Come il Mare - pt2
di
Vic5-
genere
sentimentali
Avvertenza: il racconto che state per leggere è frutto della fantasia dell'autore.
Continuai per un po' ad accarezzare i seni di Azzurra, finchè non decisi di farle la fatidica domanda: "Posso chiederti una cosa?"
"Vuoi sapere percè ho deciso di fare la prostituta?"
"Questa ragazza è magica", pensai.
"Per il motivo più banale", rispose lei, stancamente;
"La mia famiglia non è di certo ricca... e allora ho deciso di vendermi, per amore di mio padre e di mia madre.
Sono una libera prifessionista, non c'è nessuno che sfrutta o altre cose simili".
La guardai, affascinato, mentre le pizzicavo i capezzoli.
"Ma il fatto è che sono un'inguaribile sognatrice", ammise lei.
I capezzoli erano diventati duri. Cominciai ad accarezzarle dolcemente i capelli.
"Ogni volta penso di trovare l'anima gemella... ogni scopata è un'occasione, per me. Non dovrei dare tutta questa confidenza ai clienti".
"Tranquilla, di me puoi fidarti".
Tornai a stimolarle i capezzoli.
Il mio periodo refrattario era ormai finito. Lo comunicai ad Azzurra, che iniziò a masturbarmi con delicatezza, mentre con l'altra mano mi accarezzava l'orecchio, provocandomi farti tremori.
"Sai, assomigli molto alla mia ex", dissi ad Azzurra.
Lei rallentò un attimo la masturbazione.
"Perchè, anche lei era una bella ragazza?" Chiese, scherzosa.
"No, aveva tanti ragazzi, era una vera..."
Mi fermai, di colpo.
Non avrei dovuto pronunciare quella frase.
Sudavo freddo, e stavo perdendo l'erezione.
Azzurra mi guardò, alterata.
"Una vera..?"
"Ormai il danno è fatto", pensai.
"Era una vera zoccola".
Azzurra spalancò gli occhi, e smise di colpo di accarezzarmi l'orecchio.
"Proprio come me, non è vero?" Urlò lei.
"Se mi umilio ogni santo giorno, dandola a cani e porci, è per un buon motivo! Non mi piace essere chiamata zoccola!"
"Era una battuta..." provai a difendermi.
"Non sopporto che qualcuno scherzi sulla mia condizione, sei uno stronzo".
Si rivestì in fretta e se ne andò. Ad un tratto mi ricordai di non averle ancora rivelato il mio nome.
Mi sdraiai sulla sabbia fresca, depresso.
Cominciai a masturbarmi,per consolarmi.
Facevo su e giù con la mano, mentre osservavo il mare.
Entrai in acqua e continuai lì la masturbazione.
Se c'è qualcosa che ora odio, beh, è il Mare.
Continuai per un po' ad accarezzare i seni di Azzurra, finchè non decisi di farle la fatidica domanda: "Posso chiederti una cosa?"
"Vuoi sapere percè ho deciso di fare la prostituta?"
"Questa ragazza è magica", pensai.
"Per il motivo più banale", rispose lei, stancamente;
"La mia famiglia non è di certo ricca... e allora ho deciso di vendermi, per amore di mio padre e di mia madre.
Sono una libera prifessionista, non c'è nessuno che sfrutta o altre cose simili".
La guardai, affascinato, mentre le pizzicavo i capezzoli.
"Ma il fatto è che sono un'inguaribile sognatrice", ammise lei.
I capezzoli erano diventati duri. Cominciai ad accarezzarle dolcemente i capelli.
"Ogni volta penso di trovare l'anima gemella... ogni scopata è un'occasione, per me. Non dovrei dare tutta questa confidenza ai clienti".
"Tranquilla, di me puoi fidarti".
Tornai a stimolarle i capezzoli.
Il mio periodo refrattario era ormai finito. Lo comunicai ad Azzurra, che iniziò a masturbarmi con delicatezza, mentre con l'altra mano mi accarezzava l'orecchio, provocandomi farti tremori.
"Sai, assomigli molto alla mia ex", dissi ad Azzurra.
Lei rallentò un attimo la masturbazione.
"Perchè, anche lei era una bella ragazza?" Chiese, scherzosa.
"No, aveva tanti ragazzi, era una vera..."
Mi fermai, di colpo.
Non avrei dovuto pronunciare quella frase.
Sudavo freddo, e stavo perdendo l'erezione.
Azzurra mi guardò, alterata.
"Una vera..?"
"Ormai il danno è fatto", pensai.
"Era una vera zoccola".
Azzurra spalancò gli occhi, e smise di colpo di accarezzarmi l'orecchio.
"Proprio come me, non è vero?" Urlò lei.
"Se mi umilio ogni santo giorno, dandola a cani e porci, è per un buon motivo! Non mi piace essere chiamata zoccola!"
"Era una battuta..." provai a difendermi.
"Non sopporto che qualcuno scherzi sulla mia condizione, sei uno stronzo".
Si rivestì in fretta e se ne andò. Ad un tratto mi ricordai di non averle ancora rivelato il mio nome.
Mi sdraiai sulla sabbia fresca, depresso.
Cominciai a masturbarmi,per consolarmi.
Facevo su e giù con la mano, mentre osservavo il mare.
Entrai in acqua e continuai lì la masturbazione.
Se c'è qualcosa che ora odio, beh, è il Mare.
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