Pronti e complici.

di
genere
trio

Siamo Roberto e Rosanna, nomi di comodo e in seguito vi diremo del perché li abbiamo scelti. Rispettivamente di 50 e 43 anni, sposati da 19 e sfortunatamente senza figli a causa di un aborto con serie conseguenze. Abbiamo deciso di raccontare insieme la coppia che siamo diventata nel giro di pochi mesi. Il nostro non è mai stato un vero amore, bensì un grande affetto in quanto siamo cugini. Vi chiederete allora del perché ci ritroviamo ad essere marito e moglie. Io, Roberto, stavo riprendendomi da una grande delusione dovuta al fatto che la mia fidanzata, dopo 8 anni, mi aveva lasciato per un altro. Avevo 30 anni. Io, Rosanna, avevo 23 anni, ero diplomata e stavo a casa con i miei. Non avevo mai avuto un ragazzo ed ero vergine in tutto. Il motivo? Insomma, lo sapevo pure io che non ero proprio una bella ragazza essendo piuttosto scarna e poco attraente. L'idea non fu nostra, quando si muovono le famiglie e tutto il parentado, assillandoci sul fatto che sarebbe stata la soluzione migliore per entrambi perché ci volevamo bene e ci conoscevamo da sempre, ecco che tutto rientrava in una certa logica. Tutto combinato: ci incontrammo da soli parlando molto e poi una bella festa familiare. Per me, Roberto, sentire vicino l'affetto di mia cugina fu determinante per ritrovare la mia serenità. Per me, Rosanna, ritrovarmi legata a mio cugino fu il massimo: grande affetto, sistemazione e sicurezza in quanto già gestiva la tabaccheria di suo padre nonché mio zio. Difficili i primi approcci; non avevo mai baciato un uomo, ma lui fu molto bravo a trasformarmi in una donna vogliosa: seghe, pompini, 69 e voleva pure la fica. Non volevo fino al matrimonio, non insistette ma ha voluto il mio culo. Glielo diedi ma con mezzi approcci con la scusa che mi dava fastidio e che lo consideravo contro natura. Ci sposammo. Eravamo molto legati, sessualmente andava alla grande e il grande affetto che ci legava contribuì a farci superare il momento dell'aborto e la brutta notizia che non avrei più potuto avere un figlio. Nel frattempo perdemmo, io, Roberto, mio padre ed io, Rosanna, mio zio nonché mio suocero. Altro brutto momento da superare. Ristrutturammo la tabaccheria: lottomatica, articoli di profumeria e giocattoli. L'attività ci ha permesso di vivere agiatamente: una bella casa nella nostra città, in Sicilia, il villino al mare, a pochi chilometri, e qualche bel viaggio. a nostra vita in tutti questi anni? Monotona? A volte si, senza figli da crescere. Però siamo stati sempre bene insieme e i momenti di allegria e di coccole sono stati prevalenti rispetto ai momenti di monotomia. La nostra vita è scandita dal ritmo della nostra attività: dalle 8 alle 13.30 e dalle 16,30 - 17 alle 20- 20,30 in tabaccheria; il sabato sera, alla chiusura, o con amici o parenti in pizzeria o in famiglia. La domenica tutta per noi, anche all'insegna del sesso. Solitamente ogni estate, oltre atrasferirci per 4-5 mesi nel nostro villino al mare, abbiamo l'abitudine di andare fuori pewr una settimana. Anche quest'anno, a cavallo di ferragosto. Prendemmo il traghetto Palermo-Napoli e proprio sul traghetto io, Roberto, fui preso da una certa frenesia quando, dopo aver posteggiato l'auto nell'autorimessa e preso il piccolo troller con i ricambi del giorno dopo, prendemmo possesso della cabina e dopo andammo al self service-rosticceria. Non era l'unica donna mia moglie, ma l'interesse che suscitò fu, per conto mio, impressionante. Alcuni camionisti la spogliavano con lo sguardo e farfugliavano tra di loro. Quasi mi trovavo a disagio ma, nello stesso tempo, fiero. Non avevo mai pensato che potesse suscitare tanto interesse. Devo dire, immedesimandomi, che non era niente male e che anzi, tantè che mi ritrovai col cazzo duro, la vedevo molto sensuale. Indossava una semplice gonna di jeans con lo spacchetto posteriore e una magliettina bianca. Due paroline su di lei, oggi a 43 anni, dovrei spenderle, ma è inutile che ve la descrivi. Tanto per essere conciso dico solo: ricordate Rosanna Fratello di 30 fa? Stessa corporatura e stessa sensualità; stesso sguardo accattivante e perfino i capelli lunghi e scuri. Ecco perché la scelta del nome. Io Roberto? Era il nome che mi piaceva da bambino. Io, Rosanna, notai che suscitavo interesse e sentivo tanti sguardi su di me. Ma francamente lo sapevo già, se è vero com'è vero che le battutine me le fanno pure in tabaccheria. Insomma, a 43 anni non sono più quella ragazza insignificante di 20 fa. E' un nostro cliente abituale che, quando è possibile, mi sussurra: qualche volta una pazzia la dobbiamo fare. Oppure quel nostro amico che ogni volta che compra un gratti e vinci mi sussurra: se vinco festeggiamo insieme. Io naturalmente faccio capire che prendo tutto come uno scherzo e li congedo con un sorrisino. Anche un rappresentante di profumi, che viene normalmente ogni due mesi, mi riempie di complimenti alquanto espliciti. Mi piacciono i suoi complimenti e mi piace pure lui. Chiaramente non ho mai raccontato a mio marito, anche se so benissimo e sa benissimo che non l'avrei mai tradito. Me lo disse mentre consumavamo la nostra cenetta seduti su sgabelli altissimi attorno ad uno dei tanti poggia piatti. Certi argomenti e certe terminologie non erano di nostra abitudine. Mi disse: "Minchia, quanto sei bona stasera a vedere come ti stanno spogliando con lo sguardo". Anche se l'avevo notato da me rimasi molto sorpresa e, ben sapendo che la sua non era permalosità, sorridendo risposi per le rima: "Che ti sembra che non me ne sono accorta? Vuol dire che piaccio!" "Ah si?C'è quello lì con la maglietta nera e i bermuda rossi che ti sta mangiando con gli occhi. Sarà sicuramente un camionista. Quelli sono tosti, sono una bella categoria.Magari vuole fatto un pompino". Sinceramente non pensavo che mio marito mi potesse fare certi discorsi. Non nascondo che mi ritrovai in imbarazzo ma lo trovai molto eccitante e continuai a giocare. A giocare si, ma con la verità: "Mi guarda le gambe e cerca il mio sguardo. Si, poi tu....un pompino!...."- Finì tutto lì ma questa novità accese una scintilla. In cabina eravamo come affamati; mi toccò, mi trovò bagnata e mi chiese se era la fantasia del camionista. Non sapevo cosa rispondere e per non rispondere cercai la sua bocca con la mia e il suo cazzo con la mano. Io, Roberto, ero eccitato ad immaginarla alle prese con quel camionista, ma lei era un fuoco di libidine e ci buttammo sulla sua brandina a scopare come veri porci chiedendole spesso cosa stesse fantasticando e rispondeva sempre: "Mmmmm! Daiiii, continuaaa". Tutta la vacanza all'insegna dello stuzzicamento continuo da parte mia con lei che stava al gioco in atteggiamenti lussuriosi e complici, raggiungendo il top dell'eccitamento, fino a scambiarci confidenze su come avremmo voluto scopare io con un'altra e lei con un altro, quando un giorno, rimasti al resort, trascorremmo tutta la mattinata in piscina. Lei era in bikini bianco, sdraita sotto l'ombrellone intenta a leggere un settimanale prettamente femminile; io, seduto, mi guardo attorno ammirando qualche bel culo. Notando l'attenzione del bagnino, un attraente ragazzo di circa, secondo me, 24-26 anni, nei suoi confronti, la misi al corrente. "Sii, tutto tu vedi!" disse smorfiosamente. La vidi vanitosa e assunse certi atteggiamenti di complicità nei confronti delle attenzioni del bagnino. Trascorremmo tutto il pomeriggio a scopare con me che la stuzzicavo sul bagnino e lei che sussurrava sempre: "Siiii, ahaaaaaaa, siiiiii"-- A me, Rosanna, il sangue mi bolliva e il desiderio mi attanagliava. Sul traghetto, ormai di ritorno, mi chiese di infilarmi in quella bolgia di uomini, come al solito tanti camionisti, al self service. Mi disse di andare a prendere qualcosa mentre lui manteneva il possesso del tavolino. Feci la smorfiosa e gli dissi che non mi andava mischiarmi fra tutti quei maschiacci. "Meglio! Chissa!" insistette. Fu la prima volta che sentti il contatto di un estraneo su di me. Mi avviai e con sorpresa notai che tutti mi fecero passare avanti. Era come se alcuni di loro avessero un piano prestabilito. Subito sentii una mano morta sulla mia coscia; mi scostai, per quello che potevo, ma il tizio riprese a palparmi. Era un omone al mio fianco. Mi sentii arrossire; alzai lo sguardo nella sua direzione e incontrai il; mi sorrise e mi mortificai. Ero indecisa sul da fare perché non volevo che pensasse che mi facevo toccare volutamente. All'improvviso sentii qualcosa di duro sul culo. non poteva essere che l'eccitazione di un porcone che, approfittando della confusione, me lo strusciava a suo piacimento. Purtroppo pure a mio piacimento. Infatti, nonostante un grande imbarazzo e l'intenzione di tornarmene al tavolo, fui presa da un non so che di libidinoso. Era la prima volta che sentivo su di me la prepotenza vogliosa di un altro cazzo. Mi sentivo bagnata e non facevo niente per evitare il contatto. Quando tornai da mio marito notai gli sguardi dei due su di me. Li sfidai col mio e mi eccitai ancora di più facendo loro intendere che avevo gradito. In cabina raccontai tutto a Roberto. si eccitò come un toro; ne seguì una scopata fantastica durante la quale immaginai il cazzo di quel tizio palesandomi lussuriosamente. Rientrati riprendemmo il nostro ritmo di vita rimanendo fino a metà ottobre nel nostro villino al mare. Non eravamo più come prima; me ne rendevo conto io stessa su di me: mi sentivo disponibile e ben disposta a certe situazioni. Mio marito contento di questo nuovo rapporto di complicità. Era come se fossimo una doppia coppia: la prima quella di marito e moglie e la seconda quella di due cugini confidenti e senza segreti. La svolta definitiva avvenne quando una sera, forse ormai di quasi 2 mesi fa, seguendo il TG2 della sera, mentre cenevamo, seguimmo con attenzione un servizio sugli immigrati i quali, non ricordo dove,, vivevano prostituendosi per 25-30 euro. Da alcune interviste le clienti erano ragazze e signore della buona società. "Brutte troie! Ma quanto siete troie? Pur di farvi trombare da un cazzo nero fareste la qualsiasi cosa" sbottò. "Ma chi? Che ne sai tu di quelle là perché lo fanno". Fu solo l'inizio di una lunga discussione e scambi di opinioni. A tratti a ridere, a tratti seri e a tratti in tono ironico come se ognuno volesse scoprire le intenzioni dell'altra. Per me, Roberto, le intenzioni erano chiare. Più parlavamo e più mi sfidava a modo suo, più si faceva strada nella mia mente l'idea di vederla scopare con un altro. Allora le chiesi se immaginava perché quelle signore pagavano per scopare con un negro. "Perché, come dici tu, saranno delle troie o perché, magari, non sono soddisfatte dal marito" rispose in tono ironico. "Oppure per piacere di farsi un negro. Tu l'hai mai visto un cazzo nero? Lo vuoi vedere?" "Dove lo devevo vedere? No! Che fa, caso mai me lo porti qua?" rispose col suo sorrisino di sfida. Anche per me, Rosanna, le intenzioni erano chiare e cercavo di portare il discorso per le lunghe. "E poi perché con un negro? Rischi, malattie...." dissi. Si sbilanciò. Disse quello che volevo sentirmi dire: "Si può fare anche con un altro"- Decidemmo insieme di si a letto. La decisione era presa, ma nacque un altro problema: come? Con chi? Per la verità mi prospettò più di una soluzione. Eravamo d'accordo che non l'avremmo mai fatto con un conoscente, per ovvi motivi. Con uno sconosciuto, come? Per me, Roberto, per come ero preso e per timore che tutto potesse svanire, l'avrei fatta scopare da qualche camionista in un'area di servizio o da un paio di guardoni in un car sex o da un ragazzoto negro nel nostro villino al mare. per me era la soluzione più semplice e quella che mi intrigava di più. fra l'altro avevo gia individuato il ragazzoto negro. Rimasi stupito quando mi chiese come fossero i club privè. mi sembrava affascinata dall'idea. Non avevo esperienze in merito ma avevo letto qualcosa. Non sapevo dove trovarne uno ma decisi di darmi da fare. Naturalmente lontano dalla nostra città. Io, Rosanna, ero veramente affascinata, per averne sentito parlare, di questi luoghi di perdizione, ma poi, improvvisamente, si presentò quell'occasione che non avevamo mai presa in considerazione. L'11 dicembre di prima mattina, si presenta Valerio. E' il rappresentante di profumi che più volte mi ha fatto capire esplicitamente che desiderava scoparmi. E' sicuramente un 40enne attraente, affascinante e mi è sempre piaciuto. Ci porta la notizia che sarà la sua ultima visita in quanto gli hanno cambiato zona e sarà sostituito da un nuovo collega. Naturalmente restiamo sorpresi e siamo dispiaciuti. Dice che resterà nella nostra città 2 giorni, al che sento qualcosa di strano: un desiderio morboso di farmi fottere. Ho paura che mi si legga in viso e infatti, non appena il mio sguardo incrocia quello di mio marito, capisco che lui ha capito quello che avevo in mente. Un altro sguardo e capisco che lui è d'accordo. Infatti: "Allora dobbiamo salutarci se non ci dobbiamo vedere più! Stasera vieni a cena da noi allora!". Ringraziò e disse che era veramente un grande piacere. Al che prendemmo accordi per la sera: sarebbe venuto in tabaccheria verso le 8 e poi insieme saremmo andati a casa. Durante la mattinata, clienti permettendo, ne parliamo spesso. Lei, in certi momenti, ha dei dubbi; io dico che è l'occasione giusta tanto non verrà più e che, comunque, e lei che deve decidere. Il pomeriggio resta a casa per prepararsi lei e provvedere per la cena. Valerio è puntuale e si presenta in tabaccheria con una bottiglia di vino e con una confezione di profitterols. Quando arriviamo a casa ed entriamo lei ci viene incontro e Valerio resta senza fiato; io non posso non pensare: minchia che sei provocante. Ho capito che era la serata giusta. E'vestita come se dovessimo uscire per andare al ristorante o ad una festa tra amici: quando indossa quell'abitino color panna, attillato al punto giusto, sulle ginocchia e con lo spacco laterale a metà coscia, su quella sinistra, mi fa impazzire. Le calze nere, sicuramente gli autoreggenti, la scollatura a V proprio sulla spaccatura delle tette e truccata appena in viso. Capisco che è decisa, imbarazzata ma tutto sommato serena. E' disponibile, sia a tavola che dopo in divano, ai complimenti, prima miei e poi insieme ai miei quelli di Valerio, e, anzi, sembra cercarseli. Di vinello ne avevamo bevuto, un paio di grappini, comodi in divano, pure; ancora profitterols e lei sta per alzarsi per preparare il caffè. Io, Rosanna, quando mio marito mi blocca lì, sprofondata sul divano, in mezzo a loro due, dicendomi che il caffè poteva aspettare, capisco che è arrivato il momento, anche perchè è evidente che Valerio è stravolto nel vedere la mia coscia sinistra, proprio accanto a lui, completamente scoperta quasi fino al limite della carne viva. "Stai qui, non ti piace stare qui tra di noi? Stasera mi stai facendo impazzire e scommetto pure a Valerio" Si, addirittura! E chi sono...."Fatti guardare meglio, scommetto che Valerio è curioso". Al che mi scopre completamente le cosce. Una finta protesta e un tentativo di fermare la sua mano da parte mia, ma quando mio marito invita Valerio a guardarmi quanto sono bona, mi lascio andare vogliosa. La mano di mio marito è subito sulla mia pelle nuda, fra le cosce e raggiunge le mie mutandine di pizzo. Non mi trattengo dal gemere. "Sei tutta un lago" "Siiii" "Hai voglia di farti fottere da me e da Valerio?" "Siiii. Ohaaaaa". Ho gli occhi socchiusi per il piacere e sento una mano sulle mie tette. E' quella di Valerio che prende a palparmele, prima con delicatezza e poi con più veemenza, facendomi dondolare sui finchi e sotto i fianchi il mio bacino non riesce più a stare immobile. Insomma, mi agito e gemo e, nel frattempo, mentre mio marito con la destra continua a torturarmi fra le cosce con la sinistra, facendomi girare e rigirare, tira giù la cerniera del mio vestito. nel frattempo la mano di valerio è sul mio collo, mi gira e sento la sua lingua sulle mie labbra. E' la prima lingua, a parte quella mio marito, che assaporo. La risucchio in bocca, la succhio, sento che esplora ogni angolo della mia bocca e poi intreccio la mia. Sono così fuori di me che la mano di mio marito, anche se sopra le mutandine, mi porta all'orgasmo. Mentre godo è mio marito che mi slingua in bocca ed è sempre lui che porta la mia mano sulla patta di Valerio. Lo tasto vogliosa mentre mio marito mi succhia le lingua ed io godo come una troia. Mi fa alzare, sta dietro di me e mi va spogliado. "Guarda che bona sta vacca" dice a Valerio, e poi mentre mi sfila le mutandine lo invita a toccarmi la fica ormai fradicia. Mi libera del reggiseno e gli chiede cosa ne pensa delle mie tette. "Bone, bone. Esattamente come le immaginavo. Ma sei tutta bona Rosa'". Ormai sono nuda, ho solo gli autoreggenti e mio marito invita Valerio: "Dai Valè mostrale il cazzo che non vede l'ora". Mentre Valerio si stira giù i pantaloni, lui mi chiede se lo desidero il cazzo di Valerio e rispondo in modo deciso di si. Mi inginocchio; è in slip con i pantaloni alla caviglia. Io, Roberto, non vedo l'ora che lei se ne impossessi. Glielo vedo palpare da sopra gli slip e mi sento ribollire il sangue dentro. Lo fissa negli occhi e poi tira giù gli slip. Il cazzo di Valerio scatta fuori come una molla e devo dire che è proprio un bel cazzo. Meglio di me se ne accorge lei. Lo impugna con entrambe le mani e lo ammira come sefosse il suo primo giocattolo. In effetti è il primo che vede dopo il mio. Lo sega lentamente con la destra e con la sinistra gli palpa le palle piene di sborra. Prende a leccarlo e la mia eccitazione è al massimo. Incomincio a spogliarmi mentre vedo la sua lingua che lo lecca vogliosa in tutta la sua lunghezza. I gemiti di Valerio sono sempre più intensi. Gli lecca le palle, ritorna su e lo ficca in bocca. Ci gioca con la lingua e fa su e giù. Sento il rumore e i sospiri di Valerio che le dice: "Sii, cosii, brava". Mi viene di dire: "Valè vedi che bella pompinara mia moglie?" Lui risponde disi, Per lei è come un complimento e un motivo in più per essere brava. Infatti aumenta il ritmo del suo pompino. Per me, Rosanna, è qualcosa di stupendoavere in bocca e spompinarlo a mio piacimento un cazzo che non avevo mai visto prima, e mio marito è lì che mi incita. Sento la mano di mio marito fra le chiappe e raggiunge pure il clitoride. Incomincio a gemere mentre succhio il cazzo di Valerio il quale mi dice di venire su. Vado su e lo cavalco. il suo cazzo non trova alcuna resistenza e me lo ritrovo tutto dentro la fica, quindi prendo a muovermi su e giù ansimando di piacere. Mio marito viene sul divano e me lo ficca in bocca. un pompino a lui e una slinguata a Valerio. Andiamo avanti cosi fino al mio orgasmo. Mi fanno cambiare posizione: Valerio me la lecca e mio marito mi scopa in bocca. La lingua di Valerio mi fa impazzire; godo e non so come, ad un tratto mi ritrovo a fare un 69 con mio marito e sento il cazzo di Valerio bollente fra le le mie chiappe. Penso che mi vuole inculare. Lo pensa pure mio marito che selo ritrova proprip sopra gli occhi. Lo invita a ficcarmelo nel culo ed io, tutto sommato, nella situazione in cui mi trovo, lo desidero. Lo sento farsi strada. Certo non sono vergine ma una gran bella inculata di discreta durata, per colpa mia, non l'avevo mai provata. Si, un po di fastidio, ma sentirselo tutto dentro, specialmente mentre un altro ti lecca fica, è qualcosa di stupendo. Ho due orgasmi che non ricordo mai di averni avuti così lunghi e intensi. Mio marito gode nella mia bocca e Valerio nel mio culo prolungando il mio orgasmo. Tra complimenti, apprezzamenti e palpatine è l'ora del caffè lo facciamo tutti insieme in cucina mentre Valerio mi lecca le tette e mio marito gioca con la mia fica. Io glieli sego e lorocazzi ritornano duri come prima. Prendiamo il caffè e mio marito, non so cosa gli passa per la testa, prende i profitterols e dice di andare a letto. Ne assaggiamo un po e ci baciamo col sapore dei profitterols. E' molto eccitante.Più eccitante ancora quando si spalma panna e cioccolato sul cazzo e mi dice di spompinarlo. E' stupendo. Lo faccio anche con Valerio e mi viene in bocca. Poi mio marito me ne spalma nella fica e nel culo e mi scopano così insieme alternandosi tra fica e culo. Tutto finchè non ce la fanno più. Quando Valerio va via sono quasi le 2 del mattino. Mio marito ed io facciamo la doccia, cambio le lenzuale e ci mettiamo a letto a parlare felici e soddisfatti. L'indomani mattina Valerio ripassa per salutarci e noi riparliamo del club privè..
scritto il
2017-12-27
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