Valentina scopre la disciplina (Parte 6)

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dominazione

Quando il viaggio terminò e Valentina si separò da Carlo e Lisa, ebbe una sensazione di pesantezza e quasi di ansia. Si sorprese del fatto che fosse più triste di separarsi da Carlo, col quale aveva scambiato solo poche parole, che da Lisa, con la quale invece, nonostante la differenza di età, erano state gettate le basi per un'amicizia. Non ebbe il coraggio di chiedere il numero a Carlo ma scambiò naturalmente il proprio numero con Lisa. D'improvviso si sentì di nuovo sola, ritornata nel tunnel buio e freddo della sua depressione, dalla quale era riuscita a separarsi solo per qualche giorno grazie all'energia positiva e alla forza che Carlo riusciva a imprimere su tutto quello che gli stava attorno.

Passò un'altra settimana. Lisa, in astinenza forzata ormai da più di un mese, era allo stremo. Quasi non riusciva più a camminare. Il minimo strofinamento sulla figa era diventato insopportabile. Aveva dovuto rinunciare a fare la doccia e faceva solo dei bagni con acqua gelida. Piangeva spesso quando Carlo non c'era: il bisogno di godere era diventato più importante del cibo. Aveva la mente offuscata e non riusciva a pensare ad altro. Voleva inginocchiarsi davanti a Carlo e supplicarlo di farla godere ma sapeva che non poteva prendere alcuna iniziativa: non era più lei la padrona del suo corpo. Il fatto che non vedeva la fine di questo supplizio la metteva in uno stato di angoscia.

Dopo una settimana vennero a cena a casa di Carlo John e Sarah, una coppia di suoi amici di New York. La grande sala da pranzo aveva una parete aperta su un enorme salotto. Nella parte del salotto più vicina alla sala da pranzo e visibile da questa, si trovava un tavolino. Su questo era distesa Lisa. Indossava solo autoreggenti nere con balza in pizzo particolarmente alta, scarpe nere con tacco dodici e il suo collare. Era legata al tavolo agli appositi anelli, completamente immobilizzata: le ginocchia piegate, le cosce bloccate in posizione divaricata. Quando Carlo e i suoi ospiti entrarono nella sala da pranzo dopo aver preso un aperitivo in un altra sala, John e Sarah furono subito impressionati dalla bellezza di Lisa. Sapevano che la serata avrebbe incluso del divertimento: questo faceva sempre parte dei reciproci inviti di Carlo e John, che avevano gusti simili. Tuttavia, un corpo così perfetto in un viso così elegante non lo avevano mai visto. Si avvicinarono al tavolo per osservare Lisa, che sapeva che non dovva parlare, né poteva muoversi, e che probabilmente sarebbe stata usata alla fine del pasto. La ammirarono entrambi. Sarah non resistette e le sfiorò leggermente la figa, pregustando il divertimento che sarebbe arrivato dopo. Lisa cercò di contenere il suo gemito. Capì che quella era la serata per cui aveva dovuto subire tutta quell'astinenza.
A differenza di Carlo e Lisa, John e Sarah erano una coppia. John, come Carlo, era sulla cinquantina. Tuttavia, mentre Carlo aveva un corpo asciutto e in ottima forma, John aveva un corpo pesante. Sarah aveva quarantacinque anni. Una ex bella donna che cercava di aggrapparsi agli antichi splendori con vestiti costosi e gioielli appariscenti. Anche se non era sfatta, sotto il suo elegante abito nero era nascosto un corpo non più bello, impoverito dalla pigrizia almeno tanto quanto era curato da creme di lusso.
Durante la cena, Carlo e John finirono a parlare di lavoro. La conversazione era ovviamente in inglese. Sarah, in silenzio, si godeva la vista di Lisa. La sua eccitazione traspariva dalla bocca, che aveva assunto un'espressione quasi famelica. Era una donna che non sapeva aspettare: non vedeva l'ora che la cena finisse per poter approfittare di tutta quella perfezione. Aveva lo stomaco chiuso dall'eccitazione. Quando la cameriera le servì il dolce, lei alzo la mano quasi infastidita, senza nemmeno guardarla: non faceva che guardare Lisa, con la sua bella figa paffuta, con una sottile striscia di pelo biondo perfettamente curato, aperta verso di lei.
Finita finalmente la cena, i tre si spostarono sulle poltrone attorno al tavolo sul quale si trovava distesa e legata Lisa. La cameriera servì degli alcolici. Sarah era esasperata.
"Scusate, vi dispiace se approfitto di questo splendore? Davvero non riesco ad aspettare" disse con una voce tremula, che non cercava nemmeno più di mantenere la forma, alzandosi senza nemmeno aspettare una risposta. Carlo sorrise.
Sarah si sollevò la gonna e si tolse le mutandine di pizzo nere, fradicie. Il viso di Lisa sporgeva dal tavolino, che era stato fatto a misura del suo corpo e di quella posizione. Sarah si avvicinò a quel lato del tavolino, allargò le gambe e posizionò la figa sul viso di Lisa.
"Leccami" disse con una voce rauca, quasi cattiva.
Lisa tirò fuori la lingua e iniziò a leccare la figa di Sarah.
"Più in profondità!" disse Sarah alzando la voce, spingendo la sua figa contro la bocca di Lisa e strofinandosi.
"Ho bisogno di farle male... Ho bisogno di una frusta..." disse rivolgendosi a Carlo, in tono quasi supplichevole.
Carlo sorrise. Aprì un cassetto sotto il tavolo e ne tirò fuori un bastoncino che dava scariche elettriche.
"Non voglio segni" disse Carlo dandogli il bastoncino.
Sarah lo afferrò quasi con disperazione. Non sapeva come funzionava. Aveva un'espressione quasi di dolore. Carlo glielo prese di mano, lo accese e glielo rese.
Senza nemmeno aspettare, Sarah lo usò sulle tette di Lisa, a lungo. Lisa gridò. Il suo corpo si tese con delle contrazioni di dolore.
"Non osare staccare la lingua!" disse Sarah, cieca di eccitazione.
Le scariche non si fermavano. Sarah godeva del dolore di Lisa: le violente contrazioni del suo corpo sotto le scariche che le dava le procuravano, attraverso la lingua infilata nella sua figa, delle vibrazioni profonde. Godette urlando. Ma non smise. Quelle vibrazioni erano diventate come una droga. Godette ancora. E ancora non smise.

dmnnt (at) mailbox.org
scritto il
2023-08-14
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