Pronti e complici 2
di
Roberto e Rosanna
genere
trio
Questa volta lo racconto solo io, Rosanna, visto che qualche lettore ha trovato confusionario il nostro primo racconto. Ebbene, dopo quella volta con Valerio, il nostro fornitore di prodotti di profumeria, non abbiamo più trasgredito. Primo perchè con Valerio non ci vedevamo più in quanto è stato dirottato in un'altra area; secondo perchè non era facile, anche per mancanza di tempo a causa della nostra attività. Trasgredivamo con le nostre fantasie. Bello, eccitante ma la trasgressione reale, ricordando la goduria con Valerio, era tutta un'altra storia. Roberto ha insistito e mi sono lasciata convincere ad andare in un privè. Si è informato bene, fra l'altro, frequentando questi siti, è tutto più facile. Il problema per noi, come sempre, i tempi, tanto più che saremmo dovuti andare in un'altra città. Ci organizzammo per un sabato sera: io rientrai a casa prima, preparai una cena leggera e mi preparai. Roberto rientrò alla chiusura della tabaccheria, cenammo, si preparò pure lui e partimmo. Arrivammo che era quasi mezzanotte. Un'esperienza indimenticabile, tanto che ci ripromettemmo di ritornarci. Per me, dopo le remore e l'imbarazzo iniziale, una notte di essere sfondata in continuazione da 4 cazzi diversi. Per lui fiche culi e bocche in quantità, fino a quando mi venne a trovare in una stanza dove stavo con una coppia e con l'amante di lei. Mi raccontò, Roberto, che aveva raggiunto il massimo del piacere quando mi vedeva godere sotto i colpi di lingua di lei che mi leccava la fica mentre avevo un cazzo nel culo ed un altro in bocca e lui, nel frattempo inculava la lei. Rientrammo a casa che era già mattina. Ma la testa di mio marito era là: ai camionisti. Sempre grazie ai siti dedicati, venne a conoscenza degli strani traffici trasgressivi in un'area di servizio vicino Messina. Era ancora più lontana rispetto al privè, ma l'altra sera mi feci convincere e ieri, festa della liberazione, approfittando della chiusura della tabaccheria, decidemmo di trascorrere una giornata fuori e quel che sarebbe accaduto sarebbe accaduto. Partiamo presto, immaginate che alle 9 siamo già lì. Nè un tir nè un camion, ma tante auto e qualche pullman di gitanti. Roberto dice che forse abbiamo sbagliato giorno. Mi dice di scendere e di fare finta, da quel momento in poi, di non conoscerci e di stare ognuno per conto nostro. Mi consegna pure le chiavi dell'auto chissà ne avessi avuto bisogno. Il tempo è bello, sembra estate, tanto che lascio in auto il cardigan. Insosso una gonna marrone molto attillata e con lo spacchetto posteriore, una camicetta avana, intimo, reggiseno e slip, marrone e autorreggenti color carne. Il tutto suggerito da mio marito. Vado avanti da sola ed entro al posto di ristoro. Tanta gente, gente comune e famiglie complete che approfittano dei servizi e ne approfittone per un caffè o una bibita. Faccio la coda per fare lo scontrino e vedo entrare mio marito. Non ci conosciamo. Tra la coda ed il caffè perdo una ventina di minuti, quindi esco fuori ed accendo una sigaretta. Sono lì sola davanti all'ingresso, quasi in mostra in attesa di non so cosa. Certo, qualche sguardo su di me lo percepisco; anche qualche apprezzamento. Vedo entrare un camper, posteggia ed escono due tizi. Hanno l'aria di essere stanchi; sono in jeans e camicia. Saprò dopo che lavorano presso una ditta di rimessaggio e che avevano guidato tutta la notte per portare il camper da Napoli a Catania. Mentre si avvicinano notano la mia presenza e mi guardano intensamente su tutto il corpo. Quando sono a circa 5 metri sento uno di loro sussurrare: "Minchia compà talia chi pezzu di sticchiu". Sono entrambi sulla cinquantina e ben messi, uno capellone e l'altro del tutto pelato. Non è che mi suscitassero qualcosa di particolare, anzi, non hanno niente di eccezionale, ma sono curiosa ed entro dopo di loro per vedere la loro reazione. Tanto, penso, la mattinata deve passare e devo fare contento mio marito facendomi abbordare. Poi come va a finire finisce, certo è che sono decisa a non oltrepassare certi limiti per farmi abbordare. Vanno ai servizi e poi il capellone fa la coda alla cassa e il pelato, al banco del bar in attesa, da uno sguardo in giro e si accorge della mia presenza. I nostri sguardi si incontrano, abbasso il mio e faccio un giro tra i tanti prodotti di gastronomia, non disdegnando di tanto in tanto uno sguardo in quella direzione. Arriva il capellone e sussurrono qualcosa guardando me. Mio marito, in modo alquanto indifferente assiste alla scena. Esco fuori, riaccendo un'altra sigaretta e faccio due passi in direzione dal camper. Sono ferma quasi a metà strada e li vedo uscire. Naturalmente si diriggono nella mia direzione e nei miei pressi mi salutano con un ciao. Facendo finta di essere sorpresa dico: "Buongiorno". Si fermano. "Sei sola?" chiede il pelato, "Si. Perché" "Niente......quanto vuoi?" Mi hanno scambiata per una puttana. Sto per mandarli a quel paese ma sono presa da una certa eccitazione e da una strana curiosità dal fatto che avrebbero pagato per scoparmi. Proprio in quel momento esce mio marito e passa a pochi metri da noi. Mi eccito ancora di più e sto per dire non so quale cifra oppure che non sono una a pagamento. Il capellone mi anticipa. "Vieni dentro il camper? Noi ti possiamo dare al massimo cento euro ciascuno" dice deciso. Mi viene da ridere ma la mia fica è bagnata. Sento una strana frenesia. Non sono due Alain Delon però mi intriga un sacco fare la parte della puttana. "Per me vanno bene" dico tutto in un fiato e tutta rossa in viso. "Però senza tempo. Noi ci vlogliamo divertire, non è che dopo dieci minuti ci dici che abbiamo finito? Facciamo un servizio completo e duraturo, tanto ti diverti pure tu." Che siruazione! Mi hanno già fatto capire che mi vogliono sbattere in ogni modo. "Che dici? Andiamo dentro?" "Mmm". Mio marito da lontano vede tutta la scena. Appena entrati il pelato, palpandomi un seno, dice: "Vedi che comodo qua dentro?" "Ca ci possiamo divertire come vogliamo" intervenne il capellone. Predono a sfilarsi i jeans; fra l'altro si tratta di un rapporto tra puttana e clienti. Quindi mi sbottono la camicetta e me la sfilo. Non ci sono preliminari ma è tutto così eccitante che non avete nemmeno l'idea. Il tempo che sto facendo scendere la gonna, ed essendo attillata al massimo si porta aprresso pure gli slip, che loro sono gia nudi seduti sul letto che si maneggiano il cazzo. Sono pure panciuti ma a vedere due cazzi che in un attimo sono già pronti per me, mi fa proprio impazzire. Intanto penso che devo sapermi controllare come una puttana professionista. "Minchia, veramenti bona sei" dice il capellone, "Te l'avevo detto compà. Teni, continua tu. Come ti chiami?" Interviene il pelato. "Roberta" mi viene da dire. Al che mi chino e li prendo in mano. "Minchia Robè, ci sa fari con due cazzi" riprende il pelato. Il capellone si alza, mi viene di fianco e mi sgancia il reggiseno. Essendo chinata le tette pensolano giù libere e prende a strizzarmi quella più vicina a lui. Anche il pelato fa la stessa cosa con l'altra tetta. Mi fanno pure male ma è piacevole. I loro cazzi sono grossi e duri; mi chino su quello del capellone e prendo a leccarlo stappandogli gemiti e luride frasi che mi fanno impazzire: mi sento lussuriosa e libidinosa al massimo. Mentre sono chinata a spompinare il capellone il pelato mi gira e, mettendomi la mano e il braccio fra le cosce, fa gemere anche a me di piacere. "Aha! Ti piaci ah! Te l'avevo detto ca ti divirtivi pure tu! E' veru ca ti piaci?" Mi sfilo il cazzo del capellone dalla bocca e rispondo di si. Mi dedico al pelato e faccio lo stesso lavoretto, però sul letto che, per la verità, per tre non è per niente comodo tanto che il capellone me lo schiaffa dentro stando ritto giù dal letto. Più mi pompa e più il ritmo del mio pompino al pelato è veloce. "Brutta puttana ca si, mi fa muriri, minchia che sei pompinara!" Purtroppo non so controllarmi come saprebbe fare una professionista e mentre spompino il pelato non posso fare a meno di sospirare e gemere sotto i colpi prepotenti del capellone. Infatti ho un orgasmo e il capellone che mi stava scassando tutta la fica mi chiede se mi stesse piacendo il suo cazzo. "Siiiii, ahooooo, siii, mi piaciii, sto godendoooooo". Ci troviamo tutti su quel lettino in un groviglio di gambe, di braccia e di cazzi. Ora è il pelato che me lo mette nella fica facendomi cavalcare sopra. Mi muovo freneticamente mentre il capellone, ritto, cerca di ficcarmelo in bocca. Riesco a prenderlo e per gustarmelo, perchè mi piace, invece di sussultare prendo a roteare il bacino su quello del pelato tenendomi il suo cazzo stretto dentro la fica consentendo, nello stesso tempo, al capellone di scoparmi in bocca. E' lui che da segni di non poter resistere più. Me lo dice chiaramente che mi vuole sborrare in bocca e subito, nitrendo come uno stallone, mi riempe la bocca di sborra. Inghiotto e il pelato, ammirando la mia esibizione, mi dice che puttana sono e mi sborra nella fica facendo godere anche a me. Fanno tanti apprezzamenti su di me, belli e sporchi e penso che sono soddisfatti. Mi alzo. Forse pensano che stessi rivestendomi e mi dicono che era ancora presto e che hanno ancora voglia. I loro cazzi sono mosci. Anch'io ne volevo di più e predo il cazzo del pelato fra le tette prendendo a segare il capellone. Poi loro in ginocchio affiancati ed io alla pecorina. Se lo menano e mi fanno leccare le palle; poi alternandosi me lo ficcano in bocca e poi nuovamente a leccare le palle. Mi chiedo no il culo. "Allora il prezzo è proprio ma proprio di favore" dico sorridendo "Ho l'impressione che tu più di noi ti sta divirtennu" dice il capellone. Mentre il pelato mi incula facendomi sentire più puttane che mai spompino il capellone. Mi chiedono di dove sono, dove possono venirmi a trovare o se ci possiamo rivedere ancora qua. Dopo che godo col cazzo del pelato nel culo mi dicono che dovrei essere io a pagare loro. Il capellone mi incula facendosi cavalcare e dandogli le spalle. Il pelato mi fa distendere supina sul capellone e prende a leccarmi la fica. Non capisco più niente: mi agito , grido e non so quello che mi scappa dalla bocca, comprese parole sconce, il fatto sta che mi dicono che non avevano mai conosciuto una puttana troia come me. Dopo che ho un orgasmo infinito così, vedo distendere Il capellone sopra di me e me lo ficca nella fica. Sono tra di loro e non mi posso muovere ma i loro cazzi è come se si incontrassere dentro di me per giocare insieme in un gioco di estremo erotismo. Godo. Godo e grido e quando stanno per venire mi lasciano libera di prendere i loro cazzi in bocca ed accogliere la loro sborra. Il capellone si riveste per primo ed esce per andare a prendere i caffè al posto di ristoro. Il pelato ed io restiamo da soli. Io mi asciugo con dei fazzolettini imbevuti pulendomi tutta in sua presenza. Scherziamo. Mi da 200 euro e da vera puttana li conservo dentro la borsa. Mi chiede se oggi ne guadagnerò ancora e rispondo che non dipende solo da me. Ritorna il capellone, prendiamo il caffè e poi ci salutiamo. Loro ripartono subito, aspetto che scompaiono e raggiungo mio marito che era in attesa davanti al posto di ristoro. Chiede e rispondo: "Tutto bene" Ti sei divertita?" "Si". E' mezzogiorno, ci mettiamo in auto e partiamo. Ci fermiamo a Giardini Naxos, pranziamo e poi riprendiamo la via di casa. Durante il viaggio ha voluto sapere nei minimi particolari. "Certo che tra privè e qua cazzi ne puoi avere quanti ne vuoi" mi disse sorridendo e stuzzicandomi.
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