Vacche in gita 1 e 2

di
genere
incesti

“Ma perché deve venire anche lei?”.
“Non so mamma, ha insistito tanto, non è mai stata a Lago Paradiso, vorrebbe vederlo”.
“Ma quello è il nostro posto, mica il suo” protesta mia madre Diana.
Io la guardo, ha un bel completo nero corto che lascia in evidenza le gambe fasciate nel nylon. Va per i sessanta ma li porta ancora bene. Un po’ di pancia, fianchi larghi, ma belle tette gonfie e culo sexy.
“Ogni anno per il suo compleanno c’è ne andiamo in un piccolo paesino dove c’è una locanda con delle stanze. Si chiama Lago Paradiso e per noi ha un significato speciale visto che è lì che abbiamo fatto sesso la prima volta.
“Con quella tra i piedi non combineremo nulla” protesta mia madre.
“Monica ha il sonno duro. Posso venire da te ogni notte e fare tutto ciò che vuoi” le dico.
“È il bagno nudi nella piscina della SPA, la torta mangiata direttamente sul tuo pisello o fra le mie tette?” protesta mentre a me, al solo pensiero viene duro.
“Vedrai faremo anche quello. Vuole andare a fare la passeggiata a cavallo. La mettiamo sul cavallo e ci facciamo le nostre cose. Vedrai andrà bene” la rassicuro.
Lei sorride, solleva il lembo del vestito e sotto non ha le mutandine “Allora ti manca questa bella susina?”.
“O mamma sapessi. Sapessi quante volte ho ripensato ai nostri giochi” e mentre lo dico le metto una mano fra le gambe sentendola umida e calda.
Lei meccanicamente si spoglia restando completamente nuda, a parte le calze che sa quanto adoro.
“Così ti è mancata...”.
“E a te è mancato?” chiedo sfoderando il mio attrezzo duro.
“O ma è cresciuto ancora o sono gli occhiali?” ride lei e senza esitare me lo prende in mano.
Sediamo sul divano e dalla mano passa alla bocca. Spompina ancora bene come un tempo. Una vera dote naturale.
Si sdraia sul divano e allarga le gambe. “Dai infilalo, infilalo che sono rovente”.
Così la accontento. Mi metto sopra di lei leccandole il collo e i seni e lascio che il mio cazzo di marmo le entri dentro fino ai coglioni.
Pompo di brutto e più pompo più lei geme “Dai sfondami, fammi venire, fammelo sentire tutto”.
Era ancora più porca di quanto la ricordassi e così colgo al volo l'occasione per chiederglielo “Mamma voglio una cosa”.
“Cosa, cosa, cosa?” chiede lei senza smettere di farsi impalare.
Non avevo il coraggio di dirlo a voce e così glielo tocco con la mano.
Il mio dito delicato si infila tra le sue natiche e con la punta sento il suo buchetto stretto che accarezzo piano.
“Il culo!” esclamo secco e proprio a quella parola sento che viene come una vacca.
“Si lo voglio, lo voglio tutto. Voglio aprirtelo”.
“Non ci è mai passato nessuno lo sai”.
“Meglio ancora mammina. Te lo apro io te lo apro”.
“Allora facciamo un patto. Tu liberati di quella la e io ti do il culo tutta la notte.
“O si” dico e al solo pensiero le vengo nella fica
“E in bocca e nella gnocca” mi solletica lei ansimando.
“E in facciaaaaaaaaa!” urlo io mentre la sborra mi esce copiosa dalla canna.
Venti minuti dopo, puliti, lavati e rivestiti la salutavo con la raccomandazione di preparare la valigia per il viaggio di domani.


2
Dopo la visita a mamma torno a casa. Mia moglie Monica sente la macchina fermarsi e viene ad aprirmi. Ha addosso solo le ciabatte e un collant trasparente senza le mutande sotto. I suoi grossi tettoni al vento sono una manna dal cielo.
Anche se ho appena fottuto con mia madre ho ancora voglia (ne ho sempre) mi spoglio tutto e mi metto comodo in poltrona. Negli anni l'avevo addestrata bene, sapeva che il mio cazzo necessitava di continue attenzioni e non si tirava mai indietro.
In ginocchio sul tappeto del salotto se lo fa scivolare fra il solco delle tette e tira fuori la lingua.
Una bella lappata alla cappella mentre le tettone me lo accarezzano dolcemente. Perfetto per raggiungere il massimo dell'erezione.
Poi inizia a succhiare ingoiandolo sempre di più finchè non se lo fa sparire quasi del tutto in gola.
“Succhia troia succhia” ansimo incitandola a darsi da fare e lei che a sentirsi chiamare troia si accende come un fuoco ci mette ancor più foga palpandomi i coglioni gonfi con la mano finchè non sente uscire il mio sperma rovente.
Ingoia tutto e beve senza problemi quindi con la sborra che ancora le solca il viso mi chiede “Vuoi un caffè?”.
“Si grazie”.
Prendo il caffè e ne beve uno anche lei per sciacquarsi l'alito poi, sempre nudi, parliamo “Hai detto alla mammina che vengo anche io?”.
“Si, si ne è felicissima”.
“Non dire Stupidaggini. Mi odia, lo so”.
“Forse è solo un po’ gelosa”.
“Perché mi scopo suo figlio e non lo lascio tutto per lei. Stronza”.
Io la guardo “Scusa Monica ma se tanto lo sai che porto mia madre al lago per fare sesso perché non ci lasci fare? Tanto lo sai che la chiaverò di brutto”.
Mia moglie mi fissa. Le ho confessato che vado a letto con mia madre fin da ragazzo e lei lo ha accettato. Del resto gliel’ho detto appena dopo aver fatto sesso a tre con la sua (mia suocera) quindi non è che potesse ribattere gran che. Ora però ogni volta che vado da mamma sa che puccio il biscottone e forse per quello appena rientro mi salta addosso.
“L’hai trombata vero?” domanda.
“Come?”.
“Intendo adesso. Non mentire il tuo cazzo sapeva di gnocca”.
“Lo sai che lo faccio, inutile discutere”.
“Ma tu di preciso perché vuoi venire?”.
“Vuoi la verità amore?” ammicca lei.
“Si mi piacerebbe davvero”.
“Voglio umiliarla. Mi tratta sempre con sufficienza come se fosse una Santa e io una stronza e io voglio fare giustizia”.
“Cioè vorresti rinfacciare a mia madre che facciamo sesso? Ma sei pazza”.
“No, non voglio rinfacciare amore. Voglio fare capito?” ammicca di nuovo.
“Non proprio” ammetto.
“Voglio farmela. Voglio venirle in bocca e dirle quanto è troia mentre me la lecca” sorride.
“Ma mia madre non si fa le donne”.
“Fidati amore lo siamo tutte un po’, basta avviare la cosa”.
“Cavoli amore diventi ogni giorno più porca” esclamo.
Specie quando mi vedo questi spettacoli, dice lei tirando fuori delle foto da un cassetto. “Pulendo ho trovato queste” dice.
Erano vecchie polaroid, quelle foto fatte con le macchinette a sviluppo automatico. Uno scherzo, un gioco fatto con mia madre parecchi anni prima.
In una c'era lei nuda con le sole autoreggenti nere che sorrideva palpandosi il seno.
Un'altra era un autoscatto. Mamma ed io nudi in piedi sorridenti l'uno accanto all'altro. Il mio uccello duro e in tiro in bella mostra.
Una terza era di mamma chinata sul letto con una zucchina infilata nella fica.
Una quarta era il primo piano del suo viso coperto di sborra
L'ultima era presa da lontano (avevo messo la polaroid su un mobile) c'eravamo noi due sul letto a pecorina.
In quelle foto io ero giovanissimo e anche mamma era molto più arzilla con almeno una dozzina di chili in meno addosso e la patatona bella nera.
Conservavo quelle foto come un caro ricordo e ogni tanto le riguardavo e magari mi facevo anche una bella sega.
“Le ho trovate facendo le pulizie. Sappi che sei davvero un gran porco non so dire altro”.
“Sono roba vecchia”.
“Si le foto sono vecchie ma è chiaro che è una gran bella vacca”.
“E la tua idea è di rinfacciarglielo?”.
“Voglio che mi rispetti”.
“E ti guadagneresti il rispetto facendole vedere che sei più porca di lei?”.
“Non lo so, forse” fa spallucce lei.
Allora eccitato le racconto del patto che ho fatto con mamma. Della sua promessa di darmi il culo quando saremo al lago.
La cosa parve interessarla più di quanto avessi immaginato. “Tu adori farlo nel culo lo sò” e tanto per favorirmi mi si siede quasi in braccio strusciando le natiche sul mio uccello. Se non fosse stato per il collant l'avrei sodomizzata subito.
Proprio mentre ero sul punto di allungarle le mani e strappare il collant per infilarglielo tra le chiappone lei si alza in piedi e mi dice: “Facciamo così; tu sodomizzala ma io voglio una cosa in cambio”.
“Se lo vuoi nel culo anche tu amore non hai neanche da chiederlo”.
“No, non è quello. Tu lo sai che con tua madre non ci siamo mai prese vero? E' invadente, mi critica sempre, sembra che sia brava solo lei... Insomma lo sai”.
“E' storia vecchia dai”.
“Bene allora dammi questa soddisfazione. Fammi vedere mentre gli spacchi il culo. Trova il modo per farmi assistere mentre glielo sfondi...”.
“Ti farebbe piacere?”.
“Si, voglio vederla mentre geme, mentre sente quella trave che le entra tutta dentro e le svergina le chiappe. Voglio vederti cavalcarla e chiamarla con ogni nome che ti viene in mente...”.
“Sarebbe questa la tua soddisfazione guardarmi mentre la monto”.
“No -mi blocca lei- non basta. Alla fine quando siete proprio nel buono della chiavata voglio che lei mi veda. Voglio che sappia che l'ho vista. Voglio che ogni volta che prova a fare la saccente o che tenta di criticarmi poterla fissare con lo sdegno di chi sa cosa ha fatto”.
“Insomma vuoi umiliarla?”.
“Si, in un certo senso” ammette
“Bhe in effetti mia madre non è una pasta di persona, quando ci si mette è davvero pesante. Tu è vero ne hai sempre fatto le spese e forse quello che mi chiedi te lo meriti... In più lo ammetto l'idea di incularla mentre mi guardi è stranamente eccitante”.
“Allora affare fatto” chiese Monica ondeggiando le tettone.
“Però bisogna che lo tenga in allenamento se vuoi farmi fare una ingroppata nel culo come si deve.
“Questo non è un problema” sorrise lei e mettendosi a quattro zampe sul tappeto si strappa il collant fra le gambe liberando fica e culo quindi con le mani si afferra le grosse natiche burrose allargandole più che può liberando il suo bel buchetto del culo già ampiamente allargato dal mio uccello.
“Allenati pure” dice. E io, senza esitare, mi metto dietro di lei e con il cazzo gonfio e duro la inculo a tutto spiano...
scritto il
2024-05-02
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