La casa prigione

di
genere
trans

Una sera dopo una bevuta in un locale avvertii un senso di smarrimento e mi addormentai in un sonno profondo.
Cosa era successo non lo so (sonnifero?), fatto sta che al mio risveglio mi ritrovai in una stanza fredda, chiusa da delle sbarre e con poca luce.
Inutile dire che non mi ero mai trovato in una situazione del genere nei miei 30 anni di vita, ero spaventato ed avevo solo voglia di tornare a casa. Realizzai ben presto che il mio desiderio non era semplice da raggiungere...

Dopo 10-15 minuti dal mio risveglio, vidi due donne (almeno all'apparenza vista l'oscurità) dirigersi verso di me.
La prima aveva una pelle nerissima, capelli lunghi e neri, trucco in viso pesante e marcato. Era alta almeno 1.80 a cui si aggiungevano grossomodo 10 centimetri in più di tacchi a spillo. Aveva un vestito rosso scollato sia sotto (con gambe da favola) sia sopra con delle tette tanto grandi (mai viste di così prosperose) quanto finte.
La seconda, anch'ella nera ma leggermente più mulatta, era meno giunonica della prima, aveva una frangia che le copriva tutta la fronte, occhi con taglio da sudamericana e vestitino bianco (dello stesso modello dell'altra forse) che raccoglieva deliziose ma abbondanti zinne.

Le due ragazze si rivolsero a me con fare divertito; la prima, che si presento come Sabrina, alle mie domande preoccupate mi rispose con voce rassicurante "tranquillo comportati bene e non ti succederà nulla di male". L'altra non si presentò nemmeno, anzi non mi rivolse proprio la parola limitandosi a fissarmi con un mezzo ghigno. Richiusero la porta della mia cella a chiave e se ne andarono.

Mi lasciarono in quella stanza, immerso tra i dubbi e preoccupazioni per ore ripresentandosi nuovamente con fare tanto giocoso quanto irritante quando ormai stavo perdendo le speranze. Sabrina aprì la porta della mia cella con la chiave che nascondeva nel suo prosperoso seno e mi afferrò per un braccio, la "sudamericana" sogghignando mi prese dall'altro "vieni con noi" disse Sabrina "ti dobbiamo presentare una persona" e con decisione mi accompagnarono fuori dalla cella. Mi trascinarono (erano parecchio forti per essere due donne) verso un corridoio buio.

Al termine del corridoio mi si presentò uno spettacolo raccapricciante: ad un piano più rialzato del nostro, parliamo di un paio di gradini, sedeva su un trono una donna anziana (almeno 60anni direi), di etnia bianca, con un trucco non abbastanza marcato da nasconderle le rughe, capelli tinti di biondo, body nero in pelle e auto-reggenti. Capii subito che in quella "signora" c'era qualcosa che non andava..
Le mie due "gentilissime" accompagnatrici mi spinsero con forza sul pavimento tanto da farmi inginocchiare, Sabrina con uno sguardo mi intimò di stare in silenzio e mi sussurrò nell'orecchio "lei è il nostro capo, comportati bene e non ti succederà nulla" e poi rivolgendosi alla signora "Padrona, costui è quello che ci avevi chiesto".

La signora si alzo in piedi, si diresse verso di me (che ero sempre inginocchiato) e appoggio il suo bacino al mio volto "ti ho notato l'altra sera con quel tuo viso pulito da bravo ragazzo e ho ritenuto doveroso portarti qua" e aggiunse "adesso ti faccio vedere una cosa che sono sicuro apprezzerai.." spostò il body da un lato ed ed estrasse da in mezzo alle gambe un cazzo (saranno stati 15cm) perfettamente in tiro. Non volevo credere ai miei occhi, si trattava di un trans!

Provai ribrezzo, sono sempre stato eterosessuale; lei non solo non era solo una donna poco avvenente, ma aveva anche il cazzo!

Noncurante della mia espressione, la signora esclamò perentoria "ora succhiamelo tutto!!" Cosa?!? parlai per la prima volta, anche se inginocchiato al suo cospetto "Signora... guardi che io.."
"Chiamami Padrona" tuonò lei ed aggiunse "tu sei qua per fare questo, vedrai che ti piacerà" e spinse il suo cazzo ritto nella mia bocca. Sorpreso da quel gesto, non opposi troppa resistenza.

Ero nauseato, mi trovavo in una situazione paradossale, ero inginocchiato davanti ad una signora che aveva il cazzo durissimo nella mia bocca. Non potevo né parlare, né tantomeno muovermi dato che Sabrina e compagna mi immobilizzavano.
Rimasi immobile nonostante la signora (o "Padrona" come voleva essere chiamata lei) continuasse a ripetermi di succhiare.
Visto il mio immobilismo, scocciata, inizio lei a muoversi su e giù lentamente, scopandomi letteralmente la bocca. Sentivo il suo cazzo caldo muoversi dentro di me, dalla bocca alla gola, rilasciando a piccole dosi gli umori dell'anziana signora.
Il ritmo si faceva sempre più incalzante, così come il mio senso di nausea, e prima che me ne accorgessi la signora urlò "sborroooo" inondandomi la bocca di sperma con tre violenti fiotti e, una volta terminato l'amplesso, mi spinse con sdegno verso il pavimento.

Tossii forte e sputai tutto quello che riuscii per terra davanti allo sguardo di disapprovazione delle tre "donne".
"Cosa hai osato fare??" tuonò la signora e rivolgendosi a Sabrina e compagna "portatelo via e punitelo per la sua ignoranza",
"Subito Padrona" disse Sabrina trascinandomi via.

Non avevo realizzato che il peggio doveva ancora venire..

Le due donne mi riportarono nella cella e con una violenza inaudita mi strapparono i vestiti che avevo indosso lasciandomi completamente nudo "mi dispiace, ti avevo detto che dovevi comportarti bene, ora ti insegniamo noi le buone maniere" disse Sabrina.
Le due donne si sfilarono il vestitino, mostrando davanti al mio sguardo confuso il loro corpo perfetto, se non fosse per quello che avevano in mezzo alla gambe.. Sabrina tirò fuori la verga più grande che avevo visto in vita mia, saranno stati 20 centimetri di bastone (era moscio), nero come la pece! L'amica invece aveva un cazzo leggermente più piccolo (mi ricordava quello della anziana signora) ma già in tiro con le sue vene pulsanti. Ero in preda di altri due trans!
Sabrina mi afferrò per i capelli e mi avvicino al suo cazzo penzolante "se vuoi uscire di qui lo devi fare diventare duro come quello della mia amica" disse.

Capii subito che non avevo scelta, se volevo uscire da quella situazione dovevo fare quello che mi dicevano: mi misi in ginocchio e iniziai a segare sinuosamente la base del cazzo nero. Sabrina in volto mostrò i primi segni di soddisfazione, prese l'estremità del cazzo e me la infilò in bocca delicatamente.

Iniziai a muovere la mia bocca sincrona alla mia mano e più il cazzo si induriva, più ero contento del mio operato; provai una certa soddisfazione, non so se era perché vedevo la mia libertà avvicinarsi o perché mi piaceva ciò che stavo facendo.
Mentre pompavo il cazzo di Sabrina, vidi con la coda dell'occhio l'amica spalmarsi sulla mano qualcosa; vasellina immaginai ed infatti non mi sbagliavo.. Con poco riguardo (d'altronde non ne aveva mai avuto nei miei confronti) mi infilo due dita nel culo ed iniziò a muoverle dentro di me.
Qualche ragazza in passato mi aveva impedito di svolgere tale pratica su di loro ed ora capivo il perché.. ebbi un sussulto di dolore, ma non potei proferire parola dato che avevo la bocca occupata dal cazzo, ormai duro, di Sabrina.

Dopo qualche minuto, le due si scambiarono un cenno di intesa e Sabrina togliendo il cazzo dalla mia bocca mi disse "sei stato bravo, ma adesso è il turno della mia amica". In un battibaleno, le due si erano scambiate di posizione: io ero sempre inginocchiato, ma avevo la "sudamericana" davanti e Sabrina dietro di me, entrambe con i loro grossi cazzi in tiro.
Sentii la cappella di Sabrina appoggiarsi sul mio buco del sedere, obiettai con veemenza "avevi detto che mi avresti lasciato andare se te lo succhiavo!"
"Mi dispiace, ma la Padrona ha detto che dovevamo punirti" e aggiunse "e poi con tutta la fatica che hai fatto a farmelo diventare duro, ti pare che ti lasciavo così?" finì la frase e spinse la sua gigantesca verga tra le mie natiche, lacerandomi.
Urlai dal dolore e l'amica ne approfitto per infilarmi il suo cazzo nella mia bocca.

Ero completamente in balia dei due trans che pompavano soddisfatti esclamando "lo sapevo che eri una puttanella" .. "la prossima volta ti comporterai meglio con la Padrona" .. "dai che ti piace".

Con il passare dei minuti il mio corpo si stava abituando, il dolore si faceva sempre più tenue (anche se non è mai scomparso) e si stava manifestando in me un certo piacere a cui si aggiungeva il desiderio di completare la mia missione.
Nel frattempo le due trans continuavano ad usare le mie cavità a loro piacimento ed il ritmo si faceva sempre più incalzante. Il cazzo di Sabrina lo sentivo arrivare fino all'intestino, quello dell'amica lo facevo arrivare io fino alla mia gola, succhiando con gusto.

La sudamericana, ad un certo punto, "continua cosììììììì, bravooooo, bravisimooooo, vengoooo" mi venne copiosamente in bocca e ordinò perentoria "succhialo tuto fino all'ultima gocia" e così feci, eseguendo i suoi ordini. Succhiai fino alla fine ed ingoiai tutto per evitare di indispettirla come avevo fatto con la loro Padrona poco prima.

Mi permisi di togliere il suo cazzo dalla mia bocca solo quando era tornato moscio, prendendomi così i complimenti di Sabrina che, nel frattempo, non aveva di certo smesso di scoparmi il culo "bravo, così devi fare, ma il più bello viene adesso!".
Neanche il tempo di finire la frase che iniziò a spingere sempre più forte, sentii un tremolio dentro di me dato dal movimento di bacino di Sabrina che con dei colpi ben assestati svuoto le sue enormi palle nel mio intestino "Sborro, prendilo tuttoooooo ssssiiiiiiiiiiiiiiiiiii" sentii la sua calda sborra dentro di me, con 10-15 spruzzi: i primi potentissimi, gli ultimi più lievi.

Avevo soddisfatto le due trans, avevo fatto quello che mi avevano detto loro e provavo una certa soddisfazione: inoltre, il mio cazzo dritto al termine del loro amplesso manifestava una mia certa eccitazione per la vicenda.
Le due uscirono dalla cella sghignazzando, lasciando questa volta la porta aperta, Sabrina concluse "sei stato bravo, ti sei dimostrato servizievole, ma per guadagnarti la libertà devi rimediare ai tuoi errori, pulisciti, e vai dalla Padrona".

Ero un po indispettito da Sabrina che, in fondo, mi aveva mentito; la mia libertà appariva ancora lontana. Ma il mio fastidio era sopraffatto dall'eccitazione e dalla voglia, come mostrava il mio cazzo in tiro. Pulii il mio corpo dalla sborra dei due trans che colava dappertutto con della carta igienica che trovai nella cella e mi diressi verso il corridoio.

Ero meno impaurito dell'ultima volta: da un lato ero speranzoso di ottenere il perdono della signora per la mia libertà, dall'altro ero desideroso di soddisfarla come mi avevano insegnato a fare Sabrina e compagna.

Al termine del corridoio, la signora anziana si trovava così come me la ricordavo: seduta sul suo trono con il body nero in pelle. Non mi guardava neanche in faccia e percepivo il suo disprezzo. "Padrona, sono venuto qua per chiederle scusa e per rimediare ai miei errori". La signora non si mosse di un centimetro, fui allora io ad avvicinarmi a lei e ad inginocchiarmi davanti al suo trono.

Vedendomi inginocchiato, la signora tirò fuori il suo cazzo "vedi di fare meglio dell'ultima volta" disse scocciata.
Iniziai a succhiare il suo cazzo meglio che potevo, dapprima lustrando tutta l'asta con la lingua, e poi infilandomelo in bocca e andando su e giù soffermandomi di più sulla cappella "va bene così Padrona?" le chiesi,
"Bravo vedo che ti hanno insegnato bene, continua così".
Proseguii la mia opera aiutandomi ancora con la mano, desideroso di assaporare il suo sperma "sarei onorato se mi venisse in bocca, Padrona" esclamai.
"Decido io dove e quando venire" ribatté la signora e con un sorriso fisso il mio culo. Capii subito quale era il suo desiderio, voleva possedermi come aveva fatto Sabrina! Mi alzai e mi misi di spalle e, senza farla scomodare, adagiai il mio buchino (già allargato dal cazzone di Sabrina) sul suo cazzo ritto.
Iniziai a muovermi su e giù aiutandomi con i braccioli del trono, sembravo una puttana che stava soddisfando il suo pappone.
Senti il cazzo della signora dentro di me, dritto e duro almeno quanto il mio.
"Segati mentre mi fai venire nel tuo culo, puttana!" esclamò la signora ed io fui felice di eseguire il suo ordine.

Sentii un gemito accompagnato da un "siiiiiiii" ed anche se non vedevo il suo volto, percepii il suo sperma schizzare dentro di me, contemporaneamente venni anche io, copioso sul pavimento. Mi alzai e mi girai verso di lei e soddisfatto pulii il suo cazzo dalle ultime gocce con la bocca.
"Bravo ti sei guadagnato la libertà", mi indicò l'uscita e finalmente vidi la luce.

Se ti è piaciuto il mio racconto, scrivimi a jpixu@outlook.it






scritto il
2018-08-12
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