Silvia, i primi passi cap 3

di
genere
dominazione

"Maledetto semaforo...maledetta sveglia, perché non ti ho sentito..."

Silvia imprecava chiusa nella sua auto, ferma sotto quella luce rossa che non voleva spegnarsi, il tempo scorreva, lei stava rischiando di fare tardi e...non poteva tardare.
La stanchezza della giornata passata si era fatta sentire, il suo sonno era stato profondo, la sveglia aveva suonato, suonato ancora, quel fastidioso suono nn era riuscito però a interrompere i suoi sogni. Solo quando il suo corpo aveva ripreso tutte le forze, Silvia era riuscita ad aprire gli occhi, la luce filtrava dalle imposte, i raggi di sole illuminavano il suo letto, tutto era rimasto lì in ricordo di una lunga notte...il vibratore, ancora acceso, aveva perso quasi tutte le energie...le pinzette sparse sulle coperte...il cellulare lasciato sul cuscino, tutti segni della sua "battaglia" ...vinta... persa.. nn era importante, le dita iniziarono ad accarezzare il suo seno, lì intorno al capezzolo, cerchi sempre più stretti fino a sentire un dolore pungente, le immagini, le emozioni della notte passata come diapositive scorrevano nella sua mente, i sui capezzoli stretti nei denti delle pinzette, tirati dalle sue mani... dolore,,,godimento. Per istinto si portò la mano al collo, trovando ciò che cercava
" si .....è tutto vero....non era stato un bellissimo sogno.."
Le dita scorrevano lungo il suo collare...
"Sono la Sua schiava..."
Ormai sveglia, era ora di prepararsi, come ogni mattina aveva preso il cellulare, controllato l'email.
Eccola come sempre, puntuale, l'email del Suo Padrone....la Mia Email.
Quattro foto e un messaggio.
Il testo citava solo un indirizzo un orario.
" Via B......... 11:30...."
D'istinto guarda l'ora sul cellulare
"Oddio ma quanto cazzo ho dormito....sono già le dieci e mezza e c'è almeno un quarto di strada ..."
Le foto allegate rappresentavano, quattro capi d'abbigliamento, controlla nell'armadio ..
"Tutto qui, bene"
Nei primi tempi era lei che ogni mattina mi scriveva per dirmi cosa avesse indossato, mi ricordo di quelle email mandate in minuti rubati al suo lavoro, mi ricordo quanto si eccitasse nello scegliere i vestiti ..nell'indossarli per Me..sopratutto le calze o i collant, mi scriveva che spesso, guardandosi nello specchio, ripetesse più volte quei gesti, lì in fondo al letto, pensando di farlo, davanti ai Miei occhi. Le mutandine che allora, ancora portava con regolarità, prendevano subito il suo sapore, un sapore destinato a rimanere e a rinnovarsi più volte lungo la giornata.
Fu lei una mattina a chiedermi come dovesse vestirsi per Me, ne fui particolarmente contento Silvia iniziava ad affidarsi a Me, in ogni cosa avrebbe lasciato che decidessi IO per lei. Impiegò una giornata a fotografare ogni suo vestito e a mandarmi tutte le foto, da allora ogni mattina riceve un email con le foto dei vestiti che voglio indossi per me.

Ora Silvia era corsa in doccia, l'acqua calda bagnava i suoi capelli, la sua pelle, le bolle di sapone sul suo corpo scivolavano giù....le sue dita si soffermarono a lungo nello scorrere il solco del suo
culetto, massaggiando il suo buchino e permettendosi persino di violarlo nella sua intimità.
Oramai si sentiva in perenne stato di eccitazione, la frenesia di un nuovo incontro faceva sì che i suoi umori si mischiassero all'acqua che bagnava le sue gambe. Il tempo nn era molto, non poteva rilassarsi e godere di quei momenti. Un attimo per sciacquarsi, uscire dalla doccia, una veloce asciugata ai capelli, i vestiti, almeno per quelli era libera dall'impaccio di sceglierli, davanti allo specchio si compiaceva guardando la sua immagine riflessa. La camicetta ..la gonna corta ..autoreggenti che a malapena sparivano sotto l' orlo della gonna...si...era pronta, era pronta nel corpo e nella mente....quello che voleva, quello che sentiva da sempre, ora era realtà.
Ora finalmente era arrivata, scese dall'auto, il rumore delle scarpe sulla strada..l'indirizzo era quello, una porta, un campanello..
"Silvia ..oramai sei qui"
Silvia si faceva forza, non sapeva cosa sarebbe successo oltre quella porta, si sarebbe affidata a Me, al suo Padrone.
Prima che che le sue dita premessero il campanello, la porta si aprì.
"Entra SCHIAVA"
La stanza era buia, Silvia entra percorre pochi passi.
"Fermati schiava"
La porta si chiude alle sue spalle, una luce si accende.
"Ferma non voltarti" il tono era fermo, autoritario " che ore sono schiava?"
Silvia lo sapeva "cazzo tutta colpa di quel semaforo, della sveglia..."
Con un filo di voce rispose
" sono le 11:42 minuti Padrone "
"Lo so sono in ritardo...mi perd...."
Non riuscì a finire la frase
"ZITTA ..schiava ti ho solo chiesto che ore sono, non m' interessano le tue stupide scuse"
Silvia sapeva di avermi fatto arrabbiare, sapeva che sarebbe stata punita..
"Avvicinati al divano, solleva la gonna e scopri il culo, Schiava, poi appoggia le mani e la faccia al divano, culo in alto "
Silvia esegui tutto senza voltarsi, vicina al divano sollevò la gonna, le gambe scoperte le autoreggenti ben in vista...il culetto sodo, che veniva offerto nella sua nudità, le mutandine anche oggi erano rimaste nel comodino. Le mani unite appoggiate al divano, sente il rumore di una cintura che si sfila dai pantaloni
"me lo merito, stupida che nn sono altro"
....i suoi pensieri, la tormentavano, la eccitavano, l'idea di essere punita dal Suo Padrone per davvero, la prima volta, le gocce che sentiva colare sulla pelle nell'interno coscia tradivano la sua eccitazione.
"12 minuti di ritardo, 12 colpi di cintura, 12 colpi per natica per iniziare e ora conta Schiava"
Il primo colpo arrivo subito sentì la cintura battere sulla natica destra, il dolore era forte più di quando potesse provocarselo da sola, più di tutti i colpi che si era data nelle settimane passate.
"1 Padrone"
" E ringraziami che punendoti ti aiuto a diventare una brava schiava"
Un altro colpo esattamente sopra al primo..
"2 Padrone ...e grazie per volermi migliorare"
..."3..Padrone....4..Padrone.."
Sul suo bel culetto ora si dipingevano le righe rosse dei colpi di cintura..
Silvia sentiva la natica bruciare, i colpi si susseguivano ben ritmati dalla sua voce
"..10...Padrone.......11...Padrone.....12..Padrone....grazie...sono pronta per l'altra natica Padrone"
Il culetto era metà rosso, metà ancora bianco Silvia aveva resistito, il dolore nn l'aveva fatta ancora cedere anzi non le sembrava vero di essere lì, sentiva un piacere immenso tra le gambe, le labbra della figa erano schiuse, era piena di umori, li sentiva colare lungo la pelle delle gambe, sparire sulle calze.
Nn la feci aspettare molto, la cintura fischiò nell'aria per finire la sua corsa su quella parte di culetto ancora bianca.
"1 Padrone ...grazie "..Silvia, soffriva trattenendo le urla, i lamenti, sapeva che meritava tutto questo.
"È' solo colpa Mia, grazie Padrone che mi stai educando ad essere la schiava che vuole Lei"
..era questo i suoi pensieri, mentre ad alta voce contava
"4 Padrone....5....Padrone..."
Nonostante il numero di colpi, la Mia mano non perdeva la forza, il culo di Silvia ora appariva rosso, i segni della cintura si sovrapponevano.
"11..Padrone.....12 Padrone..."
Il dolore era forte, Silvia nn sapeva per quanto tempo avrebbe faticato a sedersi, ma si sentiva contenta per essere arrivata in fondo, per non essersi mai lamentata, si stupiva solo che tutto quel dolore si fosse trasformato in eccitazione, i capezzoli durissimi, la figa pulsante, si sentiva fradicia.
"Schiava allargati le natiche con le mani"
Silvia nn sapeva cosa aspettarsi, il Padrone dietro di lei, le sue mani si posarono sulle natiche le sentiva calde, al tocco delle mani un fitta di dolore più intenso, si fece forza allargò le natiche, le sue intimità ora erano così esposte...offerte...lo sapeva il Padrone avrebbe visto quanto era eccitata.
Ed Io lo vidi, la sua figa morbida, gonfia le labbra vive, fradicie, sembrava respirassero.
Silvia ora aveva solo voglia di essere riempita, non sapeva dove, nn importava, voleva solo sentirsi piena, era quello che si aspettava, sentire la Mia cappella appoggiarsi lì sulle sue intimità e affondare dentro, di colpo presa fino in fondo.
Ciò che sentì invece fu una scarica di dolore che dalle labbra della figa, dai muscoli del suo ano arrivò dritta al suo cervello, la sua bocca si aprì lasciando uscire un grido di dolore, le gambe si piegarono cadde sulle ginocchia, la cintura aveva colpito li, nel solco delle sue natiche, all'improvviso.
Ci volle un po ma alla fine il suo urlo si spense, nella stanza tornò il silenzio.

"Non ho sentito contare schiava"

A quelle parole Silvia si rese conto di cosa l'aspettasse...era quello che voleva..

"....u..uno...Padrone....mi scusi"

...si rialzò...sulle gambe...tremava...le mani tenevano le natiche aperte..

..il rumore della cintura che fendeva l'aria ..si spense sulla sua figa...

"Ahhhhh ..........du....du....due.... Padrone"

Silvia faceva fatica a tenersi in piedi, sentiva la figa gonfia, bruciare, pulsare....ciò che nn capiva era perchè la sentisse così piena di umori, viva, oramai sentiva le gambe, le calze inzuppate del suo piacere....

"....tre....tre..Padrone .."

Sentiva quelle fitte di dolore, come scosse nella sua testa, scosse nella sua figa, ora ne era certa nn avrebbe resistito oltre....

"....qua...quattro...Paaadrone...."

..le sue urla nn erano più solo di dolore....
Con le mani ora cercava di aprire ancor di più quelle natiche, Silvia voleva sentire quella cintura battere ancora....
Non dovette attendere molto, la cintura disegno un cerchio e sibilando nell'aria finì tra le labbra della figa lì dove il clitoride oramai gonfio sporgeva.
Silvia sentì quel colpo ..era come se avesse innescato una bomba, una bomba che esplose nella sua figa..nella sua testa....
"Padroneeeeeeee...........ahhhhhh ..."
...le gambe cedettero cadde sulle ginocchia..respirava a fatica..gemeva....godeva...
Era a terra tremante, la figa pulsava Silvia ansimava, il suo respiro assetato di aria...ci volle un po' di tempo perché si riprendesse dall' orgasmo..ma da brava schiava si rialzò
"..ci ci ...cinque Padrone"

La guadavo, lì con le mani che spalancavano ancora quelle natiche rosse, la figa gonfia ..ancora piena di succhi, le gambe tremavano, stava soffrendo, aveva goduto, e adesso era ancora lì pronta.
Silvia stava aspettando, aspettava di sentire quella cintura, senti solo una mano fra i capelli un respiro vicino al suo orecchio
"Brava schiava, può bastare credo che da oggi sarai più puntuale"
"Si Padrone lo sarò..."
"Bene ora stai ferma così "
Mi allontanai un attimo, al mio ritorno era ancora lì, il respiro ora era più naturale, le gambe nn tremavano più, le mani tenevano sempre quel culo aperto. Mi avvicinai appoggiando la punta del plug al suo ano, spingendolo bene fino a farlo sparire tutto nel suo culo,sola la base piatta rimaneva fuori nascosta tra le natiche per tenerlo fissatole,le mie dita scesero fra le labbra della figa, accarezzandola, sentendola così morbida,succosa, non era ancora finita ancora un piccolo regalo per lei, un piccolo ovetto che spari dentro il suo sesso.
Silvia si sentì riempirsi il culo, il plug non era grandissimo ma si sentiva....e quella cosa nella figa ci sfregava contro, guardando sotto le gambe aperte vedeva solo una cordina penzolare dalla figa.
"Bene schiava ora sei pronta. Finalmente potremo fare ciò per cui sei venuta qui, seguimi che usciamo a pranzo"
Silvia si rimise in piedi, sentiva i due oggetti fissi nei suoi buchi, i primi passi e li sentì subito sfregarsi dentro dandole sensazioni di piacere, non sarebbe stato facile trattenersi, nn sarebbe stato facile neanche stare seduta a tavola..oltre a sentirsi piena aveva ancora il culo che bruciava.
Era certa, sarebbe stato un pranzo molto lungo.


Lele_rock@hotmail.it


scritto il
2018-02-08
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