Spy Story 3 (terzo capitolo)
di
SvevaB
genere
dominazione
Martina chiamò Lorenza il giorno dopo. Qualche migliaia di euro da guadagnare in fretta e poi avrebbe smesso.
- Ciao. Ci ho pensato. Accetto, più o meno.
- Ciao Martina. Sono contenta di sentirti, ma che vuol dire più o meno?
- Che non voglio accettare l'accordo di Gianni. Non come dice lui, almeno. Non per tre anni. Sarò a vostra disposizione fino a quando partecipo alle serate del club, ma se decido di non fare più la groupie, come la chiami tu, allora mi libero pure da voi.
- Va bene. Si può fare. Avverto il mio amico per la serata di venerdì sera e per la mattina però devi farti il tatuaggio. Ok?
- Ci sto, mi faccio taroccare.
Martina accompagnò l'ultima frase con una grassa risata. tra lo stupido e il volgare. Avrebbe portato sulla pelle la carta dei tarocchi come segno di disponibilità e sottomissione all'aristocrazia del club.
Fu Lorenza ad accompagnarla da Alex Tatoo.
- E' una delle ragazze di Aldobrandi?
- E' una di quelle che ho scelto io, disse Lorenza.
- Ci vediamo questa sera in collina, disse il tatuatore rivolto a Martina. Spogliati e rilassati. Ci vorrà tempo. La carte delle Stelle occuperà buona parte della schiena e sarà capovolta. Intorno al braccio sinistro in corsivo ti scriverò Aldobrandi. E sulla scapola a destra ti disegno una G. E poco sopra il pelo pubico in piccolo scrivo il nome di chi ti ha reclutato: Lorenza. Sono famoso per la mia velocità, ma temo che ci passeremo la giornata.
- Purtroppo i marchi sono invasivi, disse Lorenza. Col tempo, se vorrai, potrai anche accettare di farti fare disegnare sulla pelle i loghi delle aziende affiliate al club. Verrai pagata, naturalmente.
Martina rimase ferma e nuda fino alla cinque e trentadue del pomeriggio. Sulla schiena aveva ora un lavoro che valeva come un'opera d'arte. E gli altri tatuaggi parlavano della sua appartenenza. Era pronta a rivestirsi, ma Lorenza la fermò. Alex stanco si era abbandonato su una poltrona dello studio, con la testa pelata reclinata e la barba che puntava in su.
Lorenza disse: "I tatuaggi sono a carico del club, li paghiamo noi, ma Alex ogni tanto approfitta di una mancia in natura. Inginocchiati davanti a lui e lavora con la tua bocca". Martina con la schiena curva prese il cazzo di Alex e cominciò a baciarlo. Non ci volle molto. Dopo poco ingoiò lo sperma e pulì con cura il glande.
- Ringrazia, disse Lorenza. Gianni ha proprio ragione su di te. Sei nata per essere usata.
(continua)
- Ciao. Ci ho pensato. Accetto, più o meno.
- Ciao Martina. Sono contenta di sentirti, ma che vuol dire più o meno?
- Che non voglio accettare l'accordo di Gianni. Non come dice lui, almeno. Non per tre anni. Sarò a vostra disposizione fino a quando partecipo alle serate del club, ma se decido di non fare più la groupie, come la chiami tu, allora mi libero pure da voi.
- Va bene. Si può fare. Avverto il mio amico per la serata di venerdì sera e per la mattina però devi farti il tatuaggio. Ok?
- Ci sto, mi faccio taroccare.
Martina accompagnò l'ultima frase con una grassa risata. tra lo stupido e il volgare. Avrebbe portato sulla pelle la carta dei tarocchi come segno di disponibilità e sottomissione all'aristocrazia del club.
Fu Lorenza ad accompagnarla da Alex Tatoo.
- E' una delle ragazze di Aldobrandi?
- E' una di quelle che ho scelto io, disse Lorenza.
- Ci vediamo questa sera in collina, disse il tatuatore rivolto a Martina. Spogliati e rilassati. Ci vorrà tempo. La carte delle Stelle occuperà buona parte della schiena e sarà capovolta. Intorno al braccio sinistro in corsivo ti scriverò Aldobrandi. E sulla scapola a destra ti disegno una G. E poco sopra il pelo pubico in piccolo scrivo il nome di chi ti ha reclutato: Lorenza. Sono famoso per la mia velocità, ma temo che ci passeremo la giornata.
- Purtroppo i marchi sono invasivi, disse Lorenza. Col tempo, se vorrai, potrai anche accettare di farti fare disegnare sulla pelle i loghi delle aziende affiliate al club. Verrai pagata, naturalmente.
Martina rimase ferma e nuda fino alla cinque e trentadue del pomeriggio. Sulla schiena aveva ora un lavoro che valeva come un'opera d'arte. E gli altri tatuaggi parlavano della sua appartenenza. Era pronta a rivestirsi, ma Lorenza la fermò. Alex stanco si era abbandonato su una poltrona dello studio, con la testa pelata reclinata e la barba che puntava in su.
Lorenza disse: "I tatuaggi sono a carico del club, li paghiamo noi, ma Alex ogni tanto approfitta di una mancia in natura. Inginocchiati davanti a lui e lavora con la tua bocca". Martina con la schiena curva prese il cazzo di Alex e cominciò a baciarlo. Non ci volle molto. Dopo poco ingoiò lo sperma e pulì con cura il glande.
- Ringrazia, disse Lorenza. Gianni ha proprio ragione su di te. Sei nata per essere usata.
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