La disobbedienza
di
Maria la O
genere
dominazione
Contrariato fino all'inverosimile rincaso'. Gettò le chiavi nel vuotatasche con un gesto esasperato, quelle teste di legno avevano deciso di bloccargli il progetto, frutto del lavoro di un anno. "Architettoo, saaaa è sooortaaa unaaa piccolaaa, banale questioneeee. I condomini del palazzoooo son venuti a sapereeee dei lavoriiii imminenti e vogliono esaminare il progettooo, saaa temono di non poter parcheggiare le biciiiii" sorrisone mellifluo "dobbiamo incontrarci con looroooo e poi dicidereeeee, la chiamerò tra 2 settimaneeee"
Maledetta amministratrice... ci contava su quel progetto. Soprattutto sull'anticipo.
E ora è a casa. Umore d'inchiostro.
"Giuliaaaaa". Giulia arriva ciabattando e cinguettando gli salta al collo, non lo aveva proprio sentito arrivare. "Oh caro che bello, dammi un bacio, sei arrivato presto, niente traffico? Ti preparo subito il caffè, o fai prima la doccia, o magari preferisci un panino?
Giulia incontenibile e straripante, sempre di buonumore, entusiasta di tutto. Persino con quei magliettoni enormi e i pantaloni sformati riusciva ad essere desiderabile. “Cancella la prenotazione per Vienna"...conosceva quel tono: niente repliche e niente spiegazioni. Litigare non sarebbe servito a niente e poi Giulia non ne aveva nessuna voglia. Non mostrò alcun disappunto "Ora?"
"Sì, adesso"
"ecco caro, tutto a posto pensa non ci faranno pagare neppure la penale, ma adesso, Roby dammi un bacio..."
Roby stringe quella femmina e gli "stracci" di cui è coperta, che non riescono a dissimularne le forme così eccitanti. Sente crescere dentro di sé quelle emozioni ricorrenti. La bacia, le succhia il labbro inferiore...e poi ci affonda i denti piano, ma quella sensazione gli provoca un'erezione violenta. Il frutto di un'intera giornata di incazzature. Eccolo lì che torreggia sfrontato ad esigere quanto dovuto. Bucowsky scriveva che un uomo doveva andare dal capufficio a chiedere l'aumento così, con il cazzo dritto.
Via la maglietta gli shorts, gli slip. La vuole nuda da strofinarsela addosso. Le fa indovinare il proprio desiderio sigillato nei pantaloni. Ah! Questa femmina che in casa non porta mai il reggiseno, con quelle tette enormi da afferrare senza difficoltà. Ogni tanto, quando la trova assorta al pc, si mette alle sue spalle, le infila le mani dalla scollatura slabbrata e comincia a giocare con i seni liberi e pesanti. Palpa, strofina, tira, pizzica, finché i capezzoli diventano duri e Giulia ansima. Allora smette, e come se nulla fosse, torna a leggere il giornale. Non ci sarà altro. Non nell'immediato.
Ora, le chiede imperiosamente di inginocchiarsi di fronte a lui e di liberargli il cazzo. Conosce la sua femmina e quindi la afferra per i capelli per impedirle di infilarsi in bocca tutta la sua eccitazione, come fa di solito. Oggi no. Oggi non sarà facile per nessuno. "Apri le cosce"
La contemplerà quel tanto che servirà a farla arrossire e le affonderà solo la cappella, ordinandole di non muovere i fianchi. Per obbedirgli Giulia di finge in un altro luogo, in spiaggia al sole e non con la fica fradicia colma per un terzo, di cazzo immobile. Ora le chiede di girarsi sulla pancia, senza perdere la cappella. Nella complicata manovra condotta senza aiuto alcuno, perde il contatto per pochi secondi. Ma alla fine si trova carponi, tette schiacciate avanti, culo ben sollevato, cappella di nuovo al suo posto. Ora la penetra nel culo con il dito medio. Piano piano..."non muoverti, stai ferma, adesso ti affondo tutto il cazzo che ho e lo massaggerò dal tuo culo. Non muoverti...non godere..."
Giulia non resisterà, anzi sarà proprio l'ultimo ordine a rompere l'argine che stava tenendo faticosamente in piedi.
Quindi godrà di un orgasmo violento, figlio di doppi stimoli. Un orgasmo crudelmente represso, ma alla fine, reo di disobbedienza. È per questo che sarà scandito per tutta la durata, da sonori schiaffi sul culo...
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Maledetta amministratrice... ci contava su quel progetto. Soprattutto sull'anticipo.
E ora è a casa. Umore d'inchiostro.
"Giuliaaaaa". Giulia arriva ciabattando e cinguettando gli salta al collo, non lo aveva proprio sentito arrivare. "Oh caro che bello, dammi un bacio, sei arrivato presto, niente traffico? Ti preparo subito il caffè, o fai prima la doccia, o magari preferisci un panino?
Giulia incontenibile e straripante, sempre di buonumore, entusiasta di tutto. Persino con quei magliettoni enormi e i pantaloni sformati riusciva ad essere desiderabile. “Cancella la prenotazione per Vienna"...conosceva quel tono: niente repliche e niente spiegazioni. Litigare non sarebbe servito a niente e poi Giulia non ne aveva nessuna voglia. Non mostrò alcun disappunto "Ora?"
"Sì, adesso"
"ecco caro, tutto a posto pensa non ci faranno pagare neppure la penale, ma adesso, Roby dammi un bacio..."
Roby stringe quella femmina e gli "stracci" di cui è coperta, che non riescono a dissimularne le forme così eccitanti. Sente crescere dentro di sé quelle emozioni ricorrenti. La bacia, le succhia il labbro inferiore...e poi ci affonda i denti piano, ma quella sensazione gli provoca un'erezione violenta. Il frutto di un'intera giornata di incazzature. Eccolo lì che torreggia sfrontato ad esigere quanto dovuto. Bucowsky scriveva che un uomo doveva andare dal capufficio a chiedere l'aumento così, con il cazzo dritto.
Via la maglietta gli shorts, gli slip. La vuole nuda da strofinarsela addosso. Le fa indovinare il proprio desiderio sigillato nei pantaloni. Ah! Questa femmina che in casa non porta mai il reggiseno, con quelle tette enormi da afferrare senza difficoltà. Ogni tanto, quando la trova assorta al pc, si mette alle sue spalle, le infila le mani dalla scollatura slabbrata e comincia a giocare con i seni liberi e pesanti. Palpa, strofina, tira, pizzica, finché i capezzoli diventano duri e Giulia ansima. Allora smette, e come se nulla fosse, torna a leggere il giornale. Non ci sarà altro. Non nell'immediato.
Ora, le chiede imperiosamente di inginocchiarsi di fronte a lui e di liberargli il cazzo. Conosce la sua femmina e quindi la afferra per i capelli per impedirle di infilarsi in bocca tutta la sua eccitazione, come fa di solito. Oggi no. Oggi non sarà facile per nessuno. "Apri le cosce"
La contemplerà quel tanto che servirà a farla arrossire e le affonderà solo la cappella, ordinandole di non muovere i fianchi. Per obbedirgli Giulia di finge in un altro luogo, in spiaggia al sole e non con la fica fradicia colma per un terzo, di cazzo immobile. Ora le chiede di girarsi sulla pancia, senza perdere la cappella. Nella complicata manovra condotta senza aiuto alcuno, perde il contatto per pochi secondi. Ma alla fine si trova carponi, tette schiacciate avanti, culo ben sollevato, cappella di nuovo al suo posto. Ora la penetra nel culo con il dito medio. Piano piano..."non muoverti, stai ferma, adesso ti affondo tutto il cazzo che ho e lo massaggerò dal tuo culo. Non muoverti...non godere..."
Giulia non resisterà, anzi sarà proprio l'ultimo ordine a rompere l'argine che stava tenendo faticosamente in piedi.
Quindi godrà di un orgasmo violento, figlio di doppi stimoli. Un orgasmo crudelmente represso, ma alla fine, reo di disobbedienza. È per questo che sarà scandito per tutta la durata, da sonori schiaffi sul culo...
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