Rituale
di
cindy9
genere
trans
“Apra, lo abbiamo portato”.
La voce aveva accompagnato i colpi dati alla porta per farsi aprire visto che il campanello si era guastato sabato. Il brusco risveglio domenicale era stato interrotto dalla telefonata del capitano Giraldi che lo aveva informato che avevano trovato una ragazza, no pardon, ragazzo di nome Cindy che aveva raccontato una storia improbabile chiedendo di parlare col prof. Mariani suo psichiatra.
Subito dopo era arrivato il poliziotto che teneva per un braccio un ragazzino infagottato in una tuta sportiva della polizia.
La prima cosa che Mariani vide erano i piedi sanguinanti come se il ragazzo avesse corso su un campo di sassi appuntiti.
Il ragazzo si rannicchiò sul divano in posizione fetale.
Mariani congedò il poliziotto dopo avergli offerto un cognac: “Grazie no, sono in servizio; le lascio il.. ragazza” aveva ridacchiato ed era uscito sbattendo la porta.
“Il ragazza” ripeté Mariani. Guardò Cindy che era stato suo paziente e a fior di labbra cercando di avere un tono rassicurante chiese; “Cindy cosa è successo?”
Quella di Cindy era stata per Mariani una storia a lieto fine. Portato dai genitori per disturbi comportamentali tra cui una rilevata omofilia, la situazione era stata risolta positivamente. Giacomo non aveva particolari disturbi psichici, solo era una ragazza in un corpo di maschio. Amava vestirsi al femminile e avendo una corporatura esile e pelosità ridotta era facile scambiarlo per una adolescente smilza. La cura era consistita nel portare alla luce la sua femminilità e grazie anche ai genitori comprensivi e sensibili avevano raggiunto un compromesso. Sino alla maggiore età Giacomo sarebbe stato fuori casa maschio. A casa sarebbe stato Cindy ragazza adolescente e come tale si sarebbe vestita.
Dato che i genitori si sentivano imbarazzati, era stato lui ad accompagnare Cindy all’acquisto di biancheria intima e vestiti facendolo passare grazie alla sua corporatura per la figlia adolescente. Ai cosmetici e depilanti e quanto altro aveva pensato la madre. Cindy candidamente durante una delle ultime sedute aveva confessato di amare lui, il prof. Mariani e di voler essere la sua donna. “No grazie” aveva risposto Mariani, aveva già avuto una moglie e questo bastava. Poi tutto ritornò nei binari paziente e medico. Di tanto in tanto però Cindy lo veniva a trovare per consigli e anche per raccontargli delle sue faccende di cuore. “Attenzione” lo aveva ammonito, “potresti fare male se incontri l’uomo sbagliato.”
Ed ecco sembrava che questo fosse avvenuto. Il corpo esile nella tuta stava tremando e i capelli bagnati e infangati avevano sporcato il divano. “Cindy” disse Mariani “ora calmati, ti faccio un thè poi mi racconti tutto. Adesso vai in bagno e fai un bagno.” Cindy si alzò e andò verso il bagno dove Mariani aveva aperto la doccia verificando con a man la temperatura dell’acqua e mettendo sul lavandino un asciugamano grande. Cindy si spogliò e Mariani vide che era nella fase femminuccia. Di intimo aveva un tanga di seta rosso e un reggipetto dello stesso colore. Sotto l’ombelico un tatuaggio diceva femminuccio schiavo.
Siamo molto nel normale di Giacomo pensò Marini e uscì.
Mezz’ ora dopo, Cindy rinfrancato da una tazza di thè corretto d cognac iniziò a raccontare. Mariani per niente prude, sentendo il racconto arrossì.
Al pomeriggio dopo aver nutrito Cindy preparando quei maccheroni al gorgonzola per cui andava famoso, informò i genitori. Con delicatezza sorvolò su quanto Cindy aveva raccontato. Disse che era scossa e aveva trovato rifugio da lui. Lo avrebbe fatto dormire a casa sua e rimandato al mattino. Poi mentre Cindy si rifugiava nel letto per un sonno ristoratore, Mariani si concesse una pausa. Fumò una sigaretta, bevve un cognac mandò giù un indegno caffè Poi chiamò il Capitano Gilardi.
Capitano Gilardi?
“Si sono io “rispose una voce seccata, lei chi è, cosa vuole?
“Sono il prof. Mariani” la voce del capitano si fece amichevoli: “Sì buongiorno, cosa posso fare per lei? “Devo parlarle urgentemente a proposito di... “ho capito” rispose Gilardi, se vuole domani mattina diciamo alle nove per un caffè.
“Va bene” rispose Mariani.
“Dunque”, iniziò fermandosi subito a guardare imbarazzato il resto del caffè nel bicchiere di plastica. “Senta Mariani”, il capitano parlò lentamente in tono sostenuto, “vuole parlare o devo interrogarla?”
“Sono imbarazzato” rispose Mariani “sto violando il segreto professionale, ma ritengo lei debba sapere” “Cosa?” chiese Gilardi.
“Come detto capitano, si tratta di una cosa delicata. I genitori del mio paziente sono gente con funzioni pubbliche e quanto dico potrebbe essere molto pregiudizievole alle loro attività. Comunque questi sono i fatti.”
“Il ragazzo che ho in cura ha chiesto di vedermi per avere aiuto in una situazione che definirei allarmante. Il ragazzo, Giacomo, è una femmina interiormente e su mio consiglio i genitori hanno accettato che come tale si comportasse. Solo in casa; fuori casa deve essere maschio. Questo sino alla maggior età quando deciderà cosa essere. Al momento ha quasi 18 anni e la sua natura femminile diventa preponderante. Attenda, non sia impaziente.”
“Il ragazzo quando diventa Cindy si trasforma in femminuccia schiava e in questa veste cerca compagnia. Vestito da ragazzo ma sotto con intimo di donna. Ha incontrato un nigeriano che si è presentato come profugo politico studente e venditore ambulante di chincaglieria come lavoro. A dire di Cindy, un uomo bellissimo di cui si è innamorato. Dopo pochi incontri ha deciso di diventare su sua richiesta la sua “femminuccia bianca” facendosi sverginare e sottomettere.
I genitori di Cindy non sanno nulla. Gli incontri avvengono nell’appartamentino che Cindy ha ereditato dalla nonna. Le risparmio i dettagli del rapporto carnale che Cindy ha tenuto ad illustrarmi. Fatto è che il suo amante nigeriano lo ha convinto a passare un fine settimana in una villetta al mare in Toscana.
Qui il nigeriano che si fa chiamare Gary, ha minacciato Cindy che se non offriva prestazioni anali e orali ai suoi amici prostituendosi, la avrebbe malridotta e raccontato tutto ai genitori postando anche delle foto in rete.
Impaurito, Cindy è diventato un puttanello scoprendo che gli amici erano in verità africani di passaggio in Italia che volevano avere un rapporto con un ragazzino bianco.”
“Sì, va bene” sbuffò il capitano “ma questo riguarda al massimo la buon costume o un reato come la circonvenzione di incapace, ma lui era consenziente ed è quasi maggiorenne” “non mi sembra una cosa importante”. Si alzò come per invitare Mariani ad andarsene.
“Attenda capitano, questo è il prologo”. Ho altro da raccontare. “Cindy mi ha riferito che in una serata dove circolava abbondante alcool e droghe pesanti, anfetamine, allucinogeni e cocaina, gli ospiti dopo aver abusato di lui più volte avevano iniziato a straparlare vantandosi di aver stuprato delle vergini bianche e poi averle uccise per mangiare il cuore il fegato e gli organi sessuali dopo averne bevuto il sangue. Aveva anche sentito che volavano castrarlo per fare di lui una femminuccia. Così, appena si sono addormentati pieni di droga che lui in previsione di una fuga aveva abbondantemente offerto, è fuggito. Così correndo nel bosco a piedi nudi per sfuggire a è arrivato sulla provinciale dove la volante lo ha trovato. La storia è vera, veda cosa hanno trovato sul suo corpo: parti intime violate, abrasioni, tatuaggi,”
Il capitano aveva rinunciato per questione di riservatezza ad una deposizione formale e preso solo nota di fatti sul taccuino.
“Devo verificare la verità poi vedrò come procedere. Per il momento tenga nascosto Cindy. Se vuole metto sotto controllo il suo studio. Se la storia è vera, procediamo subito”
“Prof Mariani, silenzio con tutti, torni domani”. Gilardi congedò il professore e fece una telefonata.
Quella sera il professore convinse Cindy a raccontare la storia della sua avventura sino nei minimi dettagli. Dopo pianti perché malgrado tutto lei diceva di amare ancora Gary, Cindy descrisse con precisione quanto accaduto. Mariani trascrisse tutto, in particolare nomi e località. Solo per le pratiche sessuali e per certe descrizioni anatomiche usò degli eufemismi stupito di quanto sapesse un ragazzino. Alla sua età pensò Mariani per noi era un sentito dire confinante nella fantasia. Fece quattro copie della relazione è andò a dormire.
La mattina seguente Cindy lasciò la sua parte femminile agire come padrona di casa e preparò una bella colazione per Mariani.
“Meglio di quella che mi dava mia moglie!” esclamò il professore, poi si incupì pensando alla moglie da cui aveva divorziato. Moglie che alla dotazione intellettuale del marito aveva preferito la più impressionante dotazione fisica di un infermiere rumeno.
Mariani raccolse le relazioni, le mise in una borsa, raccomandò a Cindy di non aprire a nessuno. Gli lasciò il numero di cellulare e decise di andare a piedi alla sede della polizia.
Qui il capitano Gilardi lo attendeva con due persone. “Prof. Mariani, le presento il colonnello Mbuya della polizia nigeriana in rappresentanza del console e il prof. Davidovici etnologo.
Chiamerò anche il mio collega dell’antidroga.
Presero posto tutti al tavolo di riunione. Dopo il caffè e una sigaretta di meditazione, fu distribuita la relazione e dato tempo di leggerla.
Passata una mezz’ora, Gilardi richiamò l’attenzione con una nuova offerta di caffè. “Signori” iniziò il capitano, “la relazione mi sembra esaudiente. Ieri sera ritenendo improbabile quanto raccontato, ho telefonato al prof. Davidovici chiedendo chiarimenti su quello che si presume siano omicidi. Avrei pensato a un serial killer con turbe psichiche, ma il professore mi ha ritelefonato a tarda notte o primo mattino, dandomi una diversa opinione dei fatti. Lo prego perciò di ripetere quanto mi ha detto.”
Davidovici iniziò ad esporre i risultati della sua ricerca. Parlava lentamente scandendo le parole come un professore a una classe di allievi impreparati.
“La tribù Uba della etnia haussa conserva dei riti di passaggio alla maggiore età che prevedono il consumo rituale del cuore, fegato e altre parti di esseri umani all’uopo allevati. Oggi questi rituali, sotto l’influsso sia dell’Islam che della Chiesa Cattolica sono scomparsi, sostituiti da atti simbolici come una incisione rituale e ingestione di prodotti farinacei in cui vengono versate gocce di sangue. Tutta via sino agli anni 50 vi sono stati casi sporadici di cannibalismo.
Ho potuto, grazie a una raccomandazione di un porporato della Santa Sede, visionare una relazione dei viaggi del provveditore ecclesiastico Padre Ignacio Rodrigues inviato dalla Santissima Inquisizione spagnola al tempo di Filippo II avente come scopo la descrizione dei costumi del regno del Benin oggi in Nigeria.
Sembra che subito dopo la morte di Santo Francesco, alcuni monaci e suore animati da cristiana determinazione si facessero missionari per portare la Vera Fede a quegli abitanti del regno del Benin. Bene accolti, morirono in cristiana serenità colpiti d morbi pestiferi. Sopra visse solo suora Federica da Bosiano che prese a dire messa.
La traduzione nella lingua locale “Accípite et bibíte ex eo ómnes: Accípite, et manducáte ex hoc”, vennero tradotti come bevete del mio sangue e mangiate della mia carne e diventerete illuminati cioè maturi.
Morta la suora considerata santa il cui corpo mummificato viene esposto durante i riti, il rito cristiano si è mescolato ai riti demoniaci in cui il demonio ha suggerito di sacrificare una vergine bianca e se non fosse possibile dipinta di bianco. Come noi offriamo l’Ostia alla Prima Comunione, così offrire la sua carne e sangue ai partecipanti ai riti di passaggio alla maturità.
“Quindi” disse il capitano “Ritenete veritiero il racconto?”
Sì, rispose Davidovici. Con vergogna devo ammettere che abbiamo sospetti che ciò avvenga ancora confermò il colonnello Mbuya.
Stiamo attivamente cercando chi compie questi sacrifici. Per il collega dell’antidroga, non vi erano dubbi. Un drogato può fare di tutto.
Grazie rispose il capitano Gilardi. I vostri chiarimenti sono stati preziosi.
Il ministero degli interni mi autorizza a fornirvi in cambio del vostro aiuto una informazione riservata.
Quanto detto oggi ci permette di collegare diversi omicidi le cui modalità non sono state diffuse. Si tratta di giovani ragazze adolescenti i cui corpi sono stati trovati privi di cuore e fegato con i genitali asportati. I corpi sono stati sezionati o bruciati per non permettere l’identificazione. Abbiamo notato nelle zone di ritrovamento dei corpi, una presenza di nigeriani, ma nulla che permettesse di collegarli e mi ripugna collegare questi delitti con persone che nulla fanno di illegale.
Prenderemo le misure necessarie per risolvere la situazione. Questo è tutto”
Concluse Gilardi.
Il cellulare di Mariani inizio a trillare. Il professore sentì la voce di Cindy che chiedeva aiuto. Aprì il vivavoce e si sentirono le parole del ragazzo: “Aiuto! è qui...” “Chi è qui?” “E’ Gary, mi vuole uccidere e sta buttando giù la porta”. Mariani girò il cellulare verso Gilardi che disse “Calma, calma, vedremo”.
“Che cazz vedremo!” urlò Mariani, “lo stanno ammazzando!”. “Sciocco” gli rise in faccia Gilardi mentre i presenti sembravano paralizzati. “Professore, professore…sono Cindy. Non sento più niente. Ah, uno sparo, gridano polizia” e la telefonata finì.
Sapevamo che lo avrebbero seguito e abbiamo teso una trappola che come vede ha funzionato. “urlò Gilardi.
”Se ne vada” continuo abbassando la voce dopo accesa l’ennesima sigaretta “e abbia più fiducia nelle nostre capacità. Mica solo i professori sono intelligenti.”
Furono le ultime parole di Gilardi prima che a un suo cenno i poliziotti facessero uscire tutti dalla camera.
La voce aveva accompagnato i colpi dati alla porta per farsi aprire visto che il campanello si era guastato sabato. Il brusco risveglio domenicale era stato interrotto dalla telefonata del capitano Giraldi che lo aveva informato che avevano trovato una ragazza, no pardon, ragazzo di nome Cindy che aveva raccontato una storia improbabile chiedendo di parlare col prof. Mariani suo psichiatra.
Subito dopo era arrivato il poliziotto che teneva per un braccio un ragazzino infagottato in una tuta sportiva della polizia.
La prima cosa che Mariani vide erano i piedi sanguinanti come se il ragazzo avesse corso su un campo di sassi appuntiti.
Il ragazzo si rannicchiò sul divano in posizione fetale.
Mariani congedò il poliziotto dopo avergli offerto un cognac: “Grazie no, sono in servizio; le lascio il.. ragazza” aveva ridacchiato ed era uscito sbattendo la porta.
“Il ragazza” ripeté Mariani. Guardò Cindy che era stato suo paziente e a fior di labbra cercando di avere un tono rassicurante chiese; “Cindy cosa è successo?”
Quella di Cindy era stata per Mariani una storia a lieto fine. Portato dai genitori per disturbi comportamentali tra cui una rilevata omofilia, la situazione era stata risolta positivamente. Giacomo non aveva particolari disturbi psichici, solo era una ragazza in un corpo di maschio. Amava vestirsi al femminile e avendo una corporatura esile e pelosità ridotta era facile scambiarlo per una adolescente smilza. La cura era consistita nel portare alla luce la sua femminilità e grazie anche ai genitori comprensivi e sensibili avevano raggiunto un compromesso. Sino alla maggiore età Giacomo sarebbe stato fuori casa maschio. A casa sarebbe stato Cindy ragazza adolescente e come tale si sarebbe vestita.
Dato che i genitori si sentivano imbarazzati, era stato lui ad accompagnare Cindy all’acquisto di biancheria intima e vestiti facendolo passare grazie alla sua corporatura per la figlia adolescente. Ai cosmetici e depilanti e quanto altro aveva pensato la madre. Cindy candidamente durante una delle ultime sedute aveva confessato di amare lui, il prof. Mariani e di voler essere la sua donna. “No grazie” aveva risposto Mariani, aveva già avuto una moglie e questo bastava. Poi tutto ritornò nei binari paziente e medico. Di tanto in tanto però Cindy lo veniva a trovare per consigli e anche per raccontargli delle sue faccende di cuore. “Attenzione” lo aveva ammonito, “potresti fare male se incontri l’uomo sbagliato.”
Ed ecco sembrava che questo fosse avvenuto. Il corpo esile nella tuta stava tremando e i capelli bagnati e infangati avevano sporcato il divano. “Cindy” disse Mariani “ora calmati, ti faccio un thè poi mi racconti tutto. Adesso vai in bagno e fai un bagno.” Cindy si alzò e andò verso il bagno dove Mariani aveva aperto la doccia verificando con a man la temperatura dell’acqua e mettendo sul lavandino un asciugamano grande. Cindy si spogliò e Mariani vide che era nella fase femminuccia. Di intimo aveva un tanga di seta rosso e un reggipetto dello stesso colore. Sotto l’ombelico un tatuaggio diceva femminuccio schiavo.
Siamo molto nel normale di Giacomo pensò Marini e uscì.
Mezz’ ora dopo, Cindy rinfrancato da una tazza di thè corretto d cognac iniziò a raccontare. Mariani per niente prude, sentendo il racconto arrossì.
Al pomeriggio dopo aver nutrito Cindy preparando quei maccheroni al gorgonzola per cui andava famoso, informò i genitori. Con delicatezza sorvolò su quanto Cindy aveva raccontato. Disse che era scossa e aveva trovato rifugio da lui. Lo avrebbe fatto dormire a casa sua e rimandato al mattino. Poi mentre Cindy si rifugiava nel letto per un sonno ristoratore, Mariani si concesse una pausa. Fumò una sigaretta, bevve un cognac mandò giù un indegno caffè Poi chiamò il Capitano Gilardi.
Capitano Gilardi?
“Si sono io “rispose una voce seccata, lei chi è, cosa vuole?
“Sono il prof. Mariani” la voce del capitano si fece amichevoli: “Sì buongiorno, cosa posso fare per lei? “Devo parlarle urgentemente a proposito di... “ho capito” rispose Gilardi, se vuole domani mattina diciamo alle nove per un caffè.
“Va bene” rispose Mariani.
“Dunque”, iniziò fermandosi subito a guardare imbarazzato il resto del caffè nel bicchiere di plastica. “Senta Mariani”, il capitano parlò lentamente in tono sostenuto, “vuole parlare o devo interrogarla?”
“Sono imbarazzato” rispose Mariani “sto violando il segreto professionale, ma ritengo lei debba sapere” “Cosa?” chiese Gilardi.
“Come detto capitano, si tratta di una cosa delicata. I genitori del mio paziente sono gente con funzioni pubbliche e quanto dico potrebbe essere molto pregiudizievole alle loro attività. Comunque questi sono i fatti.”
“Il ragazzo che ho in cura ha chiesto di vedermi per avere aiuto in una situazione che definirei allarmante. Il ragazzo, Giacomo, è una femmina interiormente e su mio consiglio i genitori hanno accettato che come tale si comportasse. Solo in casa; fuori casa deve essere maschio. Questo sino alla maggior età quando deciderà cosa essere. Al momento ha quasi 18 anni e la sua natura femminile diventa preponderante. Attenda, non sia impaziente.”
“Il ragazzo quando diventa Cindy si trasforma in femminuccia schiava e in questa veste cerca compagnia. Vestito da ragazzo ma sotto con intimo di donna. Ha incontrato un nigeriano che si è presentato come profugo politico studente e venditore ambulante di chincaglieria come lavoro. A dire di Cindy, un uomo bellissimo di cui si è innamorato. Dopo pochi incontri ha deciso di diventare su sua richiesta la sua “femminuccia bianca” facendosi sverginare e sottomettere.
I genitori di Cindy non sanno nulla. Gli incontri avvengono nell’appartamentino che Cindy ha ereditato dalla nonna. Le risparmio i dettagli del rapporto carnale che Cindy ha tenuto ad illustrarmi. Fatto è che il suo amante nigeriano lo ha convinto a passare un fine settimana in una villetta al mare in Toscana.
Qui il nigeriano che si fa chiamare Gary, ha minacciato Cindy che se non offriva prestazioni anali e orali ai suoi amici prostituendosi, la avrebbe malridotta e raccontato tutto ai genitori postando anche delle foto in rete.
Impaurito, Cindy è diventato un puttanello scoprendo che gli amici erano in verità africani di passaggio in Italia che volevano avere un rapporto con un ragazzino bianco.”
“Sì, va bene” sbuffò il capitano “ma questo riguarda al massimo la buon costume o un reato come la circonvenzione di incapace, ma lui era consenziente ed è quasi maggiorenne” “non mi sembra una cosa importante”. Si alzò come per invitare Mariani ad andarsene.
“Attenda capitano, questo è il prologo”. Ho altro da raccontare. “Cindy mi ha riferito che in una serata dove circolava abbondante alcool e droghe pesanti, anfetamine, allucinogeni e cocaina, gli ospiti dopo aver abusato di lui più volte avevano iniziato a straparlare vantandosi di aver stuprato delle vergini bianche e poi averle uccise per mangiare il cuore il fegato e gli organi sessuali dopo averne bevuto il sangue. Aveva anche sentito che volavano castrarlo per fare di lui una femminuccia. Così, appena si sono addormentati pieni di droga che lui in previsione di una fuga aveva abbondantemente offerto, è fuggito. Così correndo nel bosco a piedi nudi per sfuggire a è arrivato sulla provinciale dove la volante lo ha trovato. La storia è vera, veda cosa hanno trovato sul suo corpo: parti intime violate, abrasioni, tatuaggi,”
Il capitano aveva rinunciato per questione di riservatezza ad una deposizione formale e preso solo nota di fatti sul taccuino.
“Devo verificare la verità poi vedrò come procedere. Per il momento tenga nascosto Cindy. Se vuole metto sotto controllo il suo studio. Se la storia è vera, procediamo subito”
“Prof Mariani, silenzio con tutti, torni domani”. Gilardi congedò il professore e fece una telefonata.
Quella sera il professore convinse Cindy a raccontare la storia della sua avventura sino nei minimi dettagli. Dopo pianti perché malgrado tutto lei diceva di amare ancora Gary, Cindy descrisse con precisione quanto accaduto. Mariani trascrisse tutto, in particolare nomi e località. Solo per le pratiche sessuali e per certe descrizioni anatomiche usò degli eufemismi stupito di quanto sapesse un ragazzino. Alla sua età pensò Mariani per noi era un sentito dire confinante nella fantasia. Fece quattro copie della relazione è andò a dormire.
La mattina seguente Cindy lasciò la sua parte femminile agire come padrona di casa e preparò una bella colazione per Mariani.
“Meglio di quella che mi dava mia moglie!” esclamò il professore, poi si incupì pensando alla moglie da cui aveva divorziato. Moglie che alla dotazione intellettuale del marito aveva preferito la più impressionante dotazione fisica di un infermiere rumeno.
Mariani raccolse le relazioni, le mise in una borsa, raccomandò a Cindy di non aprire a nessuno. Gli lasciò il numero di cellulare e decise di andare a piedi alla sede della polizia.
Qui il capitano Gilardi lo attendeva con due persone. “Prof. Mariani, le presento il colonnello Mbuya della polizia nigeriana in rappresentanza del console e il prof. Davidovici etnologo.
Chiamerò anche il mio collega dell’antidroga.
Presero posto tutti al tavolo di riunione. Dopo il caffè e una sigaretta di meditazione, fu distribuita la relazione e dato tempo di leggerla.
Passata una mezz’ora, Gilardi richiamò l’attenzione con una nuova offerta di caffè. “Signori” iniziò il capitano, “la relazione mi sembra esaudiente. Ieri sera ritenendo improbabile quanto raccontato, ho telefonato al prof. Davidovici chiedendo chiarimenti su quello che si presume siano omicidi. Avrei pensato a un serial killer con turbe psichiche, ma il professore mi ha ritelefonato a tarda notte o primo mattino, dandomi una diversa opinione dei fatti. Lo prego perciò di ripetere quanto mi ha detto.”
Davidovici iniziò ad esporre i risultati della sua ricerca. Parlava lentamente scandendo le parole come un professore a una classe di allievi impreparati.
“La tribù Uba della etnia haussa conserva dei riti di passaggio alla maggiore età che prevedono il consumo rituale del cuore, fegato e altre parti di esseri umani all’uopo allevati. Oggi questi rituali, sotto l’influsso sia dell’Islam che della Chiesa Cattolica sono scomparsi, sostituiti da atti simbolici come una incisione rituale e ingestione di prodotti farinacei in cui vengono versate gocce di sangue. Tutta via sino agli anni 50 vi sono stati casi sporadici di cannibalismo.
Ho potuto, grazie a una raccomandazione di un porporato della Santa Sede, visionare una relazione dei viaggi del provveditore ecclesiastico Padre Ignacio Rodrigues inviato dalla Santissima Inquisizione spagnola al tempo di Filippo II avente come scopo la descrizione dei costumi del regno del Benin oggi in Nigeria.
Sembra che subito dopo la morte di Santo Francesco, alcuni monaci e suore animati da cristiana determinazione si facessero missionari per portare la Vera Fede a quegli abitanti del regno del Benin. Bene accolti, morirono in cristiana serenità colpiti d morbi pestiferi. Sopra visse solo suora Federica da Bosiano che prese a dire messa.
La traduzione nella lingua locale “Accípite et bibíte ex eo ómnes: Accípite, et manducáte ex hoc”, vennero tradotti come bevete del mio sangue e mangiate della mia carne e diventerete illuminati cioè maturi.
Morta la suora considerata santa il cui corpo mummificato viene esposto durante i riti, il rito cristiano si è mescolato ai riti demoniaci in cui il demonio ha suggerito di sacrificare una vergine bianca e se non fosse possibile dipinta di bianco. Come noi offriamo l’Ostia alla Prima Comunione, così offrire la sua carne e sangue ai partecipanti ai riti di passaggio alla maturità.
“Quindi” disse il capitano “Ritenete veritiero il racconto?”
Sì, rispose Davidovici. Con vergogna devo ammettere che abbiamo sospetti che ciò avvenga ancora confermò il colonnello Mbuya.
Stiamo attivamente cercando chi compie questi sacrifici. Per il collega dell’antidroga, non vi erano dubbi. Un drogato può fare di tutto.
Grazie rispose il capitano Gilardi. I vostri chiarimenti sono stati preziosi.
Il ministero degli interni mi autorizza a fornirvi in cambio del vostro aiuto una informazione riservata.
Quanto detto oggi ci permette di collegare diversi omicidi le cui modalità non sono state diffuse. Si tratta di giovani ragazze adolescenti i cui corpi sono stati trovati privi di cuore e fegato con i genitali asportati. I corpi sono stati sezionati o bruciati per non permettere l’identificazione. Abbiamo notato nelle zone di ritrovamento dei corpi, una presenza di nigeriani, ma nulla che permettesse di collegarli e mi ripugna collegare questi delitti con persone che nulla fanno di illegale.
Prenderemo le misure necessarie per risolvere la situazione. Questo è tutto”
Concluse Gilardi.
Il cellulare di Mariani inizio a trillare. Il professore sentì la voce di Cindy che chiedeva aiuto. Aprì il vivavoce e si sentirono le parole del ragazzo: “Aiuto! è qui...” “Chi è qui?” “E’ Gary, mi vuole uccidere e sta buttando giù la porta”. Mariani girò il cellulare verso Gilardi che disse “Calma, calma, vedremo”.
“Che cazz vedremo!” urlò Mariani, “lo stanno ammazzando!”. “Sciocco” gli rise in faccia Gilardi mentre i presenti sembravano paralizzati. “Professore, professore…sono Cindy. Non sento più niente. Ah, uno sparo, gridano polizia” e la telefonata finì.
Sapevamo che lo avrebbero seguito e abbiamo teso una trappola che come vede ha funzionato. “urlò Gilardi.
”Se ne vada” continuo abbassando la voce dopo accesa l’ennesima sigaretta “e abbia più fiducia nelle nostre capacità. Mica solo i professori sono intelligenti.”
Furono le ultime parole di Gilardi prima che a un suo cenno i poliziotti facessero uscire tutti dalla camera.
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