Valentina scopre la disciplina (Parte 4)

di
genere
dominazione

Appena entrata nella cabina di Carlo, Lisa si tolse il costume con la grazia che aveva imparato durante le fasi iniziali della sua formazione. Vide che il cazzo di Carlo, sotto gli eleganti bermuda di cotone, era durissimo, ma lei non aveva il diritto di toccarlo di sua iniziativa. Era allo stremo, non si toccava da quasi un mese perché Carlo non glielo permetteva. Non le aveva mai imposto un'astinenza così lunga. Con un certo sadismo, voleva spingerla oltre il suo limite. Lisa entrò nella doccia, lasciando la porta aperta. Doveva lavarsi davanti a lui, mentre la guardava. Era tesa talmente allo spasimo che le bastava uno sfioro per venire e, se fosse accaduto, nel loro equilibrio questo sarebbe stato un fallimento che avrebbe avuto conseguenze devastanti per il loro rapporto. Non poteva farlo, non poteva deludere Carlo e disubbidirgli: tutto sarebbe crollato se lo avesse fatto. Lavarsi la figa senza godere era diventato estremamente difficile e doloroso e Carlo era lì per godersi quel dolore, quello sforzo. Quel giorno l'eccitazione (e quindi il dolore) di Lisa fu ancora più estremo. Forse per la discussione che aveva avuto poco prima con Valentina. O forse per la presenza stessa di Valentina sulla barca. Non ne sapeva la ragione, ma mentre si insaponava delicatamente la figa facendo un sforzo sovrumano per non godere, il dolore di questo sforzo fu talmente grande che pianse, in silenzio. Le sue lacrime si mischiarono all'acqua della doccia che le calava sul viso. Sperava che Carlo non se ne fosse accorto.
Quando ebbe finito, respirò profondamente. Era riuscita a superare quella prima tappa. Sapeva che sarebbe stata difficile. Era sempre più difficile via via che passavano i giorni e le settimane. Tuttavia non si aspettava che sarebbe stato così duro. Era stata a un millimetro dal crollo. Stava male, quasi in stato di ansia. Aveva bisogno di godere, di avere il cazzo di Carlo dentro che la sbattesse violentemente. Ma non doveva fare altro che aspettare, senza avere nemmeno il conforto di una scadenza certa: tutto era lasciato al pieno arbitrio di Carlo.
Lisa sapeva che la parte più difficile sarebbe venuta adesso.
Nuda, iniziò a spogliare Carlo lentamente, con garbo ed eleganza. Lo portò sotto la doccia e iniziò a insaponarlo. Il cazzo durissimo di lui le sbatteva contro la pancia piatta e tesa: fra l'ombelico e il pube perfettamente rasato in modo da lasciare solo una sottile striscia di rada peluria bionda. Si inginocchiò per lavargli i piedi, i polpacci, le gambe, e poi su verso lo scroto, l'ano, il cazzo, la parte più difficile. Continuò lentamente a insaponargli il corpo asciutto e forte, con quel cazzo insaponato e durissimo che le scivolava addosso. La sua eccitazione era allo spasimo. Involontariamente, come per un riflesso automatico, la mano insaponata ritornò sul cazzo di lui e lo accarezzò. Lui la guardò rigido: lei sapeva che non poteva prendere alcuna iniziativa.
"Mi perdoni!" disse lei come riprendendosi da uno stato di trans "Mi perdoni, la prego. E' stato un riflesso, non lo ho fatto apposta"
Curvando la schiena spontaneamente per la costrizione, lei continuò a insaponarlo in silenzio, passando alla schiena e ai glutei: la parte più difficile perché per farlo doveva schiacciare il suo corpo contro quello di lui, e quindi contro il suo cazzo: non le era permesso andare dietro di lui. Le palle di lui le sfiorarono la figa. Emise un gemito quasi animale:
"Aaahhhh"
"Non venire" gli disse Carlo.
Lei si staccò violentemente dal corpo di lui: "Credo... credo di star venendo..." pianse forte, a singhiozzi "non so come impedirlo, la prego..."
Lui e prese il viso con entrambe le braccia, rivolgendolo verso di sé. La guardò dritto negli occhi, in profondità.
"Non venire" le ripetè.
Lisa smise di singhiozzare. Il fatto che lui le avesse preso il viso fra le mani le dette la forza di resistere ancora.
"No Signore, non vengo" rispose.
Riuscì a riprendersi. Stava ancora male. La figa era in uno spasimo continuo. Grondava. Soffrendo come non le era mai accaduto prima, schiacciò di nuovo il suo corpo contro quello di Carlo per finire di insaponargli la schiena e i glutei. Pianse di nuovo per il dolore.
Quando ebbe finito, asciugò prima il suo corpo e poi quello di Carlo, delicatamente, con un asciugamano bianco pulito. Dopodiché si mise velocemente in posizione: in ginocchio per terra con le spalle allo specchio della parete, gambe leggermente divaricate, braccia dietro la schiena, viso leggermente reclinato, bocca leggermente aperta, schiena inarcata allo spasimo. Carlo prese la spazzola, le si mise davanti, infilò il suo cazzo nella bocca di Lisa mentre si pettinava, e vi si svuotò dentro. Quando ebbe finito di urinare, Lisa spinse la sua testa contro il cazzo di Carlo, per portarselo in gola senza emettere alcun gemito, come le era stato insegnato durante la sua formazione, e continuò così, su e giù, fino a quando Carlo non le sborrò in gola.

dmnnt (at) mailbox.org
scritto il
2023-08-10
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