Ritornato a vivere nella casa della mia infanzia con mamma - Capitolo 2
di
dottcarlomar
genere
incesti
Per molti fine settimana continuai così, mamma seduta nella doccia a lavarsi ed io seduto poco distante a masturbarmi furiosamente guardandola, ma questa mia perversione ormai non faceva che crescere. Vedere come si lavava la vagina, aprendosela con una mano e pulendosela con l’altra, mi fece sognare di vedere quella stessa mano scivolare sempre più nell’interno di quella voragine rosea, non sapendo però come poter farglielo fare. Una mattina in studio mi venne l’idea parlando con una paziente dei suoi problemi di salute, avrei dovuto chiedere alla badante di far attenzione quando si lavava, spiegandole che spesso, mamma, non si lava con attenzione e certi odori non vanno via del tutto, facendola restare sporca. Appena ebbi una pausa dalle visite mattutine presi il telefono e chiamai casa, la badante rispose e le spiegai per bene la situazione sperando che spingesse mamma a lavarsi meglio, più a fondo, ma solo al sabato successivo avrei potuto sapere se il mio perverso piano potesse funzionare davvero.
Nervoso, agitato, anche mia madre quel sabato si accorse della mia agitazione, per fortuna trovai una scusa, attesi il momento della doccia, come al solito dovevo aspettare che mamma si spogliasse e che indossasse l’accappatoio restando fuori dalla sua stanza, per poi accompagnarla in bagno, aprirle l’acqua alla giusta temperatura, farla entrare nella doccia, che ormai conosceva a memoria, prendere l’accappatoio e far finta di uscire dal bagno, intanto lei si girava e si sedeva all’interno chiudendo lo scorrevole. A quel punto cercando di non fare alcun rumore andavo a sedermi, toglievo le mutande, e iniziavo a… gustarmi lo spettacolo, mamma come sempre iniziava ad insaponarsi i grossi seni, ogni volta mi meravigliavo di come pur esseno penduli, tanato da arrivarle sopra l’ombelico, fossero ancora così gonfi e larghi, la pelle così bianca che sotto si potevano vedere le vene, le sue aureole sono molto larghe e chiare quasi non si vedono, forse per la dilatazione della pelle stessa, se li strofinava con cura e con forza, uno per uno, spostandoli a destra e poi a sinistra, alzandoli con una mano usando l’atra per lavarli nella loro completezza, poi come sempre li massaggiava, si massaggiava i capezzoli con i palmi delle mani che come sempre si indurivano e si arrossavano, passando da un rosa pallido ad un rosso porpora, capezzoli larghi e rotondi, una volta duri svettavano di qualche centimetro tra le dita, mamma non mancava neppure di stuzzicarli un po’, strizzandoli e tirandoli, prima di passare a lavarsi il pancione. Le sue mani, non più giovani, percorrono la pancia in tutta la sua rotondità da fianco a fianco, insaponandola per bene, sollevando l’estremità inferiore dare una prima insaponata anche al pube, poi finalmente una volta sciacquata la pancia ecco che le mani iniziano ad insinuarsi tra le cosce, divarica le ginocchia e con entrambe le mani inizia a lavarsi la vagina, i peli si riempirono subito di sapone. Con gesti lenti mamma si massaggiava le grandi labbra insaponandole per bene, dalle grandi labbra all’inguine con movimenti rotatori, poi da basso verso l’alto, ed ecco alcune dita iniziavano a percorre la fessura, era arrivato il momento di vedere se il piano aveva funzionato, mamma con una mano si teneva aperta la vagina mentre l’altra iniziava a lavare la parte esterna tra le grandi labbra, poi piegandosi leggermente in avanti la mano si infilò più a fondo con movimenti circolatori mamma si puliva l’interno della vagina, no… sul più bello la mano si sfilò, pensai fosse già finito, invece mamma si rinsaponò la mano e piegandosi ancora più in avanti infilò la mano proprio dentro la vagina cominciando a ravanare quella voragine con foga cercando di raggiungere profondità mai esplorate, ormai della mano vedevo solo il pollice, le altre quattro dita mulinavano vorticosamente dentro di lei e la cosa era evidente anche guardandola in volto, il colore paonazzo delle guance e del collo, la bocca aperta e il respiro affannoso, era evidente che nel cercare la perfetta pulizia vaginale si stesse procurando del piacere. Con occhi sgranati guardavo trattenendo grugniti animaleschi e masturbandomi furiosamente con il corpo tutto sudato, come avrei voluto che quella mano fosse stata la mai, come avrei voluto essere io quella mano in quei momenti. Passarono parecchi minuti prima che mamma decidesse di essersi lavata per bene la vagina, a fondo, per non lasciare quegli odori che gli era stato detto io avvertivo. Prima di piegarsi per lavarsi i piedi si fermò, si appoggio al muro della doccia e senza fare nulla cercando di ritrovare un respiro regolare rimase sotto il getto della doccia, feci giusto in tempo per intravvedere la clitoride, arrossata ed ingrossata, nel momento in cui si piegò in avanti e le grandi labbra si aprirono schiacciandosi sulla seduta, per esplodere fiotti e fiotti di sperma, i fazzolettini questa volta non sarebbero bastati per ripulire tutto, peccato solo che lo scorrevole della doccia fosse chiuso e il getto non poté raggiungerla. Davvero sfinito e sudato, rischiando anche di scivolare, mi alzai, mi avvia verso la porta e li attesi di essere chiamato per riaccompagnare mamma in camera.
Anche la doccia della domenica fu altrettanto emozionate, e per ricompensare tanto sforzo, una volta lavata e cambiata per la notte, durante la cena, le dissi che aveva un buon profumo quella sera, lei sorrise e ringraziò, io la guardai col ghigno.
Nervoso, agitato, anche mia madre quel sabato si accorse della mia agitazione, per fortuna trovai una scusa, attesi il momento della doccia, come al solito dovevo aspettare che mamma si spogliasse e che indossasse l’accappatoio restando fuori dalla sua stanza, per poi accompagnarla in bagno, aprirle l’acqua alla giusta temperatura, farla entrare nella doccia, che ormai conosceva a memoria, prendere l’accappatoio e far finta di uscire dal bagno, intanto lei si girava e si sedeva all’interno chiudendo lo scorrevole. A quel punto cercando di non fare alcun rumore andavo a sedermi, toglievo le mutande, e iniziavo a… gustarmi lo spettacolo, mamma come sempre iniziava ad insaponarsi i grossi seni, ogni volta mi meravigliavo di come pur esseno penduli, tanato da arrivarle sopra l’ombelico, fossero ancora così gonfi e larghi, la pelle così bianca che sotto si potevano vedere le vene, le sue aureole sono molto larghe e chiare quasi non si vedono, forse per la dilatazione della pelle stessa, se li strofinava con cura e con forza, uno per uno, spostandoli a destra e poi a sinistra, alzandoli con una mano usando l’atra per lavarli nella loro completezza, poi come sempre li massaggiava, si massaggiava i capezzoli con i palmi delle mani che come sempre si indurivano e si arrossavano, passando da un rosa pallido ad un rosso porpora, capezzoli larghi e rotondi, una volta duri svettavano di qualche centimetro tra le dita, mamma non mancava neppure di stuzzicarli un po’, strizzandoli e tirandoli, prima di passare a lavarsi il pancione. Le sue mani, non più giovani, percorrono la pancia in tutta la sua rotondità da fianco a fianco, insaponandola per bene, sollevando l’estremità inferiore dare una prima insaponata anche al pube, poi finalmente una volta sciacquata la pancia ecco che le mani iniziano ad insinuarsi tra le cosce, divarica le ginocchia e con entrambe le mani inizia a lavarsi la vagina, i peli si riempirono subito di sapone. Con gesti lenti mamma si massaggiava le grandi labbra insaponandole per bene, dalle grandi labbra all’inguine con movimenti rotatori, poi da basso verso l’alto, ed ecco alcune dita iniziavano a percorre la fessura, era arrivato il momento di vedere se il piano aveva funzionato, mamma con una mano si teneva aperta la vagina mentre l’altra iniziava a lavare la parte esterna tra le grandi labbra, poi piegandosi leggermente in avanti la mano si infilò più a fondo con movimenti circolatori mamma si puliva l’interno della vagina, no… sul più bello la mano si sfilò, pensai fosse già finito, invece mamma si rinsaponò la mano e piegandosi ancora più in avanti infilò la mano proprio dentro la vagina cominciando a ravanare quella voragine con foga cercando di raggiungere profondità mai esplorate, ormai della mano vedevo solo il pollice, le altre quattro dita mulinavano vorticosamente dentro di lei e la cosa era evidente anche guardandola in volto, il colore paonazzo delle guance e del collo, la bocca aperta e il respiro affannoso, era evidente che nel cercare la perfetta pulizia vaginale si stesse procurando del piacere. Con occhi sgranati guardavo trattenendo grugniti animaleschi e masturbandomi furiosamente con il corpo tutto sudato, come avrei voluto che quella mano fosse stata la mai, come avrei voluto essere io quella mano in quei momenti. Passarono parecchi minuti prima che mamma decidesse di essersi lavata per bene la vagina, a fondo, per non lasciare quegli odori che gli era stato detto io avvertivo. Prima di piegarsi per lavarsi i piedi si fermò, si appoggio al muro della doccia e senza fare nulla cercando di ritrovare un respiro regolare rimase sotto il getto della doccia, feci giusto in tempo per intravvedere la clitoride, arrossata ed ingrossata, nel momento in cui si piegò in avanti e le grandi labbra si aprirono schiacciandosi sulla seduta, per esplodere fiotti e fiotti di sperma, i fazzolettini questa volta non sarebbero bastati per ripulire tutto, peccato solo che lo scorrevole della doccia fosse chiuso e il getto non poté raggiungerla. Davvero sfinito e sudato, rischiando anche di scivolare, mi alzai, mi avvia verso la porta e li attesi di essere chiamato per riaccompagnare mamma in camera.
Anche la doccia della domenica fu altrettanto emozionate, e per ricompensare tanto sforzo, una volta lavata e cambiata per la notte, durante la cena, le dissi che aveva un buon profumo quella sera, lei sorrise e ringraziò, io la guardai col ghigno.
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