Alessandra e geova 7 e 8

di
genere
incesti

CAPITOLO 7

Luglio. Il caldo asciugava persino l'aria che usciva dai ventilatori. Carlo preparava con cura lo studio della Torre di Guardia che doveva condurre la domenica successiva.
Uno studio complesso, l'argomento era di quelli più ostici : l'immoralità sessuale, come evitarla e come prevenirla.
Carlo aveva i sudori freddi, la coscienza gli rimordeva. Stava andando contro tutto e contro tutti, lo sapeva, ne era più che sicuro, la sua fine sarebbe stata imminente. Due erano le strade, ed entrambe portavano alla morte: o lo avrebbe annientato Geova o lo avrebbero annientato gli uomini.
Da diverso tempo questi pensieri gli frullavano in testa. Quello che stava facendo insieme alla figlia erano opere del Diavolo, Satana il Diavolo si era insinuato nella sua famiglia e non poteva più farlo sloggiare.
Si asciugava la testa con un fazzoletto ma i pensieri continuavano a rimanere lì fissi come un chiodo nel cervello, aveva sempre quelle immagini davanti agli occhi. Da diverse settimane lui e Alessandra partecipavano alle serate erotiche a casa di Enrico. Ogni settimana, ognuna di quelle serate erano un mattoncino in più nella casa che stavano costruendo a Sodoma e Gomorra.
Sua moglie sembrava non accorgersi di quello che le accadeva in famiglia, non aveva notato nulla di strano nel comportamento di Alessandra né nel suo, d'altronde proprio per mantenere le buone apparenze avevano continuato ad avere le consuete abitudini spirituali di sempre. L'unico a conoscere i segreti del loro peccato era Gianni ma il caro fratello Gianni era pure lui coinvolto quanto loro in questo teatrino erotico. L'ultima serata erotica a casa di Enrico aveva visto pure la partecipazione di Gianni.
In Sala nessuno dava peso alla rinnovata e sempre più stretta amicizia tra i due fratelli. Uscivano spessissimo in servizio e la cosa sembrava più che normale, Carlo era un anziano di congregazione, Gianni era desideroso da tempo di far progresso e il rapporto intimo dell'ultimo periodo serviva a rafforzare Gianni per futuri nuovi incarichi. In effetti Carlo era stato riconoscente verso l'amico fraterno. Era riuscito a convincere gli altri anziani a raccomandare Gianni come servitore di ministero, cosa che era puntualmente avvenuta la settimana prima, in occasione della visita del Sorvegliante.
Per ringraziarlo della nomina, Gianni aveva invitato Carlo a bere una birra in un locale e poco prima di ritirarsi ognuno con le proprie famiglie si erano imboscati con l'automobile in un parcheggio della zona industriale.
Carlo aveva tirato fuori il cazzo e Gianni aveva iniziato a succhiarglielo dolcemente come quando erano poco più che adolescenti.
Carlo adorava quei momenti di intimità perversa. Che meccanismo irrazionale il cuore. Da una parte recitava il ruolo da bravo pastore che amava Geova e insegnava al gregge come comportarsi, dall'altra si comportava come le inclinazioni perverse della sua mente volevano agisse.
Prima o poi l'avrebbero scoperto o si sarebbe fatto scoprire lui.
Le guance di Gianni si gonfiarono, era venuto.

Alessandra lo eccitava. Lo eccitava terribilmente. Il fato maledetto l'aveva introdotta in casa sua come figlia e questo era il guaio. Alessandra eccitava tutti i maschietti. Le serate erotiche avevano ormai preso una piega molto più intrigante da quando partecipavano lui e la figlia.
Quel suo visino angelico arrapava gli uomini e ormai la voce di questa new entry si stava facendo largo nel sottobosco perverso della cittadina.
Più la voce si spargeva e più arrivavano richieste ad Enrico per partecipare alle serate e più di una persona chiedeva informazioni dettagliate sulla ragazza.
Avevano cominciato pure a girare dei video, ma quando si filmavano facevano mettere una mascherina intorno agli occhi ad Alessandra.
L'ultima volta era stata più arrapante del solito. Enrico l'aveva fatta sodomizzare ripetutamente da un ragazzo molto dotato. Pure Gianni aveva partecipato all'incontro. Improvvisamente Carlo mentre gli altri sborravano in faccia alla figlia si era inginocchiato e aveva chiesto a Gianni di metterglielo in bocca e glielo aveva succhiato fino a farsi esplodere la bocca di sperma. Poi si era girato verso la figlia e aveva rigurgitato lo sperma di Gianni nella sua bocca.

Alessandra amava terribilmente questa nuova vita segreta che conduceva insieme al padre. La cosa divertente era fingere santità in compagnia degli altri fratelli.
In servizio era sempre preparata e attenta, dispensava scritture incoraggianti a destra e a manca.
Ogni tanto aveva il timore di incrociare qualcuno dei maschietti presenti alle serate erotiche ma sapeva bene che anche se l'avessero riconosciuta avrebbero mantenuto un religioso silenzio.
Nessuno aveva interesse a farla scoprire dalla sua comunità. La presenza sua e di suo padre avevano ravvivato la sessualità di molti uomini della zona. E a dir di molti le sue capacità nel fare pompini di alto livello era superiore a quella delle ragazze in teoria più disinibite.

Il motto ormai era diventato: ci vuole una testimone di Geova per imparare a far bene i pompini.
E come lo prendeva in bocca lei lo prendevano in poche. Non aveva più inibizioni o paure, non provava né schifo né vergogna. Questo piaceva un sacco agli uomini. Esaudiva qualunque richiesta le facessero, come fosse una continuazione perversa della sua vita da brava cristiana alla luce del sole.
Se un uomo voleva pisciarle in bocca lasciava che lo facesse, apriva la boccuccia e si lasciava orinare dentro. Enrico era il più perverso di tutti. Gli piaceva vedere Alessandra bere sperma da un calice. Faceva in modo che un po' della sborra prodotta nelle serate finisse in questo calice e lo dava da bere ad Alessandra che trangugiava tutto senza remore o esitazioni.
In alcune serate era stata presa pure a cinghiate , c'era chi si eccitava nel vederla legata, addirittura c'era chi si masturbava vedendola in veste da testimone di geova che predicava, occhialini sul naso e bibbia aperta. Queste piccole recite in costume erano una trovata di suo padre per rendere più intriganti le serate.
Anche a lui serviva eccitarsi dato che con la moglie la vita sessuale era diventata una estrema monotonia.
Ormai molti sapevano della loro appartenenza ai testimoni di geova e giocavano alla predicatrice che suonava alla loro porta per lasciare una rivista e che poi si faceva scopare.
Enrico voleva raggiungere l'apice della perversione. Faceva scopare Carlo e sua figlia mentre erano tutti intorno in cerchio a guardare. Pretendeva che Carlo eiaculasse nella figa della figlia e non come gli altri che per regola dovevano sborrare sulla faccia o su altre parti del corpo della giovane.
Quando c'era pure Gianni le serate prendevano una piega diversa.
Carlo voleva scopare col suo amico e gli altri maschi lo permettevano.
Carlo e Gianni uscivano spesso in servizio anche per parlare della loro vita sessuale segreta. Senza che nessuno se ne accorgesse si baciavano pure davanti a un citofono o salendo in ascensore.
Un pomeriggio si unì pure Alessandra in servizio.
Dopo la comitiva erano rimasti in dispari e il fratello che conduceva l'adunanza per il servizio di campo la mandò col padre e Gianni in servizio.
Avevano da fare un territorio rurale, da raggiungere in automobile, una piccola serie di cascine disperse nella campagna.
Il caldo era insopportabile.
Dopo la prima serie di cascine avevano lasciato diversi volantini e avuto interessanti conversazioni.
Stavano tornando all'automobile, la campagna era deserta e silenziosa.
Si sentivano solo i grilli e lo scorrere delle acque di un canale a poche decine di metri.
Carlo e Gianni si erano tolti la cravatta dal caldo, non si poteva respirare. Solo Alessandra non aveva nulla da togliersi e soffriva.
Arrivati all'automobile Carlo fece cenno a Gianni di fermarsi un attimo. Si voltò verso Alessandra e disse:

Ti va?

Alessandra non se lo fece chiedere due volte, ormai se c'erano da fare porcherie non se lo faceva ripetere.
Il suo sguardo accaldato dal sole divenne improvvisamente fresco come una rosa. Corse verso i due uomini inginocchiandosi, lasciando cadere a terra la borsa del servizio. Slacciò in un attimo le cinghie dei pantaloni e tirò voracemente fuori i cazzi di tutti e due iniziando a menarli a folle velocità. Le sue mani tenevano un ritmo invidiabile, divennero subito diritti e duri come il marmo. Ci sputò sopra per renderli belli umidi e li prese in bocca entrambi. Carlo e Gianni erano già al settimo cielo.

Scopatemi. Disse lei.

I due uomini non se lo fecero ripetere, chi poteva resistere a cotanto invito di una puledra ventenne in calore come lei.
Gianni le sollevava la gonna dal davanti e con le sue grosse mani le tirava via le mutandine.
Carlo si era messo dietro alla figlia e col cazzo ancora umido della saliva di lei era pronto a scoparsela. Con le dita stava cercando il bel buco del culo di Alessandra per infilarci l'uccello.
E il culo di Alessandra era uno spettacolo per gli occhi, così tondo, così morbido, così fresco. Gli entrava con così tanta forza in quel buco del culo da farla gridare. Ma li poteva gridare quanto le pareva, non dovevano vergognarsi, nessuno poteva vederli o sentirli.
Gianni stava facendo lo stesso, con prepotenza le aveva infilato il pisello nella figa e nell'umidità di quella bella foresta di carne rossa e infuocata stava sbattendo il suo arnese con una violenza tale che aveva paura di distruggerla. Alessandra non era fatta di porcellana ma di pietra dura e preziosa e resisteva a quella possente doppia penetrazione.
Alla fine arrivò l'orgasmo per tutti e tre, sia Gianni che Carlo sentirono il loro liquido fuoriuscire. Carlo aveva completamente bagnato il culo della figlia mentre Gianni era venuto dentro la sua figa e lei soddisfatta sorrideva maliziosa.
Si rivestirono e tornarono in paese, soddisfatti del pomeriggio di predicazione.

CAPITOLO 8

Marianna aspettava fuori dalla saletta anziani. Era agitata, sapeva che da quella sera, dall'esito del comitato giudiziario sarebbe cambiata la sua vita. La sua e quella di Marco.
Li avevano beccati ed erano andati a riferire agli anziani quel che avevano combinato. Comitato giudiziario per grave immoralità sessuale, per direttissima. Quando avevano avvisato suo padre egli era sbiancato. Sua figlia coinvolta in un comitato. Essendo coinvolti due figli di anziani, i 2 genitori coinvolti era meglio non partecipassero al comitato.
Gli anziani erano dentro con marco già da una ventina di minuti. Marianna era tesissima, chissà cosa stava confessando Marco della loro relazione. Le spaventava dover raccontare ai tre anziani quel che avevano fatto, nel dettaglio, li da sola, senza qualcuno che potesse aiutarla o sostenerla.

Daniele, Sebastiano e Carlo stavano analizzando la posizione di Marco.
Gli avevano chiesto cos'era successo e da quanto tempo andava avanti questa storia con Marianna.
Marco era calmo , nonostante la tensione del momento riusciva a mantenere la tranquillità necessaria per non farsi prendere dallo sconforto.
Era figlio di un anziano, sapeva bene come finivano i comitati giudiziari, sapeva pure che il peccato commesso era grave e la disassociazione poteva essere applicata nei loro confronti. Era però consapevole di avere un asso nella manica da giocarsi, ad essere coinvolti nel caso erano due figli di anziani, sapeva bene che gli altri anziani avrebbero creato enormi problemi al Corpo anziani se avessero disassociato due figli dei loro. Uno scandalo all'interno del Corpo era un grosso boomerang. Per vendetta il padre di Marco avrebbe potuto rivelare tutti quei segreti della congregazione dell'organizzazione che venivano conservati gelosamente dai corpi anziani di tutto il mondo.
Era pericoloso per quei tre anziani agire contro Marco e Marianna. Il padre di Marco era un anziano molto influente nella comunità, aveva molti contatti coi vertici italiani e aveva in mano tanta di quella documentazione compromettente che era meglio andarci cauti. Se avessero punito Marco, probabilmente avrebbe fatto uscire la documentazione, l'avrebbe consegnata alle forze dell'ordine o ai mass media. Sarebbe stata la fine dei testimoni di geova. Altro che “armagheddon”, qui l'unica cosa che poteva far paura erano le conseguenze di un'indagine della magistratura o di un reportage giornalistico.
Già gli anziani era agitati per gli enormi scandali sessuali che stavano coinvolgendo l'organizzazione in Australia.
Le autorità avevano trovato le prove che inchiodavano i testimoni di geova al fatto compiuto: per anni avevano tenuto nascosto alle autorità la presenza di un migliaio di pedofili tra le file della comunità. La cosa grave è che molti di questi fratelli, accusati di pedofilia ricoprivano anche ruoli di un certo rilievo nelle congregazioni. A macchia d'olio lo scandalo si era allargato a tantissimi paesi nel mondo. Il vaso di pandora si era aperto e stavano uscendo tutte le schifezze fatte negli anni da questa organizzazione. Da ogni parte del mondo piovevano richieste di risarcimenti per le vittime di abusi sessuali, le casse dell'organizzazione e delle singole congregazioni si stava prosciugando a vista d'occhio. In più le persone capito “il giro del fumo” cercavano di abbandonare le comunità di testimoni di geova perché si rendevano conto fosse tutta una grossa truffa, i testimoni di geova non erano altro che una setta che sfruttava le persone e cercava di accumulare capitali e risorse per far vivere nel lusso i “capoccia” che vivevano negli States.
Se poi ci si metteva dentro i gossip e le ingiustizie subite a livello locale dai singoli proclamatori lo scenario generale era di una grossa fase calante del credo.
Nella congregazione di Marco e Marianna i segni della crescente delusione nel credo dei TdG era sempre più evidente. Molti fratelli e molte sorelle avevano pian piano abbandonato la congregazione. Alcuni scandali interni e di alcune congregazioni vicine avevano minato la credibilità del corpo anziani e in generale verso la categoria dei “pastori” in cui poche persone ormai credevano veramente.
Tradimenti di nominati ( anziani ) coperti, persone che non avevano possibilità di difendersi venivano umiliate e mobbizzate e spaventate di continuo con la minaccia di discipline e ritorsioni, mentre a chi aveva amicizie o incarichi importanti veniva concesso di tutto. C'erano fratelli che erano stati disassociati perché per paura si erano fatti fare una trasfusione di sangue mentre era risaputo gli anziani e i loro familiari potevano tranquillamente scegliere di salvarsi la vita accettando trasfusioni.
I fratelli avevano capito la vera natura degli Anziani, ovvero degli impostori arrivisti e non delle persone scelte da geova per guidare “il popolo” verso il nuovo mondo. Era prassi che alcuni “anziani” chiedessero a servitori di ministero in odore di “nomina” ad anziano un piccolo regalo in denaro per agevolare la richiesta di intercessione presso geova.
Chi rimaneva nell'organizzazione era solo perché al di fuori non c'erano più possibilità di rifarsi una vita normale, la paura di venire ostracizzati e isolati rendeva le persone vulnerabili e chi non aveva il coraggio di uscire da questa organizzazione era costretto a recitare la parte del “bravo e zelante testimone di geova” mentre nel privato odiava a morte questa comunità.
Carlo era agitato. Quando aveva saputo di questo comitato giudiziario si era sentito improvvisamente sporco. Lui era chiamato a giudicare la condotta peccaminosa di quei due ragazzi, quando nella sua vita privata commetteva di peggio. Incesto, adulterio, rapporti omosessuali. Un porco completo.
Carlo insieme a Daniele e Sebastiano erano li a chiedere spiegazioni a Marco.
Prese la parola Sebastiano, che dei tre anziani era il più vecchio, sulla settantina.

Raccontaci quello che è successo Marco. Raccontaci tutto. Siamo qui per ascoltarti e capire cosa ti sia successo. Noi dobbiamo capire prima di decidere cosa fare della tua posizione.
Cosa volete che vi racconti? Sapete già tutto...
Vogliamo i particolari Marco, vogliamo sapere come aiutarti, ma ci servono i dettagli. Per chiedere il perdono di geova dobbiamo sapere cosa è successo esattamente tra voi.
I dettagli? Volete sapere quanti centimetri di cazzo ho infilato in bocca a Marianna o con che foga le ho messo il mio uccello in culo? Questo vuoi? Vi basti sapere quel che vi hanno detto i fratelli che hanno fatto la spia. Ci hanno beccato che scopavamo. Il resto son cose nostre.

Gli anziani rimasero allibiti, non si aspettavano quelle risposte da uno posato e spirituale come Marco. Carlo rispetto agli altri due si sentiva in imbarazzo. Aveva avvisato Alessandra del guaio occorso a Marianna e Marco e le aveva chiesto come doveva comportarsi, da padre, da anziano, da uomo che scopava la figlia in compagnia di altri uomini. Alessandra e Marianna erano molto amiche ultimamente, c'era pure il rischio che sua figlia le avesse confidato qualcosa dei loro innominabili segreti. Alessandra era una ragazza furba, sapeva come stare al mondo, Carlo se ne era accorto a sue spese. Il video di lui che scopava con Gianni era ancora conservato nel telefonino della figlia.
Daniele era il più giovane del Corpo anziani, nominato da pochi mesi, aveva una mente più aperta di altri pastori ma il peccato era peccato e non potevano passarci sopra.

Senti Marco, capiamo il tuo imbarazzo, ma devi farci fare il nostro lavoro. A noi serve capire come mai un giovane brillante come te, servitore di ministero, sia caduto in bassezze e sconcezze simili. Per rispetto verso tuo padre non agiremo nel modo più drastico. Vogliamo proteggere l'onore e la rispettabilità di questo corpo anziani. Sentiremo Marianna perché è giusto ascoltare la sua versione, tu puoi andare a casa. Ti rassicuro, la tua posizione non la toccheremo, non verrai disassociato e non perderai la nomina di servitore.
Grazie fratello Daniele.
Ti ricordo che la nostra benignità nei vostri riguardi è solo perché siete figli di due anziani. Quello che avete combinato è da disassociazione. Quello che vogliamo evitare è uno scandalo che getterebbe nel caos la nostra congregazione. Tuo padre punta molto su di te Marco e anche noi abbiamo fiducia che tu col tempo possa diventare una colonna di questa congregazione. Tuo padre ci ha chiesto di non umiliarti stasera, in cambio della nostra clemenza tu sarai chiamato a difendere i valori di questa organizzazione quando un giorno ti nomineremo anziano di congregazione. Marco è come se stringessimo un patto d'onore qui stasera con te. Un patto d'onore che non dovrà mai venir meno. Ricordati che siamo tutti legati con una sola catena a geova e all'organizzazione. Se uno di noi cade fa cadere pure gli altri. Compileremo un rapporto confidenziale su quel che è accaduto tra te e Marianna e lo metteremo sui server dell'organizzazione. Ricordati bene queste parole Marco: Se d'ora in avanti sgarrerai saremo sempre pronti a ricordarti quello che hai combinato e che ti è stato condonato. Se tu un giorno dovessi rivoltarti contro l'organizzazione, questi files verranno tirati fuori e ti distruggeremo la carriera teocratica. Ora vai a casa e rifletti sul tuo comportamento.

Era il turno di Marianna. Marco se ne era andato via pensieroso, a testa bassa.
Quello che aveva detto il fratello Daniele suonava più come una minaccia mafiosa che come una manifestazione di perdono da parte di geova.
Marianna aveva appena mandato un messaggio ad Alessandra, le chiese se poteva venire in sala a confortarla dopo il comitato. Aveva paura di venir disassociata nonostante fossa figlia di un anziano di congregazione.

Venne chiamata in saletta, era tesa ed imbarazzata. Gli anziani le esposero le accuse contestate, le spiegarono come altri fratelli avevano visto lei e Marco in atteggiamenti intimi di natura sessuale.
Prese la parola Sebastiano.

Vogliamo sapere tutto Marianna. Tutto.
Io mi vergogno fratello Sebastiano...
Dobbiamo aiutarti. Raccontaci ogni dettaglio. Cosa avete fatto?

Marianna era tutta rossa in viso, sentiva le vampate di calore scorrerle nel corpo, era imbarazzata, quei tre uomini volevano che lei raccontasse tutti quei sordidi dettagli della sua vita sessuale con Marco. Era così umiliante per una ragazza dover star li a raccontare a tre uomini più grandi di lei quel che aveva fatto. Era come subire un processo senza poter aver nemmeno un avvocato difensore o qualcuno che potesse difenderla o sostenerla. Si sentiva violentata nella sua intimità di donna, di ragazza. Il suo corpo era suo, le sue emozioni, le sue sensazioni erano sue, personali. Non potevano esser date in pasto ad altre persone.

Marianna stiamo aspettando. Parla per favore. Avete praticato sesso anale? Orale? Penetrazione vaginale? Dobbiamo sapere.

Marianna non sapeva cosa rispondere. Prese una decisione in testa che le avrebbe cambiato la vita e causato ulteriori problemi, se la cosa fosse andata male.

Senti brutto porco bavoso.

Disse Marianna rivolgendosi a Sebastiano.

Vuoi i dettagli di come abbiamo scopato per masturbarti meglio? Lo so che sei un porco. Lo vedo come mi fissi le tette in sala. Non sono cieca.

Gli anziani sobbalzarono dalla sedia ma per quanto sbigottiti non poterono replicare alla violenza verbale delle parole di Marianna.

Volete sapere se scopo? Si scopo da dio se vi interessa e non sono la sola. A tutti i giovani testimoni di geova piace scopare. Tutti lo facciamo di nascosto, tutti abbiamo una vita segreta. Una “doppia vita” come la chiamiamo con ipocrisia in sala e nelle riviste. Come tutti quelli che dicono di essere santi e rispettare le disposizioni divine sull'uso errato del sangue e poi vanno a curarsi a centinaia di chilometri di distanza per potersi far fare una trasfusione senza occhi indiscreti.

Gli occhi di Marianna incontrarono quelli di Carlo per un istante e a Carlo sembrò di esser tirato in causa pure lui, da giudice a imputato. I due anziani si accorsero dell'occhiata lanciata da Marianna a Carlo ma non sapevano a cosa si riferisse la ragazza, se alla questione del sangue o a qualcosa di natura sessuale. Marianna continuava con impeto rivolgendosi ai tre anziani.

Io scopo. E scopo perché ne ho voglia, quando ne ho voglia e con chi ho voglia. E fratello Sebastiano, vuoi sapere se faccio quelle cose? Certo, ma chiamiamole col loro vero nome. Vatti pure a masturbare perché io si lo prendo in culo, mi faccio sfondare il mio bel culetto col cazzo di Marco, gli succhio il cazzo, pompini si chiamano, pompini. E siccome mi piace mi faccio sborrare in faccia, in bocca, sulle tette. Sono una vogliosa, io la sborra amo ingoiarla. E quando Marco mi infila le dita, o la lingua o il cazzo nella figa mi sento una donna vera. Ora vi darò dimostrazione di quel che so fare.

Nessuno osava contraddirla. Si mise sul tavolo, in ginocchio, in modo che potessero guardarla. I tre anziani erano impietriti.
Iniziò a slacciarsi i bottoni della camicetta e la lasciò cadere sulle bibbie che tenevano sul tavolo. Sotto non portava neanche il reggiseno, era lì nuda, con due bei seni a punta sotto il naso di quei tre uomini. Si avvicinò carponi ai tre uomini, che non nascondevano affatto l'eccitazione del momento e con fare malandrino si strinse forte le tette tra le mani, mettendole proprio sotto gli occhi di Sebastiano, e lo obbligò a leccare i capezzoli. Si spostò poi di fronte a Carlo, sempre gattonando sul tavolo e mettendosi un dito in bocca simulava una fellatio.
Scivolò dal tavolo lesta e birichina, andò a posizionarsi sotto al tavolo e istintivamente i tre uomini divaricarono le gambe. La lasciarono fare. Ad uno ad uno slacciò i pantaloni dei tre anziani e tirò fuori i loro cazzi, diventati rigidi come il marmo e iniziò a succhiare con foga e determinazione. La sua saliva copriva i membri duri dei tre uomini, mentre con le mani masturbava i due cazzi che non teneva in bocca. Fece provare ai tre cosa significasse il termine gola profonda. Più si ficcava i loro uccelli in gola e più i tre si trasformavano in porcellini.

Nel frattempo Alessandra era arrivata in sala ma l'amica doveva essere ancora dentro la saletta, il resto dell'edificio era deserto, con le luci spente.
Non sentiva alcun vociare ma solo un soffocato ansimare provenire dalla porta chiusa della saletta. Provò a sbirciare dalla toppa della serratura e vide una scena incredibile.
Il comitato giudiziario che doveva trasformare e giudicare Marianna da una peccatrice a sorella pentita dei suoi errori si era tramutato in una gang bang. In sala del regno. Sotto gli occhi disgustati di Geova.
Entrò pure lei, aprì la porta di scatto e si gettò nella mischia, tanto valeva divertirsi.
Marianna era a terra, inginocchiata, completamente nuda. Teneva in mano i cazzi di Daniele e Sebastiano mentre Carlo le ficcava il suo uccello in bocca.
Carlo incontrò gli occhi di Alessandra che correva nella mischia e ne fu felice. Anche quella sera si sarebbe incontrato carnalmente con lei. Nell'estasi generale Daniele e Sebastiano non ebbero modo di opporsi. Il vecchio Sebastiano sembrava ringiovanire, Daniele provava un gran gusto a scopare quella giovane attraente ragazza.
Alessandra, senza spogliarsi si unì all'amica. Prese in bocca il cazzo di Daniele mentre Marianna spompinava suo padre. Entrambe poi con le mani segavano Sebastiano il quale dalla troppa eccitazione era venuto sulle loro mani.
Carlo continuava a infilare il suo uccello con forza nella bocca di Marianna finché venne. La sborra calda colava dai lati della bocca della ragazza.
Alessandra continuò per qualche secondo il lavoro di bocca che aveva cominciato su Daniele ma anche lui non riuscì a trattenere la venuta e una doccia di sborra calda arrivò nella gola di Ale.
I tre uomini ansimavano ed erano visibilmente soddisfatti. Alessandra voleva divertirsi ancora e vedendo l'amica nuda iniziò a succhiare i suoi capezzoli turgidi, spostò poi l'attenzione sulla passerina di Marianna e le mise la lingua nella figa, solleticandola di piacere. La sborra calda colava ancora dai cazzi di Carlo e Daniele. Alessandra e Marianna si avventarono sullo sperma e lo leccarono tutto, passandoselo sui denti, in modo che i tre potessero osservare cosa facevano, poi con la lingua e la bocca ancora zuppe di sborra e saliva iniziarono a slinguazzarsi sotto gli occhi increduli dei tre anziani.
Marianna si inginocchiò e tirò su la gonnellina di Alessandra, le sfilò le mutandine bagnate e davanti agli occhi dei tre anziani aveva cominciato a leccarle la figa, mentre Alessandra dal piacere ansimava. Con una mano teneva la testa di Marianna in posizione, con l'altra si toccava le tette e maliziosamente invitò con lo sguardo i tre ad avvicinarsi. Suo padre ancora eccitato non riuscì a resistere e andò dietro la figlia mentre Marianna stava ancora leccandole la fighetta. Col cazzo ancora duro e umido cercò il buco del culo di Alessandra e iniziò a penetrarla con furore. Più lo spingeva a fondo nel culo della figlia e più Alessandra aveva fremiti di gioia e godimento, istintivamente spingeva sempre più a fondo la testa di Marianna sulla sua figa, con la lingua di lei che arrivava a toccarle ogni singolo nervo del corpo. Era un fluire di liquidi, silenzi e orgasmi.
Sebastiano era troppo vecchio per continuare e si sedette sulla sedia, masturbandosi come ai vecchi tempi. Per pulirsi la mano dallo sperma prese la bibbia e ne strappò alcune pagine.
Daniele era ancora bello duro e carico, si era buttato pure lui sulla figa di Alessandra, leccandola avidamente insieme a Marianna. Prese poi la bocca di Marianna, ancora sporca di sperma e umori vaginali e ficcò la sua lingua pure tra i denti della ragazza.
Si alzò Daniele e mentre Carlo continuava a sodomizzare la figlia e a insozzarle il culo di sperma infilò il suo uccello ancora duro nella figa calda di Alessandra fino a che dalla stanchezza e dalla fatica per i troppi orgasmi caddero tutti a terra stremati.
Quel comitato giudiziario era proprio uscito dagli schemi.
Marianna e Alessandra si guardarono da vere porcelline, si alzarono tutte scompigliate e guardarono negli occhi i tre maschietti.
Pronunciarono una sola unica frase ad effetto: BENVENUTI A SODOMA E GOMORRA.
scritto il
2021-12-28
2 . 6 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Alessandra e geova 5 e 6

racconto sucessivo

Alessandra e geova 9 e 10
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.