L'ospite di Parma (1)
di
Il viaggiatore
genere
gay
L'anno scorso ho passato tre mesi in trasferta a Parma. La mia ditta, mi ha spedito in Emilia, perchè all'ultimo momento un collega ha avuto un lutto in famiglia. Non ho avuto molto tempo di preavviso, ho fatto la valigia, chiesto ad un amica di annaffiare le piante nel mio appartamento romano e sono partito. La ditta aveva affittato una villetta su due piani abbastanza centrale, piccolo giardino sul retro, e zona abbastanza tranquilla. La prima sera che mi sono ritrovato solo a casa, ho guardato la rubrica telefonica per vedere se in quella città c'era qualche conoscente, e colpo di fortuna (di solito segno nomi e città sul telefono) ho trovato un ragazzo che un anno prima era stato mio ospite a Milano. Hicham, il mio amico, è un ragazzo che vive a Parma, di origine marocchina. L'ho conosciuto a Milano una sera che girovagavo per la città in cerca di un maschio da sbocchinare. Lui sali veloce in auto e rimase con me una settimana. Mi fece tanta compagnia, a letto era un tronco (incapace, imbranato, pure con eiaculazione precoce), ma in compenso era simpatico. Decisi di chiamarlo, giusto per fare una chiaccherata, cosi, per passare il tempo. Ci accordammo per vederci due giorni dopo al bar vicino casa mia. Passai una bella serata, mi raccontò che aveva spoosato tre mesi prima una cugina marocchina e che aspettava l'autorizzazione per farla venire in Italia, lavorava preso una ditta casearia e tante altre cose, mi chiese come me la passavo, che facevo, e le solite domande che si fanno tra "amici". Mentre eravamo al bar gli squilla il cellulare e si mette a parlare arabo. Ora, qualche parola araba la conosco, ho avuto tanti amanti arabi, marocchini e tunisini, e più volte sono stato in questi paesi di sole, mare e minchie circoncise, per cui compresi che un suo amico era nei guai. Al termine della telefonata, facendo finta di non aver compreso, gli chiesi se c'erano problemi, e lui dopo qualche minuto di silenzio, mi disse e mi racconto quanto io già avevo compreso. Anis un suo amico tunisino aveva fatto un casino con altri, non pagando la merce(...) e che doveva dei soldi a (...) insomma era in un bel casino. Chiesi se potevo fare qualcosa e il mio amico mi disse, volendo potresti ospitarlo a casa tua, è un amico fidato, tranquillo non ti darà problemi. Mi sembrò un'ottima idea e cosi Hicham richiamò Anis e lo fece venire al bar, mentre io andavo a casa ad aspettarli. Arrivarono verso mezzanotte suonarono, ma sali solo Anis poichè Hicham aveva il turno di notte al lavoro ed era impegnato. Quando entrò in casa, si presentò, mi disse di essere tunisino, in Italia senza documenti, e dall'abito e dal modo di fare a me sembrava uno spacciatore. Era molto bello, capelli ricci e corti, berretto in testa, un corpicino asciutto, un paio di adidas ai pieni nere e sporche, jens con disegnate due ali sul retro, un vero caffone. L'atteggiamento era tipico del maschio eterosessuale arabo, arrogante e stronzo. Sembrava senza "pacco", ma spesso i ragazzi tunisini o non portano le mutande oppure indossano il pigiama sotto i jeans e quindi non si riesce a capire come sono sotto. Non sono mai stato comunque attrato dal pacco gigante, dei maschi mi piace l'atteggiamento maschile, quel modo tutto loro di parlare, di toccarsi, di pisciare. Non sò se riesco a spiegarmi. Lo feci accomodare in cucina, gli feci il caffe, chiesi se aveva fame, e visto che anche io non avevo mangiato, feci una spaghettata aglio, olio e peperoncino. Ai tunisini piace piccante. Dopo cena io mi fumai una sigaretta lui si fece un cannone. Poi a dormire, io dormi nel letto matrmoniale lui sul divano nella stanza. La mattina, mi alzai e lui era già uscito. Trascorsi una giornata al lavoro, verso le 18.00 usccii, passai al supermarket vicino casa e comprai provviste per un mese. A casa però c'ero solo io. Anis non era tornato. Preparai la cena per due, ma di lui non c'era traccia, alle 22.00 cenai solo e poi stanco mi misi a dormire. Alle tre del mattino, mi svegliai di soprassalto, si era buttato nel letto vicino a me. Accesi la luce per guardare. Era ubriaco fradicio e fumato a mille!! Parlai con lui, ma non capiva un cazzo, cosi lo spogliai, prima le scarpe, le calze, i pantaloni, una tuta da ginnastica, e le mutande, la felpa non sono riuscito a toglierla. Non vi dico quanto erano luridi i suoi vestiti, e che puzza le scarpe! Alle 04.00 era in bagno, con i suoi vestiti in lavatrice e le sue zozze scarpe fuori dal balcone. Fortuna che era sabato e non avrei lavorato fino a lunedi. Mi misi a letto alle 06.00 dopo aver steso il bucato e dormi solo un paio d'ore, poi andai in centro a comprare qualcosa di carino per darlo ad Anis. Ritornai a casa per l'ora di pranzo, ma Anis ancora dormiva. Era sdraiato con la sola felpa nel letto matrimoniale, il cazzo in mostra, duro da morire. Quelle belle erezioni del mattino! Preparai il pranzo e aspettai che si svegliasse. Si alzò alle 14.00. Venne in cucina nudo, e nudo mangiò. Uno spettacolo: non riuscivo a levare lo sguardo da lui. Una meraviglia d'uomo, puzzolente comne pochi, ma uno spettacolo di tunisino. Mentre mangiava, io parlavo, e lui rispondeva con si o no, non disse molto, ma quando fu il momento del caffe, mi disse: "Hicham mi ha detto chi sei e che fai, per il tempo che sono qui, ti faccio il culo, ma a me piace la donna". Gli dissi guarda che non voglio niente, io mi accontento di averti in casa, di lavare i tuoi vestiti, di farti da mangiare, tu puoi fare quello che vuoi, per me non c'è problema, basta che non mi metti nei casini. La sua risposta fu semplice: "tu fai tutto, perchè è giusto cosi, io ti inculo". Dopo il caffe mi prese, ma io gli dissi, fatti la doccia prima, ma non ci fu niente da fare, la doccia non la fece. Si alzò in piedi io ero vicino al lavandino della cucina mi mise in ginocchio e me lo spinse in bocca. Ho pomapato per mezz'ora buona e quando finalmente credevo stesse per sborrare mi ha tirato su, messo a novanta , sputato nel buco del culo e inculato. Credo che godesse come un porco, perche sentivo il suo ansimare e finalmente, dopo dieci minuti mi venne in culo, sfilò il cazzo e andò in bagno. Io puzzavo come un maiale in un porcile, mi sdraiai sul pavimento freddo della cucina e mi feci una sega. Non sò che fece in bagno, ma la doccia sicuro no, credo che si fosse lavato cazzo e culo, ma nient'altro e sicuramente si fece la barba. Si vesti con i vestiti nuovi che gli avevo comprato il mattino e uscì di casa senza salutarmi. La sera non era ancora rientrato lasciai la cena da scaldare e alla fine mi misi a dormire. Alle quattro mi arrivo una cinghiata sulla schiena da paura. Un dolore lancinante ed improviso. Mi svegliai spaventatissimo. Anis era tornato ed incazzato. Voleva che gli facessi la cena, basta chiederlo dicevo, e lui giù una cinghiata, vai in cucina, muoviti. In cucina c'erano altri due ragazzi, credo spacciatori come lui. Parlavano tra loro un dialetto che non capivo, per non prendere altre botte, feci una cena veloce per tre e li servi per bene. Uno si chiamava Abde l'altro Moha. Due tipi con faccia da delinquenti, sporchi e puzzolenti, ma boni come il pane. Avevano una borsa con loro, Moha andò in bagno e si fece la doccia tornò in boxer, pulito e profumato, poi fu il turno di Abde, anche lui usci bello pulito e in boxer, Anis, invece si tolse i vestiti ma in bagno non entrò. Lasciarono il bagno come una cloaca, in piena notte feci le pulizie, poi i due si sitemarono in soggiorno alla meglio e io andai nel mio letto, con me c'era Anis. La prima mattina di domenica, la passai nel letto con Anis, anzi passai la notte con il cazzo di Anis nel culo. Il suo odore di sudore, mi aveva inebriato. Puzzava come una bestia immonda, ma scopava da dieci. Mi svegliai che erano le 14.00 di domenica. Feci un giro per la casa, e c'era solo Moha che guardava la tv. Gli dissi, buongiorno e lui mi rispose "Zemel (finochio), vieni qui!". Mi avvicinai a lui , mi prese la testa e la spinse sui suoi coglioni. Che tipo voleva che succhiassi solo i coglioni, se mi alzavo per prendergli in bocca il cazzo mi scostava, io succhiavo le balle di Moha e lui si faceva una languida sega! Che esperienza da liceale! Dopo la sua sborrata copiosa, si vesti ed usci anche lui. Io ero sposato e distrutto, ma felice di quella situazione improvvisa, che per anni avevo immaginato e sognato, e qui, in questa cittadina del cazzo, si erà realizzata. Sottomesso alla volontà di un tunisino, uno stronzo spacciatore che mi bobbliga a suon di botte ad esaudire le sue voglie. La mia felicità era alle stelle. Ero a mille! (se gradite il seguito scrivetelo e continuo con piacere. Questa storia come le altre storie che ho scritto, sono la storia della mia vita, nessuna delle storie che scrivo, è frutto della mia immaginazione, io non immagino, vivo e condivido. Ho cambiato solo i nomi dei maschi che mi hanno sottomesso perchè è giusto cosi. Mi scuso se scrivo male, ma vado sempre di corsa, e quello che mi passa di mente scrivo, senza revisionare, per non correggere o cancellare ciò che veramente ho vissuto).
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