Kledja 3: dominazione inaspettata

di
genere
feticismo


Giunse l'attesissimo venerdì.
Questa mattina però era presente anche Lucrezia in casa. Ciò scoraggiò luca che vedeva meno probabile la realizzazione dei suoi sogni. Dopo che i padroni di casa bebbero salutato la donna, una volta che Lucrezia be kledja si furono allontanate, Luca, spinto da pulsioni ferine, talmente ottenebrato dalla smania di sentire di nuovo quella fragranza, quasi incurante di essere raggiungibile in mezzo minuto dalle due donne, si precipitò sui sandali infradito all' ingresso. Iniziò subito ad annusare quell' acre droga, per poi iniziare a lambire follemente l'interno della calzatura. Era un profumo meglio di qualsiasi fiore, nemmeno il gelsomino era lontanamente leggero e gradevole in confronto alle gemme di kledja. Il sapore di cuoio e sale era migliore di qualsiasi pizza o gelato. Luca era in estasi.
Mentre luca era intento a fare ciò kledja si trovava a pulire la stanza di Lucrezia. Lucrezia era molto attenta alla moda, infatti possedeva un guardaroba vastissimo, aveva inoltre una stanza dedicata solo alle scarpe. Kledja colta dal suo amore per le scarpe e a sua volta per la bellezza dei piedi, spesso provava le costosissime scarpe di Lucrezia che però portava il il 40, quindi di solito andavano leggermente larghe a kledja, però talvolta le calzavano bene, nella fattispecie stava provando un paio si sandali con il tacco neri di Prada che le andavano decisamente bene, lo smalto rosso ed il tatuaggio con levene leggermente in rilievo facevano di quei piedi uno spettacolo, un'opera d'arte la caviglia sottile ben delineata sembrava opera di canova, kledja sapeva di essere molto bella e se ne compiaceva, infatti si stava scattando foto. Faceva tutto ciò con noncuranza perché sapeva che Lucrezia stava facendo colazione e solitamente ci metteva davvero tanto, perché era solita guardare tutto un programma che durava 45 minuti. Il casovuole che quel giorno, acausa di una diretta sportiva non era in onda il programma preferito di Lucrezia e per caso stava tornando in camera sua per mettersi le scarpe ed uscire a fare una commissione. Nemmeno la mente astuta di kledja aveva previsto questa eventualità.
Lucrezia era vestita in canottiera pantaloncini corti da ginnastica e camminava scalza, portava i capelli raccolti in una coda. Lucrezia da quando kledja aveva iniziato a lavorare presso la villa Magnoni ha sospettato sin da subito che la donna macedone si provasse le sue scarpe, perché malgrado kledja fosse molto abile nel rimettere a posto le cose, spesso si lasciava sfuggire dettagli microscici che nessuno avrebbe notato come le tomaie delle scarle sporche, poiché Lucrezia ci teneva molto alla pulizia del suo corpo e quindi dei suoi piedi, malgrado camminasse scalza prima di indossara qualsiasi cosa se li lavava. I piedi di Lucrezia erano davvero eleganti, di taglia medio grossa ma longilinei e snelli, di colore candido poco odorosi e solitamente molto puliti. aveva il piede greco e smaltava le unghie praticamente solo di nero, come quel giorno, era infatti il nero il suo colore preferito. Luca ha sempre ammirato i piedi di sua sorella, ma per eticità si è sempre trattenuto dal fare o pensare alcunché di scabroso.
Lucrezia stava entrando in camera sua scalza (quindi involontariamente silenziosa) mentre kledja stava facendosi le foto assorta nel suo narcisismo. Lucrezia sentendo rumori strani provenienti dalla sua stanza-armadio si avvicinò e vide la scena. rimase dapprima soprpresa e poi le montò una rabbia feroce, poiché nessuno poteva toccare le suo cose, non c'era nulla che le dava più fastidio, specialmente un paio di scarpe da centinaia di euro. Allora senza farsi notare chiuse la porta della stanza della sua camera e tornò indietro, pensò che sarebbe stata l'occasione buona per sfogare la rabbia e lo stress. Si sarebbe divertita, ne era certa.(già quella mattina era incominciata male perché le avevano tolto il suo programma)
Irruppe nella stanza e prese kledja per i capelli, non temeva di farle male o azioni legali, conosceva le condizioni giuridico economiche della povera macedone. La trascinò nella sua stsnza per sbatterala davanti al suo letto. Kledja sorpresa e spaventata non riusciva a reagire e non sapeva cosa pensare era disperata, avrebbe perso il lavoro. Nel frattempo il cellulare di kledja eda caduto rompendosi. Lucrezia ritta nella sua figura longilinea con fare violento e minaccioso strattonò di nuovo per i capelli kledia per guardarla in faccia ed iniziò a gridare come una matta a pochi centimetri dal viso di kledja."che cazzo fai!?!? Lurida macedone di merda!!?!" Così bfacendo le tirò uno schiaffo fortissimo fa farla cadere a terra. La donna di mezz'età giaceva per terra singhiozzando in un mare di lacrime.
Nel frattempo luca, che aveva iniziato a metter mano all' affare ha sentito delle grida ma era troppo assorto e perso nel suo sogno e archiviò mentalmente quelle grida provenienti dal piano di sopra a sua sorella che inveiva con qualcuno al telefono, come spesso accadeva.
"Che cazzo ti è venuto in mente!?!? Quelle che hai addosso sono scarpe di Prada, valgono più di te brutta stronza"
Kledja era in un mare di lacrime e da terra la guardava atterrita nel corpo e nello spirito.
"Ti rispedisco da quella topaia da dove sei venuta, troja di merda!"
Ciò che diceva Lucrezia era vero, non poteva fare nulla, e quindi l'unica mossa intelligente da fare era impietosire supplicare. Poteva davvero farla sloggiare non solum dalla tenuta Magnoni, sed etiam dall' Italia intera; aveva le conoscenze ed i soldi per farlo.
"Scusi signora Lucrezia... scusi... Chideo perdono" stava piangendo di meno, si stava riprendendo. Iniziava a ragionare.
"Scusa un cazzo, che cosa mi trattiene adesso dal non rivederti mai più?" Anche Lucrezia si stava calmando, non udlava più, anche se un po' di rabbia l'aveva ancora.
" Scusi.... signorina...." Così facendo si tolse le scarpe di Prada con cura e strisciando nella maniera più umile e pietosa che riuscisse in quel momento iniziò a baciare forsennatamente i l dorso dei piedi di Lucrezia dicendo: "pietà" ogni tre baci. Lucrezia trovò questa svolta inattesa un occasione per divertirsi ulteriormente, stava ridendo ora, la rabbia era passata, la cattiveria però no. Stava ragionando.
"Vediamo..." Così facendo si mise sul letto e avverrando con le mani la testa della povera macedone le chiese:" quanto ci teni a questo lavoro? Dimmi" così kledja iniziò a balbettare più calma " ci ci tengo.. perché pos... Ahgh" mentre stava parlando Lucrezia le infilò un pede in bocca e con le mani le spingeva la testa, iniziò a dirle a denti stretti: " dicevi? Quanto ci tieni? Dimostramelo con i fatti non con le parole."
Cosi facendo allentò la presa e sdraiatasi sul letto iniziò a rilassarsi sempre più fino a godere dalla situazione. Kledja da parte sua aceva ricominciato a piangere silenziosamente per la sua umiliazione e diceva solo "si signorina" leccava con foga, con trasporto ed abilità,non voleva perdere il lavoro. "Leccami i piedi puliscimeli, devo potermici specchiare, d'ora in poi oltre alla casa mi pulirai anche i piedi e lo stipendio sarà dimezzato" kledia continuava a succhiare e leccare con avidità e abilità "si signorina."
In fondo trovava qualcosa di bello nel fare ciò, le piacevano i piedi, sebbene non loavesse mai fatto le piaceva molto,poi i piedi di Lucrezia erano molto lisci e apprezzabili, la piabta era leggermente sporca e in mezzo alle dita anche,ma non puzzavano molto. Lucrezia stava davvero bene in quel momento e si trovava a suo agio in quel ruolo, così come kledja. Le due erano molto rilassate e le urla di poco prima sembravano orma lontane. Alla fine entrambe avevano la stessa passione. La pulizia andò avanti fino alle 12:30 quando kledja torna a casa. Lucrezia a tratti si era persino addormentata da tanto che la lingua di kledja era vellutata. Ma vista l'ora e sopraggiunto un languorino, con un atto di bontà decise di liberare kledja. "Fermati" "si signorina" lucrezia la guardò e si accorse che era piaciuto ad entrambe "d'ora in poi chiamami padrona" "si padrona Lucrezia" "ottimo... Sei stata brava, vedi che sono una padrona clemente, sono stata brava avrei potuto farti delle foto come tu facevi alle mie scarpe. ora va' " si padrona, grazie padrona"
Così facendo kledja si dileguò ed incrociò per caso Luca che nel frattempo non ha sospettato nulla, poiché finito il suo 'atto' si era ritirato in camera sua a studiare, l'unica cosa strana era kledja spettinata e con un sorriso diverso dal solito. "Arrivederci kledja" disse luca sorridendo ma kledja ricambiò il sorriso di luca a metà "arrivederci signor Luca" luca rimase un po' sorpreso da quel comportamento e gli diede da pensare. Sarà per la prossima volta pensò.
scritto il
2018-05-25
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