Victor Victoria, semplicemente Vik

di
genere
trans

Si, sono quello che chiamano un transessuale. Non mi sono fatto tagliare palline, iniettare silicone, ingerito porcate chimiche per farmi cadere i peli. Non sono andato a Casablanca o in Sud America in cerca del mio vero io. No. Niente di tutto questo sono nato così e basta.
Fino a 11 anni tutto bene poi verso i 12 quando agli altri scendevano le palline a me cresceva il seno. Oddio mi scendevano anche le palline e anche il mio pisello, beh non c’è da lamentarsi, belle misure però, che dire, a 16 se mi vedevano con le mutande ero proprio una ragazza, nessun dubbio se non calavo gli slip.
E poi anche io ci mettevo del mio. La prima che lo capì fu mia zia Ruth che mi beccò a farmi le seghe con addosso le sue calze di nylon e il suo body. Si, la passione per l’intimo femminile, per il nylon e i merletti è tutta roba mia, la natura non c’entra. Però dai, visto che pisello a parte ho una bella terza, una bella vita stretta e due nelle gambe che farebbero invidia a tante casalinghe tanto vale vestirmi come mi piace. In fondo in minigonna, tacchi e collant sono davvero un pezzo di figa.
Anche li, grazie zia Ruth che mi lasciò fare quel giorno e in quelli a venire. Unico errore forse pensare che fossi omosessuale ossia attratto da altri piselli.
In realtà non è così. Non sono solo donna, sono anche lesbica hahahaha.
Sempre zia lo verificò a sue spese a 16 anni quando persi la verginità nel suo letto e lei forse perse interesse per il pisello di zio Frank.
Ma non parliamone più. Zio Frank non sa che per tre anni mi sono sbattuto sua moglie (e meno male che poi sono uscito dalla loro casa) e io voglio bene a zio Frank che per me è come un padre.
A volte ho i miei rimorsi per avergli scopato la moglie.
Mettiamola nel capitolo cazzate giovanili e giriamo pagina.
Si, sono praticamente una lesbica. Mi piacciono le donne, mi piace averle, ammirarle, leccarle e poi, ovviamente, tiro fuori il mio gadget extra e le appago.
Molte lo fanno per il fascino del proibito, essere possedute da una donna che però ha la dotazione da maschio (non in silicone) le fa impazzire, altre semplicemente perché sono messa molto meglio dei loro mariti o compagni, altre ancora scappano inorridite quando alzo la gonna. Pazienza, no può andar sempre bene.
E poi ci sono i maschi. Quando ha iniziato a prevalere la mia parte femminile, quando ho iniziato a vestire come volevo sono diventata una bambola sexy con una fila di maschi alle spalle. Ero ancora insicuro su me stessa e così ci sono uscita, forse era quello che dovevo essere mi dicevo.
E così eccomi a fare qualche pompino in macchina giusto per capire che succhiare cazzi sudaticci non mi piaceva gran che anche se gli lasciavo volentieri succhiare i miei bei seni.
Poi alzavo la gonna e arrivava la sorpresa. Ho visto cazzi dritti a mezzogiorno crollare molli alle sei di sera per il solo choc di vedersi il mio palo di carne. Altri invece non si facevano problemi, avevo sempre un buco dopotutto e si, lo ammetto, la penetrazione anale la trovo piacevole (ogni tanto).
Ma il mio meglio ho iniziato a darlo quando i miei corteggiatori rivelavano la loro indole più segreta e da trapanatori erano lesti a proporsi come trapanati. Insomma la natura mi ha fatto più montone che pecora e, per di più, quei brutti culi pelosi dei maschietti non piacevano affatto. Certo il piacere quando ero dentro c’era ma dovevo quasi sforzarmi di non guardarli.
E qui entrò in gioco la zia, per quello non posso dimenticare mai ciò che ha fatto per me anche se già vestivo da donna da due anni.
Capitò un pomeriggio quando eravamo soli. Andai in cucina a prendere da bere e la vidi. In piedi davanti ai fornelli con un body color carne, i gancetti che reggevano le calze nere, le mutandine (orrende) calate fino alle ginocchia e la sua bella gnocca pelosa biondiccia in bella vista.
Quasi in bella vista visto che aveva un dito dentro…
“Zia ma!”.
Lei arrossì. “Vik io… io…” balbettava mentre tirava su le mutande meglio che poteva.
“Tuo zio ormai è anziano” aggiunse come se fosse una giustificazione.
“Zia tu hai beccato me, io ho beccato te” nulla di male.
“Un nostro piccolo segreto” aggiunse lei.
“Piccolo segreto” annuii.
“Ma che…” balbettò rendendosi conto che ero così vicino da toccarla, che avevo una palese erezione che mi sollevava la gonna, che la mia mano le stava accarezzando una coscia.
“Zia ti voglio”.
Sgranò gli occhi “ma non ti piacevano i maschi?”.
“Temo di no” risposi mentre le calavo le mutande fino all’età ginocchia.
Prima che potesse dire qualcosa avevo già messo due dita nella sua bella fica e stavo finendo il lavoro che aveva iniziato.
Lei intanto mi afferrò il cazzo sotto la gonna “certo che ce l’hai davvero grosso” disse quasi sorpresa ma, dopo poco, mi stava segando con discreta abilità.
Finimmo a letto, la trapanai credo tre volte prima che mi calasse l’erezione. Non avevo goduto così tanto in vita mia. Anche se ero già stato dentro a un’altra persona era la prima volta che entravo in una vagina, per di più la vagina di mia zia che spesso da ragazzino avevo spiato e sognato. Fu come perdere la verginità una seconda volta e finalmente capii con chi mi piaceva davvero fare sesso. Da allora, salvo rare eccezioni, faccio il filo alle donne, alle donne lesbiche che magari vogliono un 25 centimetri in più… Non è facile, non crescono sugli alberi, ma si trovano.
Resta però sempre la cara zia Ruth che ora ha dieci anni di più ma è ancora una bella giumenta con le tettone grosse e invitanti e ora, guarda un po’, dormiremo di nuovo sotto lo stesso tetto visto che, per lavoro, sarò di nuovo loro ospite e, nonostante le buone intenzioni so già che alla prima occasione mi farà rizzare il palo che ho fra le gambe.
scritto il
2024-04-12
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