La tapparella
di
since
genere
gay
Era la seconda tapparella che si guastava in pochi giorni
Mi trovavo tappato in casa. Nella mia piccola casa. Al buio
Provai più volte a sistemarle ma il risultato fu che dovevo restare con la luce accesa nonostante la luminosità delle giornate di agosto.
Feci una ricerca per trovare un tecnico che potesse intervenire per liberarmi dalle tenebre del mio cubicolo
Fui colpito da "Marcello. Vengo da te e ti sistemo tutto"
Chiamai al numero e mi rispose una voce squillante e decisa. Si disse capace di risolvere in pochi minuti, quindi economicamente,il mio problema
Dopo circa un ora sento suonare al campanello. Era Marcello.Il tecnico tapparellista
Un uomo sui quaranta anni. Magro,nervoso e con un bel sorriso
Faceva un caldo assurdo e si presentò in t shirt e calzoncini corti. Spiccavano le enormi scarpone da lavoro
Gli feci vedere le due finestre chiuse e poi gli offrii da bere. Una birretta ghiacciata ci stava.
Cordiale e alla mano mi spiegò quale era la causa del problema alla mie tapparelle.
Gli serviva solo una scala e poi avrebbe riparato l'avvolgibile.
Aveva una trousse di attrezzi legata in vita e gli porsi la scala. Iniziò ad armeggiare chiedendomi la collaborazione. Tiravo e allentavo la cinghia della tapparella mentre lui smanettava qualcosa su in alto.
La scaletta che gli avevo dato non era troppo stabile e mi chiese di tenerla. Mi avvicinai e lo osservavo da sotto mentre armeggiava
Non potetti fare a meno di notare i suoi muscoli ben definiti nelle cosce glabre. I pantaloncini lasciavano intravedere anche qualcosa di più
Sentii una strana attrazione e per meglio sostenerlo spostai la mano più in alto dove potevo sfiorarlo
Marcello continuava il lavoro e poi scese di un gradino e si appoggiò alla scala con il pube. La mia mano si trovò tra il suo pacco e la scala. Non potevo spostarla. temevo perdesse l'equilibrio
Lui non mi guardava e continuava a strofinare "involontariamente" il suo cazzo sul dorso della mia mano
Nel giro di pochi minuti lo sentii indurire e la mia eccitazione rischiava di farmi perdere il controllo.
Mi disse: Ho quasi finito!
Ero dispiaciuto. Mi piaceva molto quella strana situazione.
"Ecco fatto, prova a tirare su la tapparella"
Perfetto. Funzionava. Lui scese di un altro gradino e mi trovai all'altezza del viso la sua erezione mal contenuta nei pantaloncini da calciatore
Mi chiese se ero soddisfatto e io dissi che mi piaceva. Scoppiammo a ridere per l'equivoco. Entrambi giocammo sull'equivoco
Ma Marcello fece presto chiarezza. Abbassò leggermente i suoi pantaloncino e il suo cazzo svettò fuori
A me non restò che prenderlo con la mano e condurlo alla mia bocca.
Lo feci venire in pochi minuti
Mi coprì il volto con il suo copioso amplesso.
Non volle che lo pagassi e se ne andò.
Appena mi ripresi mi affacciai al balcone per vedere se era ancora giù in strada
Lo chiamai: Marcello. L'altra tapparella? Dobbiamo sistemare l'altra tapparella!!
Lui con un gran bel sorriso mi disse: " Non oggi. Non riesco. Non ho energie sufficienti. Chiamami domani e torno con più tempo e calma"
Mi trovavo tappato in casa. Nella mia piccola casa. Al buio
Provai più volte a sistemarle ma il risultato fu che dovevo restare con la luce accesa nonostante la luminosità delle giornate di agosto.
Feci una ricerca per trovare un tecnico che potesse intervenire per liberarmi dalle tenebre del mio cubicolo
Fui colpito da "Marcello. Vengo da te e ti sistemo tutto"
Chiamai al numero e mi rispose una voce squillante e decisa. Si disse capace di risolvere in pochi minuti, quindi economicamente,il mio problema
Dopo circa un ora sento suonare al campanello. Era Marcello.Il tecnico tapparellista
Un uomo sui quaranta anni. Magro,nervoso e con un bel sorriso
Faceva un caldo assurdo e si presentò in t shirt e calzoncini corti. Spiccavano le enormi scarpone da lavoro
Gli feci vedere le due finestre chiuse e poi gli offrii da bere. Una birretta ghiacciata ci stava.
Cordiale e alla mano mi spiegò quale era la causa del problema alla mie tapparelle.
Gli serviva solo una scala e poi avrebbe riparato l'avvolgibile.
Aveva una trousse di attrezzi legata in vita e gli porsi la scala. Iniziò ad armeggiare chiedendomi la collaborazione. Tiravo e allentavo la cinghia della tapparella mentre lui smanettava qualcosa su in alto.
La scaletta che gli avevo dato non era troppo stabile e mi chiese di tenerla. Mi avvicinai e lo osservavo da sotto mentre armeggiava
Non potetti fare a meno di notare i suoi muscoli ben definiti nelle cosce glabre. I pantaloncini lasciavano intravedere anche qualcosa di più
Sentii una strana attrazione e per meglio sostenerlo spostai la mano più in alto dove potevo sfiorarlo
Marcello continuava il lavoro e poi scese di un gradino e si appoggiò alla scala con il pube. La mia mano si trovò tra il suo pacco e la scala. Non potevo spostarla. temevo perdesse l'equilibrio
Lui non mi guardava e continuava a strofinare "involontariamente" il suo cazzo sul dorso della mia mano
Nel giro di pochi minuti lo sentii indurire e la mia eccitazione rischiava di farmi perdere il controllo.
Mi disse: Ho quasi finito!
Ero dispiaciuto. Mi piaceva molto quella strana situazione.
"Ecco fatto, prova a tirare su la tapparella"
Perfetto. Funzionava. Lui scese di un altro gradino e mi trovai all'altezza del viso la sua erezione mal contenuta nei pantaloncini da calciatore
Mi chiese se ero soddisfatto e io dissi che mi piaceva. Scoppiammo a ridere per l'equivoco. Entrambi giocammo sull'equivoco
Ma Marcello fece presto chiarezza. Abbassò leggermente i suoi pantaloncino e il suo cazzo svettò fuori
A me non restò che prenderlo con la mano e condurlo alla mia bocca.
Lo feci venire in pochi minuti
Mi coprì il volto con il suo copioso amplesso.
Non volle che lo pagassi e se ne andò.
Appena mi ripresi mi affacciai al balcone per vedere se era ancora giù in strada
Lo chiamai: Marcello. L'altra tapparella? Dobbiamo sistemare l'altra tapparella!!
Lui con un gran bel sorriso mi disse: " Non oggi. Non riesco. Non ho energie sufficienti. Chiamami domani e torno con più tempo e calma"
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