Il mio futuro suocero cap.1

di
genere
incesti

IL MIO FUTURO SUOCERO

Cap.1


Quando Luciano, il mio fidanzato, mi presentò suo padre bastò il suo sguardo per farmi illanguidire.
Non potrò mai dimenticare i suoi splendidi e penetranti occhi azzurri percorrere lentamente tutto il mio corpo: il suo sguardo mi tolse uno ad uno tutti i capi di vestiario, reggiseno e mutandine comprese… fino a farmi sentire completamente nuda davanti a lui… e senza difesa!
Un uomo affascinante, che mi fece subito sentire desiderata.

“Papà ti presento la mia fidanzata, nonché futura moglie! Claudia, questo è mio padre Franco… come sai purtroppo mamma l’altro anno l’ha portata via un maledetto incidente stradale.“

Prese la mano che gli stendevo, la strinse tra le sue e la portò alla bocca per baciarmela: quando sentii le sue labbra posarsi sul dorso della mia mano un intenso brivido lungo la schiena confermò quanto quell’uomo mi stesse intrigando!
Mi fissò nuovamente negli occhi, mentre esprimeva la sua ammirazione nei miei confronti… e mentre teneva ancora stretta la mia mano tra le sue!

“Devo fare i miei complimenti ad entrambi: a te per la tua bellezza e per il fascino che emani e a mio figlio per il suo gusto! Anche se un padre non dovrebbe invidiare il figlio, sinceramente mi piacerebbe molto stare al suo posto! Claudia, sei splendida!”

Mi sentii sciogliere: la mia mano stretta tra le sue, il suo intenso sguardo carico di malcelati desideri e i suoi complimenti mi turbavano profondamente.
Per tutta la serata sentii i suoi continui sguardi scrutarmi apertamente.
Non nascondeva affatto il suo interesse nei miei confronto: fissava spudoratamente il mio seno, oppure il mio ventre, e poi mi fissava per farmi capire quanto apprezzasse i miei attributi.
Mentre cenavamo si rivolse al figlio.

“Luciano, se non sbaglio la prossima settimana mi hai detto che starai fuori per un congresso: ti dispiace se una sera invito Claudia a cena? Claudia, tu sei d’accordo? Ormai fai parte della nostra famiglia e mi farebbe piacere se cominciassimo a frequentarci con una certa assiduità.”

Sia io che Luciano accettammo l’invito rivoltomi da Franco.
Alla fine della serata, al momento dei saluti, mi abbracciò e mi diede due bacetti sulla guancia… lo sentii spingere lievemente il suo ventre contro il mio… il contatto del suo corpo contro il mio mi fece trasalire!
Percepì la mia agitazione… approfittò che Luciano stava in un’altra stanza per sussurrarmi all’orecchio.

“Ti rinnovo i miei complimenti… oltre che bella sei decisamente desiderabile… credo che questa sera, prima di addormentarmi, sarai nei miei pensieri! Mi piacerebbe che anche tu mi pensassi mentre questa sera sei tra le braccia di mio figlio! Sarebbe meraviglioso sapere di raggiungere insieme il nostro piacere!”

Cazzo… cazzo… cazzo! La sua spudoratezza, la sua sfrontatezza, il suo farmi apertamente capire che si sarebbe segato pensando a me e che avrebbe voluto sborrare mentre io godevo con suo figlio mi mise il fuoco tra le cosce!
La mia eccitazione aveva raggiunto il top… e quando raggiungeva tali livelli perdevo qualsiasi freno inibitorio e mi lasciavo completamente andare comportandomi da vera troia.
Mi strinsi forte a lui e gli sussurrai.

“Sei un porco e un figlio di puttana… ma voglio premiare la tua sfrontatezza! A mezzanotte in punto, come Cenerentola, faro godere tuo figlio con la mia bocca… per quell’ora tieniti pronto… mentre succhio lui penserò a te che mi dedichi il tuo orgasmo!”

Non se lo sarebbe mai aspettato: mi guardò con una espressione tra il meravigliato e l’incredulo!
Sussurrò solo.

“Dio mio… che meravigliosa donna sei!”

Mentre Luciano mi riaccompagnava a casa in auto gli raccontai tutto: avevamo deciso che alla base del nostro rapporto ci fosse la più completa sincerità, anche se ci avesse fatto male, per cui non pensai neanche lontanamente di nascondergli il comportamento di suo padre.
Mentre guidava mi avvicinai a lui e gli misi una mano sul pacco.

“Penso di piacere molto a tuo padre…” gli sussurrai mentre iniziavo a massaggiargli l’uccello.

“Credi non me ne sia accorto? Ti si è mangiato con gli occhi per tutta la serata! E poi, in un momento che eri in bagno, mi ha detto che sei una strafica e che gli piaci molto! E’ stato sempre molto sensibile al fascino femminile, come penso la mia adorata mamma a quello maschile! Credo abbiano praticato anche il sesso di gruppo: papà amava moltissimo mamma e sono certo volesse il suo piacere!”

Pensare che la mamma di Luciano si facesse scopare anche da altri con il consenso e la partecipazione del padre mi mise addosso una certa eccitazione: ero una grande fautrice del sesso libero e chi lo praticava aveva tutta la mia ammirazione.
Ma notai nelle sue parole un senso di tristezza.

“Perché pensi che tua madre abbia fatto sesso anche con altri uomini?” gli chiesi. Fu evasivo.

“Ti racconterò tutto con calma, ma ora dimmi cosa pensi di mio padre… che impressione ne hai avuto?”

Come sempre fui molto franca.

“Ho la netta sensazione mi si voglia chiavare! Mi ha fatto capire che questa sera mi dedicherà un bella sborrata!”

Sentii il cazzo vibrare dentro i pantaloni.

“Da come ha risposto il tuo uccello ne deduco che la cosa ti ecciti.”

“Lo sai come la penso in fatto di sesso: ti amo da impazzire, ma sono orgoglioso quando gli uomini ti desiderano, anche fosse mio padre… “

“Ferma la macchina in un punto isolato: gli ho detto che a mezzanotte ti farò venire in bocca, nello stesso momento in cui lui sborrerà pensando a me… mi sembrerà di farvi venire insieme!”

Altra stupenda vibrazione del suo uccello.

“Cazzo, quanto sei porca… come si fa a non impazzire per una donna come te!”

Appena trovò una piazzola deserta fermò la macchina e tirò giù il suo sedile per essere più comodo… mentre io gli tiravo fuori l’uccello per prenderglielo in bocca.
Appena sentì le labbra intorno alla cappella cominciò a gemere.

“Dio, amore, che bocca! Se mio padre sapesse come succhi il cazzo credo impazzirebbe! Ma tu gliela daresti la fica a mio padre?”

L’improvvisa domanda di Luciano mi colse di sorpresa: questa volta fui io a vibrare nel pensiero di farmi chiavare dal mio futuro suocero!

“Amore, rammenti il nostro patto: ci amiamo, ma abbiamo deciso di scopare anche con chi ci piace. Tuo padre è un uomo molto affascinante e mi attizza molto, ma è sempre tuo padre! Puoi capire il mio imbarazzo!”

“No, ti prego, non devi sentirti condizionata, devi sentirti libera di decidere secondo i tuoi desideri! Mi dispiacerebbe, come sono certo dispiacerebbe anche a te, se tu dovessi rinunciare a soddisfare le tue voglie non per tua libera scelta, ma solo per condizionamenti esterni! Io, d’altronde, ho fatto molto peggio… o molto meglio… poi ti dirò!”

Gli strinsi amorevolmente l’uccello.

“Mi sembra di capire che ignoro molte cose della tua vita… spero siano belle!”

“Per me sono meravigliose! Noi, amore, ci amiamo per il nostro presente e non ci siamo mai chiesti del nostro passato! Se lo desideri potremmo confessarci reciprocamente… ma ti preciso che per me sarà solo curiosità: qualunque sia il tuo passato non scalfirà di un millimetro l’amore che ho per te!”

“Amore, più ti conosco più ti amo! Comunque mi trovi d’accordo, come sempre: confidiamoci il nostro passato… sperando non ti sconvolga sapere quanto io sia stata puttana!”

Lui ribatté subito.

“Quando saprai cosa ho fatto io ti sembrerà di essere una suora di clausura!”

Scoppiammo a ridere entrambi.
Guardai l’orologio… mancavano cinque minuti a mezzanotte…

“Luciano, amore, mancano cinque minuti… voglio mantenere la promessa fatta a tuo padre e non voglio farlo aspettare… guida il mio pompino… devi sborrarmi in bocca a mezzanotte!”

Imboccai l’uccello e cominciai a pompare sotto l’abile guida di Luciano.

“Piano sulla cappella… succhia un po’ le palle… ecco… così… torna sulla cappella… succhia… uhmmm! Pensa che anche mio padre si sta segando il cazzo pensando alla tua fica! Tesoro… ci stai facendo godere tutti e due! Ho i coglioni pieni di sborra… cazzo… sono pronto a sborrare… piano… piano!
Mancano tenta secondi… prendi la cappella in bocca ma rimani ferma… te lo dico io! Quindici secondi… cazzo, sto per sborrare insieme a mio padre!
Cinque secondi… succhiaaaa! Succhiaaaaa! Cazzoooooo!!! Stiamo sborrandooo!!! Dio… io e mio padre sborriamo per te!”

Mentre sentivo gli schizzi bollenti riempirmi la bocca, immaginai Franco con il cazzo in mano che schizzava in mio onore… urlando il mio nome!

Quando Luciano mi accompagnò sotto casa gli diedi il bacio della buona notte e lo guardai con un sorrisetto impertinente.

“Scommetto che tuo padre ti sta aspettando a casa per parlarti di me!”

“Ne sono certo… ma forse vuole che sia io a parlargli di te!”

La settimana trascorse veloce, Luciano partì per il suo congresso e io fui invitata da Franco per il sabato sera.
Mi cominciai a chiedere come si sarebbe comportato… ma principalmente a come mi sarei comportata io in caso di sue avances!
Ma le cose più intriganti sono quelle non programmate… avrei deciso al momento!
Forse non avremmo fatto niente… ma mi intrigava l’idea di farlo eccitare… e mi vestii di conseguenza.
Top con ampia scollatura, gonnellina inguinale, calze velate, scarpe aperte con abbondante tacco e trucco sensuale… il tutto a cornice dei miei 25 anni!
Lo sguardo e l’espressione carica di libidine e lussuria completavano il resto.
Quando suonai alla porta e lui venne ad aprire rimase di stucco davanti alla mia immagine!

“Oh! Cazzo che fica!” esclamò, ma cercò di riprendersi subito.

“Dio santo, scusa la mia volgarità! Mi sono comportato da autentico bifolco! Ti prego di scusarmi!”

Era veramente imbarazzato, ma cercai di sdrammatizzare l’accaduto.
Lo abbracciai per salutarlo e scambiarci i bacetti di rito.

“Tranquillo! Sono abituata ad apprezzamenti anche più spinti da parte di voi maschietti! Odio gli ipocriti per cui apprezzo la tua sincerità… hai espresso ciò che pensavi… anche se in maniera molto colorita, ma hai reso perfettamente l’idea!”

Gli sorrisi e lui ricambiò.

“Si, è proprio ciò che penso di te… e sono felice tu lo abbia capito!”

Uhm! Cazzo… cominciava bene la serata!
Aveva preparato una deliziosa cena a base di ostriche e altri frutti di mare… tutte pietanze altamente afrodisiache per svegliare i sensi… come se ce ne fosse stato bisogno!
Lo aiutai a preparare i piatti e la tavola: il tavolo aveva il ripiano di cristallo e Franco non mise nessuna tovaglia… dovevo riconoscere che aveva preparato tutto con cura!

Inoltre, il porcellino approfittava di ogni situazione per sfiorare il mio corpo, ma il suo contatto non mi dava fastidio, anzi, non mi lasciava affatto indifferente: quando percepivo il desiderio di un uomo nei miei confronti la mia fica sporcacciona rispondeva da par suo cominciando a lacrimare.
Adesso, poi, la situazione era ancora più arrapante… era il padre del mio fidanzato che mi faceva chiaramente capire le sue insane voglie!
Preparò l’aperitivo e mi venne vicino porgendomi il bicchiere.
Fissò i miei occhi… uno sguardo profondo che mi fece vibrare.

“E’ la prima volta che siamo a cena da soli… spero non sia l’ultima! Devo ringraziarti di cuore per aver accettato l’invito: era molto che non cenavo con una donna bella e affascinante! Non voglio essere sfacciato, ma ho una voglia matta di abbracciarti!”

I suoi sguardi e i suoi continui complimenti avevano il potere di illanguidirmi.
Anche io avevo voglia di sentire il suo corpo.
La musica sensuale che aveva messo dall’inizio della serata era una fidata complice creava una atmosfera che invogliava al peccato.
Scolai il mio bicchiere, lo posai e gli stesi le braccia.

“C’è ancora tempo per cenare… fammi ballare!”

Eravamo in piedi, uno di fronte all’altra… con la sua mano sinistra incrociò le dita della mia mano destra e distese le braccia lungo i nostri due corpi, in maniere di toccare la mia coscia… con la mano destra circondò la mia vita e mi strinse a lui… sentii subito la sua dura verga contro la mia fica!
Cazzo! Era già meravigliosamente in tiro… e stavamo solo all’inizio della serata: cosa può essere più sconvolgente per una donna sentire l’eccitazione dell’uomo che la desidera!
Non mi spostai di un millimetro… volevo capisse la mia disponibilità a gustarmi il suo poderoso uccello!
Avvicinai la mia guancia alla sua e gli sussurrai languidamente.

“Perché mi hai invitato?”

“Mi sentivo solo e desideravo trascorrere la serata con una bella donna!”

“Ma io sono la fidanzata di tuo figlio!”

“Ma ciò non toglie che sei una gran bella donna!”

“Avresti potuto invitarmi al ristorante!”

“No, è una cosa troppo fredda: tu ormai fai parte della nostra famiglia, anzi, sei l’unica donna della nostra famiglia e devi essere trattata con tutti gli onori che meriti… ho pensato che invitandoti a casa mia ti saresti sentita più a tuo agio!”

Mentre mi sussurrava queste parole mi teneva avvinghiata contro il suo corpo, mentre la sensuale musica accompagnava il nostro ballo!
Sentivo la sua stupenda verga spingersi contro il mio ventre e io non facevo nulla per evitare quel dolce ed eccitante contatto! Anzi… con un leggero movimento del mio pube contro il suo gli dimostravo spudoratamente quanto gradissi sentire la sua protuberanza!
Ormai non riuscivo più a controllare la mia fica… sembrava vivere di vita propria… colava lungo le cosce che era una bellezza! La situazione mi stava intrigando come non mai.

Il padre del mio fidanzato mi stava facendo apertamente la corte: non nascondeva certo il desiderio che aveva di chiavarmi… ed io, da parte mia, non aspettavo altro che farmi trapanare la fica… e non solo!
La durezza del suo cazzo era tutto un programma e volevo che anche lui sapesse che ero ben disposta… pronta ad aprire le cosce per farmi riempire il ventre dal suo cazzo!
Mi eccitava tutto di lui: i suoi libidinosi occhi verdi, il suo profondo sguardo, il suo essere spudorato… e speravo che anche il suo cazzo fosse alla stessa altezza!
Posai la bocca contro il suo orecchio per sussurrargli le mie sensazioni… il contatto delle mie labbra lo fecero trasalire.

“Hai ragione… a casa tua mi sento più a mio agio… c’è una atmosfera di piacere! Se non fossi il padre del mio fidanzato penserei che mi hai invitato per sedurmi!”

Allentò l’abbraccio, si scostò leggermente da me e, mentre ballavamo, mi fece girare: mi abbracciò da dietro, circondando con la mano destra la mia vita per attirare il mio culetto contro il suo ventre, mentre con la mano sinistra stringeva forte la mia.
Sentii il suo pacco posizionarsi proprio in mezzo alle mie natiche… stavo impazzendo! Mi abbandonai al suo abbraccio… reclinai la mia testa all’indietro e sentii la sua guancia contro la mia.
Spinse ancor di più il suo uccello contro il mio culetto, spinta che ricambiai con piacere!
Riprendemmo a ballare lentamente… e lui mi sussurrò.

“E’ vero, sono il tuo futuro suocero, ma sono anche un uomo!”

Questa volta fui io a spingere il culo contro il suo cazzo.

“Lo sento perfettamente che sei un uomo… lo sto sentendo da quando mi hai abbracciato per farmi ballare! Anzi, posso dire che sei un uomo stupendamente duro!”

Mi strinse ancora.

“Ti mette in imbarazzo sentire la mia erezione?”

“Affatto! Mi sentirei in imbarazzo se non te lo avessi fatto addrizzare! Sono lusingata aver eccitato il padre del mio fidanzato… pensare che siamo solo all’inizio della serata!”

Quel cazzo pigiato contro lo spacco delle natiche mi stava mandando in visibilio… cominciai a sculettare come una troia… lui cominciò ad ansimare… era visibilmente eccitato.

“Claudia… sei meravigliosa… mi stai facendo godere!”

Mi staccai dall’abbraccio.

“Credo sia meglio fermarci! E’ ora di gustarci la cena!”

Ci accomodammo per iniziare a mangiare: inutile sottolineare che come mi misi seduta la gonna, già abbastanza corta, salì abbondantemente sulle cosce lasciandole del tutto scoperte: vidi i suoi occhi fissarle apertamente, ma io feci finta di niente.
Il porco si sedette di fronte a me… vidi subito che attraverso il cristallo del tavolo poteva agevolmente godere della visione delle mie cosce!
Io, da gran figlia di puttana e sempre facendo finta di niente, mentre iniziavo a degustare le ostriche, cominciai lentamente ad allargare un po’ le gambe.
Franco aveva gli occhi fuori dalle orbite… stavo giocando come il gatto con il topo.
Mentre cenavamo entrò subito in argomento.

“Questa settimana, dopo averti conosciuta, io e Luciano abbiamo trascorso molte sere a centellinare la nostra grappa preferita parlando di te: è molto innamorato, ti ha riempito di complimenti e mi ha detto che sei la moglie perfetta per lui… sotto tutti i punti di vista! Spero anche per te sia lo stesso!”

Accentuò il tono sulla parola “tutti” e la cosa mi fece riflettere: cosa gli aveva raccontato Luciano?

“Si, anche io lo amo molto e sono certa potremmo fare una splendida vita insieme. Ovviamente sono felice mi faccia i complimenti, ma sono curiosa: complimenti di che genere?”

Lo vidi un po’ imbarazzato.

“Beh! Sai, tra maschietti quando si parla di donne puoi immaginare dove si vada a finire… poi tra me e Luciano, e sinceramente anche tra lui e sua madre, c’è sempre stata molta confidenza, quindi…” e terminò la frase, ma io volevo sapere di più.

“E quindi? Sii più esplicito… ormai non puoi tirarti indietro…”

Lo stavo mettendo alle strette.

“Scusa, Claudia, ma non vorrei ci rimanessi male!”

“Tranquillo, e poi non mi hai detto che sono complimenti? Perché dovrei rimanerci male?”

I suoi splendidi occhi azzurri mi fissavano intensamente. Tacque per qualche attimo… poi si lasciò andare.

“Mi ha confessato che sei una donna molto, molto calda e che sprizzi sensualità da ogni poro. Sinceramente ha usato espressioni molto più colorite che hanno reso molto meglio l’idea di quanto tu sia donna!”

Lo incalzai.

“Quali espressioni?”

“Beh! Non sono certo espressioni da educanda…”

Sfoggiai il mio miglior sorriso da troia!

“Mi sento quasi offesa: non pensavo di averti dato l’impressione di essere una educanda… anzi… ti assicuro che sono tutt’altro che una educanda! Puoi parlare tranquillo… senza peli sulla lingua!”

La mia affermazione lo rincuorò.

“Mi ha detto che sei una spudorata porcellina, che ami moltissimo l’uccello e che sei sempre pronta a lasciarti andare e a fare porcate… e che sai molto bene come far eccitare e far godere un uomo!”

Rimasi interdetta! Il mio amore aveva ampiamente informato suo padre di quanto io fossi porca! Non so quanto tempo rimanemmo a fissarci… occhi negli occhi… poi sorrisi.

“Che gran figlio di puttana! Con queste rivelazioni mi ha messo in cattiva luce: penserai che tuo figlio stia per sposare una puttana!”

Mi prese una mano e me la strinse: sentii un brivido di piacere!
La mia micia seguitava a brontolare di brutto.

“Non devi assolutamente pensare ad una cosa del genere, anzi! Luciano mi ha fatto queste confidenze, invece, proprio per metterti in ottima luce nei miei confronti… perché lui sa bene come io la pensi in fatto di sesso e di donne. Lui ha sempre apprezzato molto la libertà di costumi della nostra famiglia, per cui se mi avesse detto che voleva sposarsi una verginella tutta casa e chiesa sarei stato molto deluso! Tutto ciò che mi ha confidato di te non ha fatto altro che confermarmi la sua ottima scelta!”

Ricambiai la stretta alla sua mano in segno di gratitudine… ma la mia eccitazione stava aumentando!
Ricambiavo il suo profondo sguardo: avrei voluto allargare le cosce per mostrargli come la situazione stesse degenerando… dire che la mia fica fosse un lago era puro eufemismo!
Ma aspettavo il momento propizio!

“Franco, ti ringrazio: mi fa immensamente piacere il tuo giudizio, ma ti ha detto qualcos’altro Luciano?”

Mi sorrise.

“Beh! In effetti… diciamo che dietro le mie incalzanti domande non ha potuto fare a meno di descrivermi le tue numerose virtù… devo dire una meglio dell’altra! Spero di non metterti in imbarazzo, ma devo confessarti che le sue confidenze non mi hanno lasciato affatto indifferente!”

Senti senti! Il mio futuro suocero non faceva altro che confermare la sua eccitazione nei miei confronti! Sinceramente la cosa non mi dispiaceva affatto… anzi!

“Dai, raccontami tutto… sono curiosa di sapere quali sono le mie virtù che non ti hanno lasciato indifferente! E già immagino il linguaggio usato dal mio amato porcellino, ma vai tranquillo: dovresti aver capito che non mi scandalizzo!”

“Mi ha decantato con dovizia di particolari la tua abilità nell’usare la bocca, di come lo succhi in maniera magistrale, di come lo lecchi, di quanto ti piaccia succhiare anche le palle, mettertele in bocca e di quanto godi nel gustare il sapore della calda crema… e dulcis in fundo…”

Non terminò la frase… rimase a fissarmi… mi sembrò che il suo sguardo salisse lungo le cosce per fermarsi sulla fica!
Eravamo rimasti mano nella mano… gli spinsi le unghie sul dorso… lo sentii fremere.

“E dulcis in fundo? Cosa altro ti ha detto il mio amato porcellino?”

“Che adori fartelo mettere dietro… anzi, che godi quasi più di dietro che davanti!”

Tutte queste parole mi avevano infuocato… la fica gocciolava che era una bellezza!

“E’ vero, non posso negarlo… il rapporto anale mi manda fuori di testa! Devo ammettere che Luciano ti ha fatto un’ampia panoramica delle mie qualità… e scommetto che ti piacerebbe molto verificare in prima persona se il tutto corrisponde a verità! Comunque sappi che anche Luciano mi ha parlato in maniera molto approfondita di te…”

Rimase sorpreso.

“Ah! Lo ignoravo! E cosa ti ha detto?”

Sorrisi apertamente.

“Beh! Anche io userò un linguaggio soft: mi ha detto che ti piacciono molto le donne!”

Sorrise anche lui.

“Lui invece che linguaggio ha usato?”

“Che sei un gran puttaniere, un gran porcone, che ti piace molto la fica e pensa che insieme a tua moglie ne abbiate fatte di tutti i colori!”

Assunse una espressione seria.

“Ti ha parlato anche di sua madre?”

“Veramente niente di particolare… pensa solo che vi siate divertiti anche con altre persone… ma mi è parso di cogliere quasi un senso di ammirazione per il vostro modo libero di amarvi.

Parve disteso dopo le mie parole e scoppiò a ridere!

“Hai ragione! E’ proprio un gran figlio di puttana! Mettere in giro la nostra intimità… i panni sporchi si lavano in casa!” e giù a ridere.

Ma le nostre risate non riuscivano a nascondere il desiderio che avevamo uno per l’altra: i nostri sguardi e le nostre mani intrecciate parlavano per noi!
Tutti i nostri discorsi sul sesso avevano creato una atmosfera carica di erotismo… ero eccitatissima, sentivo le labbra della fica gonfie da scoppiare!
Non sarebbe stato sufficiente tornare a casa e spararmi un ditalino per placare la voglia… solo il cazzo poteva spegnere l’incendio che avevo tra le cosce!
E il cazzo lo avevo li davanti a me… dovevo solo prenderne possesso!

Non volevo certo perdere l’occasione per gustarmi il suo uccello… ogni lasciata è persa… e io non volevo lasciare niente!
Decisi che non sarei uscita da quella casa senza essermi fatta chiavare dal mio futuro suocero.
Avevamo terminato di mangiare e volevo spingere sull’acceleratore… era arrivato il momento di dimostrargli palesemente quanto fossi puttana.

“Devo farti i miei complimenti, vedo che hai preparato tutto con cura: cenetta afrodisiaca, musica sensuale e questo tavolo trasparente per goderti lo spettacolo delle mie gambe: pensi sia di tuo gradimento?”

Non si aspettava la mia esternazione… cercò di uscirne nel migliore dei modi.

“Scusa, ma devi capirmi: è impossibile distogliere lo sguardo di fronte a tanta meraviglia!”

Lo volevo shoccare!

“Ma non ti ho mica detto di non guardarmi le cosce! E’ nella natura delle cose: la donna mostra e l’uomo guarda! Io te le sto mostrando senza alcuna censura e, sinceramente, mi offendere se non me le guardassi! Non credi che se non mi piacesse farmi guardare avrei indossato altri indumenti? Magari una bella gonna lunga fino ai piedi? Ti ho chiesto solo se ti piace lo spettacolo!”

“Uhm! Ho capito che vuoi stuzzicarmi! Ok, voglio stare al gioco: lo sai benissimo che lo spettacolo è di mio grande gradimento, come sai che mi piacerebbe vedere molto di più! Per ora ho lavorato solo di fantasia… come l’altra sera a mezzanotte!”

Gli sorrisi.

“Sapevo che prima o poi ne avremmo parlato. Io a mezzanotte in punto ho tenuto fede alla mia promessa… e tu?”

“Me lo chiedi? Il pensiero che in quello stesso istante la tua bocca si stava riempiendo del piacere di mio figlio mi ha fatto esplodere come non mi succedeva da tempo!”

Mi eccitava farlo eccitare!

“E magari mentre esplodevi hai fantasticato di avere anche tu la mia bocca a tua disposizione! Però… una bocca per due uccelli! Mica male… anzi!”

Era visibilmente eccitato.

“Luciano ha ragione… sai proprio come far eccitare gli uomini! Con il tuo modo di parlare mi stai mandando fuori di testa!”

“Se voglio posso fare anche molto meglio! Visto che desideri vedere di più, esprimi il tuo desiderio: ti ho già dimostrato quanto mi piaccia premiare i miei spasimanti! Tuo figlio, poi, mi ha fatto un’ottima pubblicità di quanto io sia puttana… e non vorrei tu rimanessi deluso!”

Lo vidi deglutire… era al colmo dell’eccitazione… stava per scoppiare!
Mi resi conto che lo stavo facendo soffrire e che mi stavo comportando da figlia di puttana, ma questo gioco di seduzione mi stava facendo eccitare da pazzi.

“Claudia, ti prego! Fammela vedere!” e fissò intensamente le mie cosce.

“Veramente avevo deciso di fartela vedere alla fine della serata, prima di tornare a casa! Non vorrei ti eccitassi troppo e mi violentassi!” mentii spudoratamente!

Franco era in trance.

“Claudia, ti prego! Non farò niente che tu non voglia… ma ti prego… fammela vedere!”

Era con gli occhi fissi sulle mie cosce, si aspettava che le avessi allargate completamente per fargli guardare la fica coperta dalle mutandine… ma feci di più!
Strinsi le gambe, con un veloce gesto sganciai l’unico gancetto che reggeva la mia minuscola gonnellina, mi sollevai leggermente dalla sedia e la feci scivolare lentamente a terra.
I piatti e i bicchieri sulla tavole nascondevano un po’ la visione: feci spazio davanti a me per permettergli di ammirare senza ostacoli il mio osceno movimento

Mi allungai un po’ sul bordo della sedia e cominciai ad aprire le gambe molto lentamente.
Franco, rosso dall’eccitazione, fissava le mie cosce, nell’attesa di veder comparire la tanto desiderata visione della mia fica… mentre la sua mano era andata automaticamente sul suo pacco per accarezzarsi l’uccello.
Lo redarguii bonariamente.

“Fai attenzione a non esagerare con la tua carezza: non vorrei te ne venissi dentro i pantaloni… non mi andrebbe di rimanere a bocca asciutta!”

Mi guardò basito.

“Dio mio! Vorresti dire che…”

Non lo feci finire.

“Calma! Non correre… la serata è lunga …”

Seguitai ad allargare le gambe, per esporre alla visione e al desiderio del mio amante la mia fica completamente ed oscenamente aperta.
Seguitai a scosciarmi lentamente: quando lo sentii gemere e lo vidi tremare capii che aveva visto, attraverso il cristallo del tavolo, la mia fica completamente rasata e gonfia di desiderio e priva di ogni inutile indumento intimo.

“Cazzo! Sei senza mutandine! Cazzo, Claudia, non ce la faccio più… mi stai facendo scoppiare il cazzo!”

Prima che potesse rendersene conto, mi infilai due dita nella vagina, raccolsi un bel po’ di liquido e, allungando il braccio attraverso il tavolo, le portai davanti alla sua bocca.

“Apri bocca… tuo figlio dice che ho un delizioso sapore… mi piace conoscere anche il tuo giudizio!”

Appena socchiuse le labbra gli spinsi le due dita dentro la bocca: il porcellino succhiò tutto golosamente.

“Luciano ha ragione… la tua fica ha un sapore dolcissimo!”

Rimasi a cosce aperte… per seguitare a farmi ammirare…

“Non ti dice niente il fatto che questa sera sia venuta senza mutandine? E’ un messaggio che lascio alla tua interpretazione! Per tua opportuna conoscenza sappi che ho già manifestato a tuo figlio il desiderio di scoparti: non mi sembra rispettoso nascondergli le voglie della mia fica! Se vuoi farti un giretto tra le mie cosce… beh! Possiamo parlarne!”
di
scritto il
2018-08-07
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