Love Granny 10 - Verdura di stagione
di
Keyseven
genere
incesti
Verdura di stagione
Ne avevamo già parlato con zia Flo e sapevo che prima o poi si sarebbe data da fare in merito. Così, quel pomeriggio, quando mi chiede di scendere di sotto per darle una mano capisco subito che c’è aria di fare sesso.
Come ho già raccontato quasi ogni pomeriggio dopo le tre passano a trovare zia le sue amiche. A volte ne viene una sola, a volte due, anche tre. Non penso nemmeno di conoscerle tutte. So solo che sono anziane dai 60 in su, pettegole, un po’ sorde (si capisce da quanto urlano) è ancora vogliose di cazzo (non tutte ma secondo zia Flo gli scompensi ormonali della menopausa caricano molte di loro di libido sessuale).
Così, visto che le ho detto che sarei più che disposto a spegnere questa libido col mio grosso idrante di carne, penso bene di presentarmi al meglio.
Mi levo i pantaloni, mi afferro il cazzo e gli faccio giusto un paio di carezze per esibirlo in piena forma.
Scendo la scala interna e sono a casa di zia, che sta sotto di noi, so di trovarla con la sua amica in salotto ed entro spavaldo col mio grosso bigolo in bella vista.
Sulla sua poltrona preferita c’è zia, li accanto, sul divano, la sua amica Vincenza.
È forse una delle più anziane che conosce perché mi pare vada per gli ottanta. Se devo dire la verità non l’ho mai degnata di attenzioni ma non certo per mancanza di attrazione. Solo, non ci avevo pensato.
Ora la guardo: capelli bianchi a cuffietta, viso rugoso, piatta con un vestito intero blu lungo fino al ginocchio, calze bianche, ciabatte ai piedi.
Anche zia è vestita. Una felpa nera e una gonna blu, calze color carne e temo abbia pure le mutande cosa che indossa solo per ricevere le sue ospiti forse per un fatto di inconscio pudore.
La signora Vincenza mi fissa, sgrana gli occhi il che non mi stupisce perché la grandezza del mio cazzo lascia spesso le donne basite. Poi guarda mia zia e anche lei fa una faccia strana.
“Flo cara ma perché tuo nipote è nudo?” domanda la vecchia.
Mia zia mi fissa male, poi si sforza di sorridere alla sua amica “avrà caldo, fa tanto di quel caldo oggi”.
Provo un attimo di imbarazzo “scusa zia io credevo che mi volessi per…” e mimo con la mano l’atto di fottere.
“Dick caro ti volevo chiedere se puoi andare a casa di Vincenza a prendere una cosa” mi squadra lei con gli occhi.
“A ecco -sorrido- allora meglio che ci vada vestito”.
“Si molto meglio” annuisce zia Flo dandomi modo di lasciare il sipario davanti agli occhi ancora confusi di Vincenza.
Rapido cambio d’abito tipo Superman in cabina telefonica e ritorno, anzi, a dirla bene, nessun cambio visto che l’abito non lo avevo proprio e ritorno dalle due nonnine.
“La Vincenza deve darmi una cassetta di carote fresche del suo orto ma non c’è la fa a portarle da sola” spiega la zia.
“Anche qualche melanzana” aggiunge la vecchia.
“Nessun problema vado io” dico subito con fare gentile. La signora Vincenza so che abita circa un chilometro più su di casa nostra. Non penso sarà un gran problema scendere con la cassetta in mano e, fra l’altro, sono quasi certo che la zia mi sarà grata del favore e quando saremo soli potrà darmi la solita ricompensa.
Così andiamo. La signora cammina con passo lento ma fermo. È una donna anziana ma la vita di campagna l’ha temprata e sembra avere ancora un fisico energico nonostante sia molto magra e un po’ smunta. Di certo ha ancora la forza di curare il suo enorme orto dietro casa. Lungo la strada non dice nulla ed è meglio così perché sono ancora in imbarazzo per l’esibizione di prima. Non che mi imbarazzi mostrare il mio cazzone, anzi, lo sfoggio con orgoglio ma, come ha detto zia non tutte sono interessate. Alcune donne, con la vecchiaia hanno perso ogni istinto sessuale e ormai non provano più nulla a differenza di altre che provano attrazioni che nemmeno avevano da giovani. La signora Vincenza deve far parte di quelle ormai “inutilizzabili” peccato (per lei) ma la rispetto. Tutto sommato sono un ragazzo educato quindi mi spiace davvero averle esibito la banana probabilmente mettendola a disagio.
Di certo la zia avrà di che rimproverarmi perché un conto è parlare di sesso con amiche come la Alda che sono ben disposte a diventare complici del nostro incesto altro è svelare o comunque far sospettare la nostra tresca a una ben pensante pettegola come la Vincenza.
Comunque speriamo che sia così in buona fede e asessuata da non poter nemmeno immaginare che io mi scopi zia Flo come un toro da riproduzione.
Arriviamo a casa sua. La cassetta è già sul tavolo in cucina. Faccio per prenderla ansioso di andarmene ma lei mi ferma. “Aspetta, ci metto anche quattro melanzane belle grosse”.
“Va bene grazie”.
Torna con le melanzane. Le poggia sulla cassetta “eccole, sono le più grosse”.
“Grazie signora”.
“A tua zia ho visto che piacciono grosse”.
“Davvero?”.
“Ma si, carote, melanzane, la zucchina. Bella grossa la zucchina”.
“Come scusi”.
Sorride “ma si dai guarda che ho capito sono vecchia ma non scema. La zucchina di carne e che popò di zucchina”.
“Signora ma che dice…”.
Si avvicina di più, quasi a farmi sentire il suo fiato “Guarda che ho due nipoti anche io. Certe cose le so”.
Ho capito bene? Se ho capito bene faccio fatica a crederci? La prendo larga “Quindi ha due nipoti che le danno una mano con le zucchine?”.
“Da ragazzini erano tutti e due un po’ timidi e la nonna li ha aiutati adesso sono grandi ma molto devoti”.
Cristo ma mi sta davvero dicendo che i suoi nipoti la trombano o sto equivocando di nuovo?
“Ma quanti anni hanno scusi”.
“Uno quasi trenta, l’altro ventotto. Figli delle mie figlie, tutti e due sposati con figli”.
“Quindi è già bis nonna” sorrido.
“Già” annuisce. Poi mi fissa dritto negli occhi “anche le bisnonne trombano” dice quasi sottovoce.
La fisso con gli occhi impallati stupito non so cosa dire poi d’istinto mi esce un “meraviglioso”.
“Di pure a tua zia di stare tranquilla. Ti ho detto i miei segreti e io so i vostri. Penso andrà bene così”.
“Sicuramente. Lei vuole bene ai nipoti io alla zia. Nulla di male. Cose di famiglia”.
“Esattamente” annuisce la vecchia.
Dovrei prendere la mia cassetta, ringraziare e andarmene. Ma a questo punto non posso proprio. “Comunque, se capitasse che i suoi nipoti non possono venire a trovarla… cioè molto volentieri. Se gradisse”.
Lei mi studia un attimo poi esclama “mi stai dicendo che vuoi trombarmi?”.
Avrei usato una parola più educata ma il concetto è quello. Quindi annuisco.
La donna mi studia un attimo, si gratta il mento aguzzo e poi di botto si afferra il lembo del vestito e lo solleva fin quasi all’ombelico.
“Allora? Ti fa paura o ti piace?”.
Davanti a me una patatona stagionata di 80 anni, labbra sporgenti, una velatura di nero tutto attorno e nessun accenno di pelo.
“Wow” esclamo.
“Ne hai mai vista una così anziana?”.
“No”.
“Ti piace”.
Diciamo che un gesto vale più di mille parole. Mi calo i pantaloncini elasticizzati e presento l’arma.
Allarga le mani come a benedire l’abbondanza “sembra ancora più grosso di prima”.
“Prima ero solo duro adesso sono tutti attizzato signora”.
“Ma chiamami per nome, chiamami Vincenzina o Nina come fanno gli amici”.
Si avvicina, lascia cadere il vestito ma ci penso io a sollevarlo di nuovo cominciando a giocare con la mano su quelle belle labbra sporgenti.
“E i nipoti come ti chiamano?”.
“O loro dicono nonna, urlano nonna a perdifiato mente schizzano”.
“Immagino” sorrido mentre gioco col suo bel clito molle.
Le sue mani rugose ed esperte prendono in mano la situazione.
La vecchia va subito di sega tanto per attizzarmi a dovere e io la ricambio mettendole dentro un dito. È già bella bagnata e calda.
“Come mai pelata, l’hai perso tutto?“
Sorride “ma no sciocco, mi rado io. Dicono che la fa sembrare più giovane”.
“Chi lo dice i nipoti?”.l
“Anche mio figlio” annuisce.
“Ti scopi anche il figlio?” sobbalzo.
“Quando capita. Sai la moglie è un po’ pigra e lui ha i suoi bisogno”.
“È certo immagino” annuisco col dito che ormai la masturba a tutto spiano.
Molla la presa dal cazzo “vuoi che mi spogli tutta?”.
“Certo ovvio, magari se tenessi le calze”.
“Sai sono un po’ andata. Di solito tengo il bustino”.
“Adoro la pelle andata” la tranquillizzo io accarezzandole le cosce e godendo il dolce fruscio del nylon bianco.
Si slaccia il vestito, sotto ha un bustino color carne coi gancetti a reggere le calze. Piano piano lo apre, se lo sfila. Purtroppo le calze crollano ai polpacci.
“Niente mutandine?” sospiro.
“Le metto solo per andare a messa”.
“È beh giusto, metti che al parroco viene duro”.
Ride…
La sua pelle è davvero usurata, sembra che abbia dei buchi che in realtà sono le grinze opache di una pelle bianchissima ma un po’ ingiallita. Siamo onesti: era più attraente col body e le calze.
Ma pazienza ho troppa voglia di trombarla.
Ci spostiamo nella sua camera da letto dove su un materasso che deve aver visto la guerra si sdraia e si prepara.
Sembra un verme così pelata, e con l’abilità che ricorda quei rospi di stagno solleva le gambe, assume una posizione tipo uovo reggendosi le gambe con le braccia e mi porge i buchi.
Abbagliato dalla libidine non perdo tempo, non la lecco nemmeno. Punto deciso il cazzo nel suo buco pelato e la penetro con tutte le mie forze.
Lei per lo choc lascia partire una bestemmia.
“Mi sa che domenica ti tocca confessarti” commento mentre sento la cappella avvolta dal suo utero caldo.
“Non preoccuparti tu pensa a fare il tuo” mi incita la vecchia.
Naturalmente obbedisco e me la sbatto per un quarto d’ora buono col mio uccello XXL che non le da tregua. E mentre la vecchia bela di piacere e gode me la spasso pompando avanti e indietro in quella pozza di sbroda che ha fra le gambe.
Al momento giusto lo tiro fuori e la lavo. Una bella lavata di sborra calda che parte dal suo ombelico e arriva fino al mento.
“Piaciuto?” le dico mentre si pulisce la faccia con le lenzuola del letto.
“Sei molto bravo e molto dotato. Tua zia è una donna fortunata, sembri un cavallo”.
“Grazie”.
Torno a casa felice con la mia cassetta di verdura in braccio. Appena entro la zia mi guarda male.
“Lo sai che sei stato via quasi un’ora. Ma dove cavolo eri finito”.
Io secco “zia mi sono scopato la Vincenzina”.
Lei sgrana gli occhi “no, non ci credo”.
“Te lo giuro guarda” e come prova le mostro il cazzo molliccio e lordo. La zia, tipo cane da fiuto, lo prende in mano e lo annusa “sa proprio di gnocca”.
“Te l’ho detto” sorrido.
“Mai avrei immaginato. A saperlo prima…” sospira.
“Che facevi? Te la facevi anche tu? Guarda che ormai lo so che sei bisex”.
Più tardi le racconto della tresca che ha coi nipoti. La cosa pare eccitare zia Flo che a un certo punto esclama “potremmo anche organizzare di scambiarci i nipoti”.
“A ma che porca” dico dandole uno schiaffo sul culone nudo.
Lei mi fissa strano “non posso? Cioè lei mi scopa il nipote e io non posso farmi i suoi?”.
“Perché io non ti basto?” chiedo.
E lei subito pronta “e io a te non basto che mi scopi tutte le amiche?”.
Che posso dire, ha ragione. “Ma dici che i due nipoti la scopano assieme?” suggerisco.
Zia sorride “se lo fanno sarebbe grandioso”.
“A zietta e questo che ti stuzzica, la doppia penetrazione”.
“Non pensi che sarebbe divertente tesoro mio?”.
In effetti sarebbe un bello spettacolo vedere zia Flo che prende due cazzi e magari il mio come terzo. “Sarebbe anche bello sbattermi te e la Vincenzina assieme -ribatto- anzi sai che ti dico: la prossima volta che viene a trovarti scendo e ci divertiamo”.
La zia mi accarezza con tenerezza i capelli “tesoro della zia lo sai che se c’è da divertirsi io non dico mai di no”.
“Lo so zia, per quello ti adoro” sorrido io e poi, approfittando che sto nudo sdraiato sul suo bel corpo formoso spingo e la penetro…ancora una volta.
Per commenti keysevenfans@gmail.com
Ne avevamo già parlato con zia Flo e sapevo che prima o poi si sarebbe data da fare in merito. Così, quel pomeriggio, quando mi chiede di scendere di sotto per darle una mano capisco subito che c’è aria di fare sesso.
Come ho già raccontato quasi ogni pomeriggio dopo le tre passano a trovare zia le sue amiche. A volte ne viene una sola, a volte due, anche tre. Non penso nemmeno di conoscerle tutte. So solo che sono anziane dai 60 in su, pettegole, un po’ sorde (si capisce da quanto urlano) è ancora vogliose di cazzo (non tutte ma secondo zia Flo gli scompensi ormonali della menopausa caricano molte di loro di libido sessuale).
Così, visto che le ho detto che sarei più che disposto a spegnere questa libido col mio grosso idrante di carne, penso bene di presentarmi al meglio.
Mi levo i pantaloni, mi afferro il cazzo e gli faccio giusto un paio di carezze per esibirlo in piena forma.
Scendo la scala interna e sono a casa di zia, che sta sotto di noi, so di trovarla con la sua amica in salotto ed entro spavaldo col mio grosso bigolo in bella vista.
Sulla sua poltrona preferita c’è zia, li accanto, sul divano, la sua amica Vincenza.
È forse una delle più anziane che conosce perché mi pare vada per gli ottanta. Se devo dire la verità non l’ho mai degnata di attenzioni ma non certo per mancanza di attrazione. Solo, non ci avevo pensato.
Ora la guardo: capelli bianchi a cuffietta, viso rugoso, piatta con un vestito intero blu lungo fino al ginocchio, calze bianche, ciabatte ai piedi.
Anche zia è vestita. Una felpa nera e una gonna blu, calze color carne e temo abbia pure le mutande cosa che indossa solo per ricevere le sue ospiti forse per un fatto di inconscio pudore.
La signora Vincenza mi fissa, sgrana gli occhi il che non mi stupisce perché la grandezza del mio cazzo lascia spesso le donne basite. Poi guarda mia zia e anche lei fa una faccia strana.
“Flo cara ma perché tuo nipote è nudo?” domanda la vecchia.
Mia zia mi fissa male, poi si sforza di sorridere alla sua amica “avrà caldo, fa tanto di quel caldo oggi”.
Provo un attimo di imbarazzo “scusa zia io credevo che mi volessi per…” e mimo con la mano l’atto di fottere.
“Dick caro ti volevo chiedere se puoi andare a casa di Vincenza a prendere una cosa” mi squadra lei con gli occhi.
“A ecco -sorrido- allora meglio che ci vada vestito”.
“Si molto meglio” annuisce zia Flo dandomi modo di lasciare il sipario davanti agli occhi ancora confusi di Vincenza.
Rapido cambio d’abito tipo Superman in cabina telefonica e ritorno, anzi, a dirla bene, nessun cambio visto che l’abito non lo avevo proprio e ritorno dalle due nonnine.
“La Vincenza deve darmi una cassetta di carote fresche del suo orto ma non c’è la fa a portarle da sola” spiega la zia.
“Anche qualche melanzana” aggiunge la vecchia.
“Nessun problema vado io” dico subito con fare gentile. La signora Vincenza so che abita circa un chilometro più su di casa nostra. Non penso sarà un gran problema scendere con la cassetta in mano e, fra l’altro, sono quasi certo che la zia mi sarà grata del favore e quando saremo soli potrà darmi la solita ricompensa.
Così andiamo. La signora cammina con passo lento ma fermo. È una donna anziana ma la vita di campagna l’ha temprata e sembra avere ancora un fisico energico nonostante sia molto magra e un po’ smunta. Di certo ha ancora la forza di curare il suo enorme orto dietro casa. Lungo la strada non dice nulla ed è meglio così perché sono ancora in imbarazzo per l’esibizione di prima. Non che mi imbarazzi mostrare il mio cazzone, anzi, lo sfoggio con orgoglio ma, come ha detto zia non tutte sono interessate. Alcune donne, con la vecchiaia hanno perso ogni istinto sessuale e ormai non provano più nulla a differenza di altre che provano attrazioni che nemmeno avevano da giovani. La signora Vincenza deve far parte di quelle ormai “inutilizzabili” peccato (per lei) ma la rispetto. Tutto sommato sono un ragazzo educato quindi mi spiace davvero averle esibito la banana probabilmente mettendola a disagio.
Di certo la zia avrà di che rimproverarmi perché un conto è parlare di sesso con amiche come la Alda che sono ben disposte a diventare complici del nostro incesto altro è svelare o comunque far sospettare la nostra tresca a una ben pensante pettegola come la Vincenza.
Comunque speriamo che sia così in buona fede e asessuata da non poter nemmeno immaginare che io mi scopi zia Flo come un toro da riproduzione.
Arriviamo a casa sua. La cassetta è già sul tavolo in cucina. Faccio per prenderla ansioso di andarmene ma lei mi ferma. “Aspetta, ci metto anche quattro melanzane belle grosse”.
“Va bene grazie”.
Torna con le melanzane. Le poggia sulla cassetta “eccole, sono le più grosse”.
“Grazie signora”.
“A tua zia ho visto che piacciono grosse”.
“Davvero?”.
“Ma si, carote, melanzane, la zucchina. Bella grossa la zucchina”.
“Come scusi”.
Sorride “ma si dai guarda che ho capito sono vecchia ma non scema. La zucchina di carne e che popò di zucchina”.
“Signora ma che dice…”.
Si avvicina di più, quasi a farmi sentire il suo fiato “Guarda che ho due nipoti anche io. Certe cose le so”.
Ho capito bene? Se ho capito bene faccio fatica a crederci? La prendo larga “Quindi ha due nipoti che le danno una mano con le zucchine?”.
“Da ragazzini erano tutti e due un po’ timidi e la nonna li ha aiutati adesso sono grandi ma molto devoti”.
Cristo ma mi sta davvero dicendo che i suoi nipoti la trombano o sto equivocando di nuovo?
“Ma quanti anni hanno scusi”.
“Uno quasi trenta, l’altro ventotto. Figli delle mie figlie, tutti e due sposati con figli”.
“Quindi è già bis nonna” sorrido.
“Già” annuisce. Poi mi fissa dritto negli occhi “anche le bisnonne trombano” dice quasi sottovoce.
La fisso con gli occhi impallati stupito non so cosa dire poi d’istinto mi esce un “meraviglioso”.
“Di pure a tua zia di stare tranquilla. Ti ho detto i miei segreti e io so i vostri. Penso andrà bene così”.
“Sicuramente. Lei vuole bene ai nipoti io alla zia. Nulla di male. Cose di famiglia”.
“Esattamente” annuisce la vecchia.
Dovrei prendere la mia cassetta, ringraziare e andarmene. Ma a questo punto non posso proprio. “Comunque, se capitasse che i suoi nipoti non possono venire a trovarla… cioè molto volentieri. Se gradisse”.
Lei mi studia un attimo poi esclama “mi stai dicendo che vuoi trombarmi?”.
Avrei usato una parola più educata ma il concetto è quello. Quindi annuisco.
La donna mi studia un attimo, si gratta il mento aguzzo e poi di botto si afferra il lembo del vestito e lo solleva fin quasi all’ombelico.
“Allora? Ti fa paura o ti piace?”.
Davanti a me una patatona stagionata di 80 anni, labbra sporgenti, una velatura di nero tutto attorno e nessun accenno di pelo.
“Wow” esclamo.
“Ne hai mai vista una così anziana?”.
“No”.
“Ti piace”.
Diciamo che un gesto vale più di mille parole. Mi calo i pantaloncini elasticizzati e presento l’arma.
Allarga le mani come a benedire l’abbondanza “sembra ancora più grosso di prima”.
“Prima ero solo duro adesso sono tutti attizzato signora”.
“Ma chiamami per nome, chiamami Vincenzina o Nina come fanno gli amici”.
Si avvicina, lascia cadere il vestito ma ci penso io a sollevarlo di nuovo cominciando a giocare con la mano su quelle belle labbra sporgenti.
“E i nipoti come ti chiamano?”.
“O loro dicono nonna, urlano nonna a perdifiato mente schizzano”.
“Immagino” sorrido mentre gioco col suo bel clito molle.
Le sue mani rugose ed esperte prendono in mano la situazione.
La vecchia va subito di sega tanto per attizzarmi a dovere e io la ricambio mettendole dentro un dito. È già bella bagnata e calda.
“Come mai pelata, l’hai perso tutto?“
Sorride “ma no sciocco, mi rado io. Dicono che la fa sembrare più giovane”.
“Chi lo dice i nipoti?”.l
“Anche mio figlio” annuisce.
“Ti scopi anche il figlio?” sobbalzo.
“Quando capita. Sai la moglie è un po’ pigra e lui ha i suoi bisogno”.
“È certo immagino” annuisco col dito che ormai la masturba a tutto spiano.
Molla la presa dal cazzo “vuoi che mi spogli tutta?”.
“Certo ovvio, magari se tenessi le calze”.
“Sai sono un po’ andata. Di solito tengo il bustino”.
“Adoro la pelle andata” la tranquillizzo io accarezzandole le cosce e godendo il dolce fruscio del nylon bianco.
Si slaccia il vestito, sotto ha un bustino color carne coi gancetti a reggere le calze. Piano piano lo apre, se lo sfila. Purtroppo le calze crollano ai polpacci.
“Niente mutandine?” sospiro.
“Le metto solo per andare a messa”.
“È beh giusto, metti che al parroco viene duro”.
Ride…
La sua pelle è davvero usurata, sembra che abbia dei buchi che in realtà sono le grinze opache di una pelle bianchissima ma un po’ ingiallita. Siamo onesti: era più attraente col body e le calze.
Ma pazienza ho troppa voglia di trombarla.
Ci spostiamo nella sua camera da letto dove su un materasso che deve aver visto la guerra si sdraia e si prepara.
Sembra un verme così pelata, e con l’abilità che ricorda quei rospi di stagno solleva le gambe, assume una posizione tipo uovo reggendosi le gambe con le braccia e mi porge i buchi.
Abbagliato dalla libidine non perdo tempo, non la lecco nemmeno. Punto deciso il cazzo nel suo buco pelato e la penetro con tutte le mie forze.
Lei per lo choc lascia partire una bestemmia.
“Mi sa che domenica ti tocca confessarti” commento mentre sento la cappella avvolta dal suo utero caldo.
“Non preoccuparti tu pensa a fare il tuo” mi incita la vecchia.
Naturalmente obbedisco e me la sbatto per un quarto d’ora buono col mio uccello XXL che non le da tregua. E mentre la vecchia bela di piacere e gode me la spasso pompando avanti e indietro in quella pozza di sbroda che ha fra le gambe.
Al momento giusto lo tiro fuori e la lavo. Una bella lavata di sborra calda che parte dal suo ombelico e arriva fino al mento.
“Piaciuto?” le dico mentre si pulisce la faccia con le lenzuola del letto.
“Sei molto bravo e molto dotato. Tua zia è una donna fortunata, sembri un cavallo”.
“Grazie”.
Torno a casa felice con la mia cassetta di verdura in braccio. Appena entro la zia mi guarda male.
“Lo sai che sei stato via quasi un’ora. Ma dove cavolo eri finito”.
Io secco “zia mi sono scopato la Vincenzina”.
Lei sgrana gli occhi “no, non ci credo”.
“Te lo giuro guarda” e come prova le mostro il cazzo molliccio e lordo. La zia, tipo cane da fiuto, lo prende in mano e lo annusa “sa proprio di gnocca”.
“Te l’ho detto” sorrido.
“Mai avrei immaginato. A saperlo prima…” sospira.
“Che facevi? Te la facevi anche tu? Guarda che ormai lo so che sei bisex”.
Più tardi le racconto della tresca che ha coi nipoti. La cosa pare eccitare zia Flo che a un certo punto esclama “potremmo anche organizzare di scambiarci i nipoti”.
“A ma che porca” dico dandole uno schiaffo sul culone nudo.
Lei mi fissa strano “non posso? Cioè lei mi scopa il nipote e io non posso farmi i suoi?”.
“Perché io non ti basto?” chiedo.
E lei subito pronta “e io a te non basto che mi scopi tutte le amiche?”.
Che posso dire, ha ragione. “Ma dici che i due nipoti la scopano assieme?” suggerisco.
Zia sorride “se lo fanno sarebbe grandioso”.
“A zietta e questo che ti stuzzica, la doppia penetrazione”.
“Non pensi che sarebbe divertente tesoro mio?”.
In effetti sarebbe un bello spettacolo vedere zia Flo che prende due cazzi e magari il mio come terzo. “Sarebbe anche bello sbattermi te e la Vincenzina assieme -ribatto- anzi sai che ti dico: la prossima volta che viene a trovarti scendo e ci divertiamo”.
La zia mi accarezza con tenerezza i capelli “tesoro della zia lo sai che se c’è da divertirsi io non dico mai di no”.
“Lo so zia, per quello ti adoro” sorrido io e poi, approfittando che sto nudo sdraiato sul suo bel corpo formoso spingo e la penetro…ancora una volta.
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