Il ritorno di mia figlia

di
genere
incesti

Era una bella giornata d'estate, l'aria calda scompigliava i fiori del campo di fronte la casa di campagna e il sole batteva forte tanto da rendere il tutto più luminoso. Quel giorno ero un po' nervoso, le grandi mani erano sudaticce e i miei passi avevano già calcato l'entrata di casa tanto da aver creato una sorta di buca; da lì a poco avrei rivisto mia figlia Millie. Divorziato da anni non ero riuscito ad avere l'affidamento congiunto dovendomi far bastare delle e-mail scritte ogni giorno dove raccontavo le mie giornate e mi informavo di quelle di Millie ma adesso che aveva raggiunto la maggiore età avrei potuto finalmente vederla, niente l'avrebbe fermata questo me lo aveva scritto nell'ultima e-mail che ci eravamo scambiati e dato che l'estate era appena iniziata l'avevo invitata alla casa al mare affittata per quell'anno.
I miei passi si arrestarono nel vedere una macchina sopraggiungere lungo il vialetto di casa finché non parcheggiò accanto alla mia auto. Una ragazza alta 1.50 , fisico normale dai lunghi capelli bruni scese dall'auto con un largo sorriso sulle labbra carnose.
"Ciao papà!"
Salutò con energia andando a prendere la valigia nel bagagliaio, strappandomi una sonora risata nel vederla in difficoltà a causa del bagalio più grande di lei.
"Dà qui, faccio io. Cosa ti sei portata dietro, tutta casa? Pensavo che data l'estate i vestiti fossero più leggeri..."
La presi bonariamente in giro circondandole le spalle scoperte con la mano libera, accompagnandola all'interno della casa dove si stava decisamente meglio. Adesso l'aria era fresca e non più sopprimente con tutta quell'afa.
"Ti ho già preparato la stanza. Il frigo è pieno quindi fai pure come se fossi a casa tua."
Le sorrisi ritrovandomela praticamente tra le braccia. Nonostante la piccola stazza Millie aveva una terza abbondante che sul corpo minuto risultava ancora più generoso e con un sorriso felice la strinsi a me come ero solito fare quando era ancora una bambina.
"Papà così non respiro!"
"Scusa, scusa. Sono solo felice di rivederti."
"Abbiamo due mesi abbondanti da passare insieme quindi non preoccuparti."
Con quel sorriso contagioso mi lasciai consolare, in effetti avremmo avuto tutto il tempo del mondo per parlare e divertirci perché dopotutto anche io ero giovane, Millie l'avevamo avuta quando eravamo ancora giovani e adesso a 32 mi sentivo ancora un ragazzino per certi versi.
"Adesso vado a farmi una doccia, sono sudatissima."
Annunciò la ragazza e dandole le indicazioni la lasciai andare tornando a sedermi sul divano con una birra fresca tra le dita. Dopo nemmeno mezz'ora mi sentii chiamare a gran voce da mia figlia e accorrendo al piano di sopra bussai alla porta del bagno.
"Tesoro, tutto bene?"
"Ho dimenticato l'asciugamano in camera da letto, potresti passarmelo?"
"Certo."
E andando in stanza di mia figlia mi guardai in giro trovando l'asciugamano ancora adagiato sulla valigia aperta. Scossi la testa con un sorriso, Millie era davvero goffa e sbadata ogni volta che ci scambiavamo messaggi ne aveva una da raccontare. Una volta preso l'asciugamano non potei fare a meno di notare della biancheria intima sistemata accuratamente tra shorts e canottierine e come se il cervello si fosse disconnesso dal corpo, mi piegai a toccare quei completi intimi in pizzo seducenti da far paura. Millie portava certi indumenti? Certo, perché non avrebbe dovuto farlo ormai era grande ed un bellissimo corpo nonostante non si preoccupasse nemmeno di tenersi in forma. Senza rendermene conto mi trovai con un perizoma nero vedo non vedo, talmente striminzito che immaginai non coprisse niente. Anzi, l'immagine della stoffa risucchiata tra le grandi labbra di mia figlia mi fece correre un brivido lungo la schiena e deglutire sonoramente.
"Lo hai trovato?"
"Ehm...sì, arrivo!"
Scosso dal pensiero impuro che avevo appena avuto sul corpo di mia figlia lasciai andare il perizoma raggiungendo il bagno con l'asciugamano alla mano. La porta era socchiusa, solo una mano si affacciava dallo spiraglio.
"Grazie, cosa avrei fatto senza di te!"
"Potevi prendere uno di quelli in bagno."
"Ma se sono piccolissimi..."
"Perché, tu non lo sei?"
"Uffa!"
"Dai, che poi prendi freddo. Sono in camera mia se hai bisogno."
E così dicendo mi avviai verso la stanza da letto padronale due porte più avanti di quella di mia figlia e chiudendomi dentro attesi di sentire la porta di Millie chiudersi. Non appena ne fui certo affondai una mano sotto ai pantaloncini iniziando a stringere le palle in modo gentile, passando lungo l'asta con il pensiero di quel tanga striminzito in testa. Sapevo che era sbagliato, era mia figlia dopotutto dunque per non sentirmi nel torto cercai di pensare che appartenesse a una donna sconosciuta ma la mente ogni volta mi riportava alla fica - mai vista - di Millie e più immaginavo di quella stoffa attorno alla sua fica e al suo culo, più godevo; tanto da arrivare a farmi una vera e propria sega. Con una mano stretta attorno alle palle e l'altra lungo l'asta iniziai a segarmi steso sul letto in modo sempre più rapido tanto da provocare un rumore osceno dato che dalla punta era già uscita qualche goccia di sperma. Fu quel dolce bussare accompagnato dalla voce di mia figlia a farmi scattare in piedi.
"Papà? Non trovo il phon! Certo che sei proprio disordinato.."
"A-arrivo"
Risposi vicino alla porta, il fiato corto e il cazzo ancora in mano. Saperla dietro alla porta mi aveva eccitato ancora di più tanto che con una strizzata alle palle raggiunsi un orgasmo rapido che riversai nel cestino vicino alla porta e dopo essermi sollevato i pantaloncini raggiunsi mia figlia.
"È nel cassettino in bagno, non lo hai visto?"
"No non c'è."
Rispose lei con le braccia incrociate sotto al seno e solo in quel momento mi resi conto che portava un paio di pantaloncini corti ed una canottierina rosa ma a causa dei lunghi capelli bruni lasciati bagnati lungo le spalle la stoffa bagnata iniziava a lasciar intravedere il reggiseno nero un pushup che rendeva il seno ancora più grosso.
"È nell'armadietto sotto al lavandino adesso ricordo! Potresti prenderlo tu? Ho un lieve mal di schiena."
Mentì solamente per veder la figlia inginocchiarsi e notare il solco delle natiche messo in evidenza dai pantaloncini piuttosto corti.
"Guarda che qui non c'è niente! Dai non prendermi in giro!"
E con una breve risata aprì il cassettino a destra mostrandole il tanto ricercato phon. I loro corpi erano così vicini che si sfioravano e approfittando di quella posizione lasciò che il proprio membro coperto dalla stoffa le sfiorasse il culo, era ancora turgido perché nonostante l'orgasmo non era affatto soddisfatto l'eccitazione era rimasta. Millie non si accorse di niente e lasciandola in bagno tornai al piano di sotto cercando di riprendermi; che diavolo stavo facendo? Era mia figlia, non potevo avere certi pensieri su di lei così mi ripromisi di essere un padre a tutti gli effetti peccato che con il suo modo giocoso ogni volta me la ritrovavo addosso.
"Mi passi il bicchiere?"
Chiese una volta mentre eravamo stesi ciascuno su un divano a guardare un film, era sera ed eravamo tornati da una lunga serata divertente ma nessuno dei due aveva sonno.
"Sono stanco, vacci tu che sei giovane!"
La presi in giro restando comodamente steso sulla schiena con un braccio dietro la testa a godermi lo spettacolo che era mia figlia. Questa volta portava un vestitino a fiori, corto e ampio dunque quelle gambe anche se non lunghe quanto quelle di una modella erano tutte ben scoperte. Mi erano da sempre piaciute le ragazze minute, sua madre era poco più alta di lei e a letto era facilissimo prenderla in qualsiasi posizione. Perso in certi pensieri non mi accorsi nemmeno che era tornata in soggiorno, fu l'acqua versata in faccia a risvegliarmi da certi pensieri.
"Ma che cazzo! Millie"
"Così impari a non essere gentile!"
Con tanto di linguaccia la ragazza mi sorrise sbeffeggiandomi ed in una sola mossa l'attirai a me intrappolandola sotto il mio corpo con la scusa di volerla pagare con la stessa moneta.
Con una mano le intrappolai entrambi i polsi metre con l'altra recuperai la bottiglia di birra ignorando le sue grida e risate e lentamente lasciai sgorgare il liquido dalla bottiglia alla sua faccia spostandomi poi al suo seno messo in mostra da una generosa scollatura e vederlo così esposto e bagnato me lo fece venire duro in pochi istanti ma fingendo di niente continuai a bagnarle il corpo sentendola dimenarsi e sfregarsi contro il mio pacco.
"Sei pentita?"
"Sì! Sì lo sono!"
"Allora chiedimi scusa"
Le dissi con aria seria ma entrambi sapevamo che stavo scherzando. Con quegli occhi furbi mi guardò e senza pensarci due volte mi morse lungo il collo. Restammo fermi a guardarci in silenzio, anche lei si era accorta del limite passato ma poco dopo ci fu un'altra mossa a lasciarmi sbigottito.
"Ti sento ogni sera...mentre ti seghi e godi. Così mi tocco e godo anche io. Mi bagno tutta, così fradicia da poterci far entrare tutta la mano.."
E nel confessarsi ecco che iniziò a muoversi lentamente contro il mio pacco già turgido e non potei far a meno che lasciarla muovere.
"Ferma...sei mia figlia"
"Davvero? Non ci vediamo da anni, siamo più come amici. Ti ho spiato...voglio quel cazzo grosso che ti ritrovi"
E con una spinta più decisa allargò le gambe ed io glielo lasciai fare intravedendo finalmente quel filo sottile di stoffa coprirle a malapena la fica e con un movimento della mano le alzai il vestito afferrando il bordo del prizoma così da tirarlo verso l'alto con tutta forza ed incastrarlo tra le grandi labbra già bagnate e anziché riprendere a sfregarmi come un ragazzino le passai due dita contro la stoffa bagnata, spostandola di lato per affondare entrambe le dita con un colpo solo così da sditalinarla rapidamente guardandola gemere il mio nome.
"No. Chiamami papà"
Le ordinai affondando e roteando le dita all'interno della sua fica dilatata e pronta spingendo così forte da sbattere il palmo contro il suo clitoride aumentando il piacere della mia bambina. Non soddisfatto aggiunsi un altro dito e un altro ancora fino ad avere quattro dita nella fica della mia dolce Millie.
"Tutta la mano...tutta la mano papà!"
Gridò lei liberando una mano per raggiungere i seni e liberarli dallo scollo, dal reggiseno che aveva sotto. Strinse i capezzoli con forza, pizzicandoli tanto da arrossarli e più osservavo quella bellezza di mia figlia, più il mio cazzo si induriva volendo sprofondare in quella fica fradicia ma prima di perdermi in lei spinsi il mignolo e il pollice tanto da sfondarle la fica arrossata e fradicia infilandole dentro la mano così che potesse abituarsi al cazzo. Prima glielo sbattei in faccia, strusciandolo tra le sue tette per una grandissima spagnola e infine glielo spinsi nella gran fica liscia iniziando a scoparla come un ossesso. Roteando i fianchi, spingendomi fino in fondo tanto da far entrare totalmente la lunghezza del mio cazzo sbattendole le palle turgide contro il culo e sentendo che quella scopata non le bastava per raggiungere il piacere, mi abbassai a baciarla succhiandole un capezzolo per volta con maestria fino a penetrarle con sorpresa l'ano con il dito medio. A quella doppia penetrazione la sentii gridare forte raggiungendo un forte orgasmo ma non per questo mi fermai, adesso era il mio turno. Guardandola dritta negli occhi, ammirando la mia bellissima figlia, pensando a come me la stavo scopando, sfilai il cazzo spingendoglielo in bocca così da raggiungere l'orgasmo. La sborra era così tanta che nonostante Millie stesse ingoiando tutto, qualche fiotto le colò ai lati della bocca.
"Non sai quante notti mi sono segato pensando a questo momento."
Disse il padre accasciandosi al fianco della figlia appagata quanto lui che leccandosi le labbra si chinò sul cazzo semi eretto per ripulirlo dalle gocce di sborra ma anche dal suo stesso piacere.
scritto il
2017-11-06
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