Vacche da Monta 2 di 4

di
genere
incesti

Pronti per la partenza, valigie di Monica e la mia già nel bagagliaio e alle otto siamo già sotto casa di mamma. Salgo per i bagagli, Monica aspetta in auto per farsi una fumata.
Mi aspettavo di trovarle pronte con la valigia alla mano o perlomeno vestite invece sono sul letto, completamente nude, in un perfetto 69.
Tutti quei chili di carne sudata, quelle tette che sbucando da ogni dove, quelle cosce avvinghiate.
Sopra c’è mia madre, sotto mia suocera. Le loro teste ficcate tra le gambe che si muovono ritmicamente mentre entrambe si leccano e si succhiano le patate.
Lo spettacolo è appagante. Mi apro i pantaloni e tiro fuori il cazzo.
Le due mi hanno sentito. Mamma solleva la testa, mi guarda. “Siete già qui?” esclama.
“Avevamo detto alle otto” faccio notare mentre me lo prendo in mano.
“Abbiamo perso la nozione del tempo” sospira Graziella con la voce impastata dai succhi vaginali che ha ingoiato.
“Fa niente” dico e senza troppi scrupoli lo ficco fra le chiappe a mia madre.
SPROK!
“Aia! Cazzo era asciutto” borbotta.
“Ora si bagna mamma” dico senza farmi troppi problemi e afferrata ai fianchi inizio a pompare. Sono in piedi a lato del letto, loro distese per lungo. La testa di mia suocera sotto alle palle. Sento la sua lingua leccare la fica a mamma alternandola ai miei coglioni gonfi. Sento il fiato caldo mandarmi in ebollizione l’uccello.
“Cerchiamo di fare in fretta, Monica è sotto che aspetta” dico accelerando il ritmo nel suo bel culo. Mamma con quel doppio solletico di lingua e cazzo viene. “Urkaaaaaaaa” ulula e fa una squirtata che sembra una pisciata per quanta roba spruzza in faccia a Graziella.
“Troia mi affoghi” borbotta mia suocera.
Io metto una mano fra le gambe a mamma. Tiro su il suo nettare senza smettere di incularla. Mi porto la mano a coppa alla bocca, odoro quel liquido così unico, mi lecco la mano. Il gusto del proibito. Eccitato sento che sto per venire.
Faccio in tempo a sfilarglielo dal culo.
“Aiaaaaaa” bela mamma. L’ho sfilato troppo in fretta temo. Pazienza.
Quasi senza toccarmi sborro. L’uccello è lì che ballonzola sulla faccia di Graziella e mezzo poggiato sulla vagina di mamma. Posso sentire il calore del suo utero.
“Sborrrooooooo!” urlo (caso mai qualcuno non l’avesse capito).
Meccanicamente mi viene da pompare come se fottessi. Sento un varco che si apre sulla cappella. È la bocca di mia suocera.
La penetro mentre il cazzo spruzza.
“Succhia troia succhia” le dico mentre mia madre, dall’altra parte, la sta sgrillettando con le dita. Sento la fica bagnata di Graziella fare squash squash rumorosamente succube delle dita di mamma.
“Cristo santo piscio” geme mia suocera con la faccia piena di sborra e sbroda.
Allungo la testa sulla spalla di mamma per godermi lo spettacolo.
Sotto di lei le gambe cicciotte di Graziella spalancate si agitano e dal suo bel buco sprizza fuori una vera e propria fontana. La forza dello spruzzo è così forte che me ne piove un po’ addosso.
“Oddio che spasso” sussurra la donna completamente appagata.
Mi passo un dito sulla guancia, raccolgo le gocce, assaggio. Sa di dolce.
Proprio in quel momento appare mia moglie. Incazzata nera.
“Voi vi rendete conto che sono le otto e mezza stronze che non siete altro?”
Mia madre scivola giù dalla ciccia di Graziella, lei si solleva seduta a guardare la figlia “scusa, scusa, scusa…mi vesto subito”.
“Io mi vado a fare la doccia” dice mamma con un rivolo di orgasmi che le cola fra le gambe.
“Si ma non fatevi la doccia assieme troie! Se no partiamo domani” commenta mia moglie. Poi mi guarda “e mi lasci sotto come una stronza?”.
“Avessi saputo cosa trovavo ti facevo salire” sorrido io accarezzandole una coscia…

“Pronte” dice mia madre perfettamente vestita con una camicetta e una gonnellina mentre accanto c’è mia suocera col suo classico due pezzi nero (maglia e gonna fino al ginocchio) e calze abbinate.
Monica è poggiata con le braccia tese sul letto, io dietro con le mani avvinghiate sulla sua vita che pompo deciso. Non si è nemmeno dovuta spogliare, ha solo calato alle ginocchia un minuscolo perizoma nero (che io non avrei neanche messo per quanto inutile sia).
“Adesso finisco io se non vi spiace” dice mia moglie godendosi ogni randellata del mio cazzo fra le gambe…
“Vieni Grazi, partiamo giù le valigie e lasciamo soli i piccioncini” ridacchia mia madre..

Finalmente partiamo. Le due mature hanno tirato a sorte. Il primo pezzo starà davanti mia madre, poi dopo la sosta mia suocera che ora si è messa comoda dietro accanto alla figlia.
È abbastanza stanca per la scopata e praticamente sonnecchia tutto il tempo. Monica invece si rilassa con le cuffie e, ogni tanto, sonnecchia un po’ anche lei.
Chissà se sono stanche per la levataccia o per la chiavata?
Io alla guida tengo una media da crociera. Non abbiamo nessuna fretta e mi voglio godere il viaggio. Mamma è in gonna chiara, senza calze, camicetta abbastanza aperta da mostrare il solco delle poppe. È sempre un gran bel bocconcino. Ogni tanto le sfioro una gamba.
“Una volta usavi la scusa di cambiare marcia per palparmi” ride lei.
“Questa è una Tesla mamma, non ha le marce”.
“Per te sarà un difetto allora” ride lei.
Io allungo una mano direttamente sotto alla gonna. Trovo al volo il suo buco orientandomi col pelo e le ficco due dita dentro deciso.
“Oiii piano”.
“Sei tutta bagnata”.
“Quindi?” mi chiede.
“Niente. Ti facevo notare che non ho bisogno del cambio per toccarti. Ormai sono spavaldo mamma. Ma quante scopate ci saremo fatti? Mille?”.
“Esagerato” ride lei.
“Allora dimmi tu un numero. Io non le ho contate”.
Sbuffa “dunque abbiamo iniziato a farlo che avevi diciassette anni”.
“E per l’anno successivo l’abbiamo fatto di media quattro volte al giorno. Fanno già mille due, mille e tre fra anale e non”.
Annuisce “poi sei andato in università e ci siamo visti solo nelle vacanze e qualche weekend. “Facciamo una cinquantina mamma?”.
“Ma non scherzare, almeno 100. Quando tornavi a casa eri una specie di montone. Mi saltavi già addosso sulla porta ti ricordi?”.
“Mamma se una ti apre con le tette fuori e le calze a rete…per forza che”.
Ride “si, si ci mettevo del mio lo ammetto. Allora dai siamo a 1500 più o meno”.
“Le anali le conti come scopata?” chiedo.
“E come le devo contare come clistere?.
Ridiamo…
Va avanti coi suoi calcoli e io coi miei e alla fine conveniamo che tra weekend, Natali, vacanze ecc siamo sulle DIECIMILA!
“Porca troia” esclamo.
“I numeri non mentono” ride la mamma.
“Facciamo così, diciamo che sono novemila novecento novantanove così la prossima la festeggiamo come dieci millesima ti va?”.
“E come lo festeggeresti questo evento epocale?” domanda lei.
“Non so, abbiamo fatto talmente di tutto. Magari potremmo aprile lo champagne, nudi, berlo nelle scarpe coi tacchi a spillo come nei film e poi…”.
“Poi piccioncino” sfotte lei.
“Poi ti ficco la bottiglia nel culo e intanto ti impalo a tutto spiano”.
“A ecco mi pareva che eri già troppo romantico tesoro della mamma” dice facendomi una carezza sulla testa.

Sosta in autogrill. Panino per me e Monica, caffè per mamma. Graziella l’abbiamo lasciata in auto a dormire. Vedo mamma che si studia le bottiglie di vino e liquori al market. Mi avvicino “Che fai cerchi la bottiglia più adatta per fartela infilare nel culo” commento mentre le do una bella manata sulle chiappe.
“Shhhhhht abbassa la voce, ma ti pare il modo e togli la mano”.
“Ma dai non c’è nessuno mamma”.
“Ci sono le telecamere scemo”.
“E vabbè dai…” faccio spallucce.
“Comunque guardavo se c’era qualcosa di buono da portare a Ornella. Sai se beve?”.
“No, non so. Ma perché?”.
“Visto che ci ospita. Per educazione non si va a mani vuote” spiega saggia mammina.
“Potresti portarle un cazzo di gomma quello penso lo apprezzerà” e rido.
“Scemo che sei. Fatti una doccia fredda. Anzi, visto che siamo in argomento, non fare subito il montone appena arrivato. Un conto è accettare che sono l’amante lesbica di sua sorella e questo, va beh, siamo donne moderne, ci può stare. Ma non buttiamole subito lì che mi scopo anche mio figlio”.
“Cioè mi stai dicendo che in questa vacanza mi lascerai a secco mamma?”.
“Scemo che sei. Lo dici come se fossi l’unica donna della tua vita. Sono sicuro che con tua moglie non passerete la notte a dormire e poi, dai cazzo, me l’ha detto Graziella che ti sei scopato anche Ornella. Dai tuoi occhietti da porco ho già capito che non vedi l’ora di fare il bis. Io a che ti servo?”.
Io la fisso serio negli occhi, mi avvicino a un millimetro da lei “mamma tu sei la migliore. Ti amo” e la bacio in bocca…con la lingua.
Ci fissiamo. Lei prende una bottiglia di spumante dal banco, poi ne prende un altra. “Una per la nostra ospite e una per quella cosa che abbiamo detto prima”.
“Wow mammina” sorrido col cazzo che già si sta scuotendo voglioso.
“Vai e paga” ordina.
“Cazzo quaranta euro l’una”.
“Non fare il tirchio” ride lei.
“Sai il mio più grande rimpianto mamma?”.
Mi fissa, non capisce.
“Non avrei mai messa incinta”.
“Cosa?” sbotta ad alta voce.
“Ma si dai, te lo volevo dire da tanto. Quando venivo dentro immaginavo di riempirti. A volte ti sognavo col pancione, con le tette piene di latte…”.
Lei sussulta, sembra sconvolta “ok adesso basta che la cassiera ti sente”.
La guardo. È una sue americana sui 30 anni, piccolina, scura, tracagnotta con due grosse tette strizzate sotto alla polo da lavoro.
“Potrei farmi anche lei” dico ridendo.
“Sono sicura che non avresti problemi” ride mamma mentre mette le bottiglie sul bancone.

Usciamo nel parcheggio, mi accendo una sigaretta, mamma me ne sfila una. In macchina vediamo Graziella poggiata alla portiera che se la ronfa alla grande. Monica è in bagno.
Ci sediamo su una panchina, fianco a fianco.
“Visto che siamo in vena di confessioni devo dirti che il tuo desiderio l’avevi realizzato”.
“Cosa?” sbotto e, per l’emozione mi va il fumo di traverso.
“Il primo anno. Eri impetuoso e probabilmente neanche te ne sei accorto, comunque due mesi che lo facevamo e mi sono trovata incinta, di un ragazzino, mio figlio”.
“Potevi dirmelo mamma”.
“E che avresti fatto?”.
“Non so, si poteva discuterne”.
“Starai mica pensando che l’avrei tenuto? Il figlio di un incesto con mio figlio. Magari mi veniva con due teste o tre occhi. Ma non scherzare neanche…”.
“Pensa se veniva con due cazzi” hahahahahaha.
“Idiota che sei. Non prendi mai nulla sul serio. Anche adesso stai solo pensando a cosa avresti provato a scoparmi incinta”.
“Cazzo mamma non dirlo neanche dai. Già mi immagino a mungerti le tette piene di latte. Senti ma lo sa qualcuno?”.
“Tua nonna. Mi sono confidata con lei e mi ha dato una mano a trovare un dottore discreto che ha risolto il problema…”.
“A povera nonna. Ed era d’accordo?”.
“Certo che si. Va bene la mentalità larga ma un figlio da un incesto con l’altro figlio era davvero troppo. A proposito, da quanto non vai a trovare tua nonna?”.
“Non so. Forse sei mesi” minimizzo.
“Chiede spesso di te. Dovresti andarci più spesso visto il bene che ti vuole”.
“Lo so, le ho dedicato il mio primo libro”.
Ride “quello del nipote che si scopa la zia. Si l’ho letto. Che porco che sei. Hai pure usato i nomi veri di tua prozia e della nonna”.
“Ho raccontato la mia pubertà mamma”.
Ride “queste storie di, come si chiama il protagonista?”.
“Dick, Big Dick. Cazzo grosso”.
Ride “alla faccia della fantasia”.
“Mamma io credo che sia un omaggio alla nonna Dora e alla zia Flo. Di come mi hanno reso uomo. Ho scritto un volume per zia, uno per nonna e ora sto completando la trilogia dove sono assieme”.
“Ho letto solo il primo” dice mamma.
“E ti ha eccitata?”.
Scuote la testa “si, si, va bene mi sono toccata. Le scene di sesso sono molto esplicite e piacevoli. Contento?”.
Rido, allungo una mano, le tocco la pancia sotto alla camicetta. “Che fai? Guarda che non sono incinta ho solo venti chili in più di allora”.
“Ho sempre pensato che prendessi la pillola mamma”.
“Infatti dopo l’incidente l’ho fatto”.
“Non credo di essere adatto per allevare figli” scuoto la testa.
“Questo lo credo anche io”.
“Secondo te se andiamo in macchina, ci sediamo dietro e mi fai un pompino Graziella si dispiace?”.
“Ma adesso?” sbotta mia madre.
“Con questa cosa delle tette piene di latte mi hai fatto venire voglia. Sto scoppiando”.
“Allora la nostra scopata numero 10 mila con tutto quello che volevi non la facciamo più?”.
“Potremmo riservarcelo per là diecimila e uno”.

Detto fatto, chiarita la situazione anche con Graziella mamma ed io ci mettiamo comodi sul sedile posteriore, Monica comprensiva si mette alla guida con la madre a fianco.
Io seduto col pisello in tiro, mamma nuda sopra di me con le tette gonfie che mi sbattono in faccia ad ogni pompata. La sua fica rovente attorno al mio cazzo.
Ci diamo come ricci…
“Oi piano lì dietro che mi fate sbandare la macchina” protesta Monica.
“Facciamo del nostro meglio” dico io strizzando una tetta a mamma con tutte le mie forze…
scritto il
2024-06-01
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