Federica in discoteca: introduzione

di
genere
esibizionismo

Era da un po’ di tempo che non andava in discoteca. Quant’era? Forse un mese? Non lo ricordava con precisione, motivo in più per decidere di tornarci.
Federica aveva avuto così tante cose da fare in quel periodo tra l’università e il lavoretto nel negozio dei suoi genitori. Per non parlare poi del dover uscire con quel cornuto del suo ragazzo, col quale non faceva altro che uscire per mostrarsi a tutto il paese come la classica ragazza per bene. Una tutta casa e chiesa.
Temeva che se si fosse assentata per troppo tempo dal Lipstick Club avrebbe perso il suo stato di V.I.P., cosa che non voleva assolutamente che succedesse! Decise che quel sabato era il giorno perfetto per il grande ritorno, aveva una settimana abbastanza pesante davanti ma il weekend era il primo libero che aveva da tanto tempo.
Chiamò Marco: “Questo sabato voglio andare in discoteca, per che ora mi passi a prendere?”
“Dipende…se ti va di mangiare insieme prima e poi and-“
“Ma che cazzo dici, che idee ti fai. Voglio andare lì per divertirmi, mica perdere un’ora per cenare con te!”
Il poverino era davvero innamorato di lei, per cui si lasciava dire e fare di tutto, accettando tutto e non discutendo mai.
“V-va bene tesoro, può andare bene per le 10?”
“Mhm, sì dai di vediamo sabato allora.” Chiuse la chiamata con indifferenza.
Avrebbe deciso all’ultimo cosa mettere, ma come sempre, nel dubbio, meno coperta possibile era l’opzione migliore.
La settimana passò tra la noia dello studio e il tedio del negozio quasi sempre vuoto. Alla fine però il tanto atteso giorno arrivò: sabato. Quella sera sarebbe tornata nella SUA discoteca e si sarebbe finalmente potuta sfogare di tutte le frustrazioni accumulate da un mese a quella parte. Ma in quel pomeriggio freddo e uggioso la decisione importante era: cosa indossare? All’inizio pensò di mandare il cornuto di Marco a comprarle un vestito da gran serata, tanto la sua famiglia era piena di soldi e lui girava sempre con non meno di 500€ in tasca. Ma non voleva averci a che fare fino a quella sera, troppo faticoso. Decise quindi di andare per un semplice ma sempre molto provocante top nero abbinato a dei jeans decisamente aderenti, che mettessero in risalto il suo culo sodo e marmoreo.
Il telefono squillò. Federica guardò il nome sullo schermo: Marco. “Cosa cazzo vuole adesso?” sospirò tra sé.
“Sì dimmi”
“Ciao tesoro, senti per te sarebbe un problema se passassi un po’ prima? Non ci siamo visti questa settimana e vorrei stare un po’ con te…”
“Oh Marco” disse lei, falsamente dolce “E’ vero che non ci siamo visti questa settimana, ma avrai tempo di stare con me mentre andiamo in discoteca!”
“Sì, ok ma…non è la stessa cosa”
“Prendere o lasciare” rispose lei secca. Poi chiuse la chiamata: sapeva che il coglione non le avrebbe mai detto di no, e sarebbe passato a prenderla alle dieci, come concordato. Da bravo cagnolino quale era.
Il resto del pomeriggio passò tra sgrillettate davanti al PC e qualche chiamata ai fedelissimi del Lipstick per far girare la notizia del suo ritorno quella sera. A cena fu decisamente silenziosa, non che i suoi se ne preoccupassero più di tanto. Non parlavano comunque mai a tavola. Federica pensava solo a tutto ciò che avrebbe fatto quella sera, non vedeva l’ora di dare finalmente sfogo a tutte le sue frustrazioni!
“Vado a cambiarmi che tra poco passa a prendermi Marco!” annunciò alzandosi da tavola
“Ah ok, divertitevi!” Fu la sola risposta di sua madre, suo padre non chiese nemmeno cosa andassero a fare, ormai aveva smesso.
Federica entrò in camera, si vestì e, da provocatrice qual’era, decise di mandare una foto su Snapchat a Marco: indossava un top nero, striminzito, che copriva a malapena i suoi seni. Sembravano quelli di un'adolescente nonostante avesse vent'anni ormai, ma le sue tette erano comunque belle sode e riempivano bene il reggiseno. Tutta la sua pancia era scoperta, mentre sotto indossava dei jeans neri molto attillati che avvolgevano perfettamente le sue gambe atletiche. La riga di testo recitava: "Pronta! Ti piace il mio vestito? ;)"
Il solo immaginarlo col cazzo duro mentre cercava di guidare fino a lì mentre guardava la foto faceva sorridere Federica. Lo trovava davvero divertente.
Aspettò circa mezz’ora prima che il telefono squillasse. Come sempre aveva fatto quando era venuta a farsi prendere da Marco, non rispose nemmeno per dire che stava scendendo. Uscì dalla camera, salutò i suoi, e si chiuse la porta alle spalle.
“Ciao! Allora vedo che sei bella in tiro e carica per stasera” sogghignò lui, guardandola con molto desiderio. Non gli capitava quasi mai di poter ammirare la sua nuda carne e mai gliela mostrava nella realtà ad ogni modo.
“Ciao Marco, sì mi sento abbastanza fremente per stasera, quindi vedi di partire” rispose seccamente lei, non senza prima notare la timida erezione di Marco. Non le interessava nè scoparlo nè prenderglielo in bocca, sapeva che era troppo piccolo per poterle dare alcun piacere, e lui di certo non compensava con modi di fare affascinanti né prestazioni da professionista. Durante il viaggio interagirono poco, eppure lui si sentiva altamente onorato di averla li di fianco a sé in macchina. Si sentiva il suo cavaliere. Era stupidamente felice di ciò. Federica di contro, lo ignorò per mettersi a mandare gli ultimi messaggi ai suoi amici del Lipstick Club ed invitarne quanti più possibile.
Arrivarono al parcheggio, lei guardò l’ora: le dieci precise.
“Wow sei stato veloce” disse fingendosi sorpresa
“Hai visto?” sorrise lui al complimento
“In effetti non mi stupisce più da tanto, da quello che mi ha detto la tua ex sei veloce in tutto ciò che fai…Flash Gordon” lo prese in giro lei
Marco incassò il colpo e non rispose. Ma sentirsi chiamare col nomignolo che gli aveva affibbiato la sua ex dopo le loro prime scopate fece male, molto male. Anche perché poi la troia era andata a spargere la voce e da allora qualsiasi ragazza avesse tentato di abbordare gli rispondeva picche, ridendo e prendendolo in giro.
Usciti dalla macchina si diressero verso l’entrata principale. La fila era a dir poco chilometrica, ma Federica con nonchalance si diresse dritta nella colonna di persone, facendosi largo e chiedendo scusa ad un paio di ragazzi ai quali inciampò addosso, permettendo loro di rialzarla con qualche “mano morta” qui e là. Mentre raggiungevano la testa della fila Marco notò più di una volta diversi ragazzi che, al passaggio di lei, strabuzzavano gli occhi, sorridevano e poi sgomitavano i compagni per far notare loro la ragazza. Non era più abituato a tutta quella pantomima, ma sapeva che era così ogni volta che andavano in quel posto. Una volta davanti all’entrata si trovarono di fronte il bodyguard di turno, il solito energumeno nero, alto quasi due metri e dal fisico muscoloso ed imponente.
“Ciao Fede!” salutò lui senza battere ciglio
“Ciao Anton!” rispose lei, alzandosi in punta di piedi e propendendosi in avanti per dargli un bacio sulla guancia. Il fatto che indossasse quei jeans aderenti e quelle scarpe dal tacco vertiginoso rendeva lo spettacolo del suo culo ancora migliore, soprattutto per tutti i ragazzi nelle retrovie che, allungando il collo, ricevevano solo delle gomitate nelle costole dalle proprie ragazze.
“Pensavo fosse finalmente scomparsa quella troia” sommesso provenne da un gruppo di ragazze proprio dietro Marco. Una volta conclusi i convenevoli Anton fece entrare Federica. Marco, distratto dal pensiero di quel culo così perfetto a pochi metri da lui poco prima, fece per seguirla ma andò a schiantarsi contro un ammasso di muscoli d’ebano e cattive intenzioni.
“Dove credi di andare? Solo le ragazze entrano gratis”
Marco aveva totalmente rimosso ciò.
“Hai ragione scusa” Rispose sommessamente. Poi guardò in alto per incrociare lo sguardo del buttafuori.
“Posso almeno evitare di fare tutta la fila?”
Il buttafuori restò in silenzio per un attimo, poi guardo verso il collega appoggiato al muro dell’entrata, intento a fumare una sigaretta. Si scambiarono un cenno. Tanto bastò.
“Guarda, sei solo fortunato che sei con lei” tagliò corto Anton.
“Grazie!” è l’unica cosa che seppe rispondere Marco, tra gli sguardi spazientiti dei ragazzi che ora fremevano per entrare e quelli delle ragazze che bruciavano di invidia.
Le luci al neon rosse, rosa, verdi e blu, il lungo bancone da bar sul lato destro, l’enorme pista da ballo dove in tanti già si stavano scatenando, il privè dietro il palco delle cubiste sulla sinistra…era tutto al proprio posto, come sempre era stato d’altronde.
Parlando di cose al proprio posto: Federica si era già liberata dalla giacchetta leggera che indossava, mettendo in mostra il suo fisico tonico ed i suoi addominali ben definiti; era al bar a chiaccherare con i baristi, scambiando convenevoli e battute. Marco la raggiunse.
“Ciao” salutò
“Hey!” rispose il barista, a malapena guardandolo. Poi tornò a parlare con Federica. Lei si accorse solo dopo cinque minuti buoni che lui era lì di fianco.
“Ah ce l’hai fatta ad entrare alla fine!” mostrando, come suo solito, falso stupore misto a presa in giro.
“Già…” fu l’unica risposta
“Dai adesso fai il bravo e siediti qui che io vado a scaldarmi un pochino” disse lei. Dopodichè si alzò e si diresse dritta verso la pista da ballo, più precisamente verso il centro di un gruppo di otto ragazzi che stavano guardandosi in giro in cerca di carne fresca.
Marco guardò il culo di lei allontanarsi, sospirò e si girò verso il barman.
“Mi fai un gin tonic per favore?”
scritto il
2018-10-21
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