La mia storia reale.

di
genere
gay

Ciò che sto per raccontare è una storia vera. Parla di me. È il mio racconto personale di come mi sono creato la mia indipendenza, di come sono maturato come uomo e persona. Di come sono arrivato a dover lasciare la famiglia e gli amici per poter seguire il mio cuore.. Ossia per poter stare con il mio uomo.
Parto dicendo che mi chiamo Mick (diminutivo del nome), ho 24 anni attualmente. Vengo dal Bangladesh, vivo in Italia dal 97'. Non sono sposato, per ovvie ragioni. In Italia come sapete è difficile. Ma convivo con il mio compagno. Lui si chiama Mahmud, Ha 43 anni, e Eritreo. Stiamo insieme da 4 anni. Ci siamo conosciuti quando ancora vivevo nella vecchia casa in zona San siro. Vi chiederete dove sta l'erotismo in tutto ciò? Giusto. Non ci sta. O meglio. C'e, ma preferisco andare per gradi. Lasciate che mi racconti ancora un po'.
Ai tempi ero alle medie, frequentavo la terza. Lui era il mio vicino di casa. Non posso dire che mi avesse colpito per la sua bellezza, anzi. Inizialmente mi faceva un po paura. Un omone, alto, grosso.. Nero.. Un vero armadio. Aveva i capelli lunghi, li portava sempre intrecciati. Stile afro, per intenderci.
Iniziammo a frequentarci di nascosto dal 2010 (questo per esigenze di trama. Fate meno 2) quando avevo appena compiuto 18 anni. Il fatto è che vengo da una famiglia Islamica, per cui il fatto che mi vedessi con un uomo, per giunta di una altra nazionalità, con un altro credo, era inconcepibile. Se ci avessero visti insieme mio padre o mia madre, mi avrebbero sparato. Per cui, Iniziai a vederlo a casa sua, come amico. Ero minorenne, per cui non parlerò di sesso prima dei 18. Lui ai tempi, aveva la donna. Io invece ero già cosciente della mia sessualità. Sapevo cosa volevo, e non era di certo lui. A quei tempi ambivo al tipico bellone italiano, occhi chiari, biondo, pieno di muscoli. Questo per potermi fare il figo con gli amici. Lui mi invitava sempre a casa sua, che stava al piano di sotto la mia. Ci eravamo conosciuti perché giocavamo a pallone nel giardinetto sotto casa. Anche se era più adulto di me, era come se fossimo coetanei. Per una cosa e l'altra, ci avvicinammo sempre di più. Iniziò a piacermi, lo frequentavo tutti i giorni. Casa sua era diventata la mia, ci andavo ogni volta con la scusa di uscire con gli amici. Fino a quel momento non ci eravamo mai spinti oltre qualche battuta sconcia riferita alla mia sessualità, lui mi prendeva sempre in giro sul mio essere "femmina", era sarcasmo il suo. Non aveva cattive intenzioni. Voleva solo provocarmi. Mangiavo e dormivo da lui spesso. Era cristiano, per mi capitava anche di dover mangiare maiale e bere alcolici. Ma poco importava. Stargli vicino era un piacere. Mi intrigava parecchio. Nella mia mente avevo iniziato ad elebabore il pensiero di me con lui, a letto a fare sesso. I miei genitori non mi davano tregua con il fatto che dovessi pregare ecc. Mi stavano veramente sul fiato sul collo. E lui invece aveva la donna che non si faceva vedere spesso. Era anche lei Eritrea. Poco male, pensavo. Iniziammo a fare l'amore per caso, quasi per gioco. Con la scusa di farsi massaggiare, si faceva fare dei gran lavori di bocca. Questo usando anche il pretesto che fossimo entrambi uomini, che quindi non i doveva essere alcuna vergogna. Io assecondavo. La cosa iniziò a farsi seria, quando una sera ero da lui. Stavamo per andare a dormire, lui nel suo letto ed io in camera degli ospiti. Chiusi gli occhi, mi stavo addormentando, quandome lo ritrovai davanti. Gli chiesi cosa stesse facendo. Disse che aveva voglia. " si slacciò i boxer e mi mise davanti la faccia il suo sesso. Voleva che me lo mettessi in bocca. Così feci. Era enorme, tutto nero, quasi come la pece. In bocca era rovente. Mi scopò la bocca per un buon quarto d'ora, dopodiché mi esplose letteralmente dentro.
scritto il
2018-10-08
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