Dominata
di
OnlyM
genere
dominazione
Allento la cintura e slaccio i pantaloni.
La zip l'aveva già aperta lui, arrivandomi di fianco e costringendomi ad interrompere il controllo della tabella excel.
Mi basta abbassare l'elastico delle mutande per far saltar fuori l'uccello barzotto ed eccitato.
Scoprendo la cappella umida di umori, respiro l'odore prepotente del mio capo.
Lo metto in bocca, senza troppi preamboli. Anche perché è questo che vuole.
E non ho dovuto indovinare. Me lo ha detto esplicitamente.
"Succhiami il cazzo che non ne posso più".
In pochi secondi, nella mia bocca si completa la trasformazione.
Il pistone di carne scorre nel cilindro caldo e lubrificato della mia bocca.
Senza delicatezza. Senza nessuna delicatezza.
Un paio di minuti.
Poi la pancia si contrae. Le chiappe pelose sotto le mie mani sempre curate si induriscono.
Con il naso ficcato tra i folti peli pubici che sanno di uomo e sudore, attendo la mia sorte.
L'uccello mi pulsa sulla lingua mentre la gola si riempie di sperma caldo e denso. Appiccicoso e disgustoso.
Gode - il mio capo - tenendomi la testa premuta contro di sé come se potessi allontanarmi prima del dovuto.
Ma io ingoio tutto, senza muovermi di un millimetro.
La gola è abituata e lo stomaco non ha problemi nonostante la produzione sia sempre notevole.
Gli ultimi spasmi. Le ultime pulsazioni della vena.
Mentre ansima e mugola finisco di succhiarlo spremendo ogni goccia, perché non resti traccia.
Con la bocca impastata di sperma e le narici impregnate del suo odore forte, lo aiuto a ricomporsi.
"Grazie signora...io vado. Mi raccomando quando ha finito di ricontrollare tutto mi stampi una copia e la lasci sulla mia scrivania".
La porta si chiude mentre i miei occhi hanno ripreso a scorrere tra le celle del foglio excel.
La zip l'aveva già aperta lui, arrivandomi di fianco e costringendomi ad interrompere il controllo della tabella excel.
Mi basta abbassare l'elastico delle mutande per far saltar fuori l'uccello barzotto ed eccitato.
Scoprendo la cappella umida di umori, respiro l'odore prepotente del mio capo.
Lo metto in bocca, senza troppi preamboli. Anche perché è questo che vuole.
E non ho dovuto indovinare. Me lo ha detto esplicitamente.
"Succhiami il cazzo che non ne posso più".
In pochi secondi, nella mia bocca si completa la trasformazione.
Il pistone di carne scorre nel cilindro caldo e lubrificato della mia bocca.
Senza delicatezza. Senza nessuna delicatezza.
Un paio di minuti.
Poi la pancia si contrae. Le chiappe pelose sotto le mie mani sempre curate si induriscono.
Con il naso ficcato tra i folti peli pubici che sanno di uomo e sudore, attendo la mia sorte.
L'uccello mi pulsa sulla lingua mentre la gola si riempie di sperma caldo e denso. Appiccicoso e disgustoso.
Gode - il mio capo - tenendomi la testa premuta contro di sé come se potessi allontanarmi prima del dovuto.
Ma io ingoio tutto, senza muovermi di un millimetro.
La gola è abituata e lo stomaco non ha problemi nonostante la produzione sia sempre notevole.
Gli ultimi spasmi. Le ultime pulsazioni della vena.
Mentre ansima e mugola finisco di succhiarlo spremendo ogni goccia, perché non resti traccia.
Con la bocca impastata di sperma e le narici impregnate del suo odore forte, lo aiuto a ricomporsi.
"Grazie signora...io vado. Mi raccomando quando ha finito di ricontrollare tutto mi stampi una copia e la lasci sulla mia scrivania".
La porta si chiude mentre i miei occhi hanno ripreso a scorrere tra le celle del foglio excel.
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