Tua zia Clara

di
genere
etero

A venti anni non si può avete la consapevolezza, la maturità per stare con una ragazza vittima di abuso. Io ci ho provato, ho acchiappato i suoi fantasmi ed ucciso i demoni. Eppure non sono riuscito ad amarla, per quanto volessi stare con lei, bellissima, ancora oggi, dopo circa dieci anni ancora mi chiedi con chi ti ho tradita. Dalla mia bocca non uscirà mai il nome di tua zia, se il destino vorrà oppure la casualità, leggerai il racconto e saprai la meledetta verità.

Conoscevo Flavia di vista, la conobbi intensamente quando fui mollato dalla mia ex e cercavo una chiavata veloce. Un mio amico mi diede il tuo numero dicendomi che eri facile e porca(porca confermo) perché lui ti scopó.Dopo due anni compresi quando tu fossi distaccata in quella scopata. Avevi paura ma quel coglione cosa poteva sapere? Tu però come una scema ti ritrovasti sola in una casa al mare con lui. Nulla di grave alla fine, lui si divertì.
Tornando a noi racconterò della prima chiavata con tua zia, ma solo dopo aver scritto di quando tu fossi porca. So che li facevi per farmi piacere,eri consapevole di non provare la medesima sensazione.Inutile sbatterti come una furia per ore, inutili le mattinate passate a vedere porno scopando, inutile averti messo in cinquanta posizioni diverse, inutile fu incularti! Non credo che ti sia mai saziata con il mio sperma ma fammi credere di volerlo sempre mi piaceva.
Abbiamo scopato anche davanti le tue amiche cesse, le ho provate tutte, infondo sborravo e andava bene ma quando mi raccontasti quel episodio la nostra storia cambió, io non lo so, non capivo ma mi sono battuto per te e forse sbagliavo, ho condiviso il tuo dolore, l'ho fatto mio ma sono caduto tra le gambe di un altra, per giunta tua zia Clara, colei che ci invitava a casa sua e ci dava l'appartamentino di tuo cugino per dormire insieme, scopare sopratutto!

Erano due mesi che stavamo lavorando alla villetta adiacente quella di tua zia, sinceramente la salutavo e parlavamo come al solito, le cose presero una forma perversa poco tempo dopo quando una mattina mi invitó a prendere il caffè, e alle sette meno qualcosa ci stava tutto.

Io ero sotto, fuori la proprietà con in mano un tubo e lei uscì dal balcone con quelgli shorts rossi dell adidas e un top con che mostrava il suo bellissimo seno. Clara aveva all'epoca quaranta anni ma diavolo che fisico! Una classica biondona dagli occhi azzurri. Vedova con un figlio e tanti soldi. Mi invitò a bere il caffè e stranamente mi apri la porta con la vestaglia azzurra, era senza il top, non racconto della chiacchierata ma spesso vedevo i capezzoli uscire e lei si copriva lentamente. I primi due giorni non dicemmo nulla di malizioso, però i suoi atteggiamenti erano promiscui, in quei momenti non ci pensi, con il tempo chiarisci tutto. Iniziammo discorsi sessuali su come scopavo Flavia, ero imparazzato ma risposi sempre preciso cercando di portare la mia figura ed essere uno stallone.
"Vi sento!" Mi disse ridendo.
"Ma quando strilla in quel modo che le fai?" Aggiunse
Ed io le dissi senza giri di parole che facevamo anche sesso anale e lei: "Bellissimo, io non ho mai provato!"
Ovviamente, solo gli uomini eccitati avrebbero potuto dire se vuoi possiamo provare. Penso anche quegli stupidi, penso chiunque forse, ditemi voi cosa avrei dovuto dire ad una donna che mi parlava di come scopavo sua nipote, seminuda davanti a me con i capezzoli di fuori.

Lei ripose ridendo: "Flavi non deve sapere nulla, capì"
"Cosa vuol dire?"
"Vuoi scopare, dai!"
"Devo lavorare" risposi rincoglionito
"A mezzogiorno mangi, sali qui che..."
Ed io risposi subito si, ora vado e mentre andai via lei scoprì entrambe le tette. Ero eccitato.
Flavia sparì dai miei pensieri, avevo Clara che mi gonfiava i pantaloni. Il mio lavoro consisteva nel controllare gli operai a mio zio, non riuscivo a stare senza fare nulla quindi spesso mi sporcavo. Prima di mezzogiorno suonai, mi aprii ma non avevo l'istino di prenderla e sbatterla a terra, dominavo Flavia come volevo, ma la zia era diversa già solo con lo sguardo mi metteva soggezione, temevo che avrebbe potuto stendermi con quelle mosse di kick boxing.
Comunque entrai cauto ma non imbarazzato, io mio cazzo era pronto al duello. Dissi che dovevo lavarmi prima e chiudendo la porta le toccai il seno sinistro, ricordo bene perché lei scoppiò a ridere. Fu lì che pensai di essere vittima di uno scherzo. Infatti lei era vestita normale, vestitino blu con eccedenze di fiori, pensavo di trovarla come le altre mattine. In bagno mi lavai la faccia e le mani, uscii e Clara mi disse di raggiungerlo, era seduta sul divano, io feci lo stesso, in un attimo mi slacciò e tirò fuori il cazzo, lo prese con decisione è mi masturbó guardandomi. Tentai più volte di baciarla ma lei si allontanava e usciva la lingua di fuori, attimi di intrecci salivanti ma nessuna bella limonata come facevo con Flavia. I miei gemiti indicavano il momento della sborrata, lei si spostò, tenendo la
mano sul cazzo, mettendo l'altra sul glande evitando schizzi di sperma. Leccò qualcosa, e fu davvero eccitante, la sua mano colante di sperma era bellissima, poi pulì con una salvettina.
"Scopiamo?" Dissi
"Aspetta!" Fece levandosi il vestitino. "Lo faremo stai tranquillo!"
"Tranquillo è morto!"
Togliendosi il reggiseno disse che aveva de dubbi. Mi alzai di getto la presi e la spinsi contro il divano, gli levai le mutantine ed iniziai a leccare quella splendida figa, matura al punto giusto, veramente succulente. Feci provare a Clara un leggero orgasmo, nel contempo tenevo il cazzo pronto, quindici minuti dopo la sborrata iniziava a farsi duro, non appena capii che era pronto me la scopai esattamente come facevo con Flavia, gambe sulle mie spalle a via a martellare fino allo schizzo. Tentai di lavarle la faccia ma la scopata così intensa non mi diede il tempo di avvicinargli il cazzo in faccia.
Ci ricomponemmo, parlammo e la sera stessa, scopammo ancora come matti, inziai a farle il culo. Fu la sera che dissi a Flavia che uscivo con Antonio e lui fece un incidente. Fece ritardo e le altre cose che ti dissi erano scuse.

Mi sono scopato tua zia per sei mesi, lo facevamo anche due volte al giorno. Ho iniziato a perderti ma doveva andare veramente così. Io sono stato colui che ti ha liberata dal tuo dolore, non ho cancellato la cicatrice che ti ha segnata per sempre, non eravamo il destino. Dopo più di otto anni non puoi venire a pretendere una verità che ti farebbe ancora più male. Ho lasciato il mio paese per te, sono andato fino in Australia per stare lontano. Dirmi che hai abortito due volte ha acceso in me un desiderio di ricolizzarti. Non leggerai mai questo racconto, meglio così, scriverei tutte le scopate che mi sono fatto con tua zia, foarse ne farei un libro di successo.

Da una storia vera. Nomi ed eventi non sono casuali.
scritto il
2017-10-19
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