La sua fidanzatina trav 2parte
di
Mistermaster88
genere
trans
... la campanella suona, il sudore inizia a uscire da tutti i pori, l ansia cresce dando tremore e stimoli di vomito ma Carletto si fa forza e esce da scuola. Vorrebbe scappare e prendere la metro ma deve aspettare rock o saranno guai.
Eccolo che esce e fa un cenno di seguirlo. Aveva gia patente e macchina quindi lo segue nel parcheggio e salgono sulla sua auto nera. Rock disse: ora passiamo a prendere qualcosa da mangiare e ci fermiamo da me.
Carletto disse: dovrei tornare a casa, mia madre mi aspetta.
Rock sorrise: so tutto di te non dire cazzate. Tuo padre se n è andato parecchi anni fa e tua madre lavora quindi nessuno ti sta aspettando a casa. Ora dovrei punirti per questo?
E Carletto rispose tremando: no ti prego ok scusa ho mentito ma va bene farò quello che vuoi..
Rock sorrideva, era molto su di giri e correva parecchio con la macchina; poi si fermò davanti a una pizzeria, diede i soldi a Carletto e disse: prendi due pizze ti aspetto qua, non metterci troppo.
Carletto obbedì, prese le pizze e tornò in auto. L odore di pizza non riusciva a coprire la puzza di fumo che c era in quell auto.
Arrivarono dopo una decina di minuti in una strada periferica e si parcheggiò davanti una villetta. Il giardino era molto trascurato quasi come se li non vivesse nessuno. Era la casa di rock. Suo padre era in galera e sua madre era una prostituta che pensava solo a scopare e divertirsi e non era mai in casa.
Entrarono; la mancanza di una donna era molto evidente: polvere, avanzi di cibo, vestiti sporchi ovunque. Rock disse: ora mangiamo e dopo dovrai pulire tutto questo schifo, quella troia di mia madre sono settimane che non torna a casa.
Carletto pensò che se si strattava solo di pulire forse non era andata così male ma pensando a quello che era accaduto nel bagno della scuola forse non si sarebbe limitato a quello.
Finito di mangiare rock si accese l ennesima sigaretta e si divertiva a ciccare per terra, rideva e disse: sai mi piacerebbe vederti pulire mentre indossi vestiti da femmina. E continuava a ridere.
Carletto disse: no dai ti prego non farmelo fare così.
E rock: ma si dai ci divertiamo, tanto tu sei un po femmina di tuo. Vedrai che saprai recitare bene il tuo ruolo.
Lui si alzò e si diresse verso la camera di sua madre per prendere i vestiti, li prese e tornò da Carletto dicendo: ecco a te; ora vai e indossa questi.
Carletto andò in bagno e iniziò a indossare quello che rock aveva preparato. Un tanga rosa, una vestaglia corta dello stesso colore e un paio di sandali con le zeppe. Rock aveva ragione, con quei vestiti Carletto sembrava davvero una femminuccia grazie anche al suo culo grosso e il suo corpo senza peli. Tornò da lui che, vedendolo, fece una faccia quasi sorpresa e disse: porca troia come stai bene, avvicinati.
Carletto si sentiva in imbarazzo ma allo stesso tempo anche un po eccitato. Si avvicinó a rock che iniziò a toccargli le gambe, le cosce, poi il culo; era visibilmente eccitato e Carletto iniziò a tremare. Sapeva che da un momento all altro rock gli avrebbe ordinato di fare qualcosa per lui anche se quelle mani addosso davano una sensazione strana mai provata dato che non aveva mai avuto contatti fisici con nessuno fin ora. Strani pensieri iniziarono ad affiorare nella sua mente; da sempre sospettava di essere femmina dentro ma continuava a reprimere quelle fantasie erotiche, quasi volgari che lo disgustavano ma eccitavano allo stesso momento.
Ad un tratto rock lo spinse sul divano e gli tolse le mutandine facendolo mettere in ginocchio alla pecorina, sputò sul buchetto e iniziò a infilargli un dito dentro facendo avanti e dietro e poi disse: ti piace è focetto?
Carletto rispose con voce tremante: no ti prego basta!
E rock: vedi di abituarti a questo. Ricordi il nostro patto? Tu sei di mia proprietà adesso.
Continuò per qualche minuto a stimolare il buchetto di Carletto e poi smise dicendo: sai mi hai fatto venire il cazzo duro. Ora voglio che lo prendi in bocca.
Carletto iniziò a piangere supplicando rock ma non c era verso tanto che si alzò in piedi e si tirò fuori l uccello di notevoli dimensioni dicendo: io ti sto dando la mia protezione ma tutto ha un prezzo; tu da oggi sarai la mia troietta e se rifiuti lo farò comunque ma in gruppo con i miei amici quindi ora apri la bocca e succhialo.
Carletto non poteva fare altro quindi obbedì. Aprì la bocca e iniziò a succhiare; quel forte odore di maschio e quel sapore amaro lo nauseavano all inizio ma piu succhiava e più si rendeva conto che aveva sempre desiderato farlo. Cercava di combattere l eccitazione, voleva opporsi alle sue voglie femminili ma non ci riusciva. Rock venne dopo 5 minuti inondando la sua gola e lo costrinse a inghiottire. Poi disse: è stato un bel pompino ma hai ancora molto da imparare; comunque congratulazioni adesso sei ufficialmente la mia puttanella, sarà il nostro piccolo segreto. Adesso pulisci la casa io devo uscire torno tra un oretta.
Rock uscì di casa e Carletto iniziò a pulire con ancora il sapore di sperma in bocca e il buchetto eccitato... Continua
Eccolo che esce e fa un cenno di seguirlo. Aveva gia patente e macchina quindi lo segue nel parcheggio e salgono sulla sua auto nera. Rock disse: ora passiamo a prendere qualcosa da mangiare e ci fermiamo da me.
Carletto disse: dovrei tornare a casa, mia madre mi aspetta.
Rock sorrise: so tutto di te non dire cazzate. Tuo padre se n è andato parecchi anni fa e tua madre lavora quindi nessuno ti sta aspettando a casa. Ora dovrei punirti per questo?
E Carletto rispose tremando: no ti prego ok scusa ho mentito ma va bene farò quello che vuoi..
Rock sorrideva, era molto su di giri e correva parecchio con la macchina; poi si fermò davanti a una pizzeria, diede i soldi a Carletto e disse: prendi due pizze ti aspetto qua, non metterci troppo.
Carletto obbedì, prese le pizze e tornò in auto. L odore di pizza non riusciva a coprire la puzza di fumo che c era in quell auto.
Arrivarono dopo una decina di minuti in una strada periferica e si parcheggiò davanti una villetta. Il giardino era molto trascurato quasi come se li non vivesse nessuno. Era la casa di rock. Suo padre era in galera e sua madre era una prostituta che pensava solo a scopare e divertirsi e non era mai in casa.
Entrarono; la mancanza di una donna era molto evidente: polvere, avanzi di cibo, vestiti sporchi ovunque. Rock disse: ora mangiamo e dopo dovrai pulire tutto questo schifo, quella troia di mia madre sono settimane che non torna a casa.
Carletto pensò che se si strattava solo di pulire forse non era andata così male ma pensando a quello che era accaduto nel bagno della scuola forse non si sarebbe limitato a quello.
Finito di mangiare rock si accese l ennesima sigaretta e si divertiva a ciccare per terra, rideva e disse: sai mi piacerebbe vederti pulire mentre indossi vestiti da femmina. E continuava a ridere.
Carletto disse: no dai ti prego non farmelo fare così.
E rock: ma si dai ci divertiamo, tanto tu sei un po femmina di tuo. Vedrai che saprai recitare bene il tuo ruolo.
Lui si alzò e si diresse verso la camera di sua madre per prendere i vestiti, li prese e tornò da Carletto dicendo: ecco a te; ora vai e indossa questi.
Carletto andò in bagno e iniziò a indossare quello che rock aveva preparato. Un tanga rosa, una vestaglia corta dello stesso colore e un paio di sandali con le zeppe. Rock aveva ragione, con quei vestiti Carletto sembrava davvero una femminuccia grazie anche al suo culo grosso e il suo corpo senza peli. Tornò da lui che, vedendolo, fece una faccia quasi sorpresa e disse: porca troia come stai bene, avvicinati.
Carletto si sentiva in imbarazzo ma allo stesso tempo anche un po eccitato. Si avvicinó a rock che iniziò a toccargli le gambe, le cosce, poi il culo; era visibilmente eccitato e Carletto iniziò a tremare. Sapeva che da un momento all altro rock gli avrebbe ordinato di fare qualcosa per lui anche se quelle mani addosso davano una sensazione strana mai provata dato che non aveva mai avuto contatti fisici con nessuno fin ora. Strani pensieri iniziarono ad affiorare nella sua mente; da sempre sospettava di essere femmina dentro ma continuava a reprimere quelle fantasie erotiche, quasi volgari che lo disgustavano ma eccitavano allo stesso momento.
Ad un tratto rock lo spinse sul divano e gli tolse le mutandine facendolo mettere in ginocchio alla pecorina, sputò sul buchetto e iniziò a infilargli un dito dentro facendo avanti e dietro e poi disse: ti piace è focetto?
Carletto rispose con voce tremante: no ti prego basta!
E rock: vedi di abituarti a questo. Ricordi il nostro patto? Tu sei di mia proprietà adesso.
Continuò per qualche minuto a stimolare il buchetto di Carletto e poi smise dicendo: sai mi hai fatto venire il cazzo duro. Ora voglio che lo prendi in bocca.
Carletto iniziò a piangere supplicando rock ma non c era verso tanto che si alzò in piedi e si tirò fuori l uccello di notevoli dimensioni dicendo: io ti sto dando la mia protezione ma tutto ha un prezzo; tu da oggi sarai la mia troietta e se rifiuti lo farò comunque ma in gruppo con i miei amici quindi ora apri la bocca e succhialo.
Carletto non poteva fare altro quindi obbedì. Aprì la bocca e iniziò a succhiare; quel forte odore di maschio e quel sapore amaro lo nauseavano all inizio ma piu succhiava e più si rendeva conto che aveva sempre desiderato farlo. Cercava di combattere l eccitazione, voleva opporsi alle sue voglie femminili ma non ci riusciva. Rock venne dopo 5 minuti inondando la sua gola e lo costrinse a inghiottire. Poi disse: è stato un bel pompino ma hai ancora molto da imparare; comunque congratulazioni adesso sei ufficialmente la mia puttanella, sarà il nostro piccolo segreto. Adesso pulisci la casa io devo uscire torno tra un oretta.
Rock uscì di casa e Carletto iniziò a pulire con ancora il sapore di sperma in bocca e il buchetto eccitato... Continua
2
voti
voti
valutazione
1.5
1.5
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La sua fidanzatina trav
Commenti dei lettori al racconto erotico