Alessandra e geova 9 e 10

di
genere
incesti

CAPITOLO 9

Alessandra si era svegliata anche quella mattina con una gran voglia e necessità di cazzo. Si rendeva conto di non poterne più fare a meno. Era il suo pensiero fisso quotidiano. Da mesi andava avanti la perversa relazione con suo padre, le piaceva poter dominare a proprio piacimento le emozioni e le pulsazioni di quell'uomo più grande di lei.
Le piaceva sentire il suo enorme uccello sfondare ogni buco del corpo.
Si era svegliata con la voglia di cazzo e sperma. Ne aveva bisogno, aveva bisogno di quel liquido caldo giù per la gola sin dalla prima colazione.

Ormai per lei sborra e caffè avevano lo stesso benefico sul fisico. Da quando si faceva venire copiosamente sul viso le erano pure spariti gli ultimi residui brufoli adolescenziali.
Era sempre più femmina nel corpo e nella mente, il suo attuale animo perverso aveva preso il sopravvento sulla brava ragazza che era un tempo. Se agli inizi l'odore e il sapore del liquido maschile ogni tanto le faceva senso, ora lo sperma rappresentava per lei un gustoso nettare da assaporare come fosse del prelibato e raffinato cibo costoso.
Le piaceva sentire i maschi venire nella sua boccuccia non più santa, le piaceva quando colando dalle labbra, lo sperma le scendeva fin giù nel collo e tra le tette. Ed era bello vedersi lo schizzo di sborra arrivarle in faccia e coprirle ogni angolo della testa, dei capelli. Voleva berne sempre più, quando non lo aveva le mancava. Avrebbe voluto attaccarsi al cazzo di ogni uomo come si fa alle fontanelle e dissetarsi di sborra fino a sazietà.
Era la domenica dedicata all'assemblea.
Sua madre stava preparandosi in bagno, agghindata come un albero di natale, più che una donna elegante e raffinata sembrava una vecchia bagascia sulla via del tramonto che aspettava l'ultimo cliente in qualche sperduta statale di campagna.
Carlo era in cucina, come al suo solito preparava la colazione per l'intera famiglia. Per lui era una giornata speciale, dopo molti anni come anziano era riuscito finalmente ad avere una parte per l'assemblea e quella domenica era il grande giorno. Merito soprattutto di quella busta coi soldini che aveva dato al Sorvegliante per essere scelto per quel ruolo di prestigio. Il discorso del battesimo tra i testimoni di geova è uno dei più ambiti tra gli anziani, mezz'ora di palcoscenico garantito.
Alessandra era contenta per le soddisfazioni del padre. Lo vedeva sereno e questo garantiva serenità pure a lei. Entrò in cucina vestita solo della camicia da notte e lanciò un'occhiata maliziosa a Carlo che stava bevendo il caffè al tavolo.
Alessandra si avvicinò al padre e gli diede un bel bacio sulla bocca, tanto sua madre non poteva vederli.

Ho voglia di succhiartelo ...- sussurrò lei.
Cazzo Alessandra, fra due ore dobbiamo essere in sala assemblee... Vuoi rovinarmi la concentrazione, devo anche fare il discorso? Non riuscirei a farlo se mi spompini...

Col padre ancora seduto, Alessandra si sollevò leggermente la camicetta da notte, non aveva le mutandine, un sottilissimo giardino di peli neri era lì in bella vista.
Prese la mano del padre e se la mise proprio sulla figa, massaggiandola con malizia, tenendola stretta stretta ai suoi preziosi buchini.
Carlo era eccitato, infilò un dito nella figa della figlia e cominciò a masturbarla a movimenti regolari mentre Alessandra tratteneva l'eccitazione ansimando in silenzio. Si mise l'indice in bocca e tenendolo tra le sue labbra cominciò a leccarlo simulando un pompino.

Alle 8 in punto arrivarono in sala assemblee, suo padre dopo aver parcheggiato l'automobile andò a parlare con gli altri anziani mentre Alessandra e sua madre cercavano tre posti per sedersi nel grande uditorio.
Mancavano pochi minuti all'inizio dell'assemblea, la grande sala era invasa dalle note dei cantici che introducevano l'inizio della sessione mattutina, a breve ci sarebbe stata la preghiera iniziale. Alessandra era di turno ai bagni dei maschi quella mattina, insieme ad altre sorelle.
Mentre la nel grande uditorio parlavano di Armageddon e nuovo mondo lei era confinata nei cessi a pulire il piscio dei fratelli.
Mancava poco alla preghiera, il cantico era appena finito, dal grande uditorio iniziava a serpeggiare un timoroso silenzio di rispetto.
Fu un lampo per Alessandra. Suo padre era entrato in bagno, era talmente agitato ed emozionato per il discorso del battesimo che avrebbe dovuto fare alle 11e30 che sentiva continuamente di dover andare a pisciare.
Le sorelle erano già in posizione "preghiera", a testa china, poco fuori dal bagno, Alessandra era rimasta dentro, ancora con i guantini in lattice sulle mani.
Non era molto rispettoso verso Dio pisciare durante la preghiera ma Carlo aveva il cazzo in fiamme e doveva svuotarsi.
Incrociò lo sguardo della figlia, lei chinava la testa e ascoltava la preghiera diffusa dagli altoparlanti, lui entrava di fretta in uno dei bagni per poter pisciare.
Un lampo perverso illuminò gli occhietti di Alessandra. Il padre dalla fretta non aveva chiuso la porticina, ci si infilò dentro, lui rimase sorpreso, aveva il cazzo appena fuori dalla patta dei pantaloni.
Alessandra chiuse la porticina con il lucchetto, in due ci si stava comunque comodi in quei bagni, si inginocchiò e ancora con su i guantini iniziò a toccare il cazzo di suo padre.

Pisciami in bocca

Carlo era sorpreso e allibito dalla sfrontata perversione della figlia ma non se lo lasciò ripetere due volte.
Alessandra aveva aperto completamente la bocca e allungato l'intera lingua fuori dalle labbra, aspettando il getto di piscia.
Carlo prese in mano il cazzo e liberò un'enorme quantitativo di piscia nella bocca di Alessandra che soffocando il naturale istinto a vomitare ingoiò quel caldo liquido giallognolo in un momento.
Carlo era eccitatissimo, se li avessero beccati altro che disassociati, sai che scandalo veniva fuori.
E a tre metri da quel cesso incestuoso c'erano le sorelle del reparto pulizia bagni che li avrebbero scoperti.
Si sentì un convinto AMEN provenire dall'uditorio, la preghiera era terminata, stava per essere presentato il primo oratore. Carlo era troppo eccitato , la figlia era ancora inginocchiata e lo guardava maliziosa, con la bocca che puzzava di piscio e le guance sporcare da qualche goccia impertinente che era schizzata via dalla sua lingua.
Sempre con il cazzo ancora duro in mano Carlo iniziò a masturbarsi freneticamente sulla faccia di Alessandra, che teneva gli occhi aperti per gustarsi la perversa scena a cui stava partecipando. Carlo le disse sottovoce di ingoiare la sborra che sarebbe uscita di lì a poco, voleva vedere la figlia raccogliere ogni sua goccia sulle labbra, sulla lingua, tra i denti, fin giù nella gola . Prese la testa della figlia tra le mani, stringendole forte i capelli e avvicinandola sempre più al suo uccello, poi puntò senza paura il cazzo dritto nella bocca della figlia e le venne in gola, liberandosi di un sacco di sperma caldo e appiccicoso.
Alessandra aveva ingoiato tutto con soddisfazione, la schiuma bianca rimasta le colava dai lati della bocca, ed era tutta spettinata.
La sua bella figlia ventenne era lì, inginocchiata, con la bocca che sapeva della sua piscia e della sua sborra. Li nel cesso della sala assemblee...

Il toc toc sulla porta si fermò prima che Alessandra e suo padre potessero essere scoperti. Erano in religioso silenzio, è il caso di dirlo.
Alessandra era ancora inginocchiata, il viso leggermente sporco di sborra e piscio. Suo padre non era riuscito a indirizzare tutto il getto liquido della sua sborra nella bocca e alcuni schizzi le erano arrivati in faccia, qualcuno addirittura nella casta e appena accennata scollatura della camicetta. Entrambi trattenevano il respiro, il rischio di essere scoperti era troppo alto e i guai che ne sarebbero conseguiti non avrebbero mai avuto fine.
Il cazzo di Carlo ciondolava verso il basso attratto dalla forza di gravità.
Cessarono i toc toc sulla porta e d'improvviso non si sentirono più nemmeno delle voci parlottare in lontananza.

Sembrava che nessuno avesse fatto veramente caso a Carlo che entrava in bagno, le sorelle erano assorte nella preghiera, il bagno dei maschi era incredibilmente vuoto. Dovevano correre il rischio e uscire da quella scomoda situazione.
Carlo si sistemò i pantaloni, controllando non ci fossero compromettenti schizzi di piscia o sperma, poi aprì lentamente la porticina e scivolò fuori con passo felpato. Uscì dalla porta principale del bagno e nessuno lo vide, le sorelle del reparto pulizie addette al bagno degli uomini si erano allontanate dalla postazione per andare a prendere dei detergenti e la strada era libera, Carlo ne approfittò quindi per allontanarsi alla svelta senza dare nell'occhio. Alessandra uscì pure lei dalla porticina del bagno e andò subito a lavarsi la faccia nel lavandino. Si guardò soddisfatta allo specchio. L'alito le puzzava ancora di piscio e di sborra, per fortuna aveva sempre con sé delle mentine, come le aveva suggerito un'amica e poté mascherare l'odore compromettente che usciva dalla sua bocca.
Più si guardava allo specchio e più provava un senso di folle soddisfazione nella sua perversa condotta sessuale.
Un pompino a suo padre era già di per sé una cosa inaudita, farlo poi nei bagni della sala assemblee con un migliaio di persone intorno e durante la preghiera iniziale era un atto di per sé eroico oltre che di grande impatto erotico. Decise di aspettare le sorelle del reparto pulizie davanti all'ingresso, nessuna aveva probabilmente fatto caso alla sua temporanea assenza.
Aveva ancora un po' dello sperma del padre tra i denti, il sapore sembrava non andar mai via. Si passò le dita sulle gengive, leccò il rimasuglio di sborra che aveva sulle unghie e passandosi la lingua in bocca controllava non ci fosse altro liquido seminale nel suo cavo orale.
Da quando poi il padre aveva seguito il suo consiglio di mangiare ananas più spesso, lo sperma aveva guadagnato un sapore molto più delizioso e non aspro come agli inizi. D'altronde sua madre era una donna fredda e bigotta, non succhiava mai il cazzo al marito, riteneva non fosse onorevole per una testimone di geova utilizzare il membro maschile come oggetto da infilare in bocca. Nessuna Tdg formalmente faceva pompini, tutte la schifavano come pratica, era immorale e andava contro i principi di Dio. Poi nel privato, tolte le vesti bigotte da usare in pubblico chissà come da brave pioniere regolari si trasformavano in esperte e lussuriose succhiacazzi.
Sua madre no, era troppo legata a mantenere la sua rigida immagine anche in famiglia, per questo suo padre aveva cominciato a cercare il divertimento sessuale altrove, prima con il dejavu omosessuale con Gianni e poi con la figlia e
la sua migliore amica, Marianna.

Carlo era tornato a sedersi al proprio posto a fianco della moglie, nel centro della grande sala assemblee.
Angela lo vide leggermente agitato ma pensava fosse l'emozione per il discorso del battesimo che avrebbe dovuto tenere da lì ad un paio d'ore, non poteva immaginare che si era fatto ciucciare il pisello durante la preghiera iniziale, dalla propria figlia ventenne nei cesso della sala assemblee.

Erano ormai le 11e15, Carlo aspettava il proprio turno nello spazio dietro al podio, dove un team di sorelle sistemavano le acconciature dei fratelli che salissero sul podio.
Tra le ragazze incaricate a sistemare il look dei fratelli c'era pure Marianna. Vide il suo anziano visibilmente agitato, era emozionato più del dovuto, una cosa era fare i discorsi della domenica in sala, dove al massimo c'erano 80 persone, un'altra cosa era trovarsi più di 1000 persone ad ascoltarti e ad osservarti per mezz'ora mentre pronunciavi il discorso più importante dell'intero programma di quel weekend.

Marianna conosceva Carlo da una vita, era stata spesso a casa di Alessandra, erano amiche, coetanee, complici di quei giochi perversi che da tempo avevano reso molto più intrigante la congregazione. Marianna e Carlo avevano pure condiviso quella gratificante esperienza sessuale durante il comitato giudiziario della stessa Marianna, comitato che era degenerato in una complessa e perversa orgia in cui tre anziani e due ragazzine avevano fatto sesso sfrenato nella saletta anziani della sala del regno.

Mancavano dieci minuti prima del suo ingresso in scena. Carlo camminava su e giù per il piccolo corridoio dell'antipodio. Alcuni fratelli commentavano i discorsi precedenti, annoiati, in un angolo del corridoio.
Marianna si avvicinò a Carlo per sistemare il nodo alla cravatta. Avvicinandosi al padre dell'amica vide tutta l'agitazione sul collo sudato dell'uomo. Aveva veramente un buon profumo la ragazza, averla così vicino proiettava Carlo verso stimoli diversi da quelli a cui era chiamato a pronunciare dal podio davanti a un migliaio di persone. Marianna aveva un corpo sensuale, un corpo sodo e morbido allo stesso tempo. I capelli lunghi cadevano delicati sulle spalle, si intravedevano appena la pelle del collo e la dolce e comoda insenatura che portava dritta dritta allo spazio tra le due belle tettine della ragazza.
E Marianna era veramente un pezzo di figa da prima pagina, un po' come la figlia. Aveva veramente due belle tette da ragazza di 20anni. Assomigliava terribilmente ad Alessandra.
Più ci pensava e più doveva distogliere lo sguardo da lei per non cadere in tentazione.

Sei più agitato del solito Carlo... Emozionato per il privilegio di fare il discorso del battesimo?
Non sai quanto Marianna. Son tutto sudato, ho paura di non farcela davvero. Ci vorrebbe un aiuto dall'alto...

Carlo continuava a farsi sistemare la cravatta e il vestito, doveva far bella figura sul podio.
Avrebbe voluto fare una battuta ambigua a Marianna, più che dell'aiuto dall'alto aveva bisogno di un aiutino dal basso...magari una bella ragazza come lei che scendeva a succhiargli il pisello per allentare la tensione. Ma il momento era serio, sacro, importante. Aveva faticato una vita in quella cazzo di organizzazione per arrivare alla soddisfazione che stava per avere oggi. Anni di sacrifici e privazioni ripagati con questa grande occasione di pronunciare il discorso del battesimo in assemblea. C'erano addirittura anziani che pagano fior di soldini ai sorveglianti per essere scelti come oratori in assemblea, soprattutto per fare quei discorsi ritenuti “importanti”. Quelli per cui poi migliaia di persone ti acclamano come un divo del cinema o della televisione.

Ripassava mentalmente le parti salienti del discorso, quelle in cui avrebbe incoraggiato i battezzandi a far loro nel cuore la vita da testimone di Geova che stavano per intraprendere col battesimo pubblico.
“Quante cazzate” - pensava dentro se Carlo - “Devo incoraggiare questi poveracci a fare la stessa vita del cazzo che facciamo da anni. Devo incoraggiarli a servire un dio che non esiste, a dedicare la vita a questa grande truffa organizzata. Li devo incoraggiare ad essere infelici e ipocriti come me”.
I pensieri però continuavano a cadere, come gli occhi, su quelle belle e giovani tettine che aveva vicino. Già una volta Carlo aveva assaggiato il sapore di buono che emanava il corpo di Marianna. Le era già entrato in bocca e nel culo una volta, sapeva bene come dietro a quello sguardo angelico ci fosse l'animo di una puttana selvaggia, una ragazza perennemente in calore e alla ricerca del massimo dell'eccitazione possibile.
Non poteva in quel momento, c'erano altre cose di cui occuparsi e pensare, ma se avesse potuto avrebbe baciato la ragazza sul collo, sui seni, le avrebbe leccato la figa e le avrebbe messo il cazzo tra quelle belle tettine, facendolo scorrere su e giù in quel benedetto solco femminile, quella valle beata tra i seni adattissimi a a ricevere il suo sperma come un fiume di latte e miele. Carlo era in fase eccitamento, non più solo la figlia, ma anche quest'altra giovane puledra riusciva a fargli venire il cazzo terribilmente duro.

Marianna sorrise. Stava sistemando il collo della cravatta quando si accorse, spostando lo sguardo verso il basso, che Carlo si stava vistosamente eccitando, sentiva il cazzo di lui allungarsi da sotto i pantaloni e avvicinarsi alla sua gonna. Le carezze e la vicinanza della ragazza glielo stavano facendo diventare duro. Carlo se ne accorse e non poté che imbarazzarsi. Mancavano 10 minuti al suo discorso, non poteva presentarsi sul podio col cazzo in tiro. Già si era fatto spompinare in bagno da sua figlia durante la preghiera, una vistosa erezione pronunciando il discorso sarebbe stata troppo anche per un diavolo perverso com'era diventato.
Marianna non si imbarazzò, già aveva condiviso cose ancora più intime col proprio anziano, ma sapeva di dover trovare una soluzione alla svelta. Per fortuna le persone dietro al podio non stavano badando molto a Marianna e Carlo. La ragazza fece un cenno a Carlo e lo invitò a seguirlo dentro una stanzetta vuota lì vicino. Era la saletta privata del sorvegliante, ma in quel momento era impegnato coi fratelli in qualche conversazione e la stanzetta era rimasta miracolosamente vuota.
Marianna chiuse la porta dietro se, dopo che Carlo era entrato.

Ti aiuto a toglierti dall'imbarazzo del cazzo in tiro - disse a bassa voce Marianna tenendo per mano Carlo con fare rassicurante - Non voglio che fai una figuraccia davanti a tutti... E poi io e te abbiamo già un segreto da nascondere... Uno in più non guasta mica...

Carlo vide Marianna abbassarsi e slacciargli i pantaloni, proprio come aveva fatto sua figlia quella mattina.
Mancavano si e no 8 minuti, doveva fare in frettissima.
Prese il cazzo di Carlo nella mano destra e cominciò a masturbarlo velocemente per farlo venire il più presto possibile. Ogni tanto avvicinava la bocca al cazzo per farlo eccitare ancora di più e farlo sborrare più velocemente. Le labbra di lei lo sfioravano con delicata passione proprio sulla punta della cappella.

Nel frattempo pure Alessandra era arrivata nel retro palco per salutare suo padre prima del discorso. Voleva scattare un selfie ricordo da mettere su whatsapp per ricordare quel gran giorno. Non riusciva a trovarlo, chiese in giro ai fratelli del retro palco e le dissero che probabilmente qualche sorella stava sistemando il trucco e la cravatta di suo padre prima di salire sul podio.
Stava girando nel retro palco da qualche minuto quando notò che una delle salette era chiusa.
"Magari sta finendo di ripassarsi il discorso lì dentro" - pensò Alessandra.

Aprì la porta e in effetti trovò suo padre. Ma non era a ripassare il discorso. Mancavano 5 minuti all'evento teocratico più importante della sua carriera e dov'era Carlo? A farsi spompinare e masturbare dalla sua amica Marianna nella stanzetta del sorvegliante, li inebetito con i pantaloni abbassati e l'enorme uccello in tiro.
Marianna fece cenno ad Alessandra di chiudere la porta e di venir lì ad aiutarla.

Abbiamo avuto un'emergenza - disse Marianna sfilandosi il cazzo ancora umido dalla bocca. - Tuo padre ha avuto un'erezione mentre gli sistemavo il colletto. Sto facendo in modo di farlo venire velocemente altrimenti sale sul podio col cazzo in tiro.

Carlo annuì col mento e cercava di sborrare, in modo da poter salire tranquillamente sul podio e non con 20 centimetri di cazzo che sporgevano dai pantaloni.
Alessandra non si perse d'animo, quella era davvero una grossa emergenza.
Il cazzo era davvero bello duro e lucente, ben lubrificato e inumidito dalla bocca di Marianna. Bisognava solo terminare l'opera. Era una lotta contro il tempo. Mancavano solo 4 minuti, poi l'avrebbero chiamato per salire sul podio. Si gettò quindi in ginocchio nuovamente, come aveva fatto quella stessa mattina e con vorace golosità prese in bocca tutto il cazzo di suo padre mentre Marianna l'aiutava accarezzando le enormi palle pelose di Carlo. Alessandra si ficcò tutto il cazzo in gola, fin quasi a non respirare. Era enorme, la soffocava, un misto di saliva e altri liquidi le uscivano dai lati delle labbra. Mancavano solo 3 minuti, dovevano fare in fretta. Marianna andò allora alle spalle di Carlo e mentre Alessandra continuava a succhiare con voracità infilò la sua lingua tra il buco del culo e le palle di lui provocandogli all'istante un enorme piacere. Carlo sentiva di avere proprio la sborra in punta di fucile, sentiva il cazzo caricarsi, pronto a far scoppiare quel carico di sperma nuovamente nella bocca della figlia.
Mancavano solo due minuti, Carlo chiuse gli occhi e prese fra le mani la testa della figlia e la spinse contro il suo uccello con una forza straripante. L'intero pisello era nella gola di Alessandra, quando la ragazza sentì il getto caldo attraversarle la gola ebbe un conato di vomito e rischio di non riuscire a deglutire tutta la sborra perché le era andata di traverso.
Mancava un solo minuto, ma Carlo pur visibilmente scosso era riuscito a venire ed il cazzo era nuovamente di misure normali. Mentre Alessandra cercava di mandar giù la sborra che le era rimasta in bocca, Marianna aiutò Carlo a rimettersi i pantaloni in modo che potesse andare a fare il suo bel discorso senza problemi.
Carlo accennò un saluto alle due ragazze e uscì dalla porta, appena in tempo, due fratelli lo stavano cercando perché da lì a poco sarebbe stato annunciato il suo nome e avrebbe dovuto salire sul podio per pronunciare il discorso del battesimo.
Mentre Carlo saliva sul podio, Alessandra e Marianna erano ancora nella stanzetta a guardarsi e a sorridere maliziosamente, erano riuscite nella loro missione. Quella era stata sicuramente la loro assemblea più interessante e produttiva.
Si scambiarono un'occhiata e poi abbracciandosi sentirono il pulsare dei propri seni turgidi sotto le camicette. Alessandra allungò la bocca verso Marianna e si diedero un lungo appassionato bacio. Tra saliva, piscia e sborra, Alessandra aveva la bocca che odorava di mille fragranze diverse...
Si scambiarono i liquidi tra la bocca di una e la bocca dell'altra. Mentre nessuno poteva osservarle e nessuno poteva immaginare quel che stava accadendo si infilarono le dita sotto le gonnelline, cercarono le mutandine e si fecero reciprocamente un ditalino.

CAPITOLO 10

Una leggera pioggia stava rovinando i piani di Alessandra per quel pomeriggio. Aveva appena finito di mangiare quando le squillò il telefono. Marianna non poteva uscire in servizio con lei quel pomeriggio, a causa della pioggia, non voleva ammalarsi. Le aveva mandato un messaggio Whatsapp pieno di baci, scuse ed emoticons.
Era a casa da sola, suo padre era al lavoro, sua madre era andata a fare delle commissioni e non sarebbe tornata prima delle quattro.
Si era fatta la doccia. L'acqua le scendeva dai capelli alle spalle e andava a sfiorarle con delicatezza i peli della figa. Chiuse gli occhi e poggiando la schiena al muro cercò la fessura tra i peli e cominciò a masturbarsi, delicatamente, così come sanno fare le donne. Penetrava la sua passerina con forza, aggiungendo poi un secondo dito, per dare ancora più energia alla Pene trazione, come se ci fosse stato un lungo e grosso cazzo e a scoparla. Si masturbava con forza ora, penetrando la figa pelosa con grande volontà, dal piacere si morde a le labbra, finché arrivò la punta dell'orgasmo in testa.

Lei si era presa l'intera giornata libera, doveva uscire in predicazione, aveva fatto poche ore durante il mese e pensava di recuperare un po'.
Fece qualche tentativo via Whatsapp, cercando una sorella a cui unirsi per il pomeriggio ma non trovò nessuna disponibile.
Sarebbe uscita da sola, non era un grosso problema, doveva finire un paio di case in una viuzza del centro, avrebbe fatto quello, contando pure il tragitto a piedi da casa a quel quartiere si potevano tranquillamente segnare due ore di servizio.
Si incamminò verso il centro del paese, non era troppo distante dalla sua abitazione. Quella leggera pioggia dava un po' fastidio ma si era coperta bene e si era portata appresso pure l'ombrello, non voleva né bagnarsi né rovinarsi i capelli. Sentiva solo un po' di fresco alle gambe, dovendo portare obbligatoriamente la gonna. Il venticello fresco le risaliva la gonna e andava a toccarle le mutandine, procurandole degli spasmi di godimento, ma era lì per altro e non doveva soffermarsi su certi pensieri.
Arrivò in centro in meno di venti minuti, era primo pomeriggio, il paese sonnecchiava ancora, non c'era un'anima viva in giro neanche a pagarla. Un paio di isolati e sarebbe arrivata in via Garibaldi, dove le mancavano giusto un paio di piccoli condomini da citofonare.
Si fermò a guardare sul telefono le note che si era scritta l'ultima volta che era stata a predicare su quel territorio.
Scorse velocemente i numeri civici che si era segnata, i primi palazzi della Via erano stati completati, aveva citofonato a tutte le famiglie, quasi nessuno aveva accettato riviste o volantini. Cancellò alcuni dei cognomi che si era memorizzata sull'applicazione del telefonino che aiutava i testimoni di geova a ricordarsi cosa facevano in servizio. Ci avrebbe pensato qualche altro fratello della sala a contattarli di nuovo.
Andò al numero 20 di via Garibaldi, il citofono era piccolo, ci vivevano solo tre famiglie.
Sembrava una palazzina benestante, poteva darsi che fossero tutti un'unica famiglia, sul citofono infatti, i cognomi riportati erano gli stessi.
Ai primi 2 non rispose nessuno, forse erano a lavoro, d'altronde erano le due e mezza del pomeriggio. Riparata da un piccolo tettuccio posto sopra il citofono, tirò fuori il telefono e segnò i cognomi e a fianco la dicitura ASSENTI. Provò a suonare l'ultimo pulsante, convinta che non avrebbe trovato nessuno pure lì.
Aspetto qualche secondo, poi una voce metallica uscì dal piccolo altoparlante del citofono.

Chi è?
Salve, scusi se l'ho disturbata. Mi chiamo Alessandra e sono una volontaria cristiana e...
Alt, alt la fermo subito signorina. Non mi interessa.
Come non le interessa? Non le ho neanche detto perché son qui...
Vi conosco già. Testimoni di Geova?
Si, sono una testimone di geova e volevo solo lasciarle un volantino nella cassetta della posta se me lo permette...
Guardi, non mi interessano queste cose di religione. La ringrazio ma non mi serve. Salve.

La conversazione al citofono era ormai conclusa quando dall'altra parte, si aprì nuovamente la comunicazione e la voce metallica tornò a parlare.

- È ancora lì signorina?

Alessandra si era mossa solo di qualche centimetro per recuperare l'ombrello poggiato al muro, quindi poté rispondere.

Si sono qui... Ma non si preoccupi stavo andando via...
Ma no, ma no, non volevo cacciarti, tranquilla. Senti un attimo, tanto fuori piove e mi spiace che siete lì a prendervi la pioggia. Salite a bere un caffè, mi lasciate il volantino e poi tornate a fare quello che fate.

Alessandra era titubante, la voce era quella di un uomo, e poi era sola, in questi casi consigliano di essere prudenti e di non dare eccessiva confidenza. In effetti però fuori pioveva e l'acqua non accennava a fermarsi. Una piccola sosta al caldo e all'asciutto non le avrebbe fatto male.
Decise di accettare e si affrettò a rispondere.

OK signor...
... Francesco. Mi chiamo Francesco.
Bene signor Francesco, sono da sola, non sono in due come facciamo di solito in servizio. Se a lei va bene salgo.
Assolutamente. Sali pure. Ti riposi un attimo almeno. Ti apro la porta. Terzo piano.

Alessandra si affrettò a chiudere la borsetta ed entrò. Salì le scale velocemente, la porta dell'abitazione del signor Francesco era già aperta e lui la stava aspettando all'ingresso.
Le fece gesto di entrare, accompagnato da un rassicurante sorriso.

Entra pure, non ti mangio, tranquilla.
Alessandra ringraziò. L'appartamento era molto ben arredato, signorile e moderno allo stesso tempo. Il signor Francesco non era così vecchio da come se lo immaginava per citofono.
La accompagnò nel grande soggiorno e la invitò a mettersi comoda sul divano. Era un bel ragazzo sui 40anni, barba lunga e incolta. Doveva essere una persona sportiva, aveva un corpo atletico, lo si notava dai muscoli appena accennati che facevano fatica a contendersi nella camicia. Alessandra lo squadrò da capo a piedi. Era un bel ragazzo davvero, e soffermano gli occhi a metà del corpo notò un grosso rigonfiamento all'altezza del cazzo. Si, questo tipo doveva aver davvero un grosso e lungo cazzo. E lei aveva sempre in testa quel pensiero fisso. Il cazzo.
Alessandra si levò il giubbettino, era tutto bagnato, Francesco lo appoggiò allo schienale di una sedia, poi presa un'altra sedia si mise davanti ad Alessandra.
Era veramente una bella ragazza, notò. Il viso era gentile e semplice, non troppo truccato, il corpo perfettamente sensuale seppur nascosto da un vestito casto e dignitoso, la camicia lasciava immaginare le punte dei seni e la gonna sotto il ginocchio faceva desiderare di toccare quelle belle gambe snelle.

Generalmente non faccio entrare voi testimoni di geova in casa. Sono ateo, non mi occupo di religione. Mi dispiaceva lasciarti fuori a prendere acqua però. Hai detto che ti chiami?
Alessandra... Ti ringrazio per avermi fatta salire....
Figurati. Non sono religioso ma non mi va di passare per cafone. Ecco, non mi va di parlare di bibbia ma se vuoi possiamo fare due chiacchiere.

Alessandra non sapeva come comportarsi. Era leggermente imbarazzata. Non riusciva a capire se lui ci stesse provando o se fosse solo una persona gentile.
Cercò di conoscere un po' meglio quel premuroso padrone di casa.

Posso darti del tu Francesco?
Ma certo Alessandra.
Ma se posso chiedertelo... Che lavoro fai?

Francesco sorrise un po' imbarazzato, si grattò i capelli e la barba, non sapeva come rispondere... Poi prese la parola.

Il lavoro che faccio mi sa che va contro a tutte le cose in cui credi Alessandra... Mi occupo di pornografia, tranquilla però non ti ho fatta salire per questo .

Alessandra era diventata rossa, ma improvvisamente le era passato l'imbarazzo, forse avrebbe potuto essere sin da subito più naturale avendo Francesco spezzato il ghiaccio con questa rivelazione.

Tranquillo Francesco, non mi scandalizzo. Ho 20 anni. So che certe cose ci sono.
Beh, non è un mestiere molto comune.
Esattamente cosa fai?
Come sei curiosa.
Non ho mai conosciuto nessuno... Nel tuo settore!

Scoppiarono a ridere divertiti entrambi.

Io faccio il regista. Ma non lavoro qui in Italia. Dirigo i film all'estero. Ogni tanto tra un lavoro e l'altro torno qui a casa. È un caso che mi hai trovato.
Sarà stato il destino, chissà.. O forse gli angeli mi han guidata da te... È curioso come incontro.
Beh Alessandra, non so se altro della tua comunità sarebbero rimasti sapendo il mio lavoro. Tu sembri diversa. Hai lo sguardo sveglio. A proposito, che lavoro fai tu?

Alessandra era arrossita per il complimento.

Lavoricchio, in nero, giusto per mantenermi qualche spesa. Vivo ancora con i miei.
Capisco... Sei ancora giovane, riuscirai a trovare il tuo spazio nel mondo prima o poi...
Però avrei voluto fare un lavoro a contatto con la moda o in TV.
Sei una bella ragazza, se posso permettermi... Potresti ancora farcela.
Ho un profilo Instagram. Se vuoi ti faccio vedere le foto.

Francesco annuì. Alessandra aprì la sua pagina Instagram e fece vedere le foto a Francesco che gli fece il segno dell'Ok col pollice, aveva gradito le foto e la guardava con interesse. Anche Alessandra era interessata a Francesco, notava un certo feeling. I loro occhi si incontravano. Forse da parte di entrambi avrebbero potuto unirsi pure i loro corpi. Lui aveva voglia di spogliarla e far l'amore ma non poteva essere così esplicito, lei già nei suoi pensieri sentiva quel bel cazzone entrare nella figa, nella bocca, magari nel culo. Aveva voglia di farsi sfondare e sborrare per bene anche quel giorno.
Fu Alessandra a interrompere il piccolo momento di imbarazzo che si era creato.

Quindi fai cinema porno Francesco?
Eh si...
Ma sei famoso?
... Beh, nel mio ambiente si.
Si guadagna bene? Dico, facendo i porno?
Come vedi non me la passo male.

Alessandra stava riflettendo. Da ormai un bel po' di tempo aveva una doppia vita. Alla vita da integerrima sorella aveva affiancato quella di puttanella.
Succhiava cazzi a suo padre e ad altri uomini, non poteva fingere a vita di essere una santarellina. Anzi, la vita da santarellina si era rivelata proprio una noia.

Come mai ti interessa sapere se si guadagna bene?
Così... Curiosità...
Saresti interessata?

Alessandra si morse un labbro. Non sapeva se rivelarsi come esperta bocchinara o fingere santità. Francesco prese di nuovo la parola.

Te lo chiedo perché sei carina e avresti modo di lavorare nel campo. Però serve esperienza o comunque, serve non aver paura del sesso... So che fra voi testimoni di geova il sesso è vietato prima del matrimonio...
Interessata no... Ma incuriosita si...
Posso farti una domanda Alessandra?
Dimmi...
hai mai baciato un ragazzo?
Si...
Hai mai fatto altro?

Ci fu un attimo di esitazione da parte di Alessandra, ma il gioco iniziava a piacerle.

Cosa intendi per altro?
Sesso orale, penetrazione, masturbazione.
Alessandra guardò negli occhi Francesco, si alzò dal divano e si mise proprio davanti a lui. Si legò i capelli con un elastico e si inginocchiò. Francesco rimase seduto sulla sedia, non poteva credere ai propri occhi ma era ben felice di quel che stava per accadere. Già mentalmente si stava preparando e lei era decisa a fargli vedere quanto era porca, non solo la finta santarellina che aveva suonato al citofono per parlare di bibbia.

Ora ti do risposta alle tue domande...

Mise la mano sulla patta dei pantaloni di lui. Al contatto gli era già diventato duro. Alessandra slacciò la cintura dai pantaloni di lui e tirò giù la zip. Si avvicinò alle mutande e respirò profondamente l'odore di cazzo che il piselli enorme di Francesco emanava. Puzzava proprio di cazzo, ma a lei piaceva troppo l'odore forte del cazzo, anche l'odore di sporco la e citava, come quando si era fatta lisciare in bocca da suo padre. Più c'erano forti odori più lei si è citava Baciò le mutande, proprio dove la punta del cazzo iniziava a diventare sempre più grande. Lo tirò poi fuori con le mani e iniziò a masturbarlo. Francesco era in estasi. Non si aspettava quella Sega, quella situazione, ma lo stava eccitando un botto. Lei continuava a segnarlo mentre lui a stento tratteneva un violento orgasmo.
Si alzò in piedi e anche per Alessandra la posizione ora era molto più comoda. Sempre da inginocchiata abbassò i pantaloni di Francesco e gli prese il cazzo in bocca, fino alla gola.

Lui la lasciava fare, era davvero un pompino delizioso. Più lei Succhiava e più lui godeva. La bocca andava avanti e indietro con maestria, il cazzo era bello duro e la saliva di Alessandra lo aveva inumidito per bene. Lui allora le prese la testa e la spinse sempre più sul suo cazzo, voleva farla affogare di sborra.
Alessandra riusciva a far stare tutto il cazzo eretto bella sua bocca, era una regina della gola profonda. Rimaneva in apnea qualche secondo poi tornava a respirare e succhiare con più foga e voglia di prima, resistendo all'istinto naturale di vomitare, contrastando pure la tosse per la saliva che mista ai liquidi del cazzo le andavano di traverso.
Lui le riempì la bocca, era uscita una sborrata pazzesca. Lo sperma biancastro le usciva pure dal naso e le colava ai lati della bocca.

Ti basta come risposta? Disse Alessandra maliziosa raccogliendo con le dita la sborra rimasta ai lati della bocca.

Francesco si rimise i pantaloni. Era eccitato e felice di aver trovato in Alessandra una nuova promettente attrice porno, se lei avesse accettato.

Alessandra si era messa in ordine, aveva preso la borsetta e il giubbotto ed era pronta a tornare in servizio.
Lui la guardava ammirato. Era bellissima. Si avvicinò e le accarezzò i capelli. E baciò la fronte e lei arrossì.

Mi è piaciuto come hai spompinato Alessandra...
Anche a me Francesco...
Ci rivedremo?
Se tu vuoi... Torno a farti visita...
Ho voglia Alessandra...
Anche io Francesco...
la prossima volta prima della sborra ti faccio bere un caffè, che te l ho promesso ma poi abbiamo fatto tutto tranne che il caffè...
Tranquillo Francesco... Preferisco bere la sborra... Mi piace più del caffè... Ora vado... Ti lascio il mio numero e ci sentiamo...

Alessandra salutò Francesco e tornò in predicazione. Guardò il cielo, aveva smesso di piovere. Prese l'ombrello e si allontanò, sorridendo. Aveva ancora il sapore dello sperma salato in bocca.
Quella sarebbe stata la sua vita d'ora in poi. Il suo desiderio era farsi sfondare di cazzi non passare i pomeriggi a suonare i citofoni...

Scendeva la neve insieme alla notte buia, Alessandra dormiva da sola nella stanza, insicura, spaventata e curiosa, della vita che andava avanti nonostante quell'avventura. Sua madre dormiva russando, la si sentiva in tutta la casa, borbottava come una caffettiera di cui nessuno stava aspettando il caffè. Suo padre invece era tutta notte che si prendeva a pugni nel bagno con la faccia rivolta allo specchio, gli occhi insanguinati dal sesso provocati da un orgasmo autoerotico, dopo essersi menato l'uccello nella vasca da bagno, pensando a come Marianna glielo prendeva in bocca fino alla gola.
Alessandra stava lì nel cantuccio del suo letto, le coperte a coprirle il viso e il cuscino, morbido e accogliente a carezzarle dolcemente i capelli.
Stava ripensando alla giornata, a quel godurioso pomeriggio che aveva passato.
Era andata da Francesco, voleva tornare in quella casa, ne sentiva il bisogno. Coi suoi genitori era stata vaga, aveva inventato una mezza scusa per uscire e in men che non si dica era già sotto casa di Francesco. Lui la aspettava, si erano messaggiati per telefono tutta la mattina. Lei gli aveva mandato alcune foto in cui era completamente nuda, in cui si toccava la figa, tutte foto provocanti. Lui le aveva fatto i complimenti, aveva veramente un bel faccino e un corpo mozzafiato. Voleva assolutamente vederla di nuovo, conoscerla meglio, più a fondo, più in profondità.
La casa era come l'aveva lasciata qualche giorno prima, ordinata, profumata.

Francesco l'aveva accolta con tutti gli onori, facendole trovare una scatola di cioccolatini come regalo e un completino sexy da indossare.
Non c'erano stati troppi convenevoli, appena entrata nella casa si erano subito buttati sul divano l'uno addosso all'altra.
Lei gli strappò la camicia e iniziò a baciarlo sul collo. Francesco aveva già il cazzo in tiro, lungo, che esplodeva dai pantaloni. Lei a cavalcioni su lui lo sentiva da sotto farsi largo tra le mutande e puntare la sua passerina.

Ti va se riprendiamo tutto col telefonino? - chiese Francesco.

Alessandra annuì, la eccitava l'idea di filmarsi mentre scopavano.

Non ti creerà problemi con i testimoni di geova se filmiamo e mettiamo il video su you porn?
Non me ne frega un cazzo. - rispose Alessandra mentre continuava a baciare il collo ed il petto di lui.

Francesco aveva posizionato il cellulare in modo che si potesse riprendere tutta la scena.
La bocca di Alessandra percorse tutto il collo e tutto il petto di lui. Scese poi dalle gambe dell'uomo e cominciò a spogliarsi. Si levò la gonnellina mostrando le gambe snelle e sensuali a Francesco e in favore di "telecamera" mostrò il suo bel culetto a violino. Lui le si gettò ai piedi e le tirò giù le mutandine e iniziò a leccare la sua fighetta pelosa con voracità e passione. Alessandra era già in estasi. La lingua di lui era potente e si muoveva con agilità all'interno della sua passera.
Francesco si alzò e obbligò Alessandra a inginocchiarsi, non che lei avesse bisogno di sentirsi obbligata, ma l'idea di lui che la dominava era eccitante.

Ho sognato il tuo sperma...
E allora succhia Alessandra...

Alessandra sbottonò i pantaloni, li fece cascare a terra e puntò il viso contro il cazzo di lui, che prepotente e muscoloso si era eccitato a tal punto da esplodere dalle mutande. Era come una statua di marmo.
Tirò giù pure le mutande e cominciò la succhiata. La bocca era umida, il cazzo era umido, lei riusciva a mandarsi il cazzo fin giù nella gola, lui le accompagnava i movimenti della testa con le mani. Lei prese poi in bocca le sue palle e le succhiava delicatamente.

lo vuoi nel culo?

Alessandra annuì pure questa volta. Si alzò e si girò, dando le spalle all'uomo.
Si levò la camicetta e rimase completamente nuda, come una dea, con quel suo bel corpo da ventenne in calore. Francesco si era liberato dei pantaloni e aveva preso l'uccello in mano. Gli sputò sopra per lubrificarlo meglio e lo infilò nel culo di Alessandra.
Sulle prime la ragazza aveva sentito un forte dolore, il cazzo di Francesco era veramente grosso e lui sapeva muoversi con molta destrezza e potenza. Ogni colpo di cazzo bel suo culo sentiva l'eccitazione arrivarle al cervello. Le palle bagnate di lui sbattevano a ritmo regolare contro quelle belle chiappe rosa a violino. Era eccitantissimo. Lui non credeva si propri occhi. Quella porcellina che le era capitata a casa un pomeriggio era una dea del sesso. E stava filma do tutto. Sarebbe diventato un video virale, milioni di visualizzazioni. Si chiedeva come una ragazza cresciuta con certi valori morali fosse potuta diventare una porca di tale portata. E mentre gli sbatteva il cazzo nel culo pensava a come l'avrebbe presa la congregazione quando tutti avrebbero scoperto di come lei era così disinibita sessualmente. Lei aveva raccontato a Francesco di come suo padre fosse un anziano di congregazione, ma aveva omesso i particolari della loro relazione incestuosa. Non era ancora il momento di confidare a Francesco tutti i particolari della sua intimità.
Già erano molto intimi. Francesco stava godendo come un porco. Lui non aveva mai trovato in vita sua un culo così bello in cui infilare il cazzo e lei aveva un culo creato apposta per l'amore.
Voleva sbattere il cazzo nel suo culo con ancora più forza, voleva venirle nel culo e bagnare la schiena con la sua sborra.
Ma aveva ancora potenza e voleva utilizzarla tutta. La lasciò andare qualche secondo e lei si buttò sul divano divaricando le gambe. Francesco era più grosso di lei ma si posizionò sul corpo della ragazza e le scopò con ardore pure la figa. Era tutta bagnata, di liquidi seminali, di sudore, saliva. Il cazzo le entrava duro in profondità, era l'orgasmo più intenso della sua vita. Altro che il cazzo di papà o dei pervertiti delle gang bang. Il cazzo di Francesco era molto di più.
Stavano quasi per finire la scopata, allora lei si inginocchiò di nuovo, prese in bocca il cazzo di Francesco e terminò la suzione.
Lui le sparò in bocca un bicchiere di sborra calda e densa. Lei prima se la fece colare ai lati della bocca, poi la rimanenza la deglutì con piacere.
Francesco prese il telefono e fermò la registrazione.
La scopata era stata intensa e passionale, il video era venuto benissimo, eccitante, un capolavoro dell'erotismo amatoriale.

lo carichiamo su internet allora? - chiese Francesco.
Certamente. - rispose Alessandra

Francesco fece allora il Login su tutti i portali porno a cui era iscritto e caricò il video. In poco meno di 10 minuti da una parte all'altra del mondo avrebbero scoperto le grandi capacità sessuali di questa giovane ragazza.
Il titolo del video aveva poi in sé tutte le caratteristiche per diventare uno dei più visti e ricercati della rete:

GIOVANE TESTIMONE DI GEOVA ITALIANA SCOPA COME UNA MAIALA.

Erano ancora nudi sul divano, spossato dalla bella scopata. Lui le aveva offerto una sigaretta e lei l'aveva accettata.
Non era la prima volta che fumava, già da adolescente aveva provato a fumare con le compagne di scuola. Preferiva nettamente i cazzi in bocca, ma pure le sigarette non erano così male.

Vuoi un caffè?
Si Francesco. Grazie. Almeno mi tolgo dalla bocca il sapore del tuo sperma.

E mentre lo diceva si leccava maliziosa le labbra.

Cosa diranno in sala quando vedranno il video?
Beh Francesco, ci saranno tanti problemi ma non mi importa. Mi sentivo chiusa lì dentro. Tanto è tutta una cazzata, non esiste nulla di quel che crediamo. È tutta una messa in scena. E io son stufa. Voglio vivere la mia vita. Preferisco il sesso estremo all'andare a suonare i citofoni.

Lui la guardava con tenerezza, era lì nuda, completamente nuda, sul suo divano, con questi lunghi capelli neri poggiati sulle spalle, quelle belle tettine non troppo grandi ma comunque sode e a punta così piacevoli ed eccitanti al tatto. Le portò il caffè, lo bevve fissandolo negli occhi. Si vedeva che aveva ancora voglia. Gli aveva preso in mano il cazzo di nuovo e cercava di farglielo diventare duro.

Questa volta sborrami in faccia e sui capelli. - disse lei.

Francesco accese di nuovo il Rec sul telefonino e filmò anche la seconda scopata, che come da desiderio di Alessandra terminò con una lunga schizzata sui capelli e la faccia di lei.
Caricarono anche il secondo video su internet.
Già migliaia di persone avevano visto i loro video...
scritto il
2021-12-28
2 . 9 K
visite
1
voti
valutazione
9
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Alessandra e geova 7 e 8

racconto sucessivo

Alessandra e geova 11 e 12
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.