Ritornato a vivere nella casa della mia infanzia con mamma - Capitolo 1

di
genere
incesti

Buon Giorno, mi chiamo Carlo e ho 51 anni, vivo in Molise dove sono uno stimato medico condotto del capoluogo, divorziato da 5 anni sono tornato a vivere a casa dei miei genitori circa 3 anni fai, da quando mia madre ha perso la vista dopo un’infezione, inoltre era rimasta vedova 4 anni prima. Mia madre si chiama Francesca ha quasi 70 anni e come dicevo è rimasta vedova all’età di 63 anni e non vedente verso i 67 anni, fu in quel periodo che mi ritrasferii nella casa della mia infanzia. Mamma non ha mai avuto molte esigenze, in settimana durante il giorno è accudita da una badante, mentre nei fine settimana sono io a prendermi cura di lei, le faccio da mangiare le preparale i vestiti da indossare, fino ad accompagnarla in bagno nel bisogno. Devo confessare che in 50 anni non ho mai visto mia madre scollata o scosciata, quindi immaginate il mio turbamento quando, dopo averla lasciata in camera a spogliarsi, la ritrovo con indosso solo l’accappatoio, chiuso ovviamente, doverla accompagnare sotto la doccia e dopo aver saggiato la temperatura dell’acqua, vedere lei, girata di spalle, togliersi l’accappatoio e porgermelo, inevitabilmente vedo parti del suo corpo, ma da bravo figlio cosa ho sempre fatto? Lo appendevo e uscivo dal bagno. Ma nell’autunno dell’anno scorso, 2016, ho fatto ristrutturare il bagno per venire incontro alle sue esigenze, un bagno più grande con maniglioni a cui poteva aggrapparsi, un’ampia doccia con seduta comoda, e altre sedute in muratura lungo quasi tutto il perimetro del locale, ed è stato proprio dopo aver ristrutturato il bagno che all’inizio di quest’anno, una sabato senza neppure rifletterci troppo sono entrato in bagno, non ricordo più neppure il perché, ma ricordo che aver visto mamma insaponarsi e lavarsi smosse dentro me qualcosa, come ho già detto non avevo mai visto lei nuda in quel modo, ma quella volta fo come una scossa, la sua corpulenza, il pancione, i grossi seni penduli ancora così gonfi, il modo in cui si passava le mani tra le cose e come si teneva i seni strizzandoli, non so come ma da quel momento ho iniziato a interessarmi di più di quei momenti e dei suoi abiti. Scopri così che la taglia dei reggiseni era una 6° coppa D, mi piaceva tenerli tra le mani e strofinarli sul viso, mi eccitavo con le sue culotte contenitive a vita alta annusandole e immaginando quello che contenevano, finche la mia perversione non fece un salto di qualità, se così posso dire, non mmi bastava più immaginare, avrei voluto spiare, vedere, godere dello spettacolo, in fondo non era così difficile bastava non uscire dal bagno dopo aver appeso l’accappatoio sull’angolo della doccia, bastava arrivare alla porta dire a mamma che sarei stato in camera ad attendere che finisse e mi chiamasse e senza farmi sentire tornare indietro, sedermi il più possibile davanti a lei e… lo spettacolo sarebbe stato assicurato. Tra il pensare di farlo e il farlo per davvero, ci sono volute alcune settimane, prove e anche un po’ di coraggio, ma verso la metà di marzo finalmente ci riuscii, tutto procedeva come avevo pensato, mamma era nella doccia, io appoggiai l’accappatoio e feci per uscire, dissi a mamma la solita frase e spinsi la porta verso la chiusura, ma invece di uscire tornai indietro, i piedi nudi non facevano alcun rumore sul pavimento, cosi mi sistemai comodo sulla lunga seduta in muratura posizionandomi proprio difronte alla porta di plastica trasparente della doccia, faceva molto caldo e mi tolsi la maglietta restando solo in mutande, ed ecco lo spettacolo ha inizio.
Mamma era seduta dentro la doccia, il pancione prominente veniva quasi completamente coperto dai suoi grossi seni, l’acqua le cadeva addosso rendendo la pelle lucida, iniziò ad insaponarsi prima i seni, li strofinava con una certa forza con le mani, li spostava, li sollevava, passava ripetutamente i palmi delle mani sui larghi capezzoli che inaspettatamente vidi indurirsi e arrossarsi, poi toccò al pancione ad essere insaponato cercando il più possibile di spostare le mammelle. Finalmente arrivò il momento più eccitante, le mani di mamma iniziarono ad insaponare le cosce e via via sempre più vicino al paradiso, eccolo, insaponarsi i peli e le grandi labbra, girarci attorno e tornarci sopra, divaricare le gambe quel tanto che anche le labbra della vagina leggermente si aprirono, e mamma che entrambe le mani inizia una pulizia molto approfondita, con una mano si teneva aperta la vagina e con l’altra si sciacquava avidamente, con rapidi colpi dall’altro verso il basso e dal basso verso l’alto, poi dentro e attorno alla clitoride, che come un piccolo pollice spuntava roseo e a dir poco felice di quel trattamento. Inaspettatamente un getto di urina schizza sul pavimento della doccia, mamma emette come un gemito di piacere e poi si da una veloce risciacquata, torna sui seni e li strofina per bene, togliendosi il sapone, li strizza prendendone il più possibile a piene mani, quasi li tira per lavarli completamente lasciandoci sopra segni di dita, poi si piega per pulire anche i piedi. Nel momento in cui fa per piegarsi riesco a intravvedere la vagina che si spalmava aprendosi sulle piastrelle della seduta e poi in un attimo venire coperta dalla pancia e la pancia oscurata dai grossi seni che ondulavano, a destra e a sinistra, come quando una mucca cammina nel prato, mentre mamma con le dita si puliva tra le dita piedi. Inutile dire che durante tutto il tempo non ho fatto altro che masturbarmi guardandola, fissandola avidamente, ripromettendomi che sarebbe stata la prima e unica volta che l’avrei fatto, poco prima che finisse venni con getti di sperma talmente violenti che riuscii a coprire la distanza tra me e la parete trasparente della doccia, lasciandone molta anche a terra e sul posto in cui ero seduto, per poi dare una veloce e rapida puliti con dei fazzolettini.
Sfinito e con gli occhi ancora pieni di quelle immagini, lentamente mi alzai e prima che l’acqua venisse chiusa arrivai alla porta e attesi quei pochi secondi in cui mamma, una volta alzatasi e aperta la doccia tasto per trovare l’accappatoio, lo prese, lo indossò e lo chiuse, per poi chiamarmi. Eccomi mamma, aprii la porta dall’interno e facendo un po’ di rumore con i piedi a terra mi avvicinai a lei, la feci uscire dalla doccia, l’aiutai ad infilare le ciabatte e l’accompagnai in camera sua, facendola sedere sul letto, con a fianco tutto il corredo per la notte.
scritto il
2017-08-12
1 7 . 5 K
visite
5
voti
valutazione
3
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.