Love Granny 12 - Gran finale in fattoria
di
Keyseven
genere
incesti
Ricapitolando; con mia zia Flo siamo andati in una cascina da una vecchia lardosa a comprare il formaggio. Visto che sono bravo a cogliere l’occasione e che la vecchia ha una figlia altrettanto lardosa, poppona e troia mi sono ritrovato nella stalla a soddisfare questa matura insoddisfatta dal cazzo piccolo del marito.
Proprio mentre ero nel buono e le stavo sondando il buco posteriore è arrivata Nina, la madre e si è incazzata non poco. Ha mandato via la figlia Clelia e ci siamo chiariti io e lei.
Siccome ero già bello indurito dalla montata con la figlia è stato un piacere sfondare questa vecchia sessantenne con le poppe che pesano due chili l’una e un culo che fa provincia.
Ho fatto del mio meglio e, avvantaggiato dalle mie generose dimensioni, sono riuscito a far godere anche questa vecchia vacca di campagna che muggisce buona buona a pecorina ad ogni colpo di cazzo.
Mi stavo giusto preparando a una esplorazione delle sue budella tra quelle gigantesche chiappe burrose quando si è di nuovo aperta la porta della stalla.
Ma mettiamolo un lucchetto a questa porta!
Comunque sia mi blocco cazzo fra le chiappe della vecchia e sorpresa: mia zia Flo e Clelia.
La donna pare più disperata che incazzata “ecco Flo lo vedi quanto è troia la vecchia” sbotta la ragazza che fra l’altro è ancora semi nuda come mi aveva lasciato quando la madre ci ha interrotto.
Nina invece pare proprio incazzata “va via cagna. Tu hai il marito vai con lui cagna” sbraita.
“Vecchia bagascia” urla la figlia.
“Perché tu sei mica tanto giovane cicciona. Su fuori che non abbiamo finito e tu…spingi”.
Mia zia non è ancora intervenuta ma so che si sta gustando la scena. Queste porcate le piacciono, nessuno lo sa meglio di me. Infatti sorride.
Accarezza Clelia con fare materno “su calmati cara”.
“Sta porca” balbetta Clelia.
Io intanto riprendo piano piano a spingere.
“Fa piano che nel culo sono stretta” ridacchia la vecchia Nina con la solita finezza.
Io spingo piano ma con forza e continuità. Il culo della vecchia non è vergine ma per il mio enorme uccello va dilatato ancora un po’. Glielo avrei leccato o sgrillettato ma mi sa che questa porcella mi avrebbe smerdato tutto.
SPROK!
Si sente il tipico rumore del suo anello anale che si frantuma del tutto. La vecchia vacca caccia un gran urlo ma resiste bene.
Intanto con la coda dell’occhio scruto zia che sta ancora tenendo a bada Clelia.
Da una porca come zia Flo non ci si potrebbe aspettare altro di vederla accarezzare le poppe della bionda mentre la sua lingua piano piano le si infila in bocca.
Mi metto meglio che posso per montare la madre e guardare la figlia che si da da fare con zia. Meglio di un film porno.
Anche o vestiti di zia ci mettono poco a cadere mentre le sue mani si sono già insinuate nella ciospa pelosa di Clelia. La zia ci sa fare, con le dita le munge la fica e la fa venire senza troppi problemi.
La donna crolla a terra a quattro zampe sopraffatta. Zia la tiene per i capelli se la guida di fronte e chinando appena un po’ le gambe le mette la fica già colante in faccia.
Il mio attrezzo intanto pompa a pieno regime. Ogni tanto do qualche sonoro schiaffone alla vecchia che a lei pare far piacere perché continua ad ondeggiare i mappamondi molli come se scodinzolasse.
Intanto mia zia non resiste “oddio piscio” urla e un mix di urina, umori e orgasmi cola dritta sul viso di Clelia. Lei beve, ci prova, anche se molto le cola sulle poppe.
Io nel frattempo arrivò al dunque. Con una botta e un urlo di soddisfazione faccio un bel clistere di sborra alla vecchia Nina.
Quando erutto è così calda che la vecchia urla “Cristo santo come brucia… brucia”.
“Sta ferma ho fatto” dico stringendole i giganteschi fianchi e pompando più veloce e deciso per svuotarmi la canna.
Quando mollo la presa si lascia cadere a pancia sotto con tutto il suo dolce peso. L’ho sfiancata.
Mi volto. Ormai zia Flo ha portato avanti il suo lavoro saffico e le due stanno facendosi un bel sessantanove sdraiate sulla paglia. Zia sopra, la vacca sotto che lecca a più non posso.
Visto che ci siamo mi pare una bella idea porgere l’uccello a Clelia sporco del culo della madre.
Lei ormai è un giocattolo in mano a mia zia che la manipola come più le piace. Penso le farebbe fare di tutto. E infatti, mentre lo poggio appena sotto alle chiappe di zia Clelia subito molla la leccata della sua patata e passa alla mia cappella.
Con questo trattamento l’uccello torna duro quasi subito.
Visto che sono già in traiettoria tanto vale dare la sua parte anche alla zia. Basta una spinta e glielo pianto nella fica marcia di saliva di Clelia che, intanto, si dedica senza troppi problemi ai miei coglioni.
Intanto Nina, che ha ripreso vita si avvicina facendo dondolare i cocomeri. “Guarda come lecca sta troia di figlia che ho”.
Io, senza smettere di fottere zia le agguanto una tettona “basta fare la lagna, godi anche tu” le dico mentre gliela strizzo fino a farle male.
Anche mia zia pare della stessa idea perché urla “si godiamo tutteeee” mentre quasi squirta sul mio cazzo per quanta roba ha sparato fuori dall’utero.
E così la riunione nella stalla dura quasi tre ore. Dopo cinque sborrate ho perso il conto ma penso di essere arrivato comodamente a sette o otto. Di sicuro almeno una in ogni fica e sui tettoni di Nina e della figlia.
Alla fine le abbiamo lasciate nude, sulla paglia, sborrate dalla testa ai piedi e con un rivolo di roba che colava da entrambi i culi. Zia ha recuperato i suoi vestiti e con non poca fatica se li è infilati mentre anche io recuperavo i pantaloni.
“Dammi il braccio che da sola non riesco” chiede e io, da perfetto cavaliere, le porgo il fianco come un cavaliere mentre piano piano andiamo zoppicando verso la macchina.
“Tra il tuo cazzo e la lingua di quelle due me l’avete consumata. Ho la gnocca che sanguina”.
“Allora appena a casa la mettiamo a mollo zietta” sorrido mentre la aiuto a sedersi in macchina.
“Comincio a diventare vecchia” sospira.
“Cioè non c’è la fai più a scopare?” mi stupisco,
“Ma no, dicevo farlo nella stalla, sul duro della terra. Probabilmente avevo un ginocchio su una pietra perché mi fa un male cane”.
“A ok… quindi a scopare quello c’è la fai vero?”.
Allunga una mano e mi accarezza i capelli “ma certo amore, magari dammi solo tregua stasera se puoi”.
“Non preoccuparti zia anche io sono stanchino” ammetto. In effetti il cazzo mi duole e credo di non averlo mai sentito così molle e svuotato come adesso.
“Ma ti rendi conto che quella si fa montare dal cane” sospira zia ancora sconvolta per questa cosa.
“Non so che dirti. Un cazzo è un cazzo no?” minimizzo.
“Cioè tu mi vedresti a farmi il cane?”.
Rido “ma sono io il tuo cane lupo zia” e le accarezzo una coscia mentre cambio marcia.
“Un cane da monta piuttosto” ride lei.
E rido anche io…
A casa stanchi ma felici decidiamo di andare a letto dopo una bella doccia. Saltiamo la cena, nessuno ha voglia di cucinare. Per stasera va bene così.
Circa tre giorni dopo, sono le nove del mattino e sto ancora dormendo nel lettone di zia dopo la solita notte di fuoco quando dei rumori piuttosto familiari mi svegliano.
Arrivò in salotto e sul divano c’è Zia, nuda, con un cazzo a cintura legato in vita. Sotto di lei un culone molto familiare: Clelia che muggisce, ulula e dimena la latteria.
“Buongiorno” dico ad alta voce.
Zia smette di montare Clelia ma senza sfilarlo dal suo ficone “Dick caro. Sai l’altro ieri siamo venuti via senza prendere il formaggio che avevo comprarto e la Clelia, gentilmente, c’è lo ha portato”.
“E tu la stai ringraziando” rido mentre fra le gambe mi si è già sollevato il palo.
“Tu dormivo” mi fa l’occhiolino lei e riprende a fottersi la ciciona come una pazza. Non so se abbiate mai visto una donna montarne un altro come un maschio ma vi assicuro che è eccitante da morire. Da segarsi il cazzo tipo Black and Decker.
Soprattutto ciò che stimola (a me) è la voglia del trenino è così senza tante parole mi avvicino alle spalle di zia e inizio a ravanare nelle sue gambe mentre lei spinge a più non posso.
La fica è già lurida e calda ma la masturbo ancora un po’. Clelia gode, zia gode e il mio cazzo si fa spazio fra le gambe di zia.
Con un po di pazienza ed equilibrio siamo diventati un tutt’uno. Io fotto zia Flo e le do il ritmo così lei fotte Clelia come un montone.
Godiamo.
La forza del cazzo artificiale di zia decuplicata dalla mia nella sua fica sconquassa Clelia che bela impazzita e giura di non aver mai goduto così tanto.
Il piacere è immenso per tutti e tre e lo concludo nel modo migliore sborrando copiosamente sul gigantesco tettame della contadina mentre la zia le sta sfondando anche il culo col suo surrogato artificiale.
Alla fine Clelia se ne va soddisfatta, si raccomanda di ripassare a trovarla in cascina e ci lascia la borsa coi formaggi.
“Ti devo qualcosa cara?” domanda la zia.
“No, no grazie”.
“Abbiamo già pagato in natura zia” commento io mentre mi pulisco il cazzo con una spugna nel lavandino della cucina.
“Giusto” sorride Clelia e se ne va sbatacchiando felice il culone.
“Scommetto che l’ha fatto apposta a portarci i formaggi per farsi una ripassata” dico.
“Molto probabile” dice zia Flo mentre si sgancia dalla vita il cazzo di gomma con relativa cintura.
Lo guardò meglio, un pisello sui venti centimetri, rosa carne, abbastanza realistico a parte la punta che davvero sembra poco a una cappella.
Zia porta tutto nel lavandino e si mette a lavarlo assieme ai piatti.
“A proposito. Quel fallo di lattice da dove arriva zia?”.
“Caro penserai mica che la tua zietta non abbia ancora qualche sorpresa. Sotto al letto ho un intero baule di roba che non può stare in giro” sorride.
“Ma dai. Non vedo l’ora che me li mostri” commento mentre le do una pacca sul culo nudo.
Il nostro gioco mi ha eccitato di nuovo e nonostante la copiosa sborrata sulle poppe della contadina non posso resistere. Spingo la zia in avanti contro il lavandino, la afferro per i fianchi e la monto ancora una volta con tutta la forza che ho.
“Godi zia?”.
“O si, ummm, non mi stancherei mai del tuo pisello lo sai”.
“Ti adoro zia” sospiro mentre le bacio il collo con ardore. Poi mi viene un’idea nuova. Afferro il cazzo di lattice che sta asciugando sul lavandino e maneggiandolo con destrezza lo infilo piano piano fra le sue natiche.
“Adesso godi doppio zietta” le annuncio mentre la sodomizzo piano piano.
In un attimo la zia si trova tappati entrambi i buchi. Uno da una cosa enorme e naturale, l’altro da una più piccola artificiale ma non sembra importarle molto.
Ulula per quanto gode in un misto di piacere e dolore mentre i suoi buchi vengono pompati, strusciati e logorati fino all’inverosimile.
Alla fine non ne posso più. Cedo al dolore delle gambe e sborro inondandole la bella patatona.
Lo sfilo, la zia premurosa prende una spugna pulita e me lo lustra bene bene prima di andare a farsi un bidet “sei stato stupendo, il migliore come sempre, un vero toro da monta” sorride mentre mi solletica la cappella.
“Considerati tutti quelli che ti sei fatta penso sia un gran complimento zietta”.
“È beh cazzi non me ne sono mai fatti mancare” annuisce.
“Anche fiche direi” faccio notare io prendendo in mano il cazzo di lattice lordo dei suoi intestìni.
“A tesoro sapessi quante…”.
“Immagino” sorrido io sempre più innamorato della porcaggine della mia zietta.
Proprio mentre ero nel buono e le stavo sondando il buco posteriore è arrivata Nina, la madre e si è incazzata non poco. Ha mandato via la figlia Clelia e ci siamo chiariti io e lei.
Siccome ero già bello indurito dalla montata con la figlia è stato un piacere sfondare questa vecchia sessantenne con le poppe che pesano due chili l’una e un culo che fa provincia.
Ho fatto del mio meglio e, avvantaggiato dalle mie generose dimensioni, sono riuscito a far godere anche questa vecchia vacca di campagna che muggisce buona buona a pecorina ad ogni colpo di cazzo.
Mi stavo giusto preparando a una esplorazione delle sue budella tra quelle gigantesche chiappe burrose quando si è di nuovo aperta la porta della stalla.
Ma mettiamolo un lucchetto a questa porta!
Comunque sia mi blocco cazzo fra le chiappe della vecchia e sorpresa: mia zia Flo e Clelia.
La donna pare più disperata che incazzata “ecco Flo lo vedi quanto è troia la vecchia” sbotta la ragazza che fra l’altro è ancora semi nuda come mi aveva lasciato quando la madre ci ha interrotto.
Nina invece pare proprio incazzata “va via cagna. Tu hai il marito vai con lui cagna” sbraita.
“Vecchia bagascia” urla la figlia.
“Perché tu sei mica tanto giovane cicciona. Su fuori che non abbiamo finito e tu…spingi”.
Mia zia non è ancora intervenuta ma so che si sta gustando la scena. Queste porcate le piacciono, nessuno lo sa meglio di me. Infatti sorride.
Accarezza Clelia con fare materno “su calmati cara”.
“Sta porca” balbetta Clelia.
Io intanto riprendo piano piano a spingere.
“Fa piano che nel culo sono stretta” ridacchia la vecchia Nina con la solita finezza.
Io spingo piano ma con forza e continuità. Il culo della vecchia non è vergine ma per il mio enorme uccello va dilatato ancora un po’. Glielo avrei leccato o sgrillettato ma mi sa che questa porcella mi avrebbe smerdato tutto.
SPROK!
Si sente il tipico rumore del suo anello anale che si frantuma del tutto. La vecchia vacca caccia un gran urlo ma resiste bene.
Intanto con la coda dell’occhio scruto zia che sta ancora tenendo a bada Clelia.
Da una porca come zia Flo non ci si potrebbe aspettare altro di vederla accarezzare le poppe della bionda mentre la sua lingua piano piano le si infila in bocca.
Mi metto meglio che posso per montare la madre e guardare la figlia che si da da fare con zia. Meglio di un film porno.
Anche o vestiti di zia ci mettono poco a cadere mentre le sue mani si sono già insinuate nella ciospa pelosa di Clelia. La zia ci sa fare, con le dita le munge la fica e la fa venire senza troppi problemi.
La donna crolla a terra a quattro zampe sopraffatta. Zia la tiene per i capelli se la guida di fronte e chinando appena un po’ le gambe le mette la fica già colante in faccia.
Il mio attrezzo intanto pompa a pieno regime. Ogni tanto do qualche sonoro schiaffone alla vecchia che a lei pare far piacere perché continua ad ondeggiare i mappamondi molli come se scodinzolasse.
Intanto mia zia non resiste “oddio piscio” urla e un mix di urina, umori e orgasmi cola dritta sul viso di Clelia. Lei beve, ci prova, anche se molto le cola sulle poppe.
Io nel frattempo arrivò al dunque. Con una botta e un urlo di soddisfazione faccio un bel clistere di sborra alla vecchia Nina.
Quando erutto è così calda che la vecchia urla “Cristo santo come brucia… brucia”.
“Sta ferma ho fatto” dico stringendole i giganteschi fianchi e pompando più veloce e deciso per svuotarmi la canna.
Quando mollo la presa si lascia cadere a pancia sotto con tutto il suo dolce peso. L’ho sfiancata.
Mi volto. Ormai zia Flo ha portato avanti il suo lavoro saffico e le due stanno facendosi un bel sessantanove sdraiate sulla paglia. Zia sopra, la vacca sotto che lecca a più non posso.
Visto che ci siamo mi pare una bella idea porgere l’uccello a Clelia sporco del culo della madre.
Lei ormai è un giocattolo in mano a mia zia che la manipola come più le piace. Penso le farebbe fare di tutto. E infatti, mentre lo poggio appena sotto alle chiappe di zia Clelia subito molla la leccata della sua patata e passa alla mia cappella.
Con questo trattamento l’uccello torna duro quasi subito.
Visto che sono già in traiettoria tanto vale dare la sua parte anche alla zia. Basta una spinta e glielo pianto nella fica marcia di saliva di Clelia che, intanto, si dedica senza troppi problemi ai miei coglioni.
Intanto Nina, che ha ripreso vita si avvicina facendo dondolare i cocomeri. “Guarda come lecca sta troia di figlia che ho”.
Io, senza smettere di fottere zia le agguanto una tettona “basta fare la lagna, godi anche tu” le dico mentre gliela strizzo fino a farle male.
Anche mia zia pare della stessa idea perché urla “si godiamo tutteeee” mentre quasi squirta sul mio cazzo per quanta roba ha sparato fuori dall’utero.
E così la riunione nella stalla dura quasi tre ore. Dopo cinque sborrate ho perso il conto ma penso di essere arrivato comodamente a sette o otto. Di sicuro almeno una in ogni fica e sui tettoni di Nina e della figlia.
Alla fine le abbiamo lasciate nude, sulla paglia, sborrate dalla testa ai piedi e con un rivolo di roba che colava da entrambi i culi. Zia ha recuperato i suoi vestiti e con non poca fatica se li è infilati mentre anche io recuperavo i pantaloni.
“Dammi il braccio che da sola non riesco” chiede e io, da perfetto cavaliere, le porgo il fianco come un cavaliere mentre piano piano andiamo zoppicando verso la macchina.
“Tra il tuo cazzo e la lingua di quelle due me l’avete consumata. Ho la gnocca che sanguina”.
“Allora appena a casa la mettiamo a mollo zietta” sorrido mentre la aiuto a sedersi in macchina.
“Comincio a diventare vecchia” sospira.
“Cioè non c’è la fai più a scopare?” mi stupisco,
“Ma no, dicevo farlo nella stalla, sul duro della terra. Probabilmente avevo un ginocchio su una pietra perché mi fa un male cane”.
“A ok… quindi a scopare quello c’è la fai vero?”.
Allunga una mano e mi accarezza i capelli “ma certo amore, magari dammi solo tregua stasera se puoi”.
“Non preoccuparti zia anche io sono stanchino” ammetto. In effetti il cazzo mi duole e credo di non averlo mai sentito così molle e svuotato come adesso.
“Ma ti rendi conto che quella si fa montare dal cane” sospira zia ancora sconvolta per questa cosa.
“Non so che dirti. Un cazzo è un cazzo no?” minimizzo.
“Cioè tu mi vedresti a farmi il cane?”.
Rido “ma sono io il tuo cane lupo zia” e le accarezzo una coscia mentre cambio marcia.
“Un cane da monta piuttosto” ride lei.
E rido anche io…
A casa stanchi ma felici decidiamo di andare a letto dopo una bella doccia. Saltiamo la cena, nessuno ha voglia di cucinare. Per stasera va bene così.
Circa tre giorni dopo, sono le nove del mattino e sto ancora dormendo nel lettone di zia dopo la solita notte di fuoco quando dei rumori piuttosto familiari mi svegliano.
Arrivò in salotto e sul divano c’è Zia, nuda, con un cazzo a cintura legato in vita. Sotto di lei un culone molto familiare: Clelia che muggisce, ulula e dimena la latteria.
“Buongiorno” dico ad alta voce.
Zia smette di montare Clelia ma senza sfilarlo dal suo ficone “Dick caro. Sai l’altro ieri siamo venuti via senza prendere il formaggio che avevo comprarto e la Clelia, gentilmente, c’è lo ha portato”.
“E tu la stai ringraziando” rido mentre fra le gambe mi si è già sollevato il palo.
“Tu dormivo” mi fa l’occhiolino lei e riprende a fottersi la ciciona come una pazza. Non so se abbiate mai visto una donna montarne un altro come un maschio ma vi assicuro che è eccitante da morire. Da segarsi il cazzo tipo Black and Decker.
Soprattutto ciò che stimola (a me) è la voglia del trenino è così senza tante parole mi avvicino alle spalle di zia e inizio a ravanare nelle sue gambe mentre lei spinge a più non posso.
La fica è già lurida e calda ma la masturbo ancora un po’. Clelia gode, zia gode e il mio cazzo si fa spazio fra le gambe di zia.
Con un po di pazienza ed equilibrio siamo diventati un tutt’uno. Io fotto zia Flo e le do il ritmo così lei fotte Clelia come un montone.
Godiamo.
La forza del cazzo artificiale di zia decuplicata dalla mia nella sua fica sconquassa Clelia che bela impazzita e giura di non aver mai goduto così tanto.
Il piacere è immenso per tutti e tre e lo concludo nel modo migliore sborrando copiosamente sul gigantesco tettame della contadina mentre la zia le sta sfondando anche il culo col suo surrogato artificiale.
Alla fine Clelia se ne va soddisfatta, si raccomanda di ripassare a trovarla in cascina e ci lascia la borsa coi formaggi.
“Ti devo qualcosa cara?” domanda la zia.
“No, no grazie”.
“Abbiamo già pagato in natura zia” commento io mentre mi pulisco il cazzo con una spugna nel lavandino della cucina.
“Giusto” sorride Clelia e se ne va sbatacchiando felice il culone.
“Scommetto che l’ha fatto apposta a portarci i formaggi per farsi una ripassata” dico.
“Molto probabile” dice zia Flo mentre si sgancia dalla vita il cazzo di gomma con relativa cintura.
Lo guardò meglio, un pisello sui venti centimetri, rosa carne, abbastanza realistico a parte la punta che davvero sembra poco a una cappella.
Zia porta tutto nel lavandino e si mette a lavarlo assieme ai piatti.
“A proposito. Quel fallo di lattice da dove arriva zia?”.
“Caro penserai mica che la tua zietta non abbia ancora qualche sorpresa. Sotto al letto ho un intero baule di roba che non può stare in giro” sorride.
“Ma dai. Non vedo l’ora che me li mostri” commento mentre le do una pacca sul culo nudo.
Il nostro gioco mi ha eccitato di nuovo e nonostante la copiosa sborrata sulle poppe della contadina non posso resistere. Spingo la zia in avanti contro il lavandino, la afferro per i fianchi e la monto ancora una volta con tutta la forza che ho.
“Godi zia?”.
“O si, ummm, non mi stancherei mai del tuo pisello lo sai”.
“Ti adoro zia” sospiro mentre le bacio il collo con ardore. Poi mi viene un’idea nuova. Afferro il cazzo di lattice che sta asciugando sul lavandino e maneggiandolo con destrezza lo infilo piano piano fra le sue natiche.
“Adesso godi doppio zietta” le annuncio mentre la sodomizzo piano piano.
In un attimo la zia si trova tappati entrambi i buchi. Uno da una cosa enorme e naturale, l’altro da una più piccola artificiale ma non sembra importarle molto.
Ulula per quanto gode in un misto di piacere e dolore mentre i suoi buchi vengono pompati, strusciati e logorati fino all’inverosimile.
Alla fine non ne posso più. Cedo al dolore delle gambe e sborro inondandole la bella patatona.
Lo sfilo, la zia premurosa prende una spugna pulita e me lo lustra bene bene prima di andare a farsi un bidet “sei stato stupendo, il migliore come sempre, un vero toro da monta” sorride mentre mi solletica la cappella.
“Considerati tutti quelli che ti sei fatta penso sia un gran complimento zietta”.
“È beh cazzi non me ne sono mai fatti mancare” annuisce.
“Anche fiche direi” faccio notare io prendendo in mano il cazzo di lattice lordo dei suoi intestìni.
“A tesoro sapessi quante…”.
“Immagino” sorrido io sempre più innamorato della porcaggine della mia zietta.
3
voti
voti
valutazione
7
7
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Love Granny 11 - Alla fattoriaracconto sucessivo
Victor Victoria, semplicemente Vik
Commenti dei lettori al racconto erotico