Mio figlio è un porco ma io non sono da meno

di
genere
incesti

Ad un certo punto mi sono ritrovata a casa con mio figlio Luca, bel ragazzo 30enne, dal fisico atletico, sensuale e pure, come constaterò in seguito, ben dotato; separato da 6 mesi dopo 3 anni di matrimonio. Con mio marito Fabio, un bell'uomo affascinante di 56 anni, all'estero da 4 mesi, e non si sa ancora per quanto tempo, essendo dipendente di alto grado di una multinazionale. Sicuramente sarà a casa ad agosto per 3 settimane di ferie. Io sono Antonella, 53 anni, ancora, scusate l'immodestia, nel pieno del mio splendore fisico ritrovandomi, a questa età, poco poco in carne e abbastanza provocante e sensuale. Attraente anche in viso: castana chiara di occhi e di capelli lunghi e mossi e una bella bocca. Sono casalinga e non ho mao lavorato in quanto il lavoro di mio marito ci ha sempre permesso di vivere agiatamente. Viviamo a Siracusa. Tutto è incominciato 2 mesi fa quando un sabato mattina, rientrando dal supermarket, dopo essermi cambiata in camera mia, indossando una vestaglia leggera su reggiseno e mutandine, convinta, fra l'altro, che Luca fosse uscito e che comunque in casa non vi erano segni di presenza e che solitamente si chiudeva a chiave, entrai nel bagno, che praticamente usava solo lui in quanto io usavo quello in camera o il doppio servizio, e restammo, lui per un conto ed io per un altro, scioccati e mortificati nello stesso tempo: era nudo dentro il box doccia della vasca da bagno e si stava masturbando. Non ebbi il buon senso di fare quello che avrei dovuto fare: uscire e richiudere la porta. Lui non smise di segarsi ed io non smisi di ammirare quel gran cazzo che faceva su e giù nel suo pugno. Ero come impietrita. "Mammì, vieni, continua tu" "Ma che sei scemo? Porco che non sei altro, sono cose che si chiedono alla mamma?" Intanto, invece di uscire, restai lì impietrita e lui notò, forse, con quanta bramosia guardavo. E' vero, non ci sono parole per giustificarmi, ma in quel momento era come se non fosse mio figlio, bensì un uomo con un cazzone pronto da farmi gustare. Erano 2 mesi che non maneggiavo il cazzo di mio marito e la voglia era tanta. Così quando mi disse, quasi con tono supplichevole: "Dai mammììì continua tu che non ne posso più" mi avvicinai, così, come solo per fargli un favore e, sedendomi sul bordo della vasca gli dissi: "Ma che ti sei messo in testa, io tua mamma sono". Liberò il cazzo dal suo pugno e mi sembrò ancora più lungo e più grosso. "Forza mammì. Minchia che sei, non ti si può chiedere un favore?" "Che sono favori da chiedere alla mammma questi?" dussi impugnando quel gran cazzone. Presi a segarli lentamente. "Ahaa! Minchia mammì che sei bravaaa. Che bellooo! Così lo seghi a papà?" "Non fare il cretino. Che te ne frega come lo sego a tuo padre" "Non ti arrabbiare. Entra nella vasca che ti viene meglio mammì" Scavalcai le gambbe all'interno restando seduta ma la vestaglia si apri e le mie cosce erano completamente nude. Cercai di coprirmi con l'altra mano e mi disse di no. "Che fa ti ecciti a guardare le cosce di tua madre? Che gran porco che sei!" Lui? Ed io che avevo una gran voglia di mettermelo in ogni posto? Prese a palparmi le tette. "Non ti permettere, ricordati che sono tua madre". Per tutta risposta andò giù e prese ad accarezzarmi fra le cosce e le mutandine sulla fica. "Non ti permettere" dissi poco convinta. "Mammì, posso svelarti un segreto? Il tuo culo mi ha sempre fatto impazzire" "Ma che depravato sei?" Intanto ansimavo e lui mi disse di segarlo più velocemente. Ad un tratto prese ad ululare: "Minchia mammì vengo che bellooooo! Uhuuuuuuuuu, uhuuuuuuuu". La sua sborra schizzò fuori violentamente imprattandomi il collo e il viso. Fra me e me dissi che era stupendo. Pensavo che fosse tutto finito invece mi fece alzare, chiuse il box e aprì il getto. "Ma che fai? Sei davvero impazzito?" "Ci dobbiamo lavare" disse sfilandomi la vestaglia ormai tutta inzuppata. Le mie proteste non valsero a niente, tanto che, palpandomi tutta, mi sfilò reggiseno e mutandine. Il suo cazzo, ancora duro, mi sbatteva in ogni posto. Insomma, il piacere è piacere anche se si trattava di mio figlio e l'acqua calda rendeva tutto più eccitante. Mi fece piegare in avanti e sentii il suo cazzone fra le chiappe. "Nooo, smettilaaa! Non esagerare. Non ti è bastato? Insomma lo vuoi capire che sono tua madre?". Non è che fosse la prima volta in quanto con mio marito lo facevo fin da quando eravamo fidanzati, ma con mio figlio......E poi quel cazzone li......Invece quel cazzone di mio figlio una volta entrato tutto, fin nel più profondo delle mie viscere, mi fece godere come una cagna. Forse i 2 mesi di astinenza? Non lo so. Il fatto sta che a sentire pure il getto dell'acqua calda sulla schiena e scivolarmi fino al culo che lui mi sfondava sempre più violentamente, mi fece perdere ogni ritegno e lo imploravo a sfondarmi sempre più in fondo. Quando mi sborrò dentro godemmo entrambi di un orgasmo violento e sonoro. Restai sotto la doccia piangendo. Quando uscii lui era già andato via. Chissà come si sentiva pure lui? Quando rientrò ad ora di pranzo nessun cenno. A tavola io non avevo il coraggio di guardarlo in faccia. Lui sembrava sereno. Mi arrabbiai veramente quando la sera mi raggiunse in camera mia e venne a letto. Non riuscii a convincerlo nè con le buone nè con le cattive, ma io stessa non so come mi sentivo. Non era possibile ma nello stesso tempo desideravo il suo cazzone e così quando venne su a cavalcioni sulle mie tette col cazzo sul mio viso sbattendomelo sulle guance e sulla bocca, non resistetti più e presi a leccarlo. Mi ficcò le palle in bocca e poi il cazzo scopandomi mentre portando il braccio all'indietro prese a stuzzicarmi la fica. Presto non resistetti più tanto che io stessa mi sfilai le mutandine. La sua mano mi faceva impazzire e quando mi penetrò con le dita gemetti forte. In un baleno fui nuda. Giocò con le tette e poi giù, su di me, fra le mie cosce aperte al massimo per sentirmi penetrare fino in fondo. Tutta la notte a scopare, io sempre vogliosa e lui inesauribile. Più volte nella fica, più volte nel culo e una gran sborrata in bocca. Fu cosi la sera seguente e quella seguente ancora. Vivevamo come marito e moglie e invece eravamo madre e figlio. Una volta che gli dissi che eravamo peccatori e che certe cose erano inconcepibili tra madre e figlio, mi portò davanti al p.c., si collegò con questo sito e mi fece leggere, con mia grande meraviglia, tanti di questi incesti tra madre e figlio ed altri: fratelli e sorelle e padri e figlie. Sempre più spinti finché non incominciò a mostrarmi anche foto di mogli nude e messe in mostra dai mariti alla ricerca di un cazzo per la moglie. Il tutto mentre ci palpavamo e godevamo. Poi foto di uomini in mostra con i cazzi in bella mostra e lui che mi chiedeva quale mi piaceva di più. Ormai stavo al gioco: era molto eccitante e trasgressivo. Finché non mi presentò una sfilza di cazzoni negri enormi. Sapevo, per sentito dire, che i negri avevano dei cazzoni enormi. Tutto potevo immaginare ma non dei cazzoni di quella portata: da 25 a 30 cm e anche più. Che scopate che seguivano! E lui, il mio luca, mio figlio, mi chiedeva che ne pensavo. E sempre più in confidenza che un cazzone del genere prima o poi una donna l'avrebbe dovuto provare. Il bello era che me lo proponeva. Ridendo lo mandavo a quel paese, però quando scopavamo la mia fantasia viaggiava forte. Un Venerdì sera, l'indomani sarebbe stato l'ultimo sabato di giugno, rientrando mi disse che aveva trovato il giardiniere per dare una sistematina al giardino del nostro villino al mare. Aveva appuntamento alle 7 del mattino e casomai, se io avessi voluto, avrei potuto raggiugerlo ad ora di pranzo portando qualcosa da mangiare. Perché avrei dovuto avere qualcosa in contrario? Quando arrivai, dopo aver comprato qualcosa e preparato, erano già le 2 e trovai il giardino in ordine e loro freschi di doccia. La sorpresa? Il giardiniere era un bel ragazzone negro. Nigeriano, simpaticone, allegro e nel suo stentato italiano, stuzzicato da mio figlio, stava allo scherzo. Lo scherzo era sempre più spinto e la birra sempre di meno. Così, dopo mangiare, Mio figlio sussurrando disse: "Chissà come ce l'ha il cazzo" "Che te ne frega pensa agli affari tuoi" dissi io guardandolo semi arrabbiata. "Dicevo così. Magari ce l'avrà come quelli delle foto. Non sei curiosa?" Certo che lo ero e più ne parlavamo la mia curiosita aumentava pensando, nello stesso tempo, che gran troia ero diventata e le sensazioni che provavo quando mio figlio me ne parlava mentre mi scopava come una mignotta. Mustafà, cosi si chiama, non era stupido e capì l'antifona, cosicché, quando mio figlio gli disse di farlo vedere, lui, ridendo, questa volta come una stupido, non si fece pregare e mise in mostra una proboscide che penzolava tra le gambe e moscio com'era non era meno di 23-25 cm. Restai impietrita esattamente come quando vidi mio figlio che si segava dentro la doccia. Questo mentre mio figlio mi palpava. "Minchia mammì, altro che divertirti" "Non dire cretinate. Scemo!" dissi mentre continuavo a guardare quella proboscide e Mustafà che, nel frattempo, l'aveva preso in mano. "Minchia mammì, davvero mi dici che non sei curiosa?" Ansimavo per le palpate di mio figlio e declutivo. "Mammì se non approfitti ora a gustarti un cazzo così che aspetti che torna papà?" Prese a spogliarmi e non avevo la forza di oppormi. Mustafà, che aveva capito che quella era la sua giornata fortunata, si liberò della tuta, spostò la sua sedia proprio davanti a me e sedendosi prese a segarsi sotto i miei occhi. Io ero solo in mutandine e mio figlio da dietro mi palpava forte le tette strizzandomi i capezzoli. Insomma, mica ero di legno. Istintivamente portai le mani a sorreggere le grosse palle piene di sborra. Poi lui, il cazzo ormai semiduro, lo lasciò libero come per invitarmi. Con mano sinistra continuai a palpargli le palle e con la destra cercai di impugnarlo. Mamma mia com'era grosso! Lo impugnai pure con l'altra mano e presi a menarlo lentamente. Mio figlio mi fece alzare e mi sfilò pure le mutandine. Mustafà allungò il braccio e la sua manona prese a torturarmi la fica facendomi vibrare di piacere. Luca mi fece chinare e sentii il suo cazzo fra le chiappe. Che situazione! La mia libidine era al massimo e presi a leccare il gran cazzone nero strappando gemiti di piacere a Mustafà mentre mio figlio mi incitava a fargli vedere di cosa ero capace. Lo imboccai. Mica era facile. Mi ci abituai a tenerlo in bocca mentre il cazzo di mio figlio era sempre più dentro nel mio culo. Tutto avrei potuto immaginare e non di trovarmi in una situazione del genere. Più ci pensavo e più mi eccitavo. Luca me lo sfilò dal culo, mi fece girare spingendomi seduta sul cazzo di Mustafà. Aveva superato sicuramente i 30 cm e praticamente Mustafà lo indirizzò nella mia fica con me in piedi. Man mano che andavo giù era come se mi stessero squartando. La mia fica era aperta come non mai e ad un certo punto, pur trattenendomi, non potei fare a meno di gridare. Era sublime. Un piacere nuovo che non avevo mai provato. "Ahaoooooooo" "Ti piace Il cazzone del negro?" "Siiiiii.Siiiiii!" "Lo vuoi tutto dentro" "Sii. Che cazzooo^ Siiiii". Stavo godendo così e Luca mi piantò in bocca il suo cazzo. Mi spinse e andai giù gridando di dolore e di piacere. Ma come poteva entrarmi tutto dentro. Il cazzone nella fica mi fece godere non so quante volte e mio figlio mi sborrò in bocca. Quindi ci spostammo sul letto e Mustafà mi scopo supina. Ebbi ancora un orgasmo e dopo me lo piantò fra le tette. Ma quel cazzone così lungo mi arrivava fino in bocca e quando Luca prese a leccarmi la fica mi fece godere facendomi sentire proprio una puttana. Non so come giocai con le tette e con la bocca, il fatto sta che Mustafà barrendo come un elefante mi venne in bocca facendomi bere non so quanta sborra. Non volevo ma mio figlio insistette perché lo prendessi pure in culo. Presero a leccarmi facendomi impazzire e un cm alla volta me lo sentii entrare. Non so nemmeno descrivere quello che ho provato con un cazzone del genere dentro il culo. E quando mio figlio me lo ficcò tutto in fica? Non ricordo esattamente quanti orgasmi ho avuto ma sicuramente in vita mia non avevo trascorso un pomeriggio cosi movimentato e lussurioso. Non finivano mai chiavarmi e di sborrarmi in ogni buco. Quando rientrammo a casa dissi che avevamo esagerato. "Si, peròòò" "Però cosa?" "Mi vuoi dire che non ti e piaciuto Mammì?" "Che c'entra? Ogni volta tu confondi le cose che piacciono con le cose che non si possono fare" "Allora non lo facciamo pù?" "Poi si vede. Perchè a Mustafà lo puoi sempre rintracciare?"
scritto il
2017-07-08
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