Alpini

di
genere
gay

Anni fa, servizio militare in montagna, un sabato pomeriggio in libera uscita, inutile cercare di tornare fino in pianura dalle famiglie e fidanzate, propongo a Paolo, con cui avevo passato un turno di guardia la notte prima, di fare un salto nell'alloggino che avevo a pochi chilometri dalla caserma, tanto per bere qualcosa e guardare un po' di TV sul divano.
Arriviamo e invece della Coca-cola ci facciamo due super-alcolici, invece del solito programma televisivo Paolo propone di mettere su una cassetta porno che girava in caserma. Con mio stupore noto che ci sono anche rapporti bisex e dopo la prima curiosità mi scopro a pensare a Paolo ed io che lo facciamo. Gli chiedo del famoso incidente in campagna che gli aveva lasciato una cicatrice e lui la mostra, tira su la maglietta ed abbassa un po' i pantaloni della tuta da ginnastica che indossa, la cicatrice risalta sulla pelle glabra. A questo punto la svolta, dopo un po' di indecisione reciproca dico "che cicatrice" ed appoggio la mano, senza guardarlo in faccia (lui penso abbia avuto qualche esperienza, io finora etero, avevo solo provato qualche dildo) lo accarezzo e noto, attraverso la tuta e i boxer, un significativo rigonfiamento "è superdotato e di brutto" penso, nasce in me una voglia intensa, pulsante, di vedere il suo pisello, di prenderglielo in bocca e nel culo, ma capisco dal suo sguardo sognante (ora lo sto guardando negli occhi, dal basso) che desidera essere preso. Guido la sua mano sul mio membro, non lunghissimo, ma molto consistente in diametro, me lo tira fuori ed inizia a leccarmelo.
In un attimo ci troviamo a fare un 69, è a tratti emozionante, a tratti ripugnante, poi la voglia ha il sopravvento. Dopo qualche minuto mi ritrovo sopra di lui, sono emozionato anche perché ho sempre avuto ragazze tradizionaliste per cui in assoluto è la prima volta che possiedo analmente. Cerco di entrare con la massima dolcezza ed ho un po' di ripensamento. Dovete capire che all'epoca l'AIDS non era ancora conosciuto e il preservativo era una misura igienica, ma non veniva considerato essenziale. Ignoranza o circostanze, sta di fatto che inserii il mio cazzo nel corpo di Paolo. La sensazione iniziale fu di freddo, a differenza della vagina, ma dopo pochi istanti fu come se i nostri corpi si fondessero. Era poi meraviglioso la sensazione di strettezza ed avvolgimanto. Mi resi anche conto, data l'estrema pulizia del mio cazzo che potevo constatare estraendolo dal buco fremente di Paolo e reinserendolo, che la troietta si era probabilmente preparata e pulita in anticipo e che ero cascato nel suo gioco. Beh, sta di fatto che era un gioco che mi piaceva. Però la mia voglia era a 360 gradi. Paolo era sempre alla pecorina, iniziai a toccargli il cazzo ed in effetti si trattava di qualcosa di eccezionale come lunghezza e larghezza dopo aver faticato a prenderlo in bocca ci voleva molta forza di volontà per pensare di farsi penetrare da un membro del genere. Bisogna capire che Paolo era alto circa 170, snello, bello liscio, e dal suo corpo usciva un cazzo di circa 20 cm (quindi superdotato, ma non enormemente), ma la cosa impressionante erano il diametro del suo fusto e del glande, non un uccello lungo e stretto in punta come tante trans che ho conosciuto, ma un uccello italiano DOC con un glande magnificamente grande, tale da far venire i brividi. Sul punto di esplodere, lo feci girare e gli praticai un pompino; tenendolo sempre a pancia in su, mi accomodai sopra di lui ed iniziai lentamente ad impalarmi, a smorzacandela. Per fortuna la cosa lo eccitava molto, per cui la durezza dell’uccello di Paolo, la mia precedente consuetudine con i dildo e la mia voglia resero questa prima penetrazione da parte di un uccello vero e gigante un’esperienza indimenticabile, ma per il piacere, non il dolore. A questo punto accadde la cosa che non mi aspettavo, iniziammo a limonarci, e lui esplose dentro di me mentre io finivo parte sulla sua faccia e parte in bocca. Dopo una pausa veramente breve ricominciammo, finalmente fu il mio turno per avere un orgasmo dentro il suo corpo, la sensazione, rispetto all’orgasmo nella vagina, era completamente diversa, un orgasmo molto più lungo! Le ore passavano, rientrammo in caserma ed ovviamente l’unico pensiero era di tenere la cosa nascosta a tutti. Nei mesi seguenti, tutte le volte che c’era un congedo breve, ne approfittavamo per fare sesso, finché una volta raccontammo una balla a famiglie e fidanzate e passammo un interno weekend a scoparci. Finito il militare capimmo che era il momento di decidere "da che sponda stare" sinceramente non ho più sentito Paolo, ma credo che si sia diretto verso la china gay, io mi sarei successivamente astenuto da prestazioni particolari, a parte qualche incontro con trans tutto sommato deludente.
scritto il
2009-10-14
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