Valentina scopre la disciplina (Parte 1: Prologo)
di
Dominante
genere
dominazione
Valentina odiava i cocktails che sua madre dava regolarmente nella sua villa in Sardegna: sempre le stesse persone che cercavano di mettersi in mostra e che non avevano nulla da dire e da dirsi. Quella sera tuttavia ci sarebbe stato un ospite nuovo: Carlo. Lo avrebbe portato Lisa, una nuova amica di sua madre che aveva un'età intermedia fra quella di Valentina (ventun anni) e quella di sua madre (cinquantasei). Più precisamente, quando la madre di Valentina era venuta a sapere che Lisa (che non vedeva da diversi mesi) si trovava in zona, ospite nel panfilo di un noto investitore finanziario (Carlo), era arrivata a supplicarla di portarlo. Carlo era noto per evitare i raduni mondani, e il fatto che avesse accettato di venire al suo cocktail era una cosa che la madre di Valentina non riusciva a spiegarsi ma che la inorgogliva al di là di ogni immaginazione.
Quando la madre di Valentina vide Lisa e Carlo salire gli scalini che portavano alla terrazza dove aveva luogo il ricevimento, vi si precipitò incontro, con un sorriso a trentasei denti e occhi solo per Carlo. Contrariamente all'etichetta, salutò prima lui che Lisa; e lo fece con un tono reverenziale eccessivo al quale tuttavia Carlo, per non metterla a disagio, rispose con garbata e granitica gentilezza, ringraziandola per l'invito e apprezzando la bella vista sul mare.
Quando la madre di Valentina si rivolse a Lisa per abbracciarla, si fermò: per un attimo, la superficiale patina di allegra e formale socialità lasciò il posto a genuino stupore. Smise di sorridere. Lisa si era trasformata: da trentacinquenne sovrappeso e un po' sciatta era diventata una giovane donna con un corpo che avrebbe fatto invidia a una fotomodella ventenne. Aveva sviluppato un portamento che esprimeva agio: i movimenti impacciati che aveva quando l'aveva conosciuta erano spariti. Ed era di un'eleganza mai vista: semplice e raffinata. Unico dettaglio fuori posto era un nastro di raso nero attorno al collo, dove evidentemente, data l'eleganza di tutto il resto, avrebbe dovuto esserci una collana di perle, o un pendente.
"Wow!... cosa ti è successo? Sei... un'altra persona..." disse cercando di contenere lo sbigottimento e di sopprimere l'invidia.
Lisa rise, evitando la risposta con una battuta perfetta: ironica e allo stesso tempo chiara nel segnalare che non voleva rispondere.
Attorno a Carlo e Lisa si formò subito una piccola folla di ospiti: alcuni affascinati dalla stupefacente bellezza di lei, che sembrava non avere difetti, altri attirati dalla fama di lui e, specialmente le donne, dal suo carisma. Carlo era un cinquantenne atletico, con un corpo forte e asciutto, capelli brizzolati e lo sguardo diretto e penetrante. Parlava poco, e con un tono della voce di chi non ha mai bisogno di alzarla per farsi ascoltare.
Valentina, che osservava Carlo in disparte, lo vedeva svettare come una torre fra tutte quelle persone piccole e insignificanti. Il suo fisico asciutto e forte; la sua postura che trasmetteva agio e sicurezza; il suo sguardo diretto; la sua semplice e casuale eleganza erano qualità rare da trovarsi singolarmente a quel livello, e non le era mai capitato di trovarle tutte insieme nella stessa persona.
Un uomo della stessa età di Carlo, molto sovrappeso e con un tono della voce arrogante, gli fece una domanda provocatoria. Mentre gliela faceva, muoveva molto il suo grosso corpo, al punto che fece cadere del gin dal bicchiere che teneva in mano sui suoi vestiti sgualciti. Carlo lo guardò in silenzio per qualche istante, come per valutare se rispondere o meno. Poi rispose senza modificare il tono sicuro della sua voce, ma dando all'uomo una risposta strutturata che annientava tutti i presupposti che l'uomo aveva dato per scontati, e che lo faceva solo sulla base dell'argomentazione logica. Questo rese il suo argomento inattaccabile. Alla fine della risposta, l'uomo era disorientato: balbettò qualcosa e cercò di fare una battuta.
Valentina era forse l'unica fra i presenti a intuire la struttura del pensiero di Carlo, nascosta come la base di un iceberg sotto le sue poche parole. Ne era sbalordita. All'università, dove studiava fisica, aveva sentito menzionare il concetto di paradigma: la prospettiva da cui si vedono tutte le cose, che nella quasi totalità dei casi è data per scontata e mai messa in discussione, ma dalla cui crisi dipende il progresso scientifico. Carlo non solo vedeva l'etica e l'economia da una prospettiva radicalmente diversa, politicamente scorretta al punto da sembrare eretica, ma il ricorrere alla pura logica nell'argomentazione dava ai suoi pensieri una valenza scientifica non diversa da quella delle leggi che studiava sui suoi libri di fisica. Lisa si rendeva conto che le persone che gli si accalcavano attorno, che lo invidiavano in partenza per la sua notorietà e ricchezza, si sentivano offese dai suoi argomenti logici ma non ne avevano altri: avevano solo opinioni arbitrarie e, in quanto tali, insignificanti. Cercavano di confortarsi a vicenda nel fatto che loro erano la maggioranza e lui era solo uno. Tuttavia sapevano che nessuna maggioranza può battere un argomento logicamente coerente. Per questo esse erano messe a disagio da Carlo.
Mentre lo guardava come incantata, Valentina si accorse che la figa le aveva bagnato le mutandine. Inizialmente pensò che l'eccitazione sarebbe passata subito, ma gli umori della sua vagina uscivano sempre più abbondanti, fino a che una goccia iniziò a colarle all'interno della coscia. Quasi spaventata, Valentina corse in camera sua per cambiarsele. Dopo averle cambiate ed essersi asciugata, fece per uscire dalla camera ma esitò. Vi si richiuse dentro. Infilò la mano sotto le mutandine appena messe e già bagnate anche quelle e, in preda a un'eccitazione che non ricordava di aver mai avuto così forte, si sdraiò sul letto e iniziò a toccarsi in modo quasi violento.
Carlo e Lisa sarebbero ripartiti per Milano il giorno dopo. La traversata fino al porto di Genova sarebbe durata due o tre giorni perché si sarebbero fermati in Corsica. La madre di Valentina, in estasi alla sola idea del prestigio sociale che avrebbe avuto se avesse potuto raccontare che la figlia avrebbe passato qualche giorno come ospite nel panfilo di Carlo, chiese a quest'ultimo se non sarebbe stato troppo disturbo dare un passaggio alla figlia, che doveva essere a Milano nei prossimi giorni: "in barca con voi si divertirebbe sicuramente molto di più che in tragetto", tentò di giustificarsi con una battuta.
L'espressione del viso di Lisa si contrasse leggermente e guardò Carlo con preoccupazione, quasi sentendosi in colpa.
Carlo esitò un attimo, poi rispose. "Certamente" disse, senza aver mai visto Valentina, che era ancora chiusa in camera sua e che era ignara dell'iniziativa di sua madre "saremo felici di averla con noi".
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Quando la madre di Valentina vide Lisa e Carlo salire gli scalini che portavano alla terrazza dove aveva luogo il ricevimento, vi si precipitò incontro, con un sorriso a trentasei denti e occhi solo per Carlo. Contrariamente all'etichetta, salutò prima lui che Lisa; e lo fece con un tono reverenziale eccessivo al quale tuttavia Carlo, per non metterla a disagio, rispose con garbata e granitica gentilezza, ringraziandola per l'invito e apprezzando la bella vista sul mare.
Quando la madre di Valentina si rivolse a Lisa per abbracciarla, si fermò: per un attimo, la superficiale patina di allegra e formale socialità lasciò il posto a genuino stupore. Smise di sorridere. Lisa si era trasformata: da trentacinquenne sovrappeso e un po' sciatta era diventata una giovane donna con un corpo che avrebbe fatto invidia a una fotomodella ventenne. Aveva sviluppato un portamento che esprimeva agio: i movimenti impacciati che aveva quando l'aveva conosciuta erano spariti. Ed era di un'eleganza mai vista: semplice e raffinata. Unico dettaglio fuori posto era un nastro di raso nero attorno al collo, dove evidentemente, data l'eleganza di tutto il resto, avrebbe dovuto esserci una collana di perle, o un pendente.
"Wow!... cosa ti è successo? Sei... un'altra persona..." disse cercando di contenere lo sbigottimento e di sopprimere l'invidia.
Lisa rise, evitando la risposta con una battuta perfetta: ironica e allo stesso tempo chiara nel segnalare che non voleva rispondere.
Attorno a Carlo e Lisa si formò subito una piccola folla di ospiti: alcuni affascinati dalla stupefacente bellezza di lei, che sembrava non avere difetti, altri attirati dalla fama di lui e, specialmente le donne, dal suo carisma. Carlo era un cinquantenne atletico, con un corpo forte e asciutto, capelli brizzolati e lo sguardo diretto e penetrante. Parlava poco, e con un tono della voce di chi non ha mai bisogno di alzarla per farsi ascoltare.
Valentina, che osservava Carlo in disparte, lo vedeva svettare come una torre fra tutte quelle persone piccole e insignificanti. Il suo fisico asciutto e forte; la sua postura che trasmetteva agio e sicurezza; il suo sguardo diretto; la sua semplice e casuale eleganza erano qualità rare da trovarsi singolarmente a quel livello, e non le era mai capitato di trovarle tutte insieme nella stessa persona.
Un uomo della stessa età di Carlo, molto sovrappeso e con un tono della voce arrogante, gli fece una domanda provocatoria. Mentre gliela faceva, muoveva molto il suo grosso corpo, al punto che fece cadere del gin dal bicchiere che teneva in mano sui suoi vestiti sgualciti. Carlo lo guardò in silenzio per qualche istante, come per valutare se rispondere o meno. Poi rispose senza modificare il tono sicuro della sua voce, ma dando all'uomo una risposta strutturata che annientava tutti i presupposti che l'uomo aveva dato per scontati, e che lo faceva solo sulla base dell'argomentazione logica. Questo rese il suo argomento inattaccabile. Alla fine della risposta, l'uomo era disorientato: balbettò qualcosa e cercò di fare una battuta.
Valentina era forse l'unica fra i presenti a intuire la struttura del pensiero di Carlo, nascosta come la base di un iceberg sotto le sue poche parole. Ne era sbalordita. All'università, dove studiava fisica, aveva sentito menzionare il concetto di paradigma: la prospettiva da cui si vedono tutte le cose, che nella quasi totalità dei casi è data per scontata e mai messa in discussione, ma dalla cui crisi dipende il progresso scientifico. Carlo non solo vedeva l'etica e l'economia da una prospettiva radicalmente diversa, politicamente scorretta al punto da sembrare eretica, ma il ricorrere alla pura logica nell'argomentazione dava ai suoi pensieri una valenza scientifica non diversa da quella delle leggi che studiava sui suoi libri di fisica. Lisa si rendeva conto che le persone che gli si accalcavano attorno, che lo invidiavano in partenza per la sua notorietà e ricchezza, si sentivano offese dai suoi argomenti logici ma non ne avevano altri: avevano solo opinioni arbitrarie e, in quanto tali, insignificanti. Cercavano di confortarsi a vicenda nel fatto che loro erano la maggioranza e lui era solo uno. Tuttavia sapevano che nessuna maggioranza può battere un argomento logicamente coerente. Per questo esse erano messe a disagio da Carlo.
Mentre lo guardava come incantata, Valentina si accorse che la figa le aveva bagnato le mutandine. Inizialmente pensò che l'eccitazione sarebbe passata subito, ma gli umori della sua vagina uscivano sempre più abbondanti, fino a che una goccia iniziò a colarle all'interno della coscia. Quasi spaventata, Valentina corse in camera sua per cambiarsele. Dopo averle cambiate ed essersi asciugata, fece per uscire dalla camera ma esitò. Vi si richiuse dentro. Infilò la mano sotto le mutandine appena messe e già bagnate anche quelle e, in preda a un'eccitazione che non ricordava di aver mai avuto così forte, si sdraiò sul letto e iniziò a toccarsi in modo quasi violento.
Carlo e Lisa sarebbero ripartiti per Milano il giorno dopo. La traversata fino al porto di Genova sarebbe durata due o tre giorni perché si sarebbero fermati in Corsica. La madre di Valentina, in estasi alla sola idea del prestigio sociale che avrebbe avuto se avesse potuto raccontare che la figlia avrebbe passato qualche giorno come ospite nel panfilo di Carlo, chiese a quest'ultimo se non sarebbe stato troppo disturbo dare un passaggio alla figlia, che doveva essere a Milano nei prossimi giorni: "in barca con voi si divertirebbe sicuramente molto di più che in tragetto", tentò di giustificarsi con una battuta.
L'espressione del viso di Lisa si contrasse leggermente e guardò Carlo con preoccupazione, quasi sentendosi in colpa.
Carlo esitò un attimo, poi rispose. "Certamente" disse, senza aver mai visto Valentina, che era ancora chiusa in camera sua e che era ignara dell'iniziativa di sua madre "saremo felici di averla con noi".
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