Ricordi
di
bambolina
genere
tradimenti
Ricordi…
Ciao a tutti mi chiamo Francesca ho 33 anni, sono di Roma. Questo è il secondo racconto di una serie che vedrà protagonista me nei panni di una ragazza molto disinvolta alla quale piace divertirsi. Le storie che racconterò sono frutto della mia fantasia, vi invito a commentarle qui sotto ma non solo. Voglio proporvi un giochino… provate ad integrare anche voi i prossimi capitoli proponendomi qui sotto, nei commenti, possibili scenari che la protagonista potrebbe vivere. Credo sia un gioco molto interessante e divertente che può permetterci di divertirci ancora di più con i racconti essendone tutti chiamati in causa in prima persona. Ci sono pochissime regole e sono queste: La protagonista sarà sempre vestita con autoreggenti, gonnelline, vestitini molto corti e intimo trasparente (o anche senza nulla sotto), niente episodi con feci di ogni genere il mio ragazzo non deve essere cuckold, anzi deve soffrire per le corna che ha, e… basta! Tutto il resto dipende dalla nostra fantasia! Mettete nei commenti la vostra idea, scrivendola come un mini racconto di 25/30 righe, poi io stessa penserò ad ampliarlo a dovere. Spero che apprezzerete l’idea... buon racconto... kisss.
-Ok Allora ci vediamo da me alle 15… ti aspetto…- Francy e Thomas si erano sentiti via w.app il giorno dopo del giochino al pub e si erano messi d’accordo per vedersi il giorno dopo a casa della ragazza. Verso le due Francesca inizia a prepararsi, ma questa volta aveva le idee ben chiare. Dopo essersi fatta un bel bagno tiepido rilassante, va in camera da letto, apre il cassetto delle autoreggenti e ne prende un paio bianche. Le infila lentamente, quasi fosse un rito pagano dedicato alla bellezza, poi si avvicina al suo specchio, sorride – così sei perfetta- sussurra e va in salone. L’avrebbe aspettato così. Nuda. Ad eccezione delle sue calze, che non avrebbe mai levato. Si appoggia su di una poltrona e mentre attende che arrivi il suo amante viene rapita da un pensiero, un ricordo di qualche anno prima, quando stava con un ragazzo che si chiamava Giorgio. La volle invitare a trascorrere una decina di giorni in uno dei villaggi più esclusivi della Tunisia e lei ovviamente accettò molto felice. Dopo qualche tempo partirono, quando arrivarono trovarono subito il pulmino che li attendeva per portarli al villaggio. Il viaggio fu breve e appena arrivarono i ragazzi rimasero stupiti dello sfarzo che era ben visibile nel villaggio, presero possesso della camera e Giorgio volle prendere subito possesso di Francesca, la scopò sul letto appena posarono le valige. La vacanza proseguiva abbastanza tranquillamente, il posto era bello ed il suo ragazzo era sempre molto premuroso e presente solo una cosa infastidiva la ragazza, la presenza, casuale di un uomo sulla cinquantina abbondante che aveva incrociato due o tre volte nel corso della vacanza. Quest’uomo la fissava sempre in modo che lei riteneva squallida, come quella volta in piscina, che le fissava il culo mentre usciva dall’acqua, si sentiva i suoi occhi addosso e non solo. Immaginava anche le sue mani, che affamate, gli stringevano il suo bel culetto ma la cosa non la faceva eccitare, bensì, la fece rabbrividire. La stessa scena si ripeté un paio di giorni dopo, quando nella sala principale del villaggio, approfittando dell’assenza di Giorgio, che era impegnato in una partita di Tennis si avvicinò alla ragazza presentandosi. Era veramente squallido, vestito come un ventenne, pettinato come un ventenne, con quel poco di capelli grigi ed unti che cadevano relativamente lunghi quasi sulle spalle e degli occhiali da sole tipo rock star anni ’80. E poi prevedibile, scontato: - che ci fa una bella ragazza come te tutta sola ? – insomma un uomo da evitare. -Non sono sola e lei lo sa bene… mi ha guardato il culo tutta la vacanza ed il mio ragazzo era li- -E non se n’è neanche accorto… pensa che tipo! E lui dov’è ora?- -Ma cosa le importa! Se ne vada!- . dai… dov’è lui? A giocare a tennis?- -si, ma cosa ne sa lei?- -E’ sempre così, i fidanzati a giocare a tennis e le ragazze a scopare con qualche altro istruttore ahahahahah- la ragazza rimase a bocca aperta per l’altissima quantità di squallore riuscisse a concentrare su di se quell’uomo, tra aspetto fisico e battute da terza elementare era una delle peggiori persone che Francesca avesse mai conosciuto. La vacanza andò bene proseguì con divertimento e bei momenti per i due ragazzi finché non arrivò il momento di saldare il conto. Giorgio andò a pagare col bancomat, ma… sorpresa! Il suo bancomat non gli faceva passare la transazione. Provarono e riprovarono più volte, ma niente da fare. Il direttore pur parlando con gentilezza iniziava a guardarli male, e la ragazza si allontanò avvelenata ed umiliata verso il suo uomo che stava tornando in camera per fare qualche telefonata a chissà chi per risolvere la situazione. La situazione però non accennava a risolversi ed il direttore aveva già chiamato le autorità competenti, Francesca non aveva mai subito un’umiliazione tale e si allontano nuovamente dal suo ragazzo per sfogarsi ed evitare di seppellirsi dalla vergogna, lasciandolo li a parlare col direttore e le autorità. Una volta arrivata nel giardino iniziò a piangere dalla rabbia e dalla vergogna, durò solo un paio di minuti, poi si mise a pensare furiosamente come risolvere il problema. Finché non notò l’uomo squallido dell’altro giorno sdraiato su un lettino della piscina. Ahi lei, le si accese la lampadina in testa, si avvicino e molto meno spocchiosa dell’altra volta: -Ciao… tutto ok?- l’uomo si volto lentamente e con un sorriso untuoso la osservò da capo a piedi dopo essersi abbassato gli occhiali. –Si tutto bene.. ancora sola? Il tuo ragazzo si è dato al tennis anziché alla figa?- già su questa battuta sarebbe voluta andar via, ma si fece coraggio e forzatamente sorrise a questa battuta orribile, si sedette vicino a lui e disse –eh…già…- poi aggiunse: - in realtà abbiamo un problema… il mio ragazzo ha un problema col bancomat e non sappiamo come pagare- All’uomo si illuminarono gli occhi :- e cosa vorresti da me bambina?- Oddio quanto era squallido…. Bambina! Pessimo. – Ecco dovremmo pagare… hanno chiamato le guardie…- -ah vorresti che pagassi io?- disse l’uomo in modo volgare, sempre più ingolosito dal “bon bon” che gli si stava prospettando davanti. – e perché dovrei farlo?- insistette con un sorriso orribile che faceva intuire ampiamente che la sua domanda fosse retorica. Francesca era decisissima a chiudere il prima possibile quella parentesi: -Perché se mi dai 1249 euro in contanti io adesso salgo in camera tua e puoi farmi tutto quello che vuoi… tanto è questo che volevi no?- l’uomo si mise a ridere –Certo, certo che volevo questo ahaahah che mignotta ahahaha- la ragazza ingoiò in silenzio l’insulto, poi lui a prese per mano e iniziò a condurla verso la sua camera. –Però il mio ragazzo non deve sapere nulla…- -tranquilla bambina tranquilla ahahah vedrai come ci divertiremo ahahahh-. Arrivati in stanza l’uomo aprì la cassaforte, prese un rotolo di banconote e le diede a Francesca, le contò erano giuste e se le mise in borsa. Intanto lui le disse: - mi chiamo…- -No ti prego… non dirmelo, non me ne frega nulla. Scopami e se puoi sbrigati- disse la ragazza mentre si avviava tra le braccia di quell’uomo che le faceva ribrezzo. Iniziò a baciarla, a leccarla sia sotto al colo che sul viso stesso, la ragazza ne era disgustata, poi la fece inginocchiare e lei gli tirò fuori il cazzo: barzotto, e di buone dimensioni e questo a Francesca piaceva, iniziò a leccarlo, a succhiarlo, a baciargli la cappella e le palle. Lo stava spompinando benissimo ed il suo cazzo, oltre ad essere drittissimo era pieno della saliva della giovane. La prese per i capelli la fece alzare e la sbattè sul letto, le montò sopra ed iniziò a toglierle prima la magliettina, leggera, leggera, poi i leggins. Poi le infilò il cazzo nella fica senza neanche toglierle il costume ed iniziò a sbattersela in questo modo. A lei, pur detestandolo iniziava a piacere questo trattamento e si lasciò andare a questa scopata. Adesso erano in piedi lei girata di spalle, lui inizia a puntarle l cappella, gonfia e turgida sul buco del suo culetto – mmm piano, piano- inizia a mugolare lei. Appena ce l’ha dentro sobbalza, inizialmente le brucia, ma poi, appena si abitua alle dimensioni inizia a godere, complice anche il fatto che l’uomo la stava masturbando con una mano. Vengono così, vengono insieme con lui che le inonda il culetto di sperma. Qualche secondo per rirendersi durante il quale rimangono attaccati, poi è lei a volersi staccare, prende i suoi vestiti e dopo esserseli rimessi torna all’ingresso, dove non trova il suo ragazzo. Lo chiama al telefono –Amore dove sei? Ti sto cercando –Oh amore guarda stavo cercando di risolver la situazione, e ci sono riuscito… il Bancomat era smagnetizzato perché c’era un problema di linea, appena risolto ho pagato senza problemi… menomale perché la situazione non si metteva bene, non volevano farci partire- Francesca sorride a queste parole e pensa che si potrà spendere per bene i soldi che ha guadagnato e gli risponde –benissimo amore ero preoccupata… adesso vengo in camera a prendere le altre valigie… ti amo-
Ciao a tutti mi chiamo Francesca ho 33 anni, sono di Roma. Questo è il secondo racconto di una serie che vedrà protagonista me nei panni di una ragazza molto disinvolta alla quale piace divertirsi. Le storie che racconterò sono frutto della mia fantasia, vi invito a commentarle qui sotto ma non solo. Voglio proporvi un giochino… provate ad integrare anche voi i prossimi capitoli proponendomi qui sotto, nei commenti, possibili scenari che la protagonista potrebbe vivere. Credo sia un gioco molto interessante e divertente che può permetterci di divertirci ancora di più con i racconti essendone tutti chiamati in causa in prima persona. Ci sono pochissime regole e sono queste: La protagonista sarà sempre vestita con autoreggenti, gonnelline, vestitini molto corti e intimo trasparente (o anche senza nulla sotto), niente episodi con feci di ogni genere il mio ragazzo non deve essere cuckold, anzi deve soffrire per le corna che ha, e… basta! Tutto il resto dipende dalla nostra fantasia! Mettete nei commenti la vostra idea, scrivendola come un mini racconto di 25/30 righe, poi io stessa penserò ad ampliarlo a dovere. Spero che apprezzerete l’idea... buon racconto... kisss.
-Ok Allora ci vediamo da me alle 15… ti aspetto…- Francy e Thomas si erano sentiti via w.app il giorno dopo del giochino al pub e si erano messi d’accordo per vedersi il giorno dopo a casa della ragazza. Verso le due Francesca inizia a prepararsi, ma questa volta aveva le idee ben chiare. Dopo essersi fatta un bel bagno tiepido rilassante, va in camera da letto, apre il cassetto delle autoreggenti e ne prende un paio bianche. Le infila lentamente, quasi fosse un rito pagano dedicato alla bellezza, poi si avvicina al suo specchio, sorride – così sei perfetta- sussurra e va in salone. L’avrebbe aspettato così. Nuda. Ad eccezione delle sue calze, che non avrebbe mai levato. Si appoggia su di una poltrona e mentre attende che arrivi il suo amante viene rapita da un pensiero, un ricordo di qualche anno prima, quando stava con un ragazzo che si chiamava Giorgio. La volle invitare a trascorrere una decina di giorni in uno dei villaggi più esclusivi della Tunisia e lei ovviamente accettò molto felice. Dopo qualche tempo partirono, quando arrivarono trovarono subito il pulmino che li attendeva per portarli al villaggio. Il viaggio fu breve e appena arrivarono i ragazzi rimasero stupiti dello sfarzo che era ben visibile nel villaggio, presero possesso della camera e Giorgio volle prendere subito possesso di Francesca, la scopò sul letto appena posarono le valige. La vacanza proseguiva abbastanza tranquillamente, il posto era bello ed il suo ragazzo era sempre molto premuroso e presente solo una cosa infastidiva la ragazza, la presenza, casuale di un uomo sulla cinquantina abbondante che aveva incrociato due o tre volte nel corso della vacanza. Quest’uomo la fissava sempre in modo che lei riteneva squallida, come quella volta in piscina, che le fissava il culo mentre usciva dall’acqua, si sentiva i suoi occhi addosso e non solo. Immaginava anche le sue mani, che affamate, gli stringevano il suo bel culetto ma la cosa non la faceva eccitare, bensì, la fece rabbrividire. La stessa scena si ripeté un paio di giorni dopo, quando nella sala principale del villaggio, approfittando dell’assenza di Giorgio, che era impegnato in una partita di Tennis si avvicinò alla ragazza presentandosi. Era veramente squallido, vestito come un ventenne, pettinato come un ventenne, con quel poco di capelli grigi ed unti che cadevano relativamente lunghi quasi sulle spalle e degli occhiali da sole tipo rock star anni ’80. E poi prevedibile, scontato: - che ci fa una bella ragazza come te tutta sola ? – insomma un uomo da evitare. -Non sono sola e lei lo sa bene… mi ha guardato il culo tutta la vacanza ed il mio ragazzo era li- -E non se n’è neanche accorto… pensa che tipo! E lui dov’è ora?- -Ma cosa le importa! Se ne vada!- . dai… dov’è lui? A giocare a tennis?- -si, ma cosa ne sa lei?- -E’ sempre così, i fidanzati a giocare a tennis e le ragazze a scopare con qualche altro istruttore ahahahahah- la ragazza rimase a bocca aperta per l’altissima quantità di squallore riuscisse a concentrare su di se quell’uomo, tra aspetto fisico e battute da terza elementare era una delle peggiori persone che Francesca avesse mai conosciuto. La vacanza andò bene proseguì con divertimento e bei momenti per i due ragazzi finché non arrivò il momento di saldare il conto. Giorgio andò a pagare col bancomat, ma… sorpresa! Il suo bancomat non gli faceva passare la transazione. Provarono e riprovarono più volte, ma niente da fare. Il direttore pur parlando con gentilezza iniziava a guardarli male, e la ragazza si allontanò avvelenata ed umiliata verso il suo uomo che stava tornando in camera per fare qualche telefonata a chissà chi per risolvere la situazione. La situazione però non accennava a risolversi ed il direttore aveva già chiamato le autorità competenti, Francesca non aveva mai subito un’umiliazione tale e si allontano nuovamente dal suo ragazzo per sfogarsi ed evitare di seppellirsi dalla vergogna, lasciandolo li a parlare col direttore e le autorità. Una volta arrivata nel giardino iniziò a piangere dalla rabbia e dalla vergogna, durò solo un paio di minuti, poi si mise a pensare furiosamente come risolvere il problema. Finché non notò l’uomo squallido dell’altro giorno sdraiato su un lettino della piscina. Ahi lei, le si accese la lampadina in testa, si avvicino e molto meno spocchiosa dell’altra volta: -Ciao… tutto ok?- l’uomo si volto lentamente e con un sorriso untuoso la osservò da capo a piedi dopo essersi abbassato gli occhiali. –Si tutto bene.. ancora sola? Il tuo ragazzo si è dato al tennis anziché alla figa?- già su questa battuta sarebbe voluta andar via, ma si fece coraggio e forzatamente sorrise a questa battuta orribile, si sedette vicino a lui e disse –eh…già…- poi aggiunse: - in realtà abbiamo un problema… il mio ragazzo ha un problema col bancomat e non sappiamo come pagare- All’uomo si illuminarono gli occhi :- e cosa vorresti da me bambina?- Oddio quanto era squallido…. Bambina! Pessimo. – Ecco dovremmo pagare… hanno chiamato le guardie…- -ah vorresti che pagassi io?- disse l’uomo in modo volgare, sempre più ingolosito dal “bon bon” che gli si stava prospettando davanti. – e perché dovrei farlo?- insistette con un sorriso orribile che faceva intuire ampiamente che la sua domanda fosse retorica. Francesca era decisissima a chiudere il prima possibile quella parentesi: -Perché se mi dai 1249 euro in contanti io adesso salgo in camera tua e puoi farmi tutto quello che vuoi… tanto è questo che volevi no?- l’uomo si mise a ridere –Certo, certo che volevo questo ahaahah che mignotta ahahaha- la ragazza ingoiò in silenzio l’insulto, poi lui a prese per mano e iniziò a condurla verso la sua camera. –Però il mio ragazzo non deve sapere nulla…- -tranquilla bambina tranquilla ahahah vedrai come ci divertiremo ahahahh-. Arrivati in stanza l’uomo aprì la cassaforte, prese un rotolo di banconote e le diede a Francesca, le contò erano giuste e se le mise in borsa. Intanto lui le disse: - mi chiamo…- -No ti prego… non dirmelo, non me ne frega nulla. Scopami e se puoi sbrigati- disse la ragazza mentre si avviava tra le braccia di quell’uomo che le faceva ribrezzo. Iniziò a baciarla, a leccarla sia sotto al colo che sul viso stesso, la ragazza ne era disgustata, poi la fece inginocchiare e lei gli tirò fuori il cazzo: barzotto, e di buone dimensioni e questo a Francesca piaceva, iniziò a leccarlo, a succhiarlo, a baciargli la cappella e le palle. Lo stava spompinando benissimo ed il suo cazzo, oltre ad essere drittissimo era pieno della saliva della giovane. La prese per i capelli la fece alzare e la sbattè sul letto, le montò sopra ed iniziò a toglierle prima la magliettina, leggera, leggera, poi i leggins. Poi le infilò il cazzo nella fica senza neanche toglierle il costume ed iniziò a sbattersela in questo modo. A lei, pur detestandolo iniziava a piacere questo trattamento e si lasciò andare a questa scopata. Adesso erano in piedi lei girata di spalle, lui inizia a puntarle l cappella, gonfia e turgida sul buco del suo culetto – mmm piano, piano- inizia a mugolare lei. Appena ce l’ha dentro sobbalza, inizialmente le brucia, ma poi, appena si abitua alle dimensioni inizia a godere, complice anche il fatto che l’uomo la stava masturbando con una mano. Vengono così, vengono insieme con lui che le inonda il culetto di sperma. Qualche secondo per rirendersi durante il quale rimangono attaccati, poi è lei a volersi staccare, prende i suoi vestiti e dopo esserseli rimessi torna all’ingresso, dove non trova il suo ragazzo. Lo chiama al telefono –Amore dove sei? Ti sto cercando –Oh amore guarda stavo cercando di risolver la situazione, e ci sono riuscito… il Bancomat era smagnetizzato perché c’era un problema di linea, appena risolto ho pagato senza problemi… menomale perché la situazione non si metteva bene, non volevano farci partire- Francesca sorride a queste parole e pensa che si potrà spendere per bene i soldi che ha guadagnato e gli risponde –benissimo amore ero preoccupata… adesso vengo in camera a prendere le altre valigie… ti amo-
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