersi un po’ quello stupendo bocchino, e poi la penetrò di nuovo. Ma questa volta non si accontentò della fica, e dopo averle regalato un altro paio di orgasmi le chiese di girarsi. La madre si mise a pecora dicendogli di fare piano, erano molti anni che nessuno era più entrato nel suo orifizio. Lui rispose “non preoccuparti, anche se con questo culone potresti prendere il cazzo di un cavallo”. Appoggiò al buchetto la cappella e spinse facendo entrare tutta l’asta tra quelle chiappone. Sodomizzò la madre stringendole le tette e torturandole i capezzoli, mentre lei godeva come una troia di quella penetrazione anale. Enzo sborrò ancora, e questa volta riempiendo le viscere di sua madre. Enzo aveva atteso da sempre la realizzazione di questo sogno, ma ne valse la pena. La madre diventò da quella sera la sua amante, la sua troia, la sua zoccola perversa e incestuosa. Il letto di Mimma divenne anche il suo.
scritto il
2011-01-15
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