Presa sul cofano

di
genere
esibizionismo

Dopo la prima volta io e mio fratello abbiamo scopato innumerevoli altre volte. Anzi, con lui mi sento serena e libera e con lui è venuto fuori tutto il mio lato peggiore. O migliore, dipende.
Certo, non è facile perché è il nostro segreto e possiamo farlo solo quando i nostri genitori non ci sono, ma ogni occasione è buona. È per questo che abbiamo iniziato a uscire insieme e lui mi porta spesso con sé. I nostri genitori non sanno del nostro rapporto, ma sono molto contenti di vederci uniti e solidali l'un con l'altra e sono molto più tranquillo quando usciamo insieme che quando esco con un altro.
Resta che Matteo ha il cazzo migliore di questa terra. E se la prima volta è successa per caso, la seconda volta ci ha fatto capire, a me quanto a lui, che sono sua e può far di me quello che vuole.
È successo il venerdì successivo a quando mi ha posseduta. In realtà già nei giorni successivi ci dimostrammo più uniti e interessati, ma quello strano senso di aver fatto qualcosa di sbagliato ci teneva lontano. O meglio, il nostro pudore, la nostra morale ci impediva di ripetere l’episodio.
“Stasera esco con gli altri. Ti va di venire con noi?”
Il messaggio mi arrivo mentre ero ancora in università e mi lasciò piacevolmente sorpresa. Non aveva mai avuto piacere a portarmi con sé, io ero la sorella piccola, la palla piede, la noiosa.
“Certo!”
Non mi venne da dirgli altro. D'altronde era già un evento così!
“Non sarà una serata speciale, andremo a berci una birra all'Inn e poco più.”
“Non c’è problema, andiamo dove vuoi tu.”
“Bene, ci vediamo dopo a casa.”
Non sarei stata così in fibrillazione nemmeno si mi avessero chiesto di sposarmi! Ero eccitatissima e non riuscivo a smettere di ridere. Erano sempre state cosi rare le volte che eravamo usciti insieme e avevo sempre dovuto pregarlo. Per me era un gran giorno!
A pranzo sono quasi sempre da sola, i miei lavorano e Teo torna nel pomeriggio molto spesso. Non mangiai neanche da quanto ero su di giri. Ero talmente eccitata che, quando sono arrivata a casa, le mie mutande erano umide.
Mi buttai sul divano e, senza spogliarmi, infilai una mano sotto le mutande, iniziando a toccarmi. La reazione fu immediata e il piacere mi invase. Ma non volevo venire subito, me la presi con molta calma… ma ora basta parlare della mia masturbazione e veniamo alla serata.

“Allora sei pronta?”
Sono passate le nove, mio fratello mi parla da dietro la porta, io sto finendo di prepararmi. Sì, ho chiuso la porta. Da quando abbiamo scopato ho smesso di farlo, sperando che cogliesse l’invito a entrare in camera mia a possedermi ancora. Con mio dispiacere non è successo. Ancora.
“Dammi un attimo ti prego.”
Lo so, sono in ritardo, ma questa sera voglio che mio fratello sia fiero di me, voglio che mi sbrani prima con gli occhi e poi mi sventri senza pietà. Sì, ho voglia di cazzo, ho voglia del suo cazzo e voglia che mi prenda. Voglio ripetere l'esperienza sconvolgente che abbiamo avuto sul divano.
“D'accordo, ma muoviti.”
“Arrivo arrivo!”
Finisco di truccarmi e mi guardo allo specchio. Ho indossato il tubino nero che mi piace tanto, quello che mi arriva a metà coscia, forse un po’ meno, e le braccia sono di tessuto trasparente, mentre la schiena è scoperta fino alle reni. Di solito con questo vestito metto i collant per un motivo preciso: se mi piego o mi siedo si alza e con le autoreggenti si vedrebbe l'orlo. E l'idea di aver sempre tutti i maschi addosso non mi piace. Non stasera però. Stasera voglio farlo venire duro a tutti. Stasera voglio che vadano da mio Teo e gli dicano: “Però, che figa tua sorella!”
Al solo pensiero mi eccito e sento il mio sesso reagire. Devo stare calma o finisce che lascio la scia come una lumachina…
Ai piedi stivaletti alti alla caviglia con un po’ di tacco e un giacchetto leggero a coprire le spalle. Un po’ di trucco che esalti i tratti del mio viso ed eccomi pronta. Ah no, manca l'ultimo dettaglio: le mutande. Vorrei non metterle, ma eccitata come sono ho paura di fare un guaio e poi… poi mi vergogno. Le metto? Non le metto? Ci penso un attimo, ma alla fine decido di tenerle. Magari le tolgo durante la serata.
“Allora?”
Mio fratello bussa alla porta. È tardissimo.
“Eccomi!”
Metto una cintura di pelle morbida in vita. Apro e mi mostro. Lui resta di sasso.
“Cazzo sister…”
Mi atteggio un po’, lo voglio. Ho perso la testa per come mi ha scopata.
“Non vado bene?”
“Beh, è una birra tra amici, non una serata di gala…”
Mi fingo triste e faccio due passi in camera. Entra cazzo, che in sala ci sono i vecchi, penso.
“Non vado bene? Allora mi cambio. A mettere jeans e maglietta…”
Faccio per togliermi il tubino, ma lui mi ferma.
“No che fai? Resta così, sei meravigliosa!”
Mi ha seguita in camera, questo mi concede un attimo di libertà lontano da occhi indiscreti. La mia passera diventa un fiume al solo pensiero di farmi strappare le mutande e farmi sbattere contro il muro così, senza pietà. Sì, ho fatto bene a metterle.
Mi avvicino a Te e gli butto le braccia al collo, avendo cura di fargli sentire i seni contro il suo petto.
“Non voglio metterti in imbarazzo. Voglio solo che tu sia fiero di avermi con te.”
“Dovrò tenerti d’occhio tutto il tempo.”
Perché mi eccita così tanto? Mi sento un fiume in piena!
“Vuoi dire che ti piaccio?”
“Molto.”
Scivolo con la lingua sulle sue labbra, voglio che anche lui sia eccitato tanto quanto me.
I vecchi sono impegnati alla televisione e non ci guardano nemmeno quando li salutiamo e usciamo. Tanto meglio, meno imbarazzanti bugie da raccontare.
La serata va alla grande, tutti gli occhi sono per me e Teo è sempre lì a guardare cosa faccio. Più volte lo scopro a guardarmi le gambe e io ne esco sempre più eccitata. Potrei avere un orgasmo solo a sfiorarmi. Le attenzioni sono tutte per me, gli amici di mio fratello non risparmiano complimenti e Teo mi tiene vicina, fa in modo che non sia mai più lontana di un metro.
La mia voglia di essere guardata è soddisfatta in pieno, ma mi viene voglia di far di più, di mostrarmi di più, ma non c’è modo di farlo senza spogliarmi davanti a tutti.
Vorrei che mio fratello mi rovesciasse sul tavolo e mi scopasse davanti a tutti, invece mi tocca star zitta e buona. Per me è una tortura.
È passata l'una di notte quando decidiamo di alzarci, ma ci vuole ancora mezz'ora prima che siano conclusi tutti i saluti. Mio fratello la prende per le lunghe, uno dopo l'altro i nostri amici vanno via. Restiamo solo noi due. Io non dico nulla e mi incammino per andare all'auto.
“Hai finito?”
Non capisco cosa voglia intendere.
“Di far cosa?”
“L'hai fatto venire duro a tutti. Se non ci fossi stato io a tenerli buoni ti avrebbero scopato a turno.”
Matteo non mi ha mai parlato così duramente, non riesco a capire se mi piaccia o no.
“E tu?”
“Io cosa?”
Mi avvicino a lui e faccio un po’ la gatta morta.
“Tu mi avresti scopata insieme agli altri?”
Ho troppa voglia, sono un lago e ho perso il controllo.
“Ti piacerebbe vero?”
“Sì…”
Mi afferra per un braccio e mi sbatte sul cofano, mi scappa un grido.
“Teo, cosa fai?”
Non parla, mi tira su la gonna e mi strappa via il perizoma con un gesto secco. Mi fa male, ma in quel momento quel male mi piace e godo. Dovrei gridare e piangere e cercare di farlo smettere, ma in realtà gemo. E godo.
“Vuoi il cazzo? Te lo do.”
“Teo ti prego, non qui, siamo in mezzo al parcheggio…”
In un attimo ho due dita dentro di me. Le ha messe con tanta decisione che mi sembrano arrivate fino al cervello. E più le muove più godo. Sto ansimando.
“Sei un lago.”
“Sì…”
“Stai colando.”
“Allora scopami amore mio.”
È un attimo, lo sento slacciare i pantaloni e poi… io non riesco più a respirare. È dentro di me, mi sbatte con foga e io non posso fare nulla se non prenderlo. Ogni affondo lo spinge dentro talmente forte, talmente deciso, che mi schiaccia contro l'auto.
“Merda…”
Provo a dirgli di calmarsi, ma in risposta mi afferra per i capelli e mi preme la faccia sul cofano. Fanculo se domani avrò i lividi sulle cosce, fanculo chi ci vede, fanculo chi ci sente. Io non ho mai goduto così, è qualcosa di inaudito e impensabile. Cerco di aprire le gambe, lo voglio tutto dentro, è come se volessi dentro di me tutto mio fratello, non solo il suo cazzo.
Quando lo sento uscire dal mio corpo soffro, non resisto, spingo indietro il bacino. E lui me lo spinge dentro con la forza di un toro e mi fa sbattere contro l'auto. Soffro. E godo. Soffro. Godo. Urlo.
L'orgasmo mi travolge, quasi svengo.
Matteo mi ha scopato l'anima.
Siamo fermi immobili, ansimanti. Non mi sono nemmeno resa conto che stavo piangendo dall'emozione. Avrò il trucco distrutto. Io sono distrutta.
Lentamente lo sento ammosciarsi dentro di me e mi fa tenerezza. Allungo una mano, gli accarezzo il fianco. Teo, lentamente, mi lascia. Sento lo sperma colare fuori. Mi getta le mutandine sulla faccia.
“Se mi sporci i sedili ti ammazzo.”
“Ma lei hai rotte.”
“Cazzi tuoi.”
Mi tampono come posso ma ne ha riversata dentro di me una quantità indicibile. Mi viene un'idea.
Quando salgo in auto lui è lì che mi aspetta. È più bello del sole. Più bello di un dio.
“Non sporcare.”
“Non succederà.”
“Sicura?”
Apro le cosce e gli mostro un pezzettino del perizoma che spunta dal mio sesso. Lui mi guarda affascinato, mi bacia con trasporto e, con un dito, fa sparire la stoffa tutta dentro di me.
“Sarò piena di lividi.”
“Usa i leggins finché non saranno passati, amore.”
“Avresti potuto far più piano.”
“Questo è solo l’inizio, sorella.”
Gli prendo il viso tra le mani e gli metto la lingua in bocca.
“Scopami ancora.”
scritto il
2017-10-10
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