Alessandra e geova 11 e 12
di
Nuovo Eliseo91
genere
incesti
CAPITOLO 11
In sala del regno non si parlava d'altro. I video di Alessandra erano ormai di dominio pubblico, tutti in paese la conoscevano. Anche i ragazzi della sala si passavano di nascosto i link dei video e si masturbavano. Le giovani sorelle, quelle in età da marito, quelle appena sposate prendevano appunti e spunti da quei video per rendere meno monotona la propria vita sessuale.
Quel mese non c'era stata nessuna domanda per fare il pioniere o la pioniera, le comitive per il servizio di campo erano deserte, sembrava nessuno in congregazione avesse la voglia e il tempo di andare in predicazione.
Le sorelle pioniere in pubblico si mostravano sdegnate per quel che aveva fatto Alessandra, poi nel segreto delle loro stanze andavano a guardarsi i video per eccitarsi e farsi qualche ditalino.
C'era chi, più zelante e bigotto aveva accusato il colpo. Sodoma e Gomorra erano entrate in sala del regno dalla porta principale.
Addirittura un fratello era stato beccato farsi su una sega in bagno, in sala del regno, durante la torre di guardia.
Si segava col telefonino in mano, col video di Alessandra in riproduzione, credendo di non essere scoperto.
Il turbamento generale aveva messo praticamente KO la congregazione.
Carlo da padre e anziano di congregazione non sapeva come comportarsi, d'altronde era pure lui invischiato in torbide storie di sesso e incesto con la figlia, se fossero venuti a galla anche i suoi di segreti tutta la vita sarebbe andata a puttane.
Gli altri anziani erano nella stessa situazione, per quanto facessero i moralisti pure loro avevano grossi peccati da scontare, si erano scopati Alessandra e Marianna in una tormentata Gang-bang non a caso il loro "non agire" sul comportamento di. Alessandra era stato evidente anche se non compreso dalla congregazione.
La storia dei video porno di una testimone di geova aveva fatto il giro dei paesi circostanti.
La madre di Alessandra era distrutta ed umiliata, il comportamento della figlia aveva messo in grande imbarazzo la famiglia e la sua posizione di moglie di anziano e pioniera regolare.
I fratelli delle sale vicini erano sconcertati. Alessandra era anche abbastanza conosciuta come ragazza, era figlia di un anziano, la si vedeva spesso fare parti alle assemblee, per molti era stato un vero shock scoprire il suo lato più godereccio e trasgressivo.
Gli anziani di una congregazione vicina chiamarono la betel di Roma perché la situazione stava diventando grottesca.
In servizio le persone chiedevano continuamente di Alessandra, il già poco interesse verso la Bibbia era stato surclassato da domande personali riguardanti la ragazza. La betel mandò una lettera agli anziani delle congregazioni. La storia di Alessandra e i suoi video avevano varcato i confini nazionali, era una situazione talmente "grossa" che conveniva non far nulla. Era anche inutile disciplinarla, avrebbe solo ingigantito il vociare sulla sua persona, anzi la storia di una "testimone di geova" abilissima a succhiare cazzi aveva per un po' di tempo messo in secondo piano gli scandali sulla pedofilia nelle congregazioni dei Testimoni di geova.
La betel avrebbe mantenuto un rigoroso silenzio sulla condotta immorale della ragazza. I fratelli e le sorelle potevano turbarsi quanto volevano, l'organizzazione invece vide come manna dal cielo questo regalo gettato in pasto ai "media".
E Alessandra?
Alessandra era andata via di casa, non voleva più vivere con i suoi. La nuova vita da pornostar la aspettava. Andò a vivere a casa di Francesco, si piacevano, c'era del sentimento.
Carlo era uscito con Gianni in servizio, faceva veramente freddo, dopo qualche citofono suonato con malavoglia si ritrovarono in automobile, al caldo.
Gianni vide la tristezza del suo amico. Sapeva di non poteva fare molto, nessun versetto biblico avrebbe aiutato Carlo in quella situazione. Geova in questi casi non ha molte armi a disposizione per aiutare chi soffre. Il diavolo invece offre infinite soluzioni. Gianni si abbassò a livello dei pantaloni dell'amico e iniziò a slacciare i pantaloni con la mano. Ne uscì un cazzetto moscio e triste. Gianni iniziò a succhiarlo e il cazzo si ravvivò in un attimo. Quello era ciò di cui aveva bisogno Carlo per reagire, non preghiere, non adunanze, ma eccitanti pompini.
Gianni succhiava e Carlo gli teneva la testa, 5 minuti e poi uno schizzo caldo di sborra attraversò la gola dell'amico.
Si guardarono in faccia, non era molto, ma Carlo sorrise e ringraziò Gianni per avergli dato un po' di sostegno in quel momento difficile.
Alessandra e Francesco erano a casa. Lei doveva ancora sistemare tutte le sue cose nella nuova abitazione. Aveva lasciato a casa dei genitori tutti quei fastidiosi completini da burattina che usava in predicazione. Voleva un look molto più sexy e seducente.
Francesco l'aveva salvata da un mondo a cui non sentiva più di appartenere.
E lei ogni giorno, con riconoscenza, non mancava di ringraziarlo.
Francesco si era appena fatto la doccia, Alessandra lo guardava mentre usciva dal bagno, ancora bagnato, avvolto nell'accappatoio.
Si inginocchiò e lui fece fare.
Le sue mani candide si aprirono un varco e cominciarono a toccare le cosce dell'uomo. Andarono più su fino quando non incontrarono il Pene, già eretto ed eccitato. Francesco amava questa sexy e seducente zoccolaggine che Alessandra sembrava possedere nel DNA.
L'accappatoio scivolò a terra, lasciando scoperto il corpo nudo di Francesco. Alessandra aveva avvicinato la bocca al pisello e aveva cominciato l'ormai consueta opera di suzione. Era diventata bravissima, ogni suo pompino era un'opera d'arte. Riusciva a prendere tutto il cazzo nella bocca, a ficcarselo nella gola con agilità, era come se i muscoli di quella parte del corpo, allenati da continui e ripetuti pompini si fossero elasticizzati. Col tempo era pure riuscita a sopprimere l'istinto di vomitare. Ovviamente, come ogni volta avevano acceso il telefonino per riprendere la scena.
Alessandra indossava solo una magliettina aderente e delle mutandine. Francesco le coccolava la testa mentre la bocca continuava a mescolare liquidi sul cazzo di lui.
Francesco decise di rendere il pompino molto più estremo. Disse ad Alessandra di lasciare a lui le redini del gioco. Iniziò a muovere il bacino con un ritmo molto più veloce tenendo sempre la testa di Alessandra fra le sue mani. Alessandra doveva rimanere ferma e lasciarsi penetrare la bocca. Lui infilava con forza il cazzo nella bocca della ragazza, sempre più forte, sempre con più violenza. La bocca colava di liquidi, lui le teneva i capelli, era diventata tutta rossa in viso, quasi non respirava. Lui continuava a sbattere il cazzo, sempre più grosso nel profondo della gola della ragazza.
Stai con la bocca aperta ora. - le disse.
Dal cazzo schizzò un enorme rivolo di sperma che riempì la faccia di Alessandra, colando pure giù sulla maglietta.
Stai ferma Ale, che devo anche pisciare.
Dal cazzo di Francesco partì pure una sontuosa pisciata. Alessandra sembrava gradire, tenne la bocca aperta per raccogliere quanto più piscio. Francesco indirizzò il getto su tutta la faccia della ragazza. Era tutta imbrattata di piscia e sperma, che colavano dai capelli sul pavimento.
Ora lecca per terra.
Alessandra ubbidì, le piaceva questo gioco perverso. Si chinò per terra con la faccia e con la lingua cominciò a leccare lo sperma e la piscia dal pavimento. Si tolse poi la magliettina fradicia e inginocchiata andò a mettersi sotto Francesco. Voleva ancora il suo cazzo in bocca, voleva sentirlo su tutta la faccia. Il cazzo di Francesco era palesemente sporco e puzzava di piscia, ma a lei non importava, quel forte odore nauseabondo la eccitava. Lo prese ancora in bocca, sempre fino in gola, come di consuetudine. Mentre succhiava, con una mano si faceva un ditalino , voleva arrivare ad avere un orgasmo in quel momento. Lui la assecondava, dopo averle pisciato e sborrato in faccia le aveva nuovamente lasciato il pallino del gioco.
La prese sotto le ascelle e la aiutò a rialzarsi. La girò di spalle e con veemenza le infilò il cazzo nel culo.
Lei aveva quel bel culetto a mandolino, con quel buchino così stretto. Il suo cazzo era ancora duro e potente. Appena entrato in quel cunicolo stretto provò un enorme piacere. La penetrò più volte e lei gemeva, ansimava, gridava. Adorava quando Francesco lo buttava nel culo, il sesso anale era stato una bellissima scoperta.
Terminarono la scopata e misero il video sul web.
TESTIMONE DI GEOVA SI FA PISCIARE E INCULARE
Il titolo prometteva già milioni di visualizzazioni.
Altro che Jw, pornhub era molto più interessante. E sapeva di avere un pubblico di milioni di fratelli e sorelle "praticanti" che di nascosto sarebbero andati a guardare l'ennesima piccante puntata della sua nuova vita da pornostar.
CAPITOLO 12
Quella domenica pomeriggio Carlo voleva fare un ultimo tentativo di riconciliazione con sua figlia. Lo smacco di aver sputtanato la famiglia e l'intera congregazione con la pubblicazione di quei video ad alto contenuto erotico poteva ancora essere sanato se la ragazza avesse preso una decisione in questo momento più saggia di altre: se fosse perlomeno tornata a vivere a casa di Carlo ed Angela.
Gli anziani si erano consultati, la situazione era molto delicata, in “casi normali” ci sarebbe stato un comitato giudiziario per “direttissima” e la ragazza sarebbe stata disassociata, Alessandra invece era figlia di un anziano, quindi nonostante il gravissimo peccato si poteva trovare una scappatoia per evitare anche questa onta alla famiglia.
In giro per il paese non si parlava d'altro, era diventata famosissima, tutti sapevano chi era, tutti sapevano da che famiglia provenisse, tutti erano a conoscenza che era una Testimone di Geova.
Enrico, il collega di Carlo che organizzava le gang bang in casa sua era andato personalmente a congratularsi con Alessandra, ed era orgoglioso, era stato uno dei primi uomini a scoparsi Alessandra prima che la “fama” la rendesse nota da un angolo all'altro della penisola.
Carlo aveva in cuor suo accettato che Alessandra facesse i video porno, anzi, di nascosto era uno dei suoi più accaniti “fan”. Lui la figlia se l'era scopata molte volte, conosceva bene l'eleganza e la zoccolaggine di quella ragazza, sapeva bene come riusciva a rizzarti l'uccello solo guardandoti negli occhi. Aveva degli occhi così profondi. E conosceva bene le movenze della lingua di Alessandra sul suo cazzo e chiudendo gli occhi andava a ripescare con la mente i bei momenti in cui la figlia gli prendeva il cazzo in bocca e lo spompinava come una vera Regina del Pompino.
In parte era un po' geloso, ora il godimento delle porcate di Alessandra lo aveva solo quell'uomo con cui viveva, Francesco. Quanto avrebbe voluto scoparsi ancora Alessandra come accadeva qualche tempo prima.
La figlia aveva risvegliato in lui quegli istinti sessuali che negli ultimi anni, a causa del bigottismo della moglie e della religione aveva dovuto annientare.
Le uniche soddisfazioni sessuali del periodo le aveva quando incontrava Gianni, che ormai volava alto come Servitore di Ministero in congregazione. Si vociferava in sala che alla prossima visita del Sorvegliante sarebbe stato nominato anziano pure lui. Il suo più grande sostenitore, nel corpo anziani era proprio Carlo, che ormai aveva convinto gli altri a puntare forte su Gianni come fratello. Gianni per ringraziare l'amico faceva dei pompini fantastici in auto e si faceva scopare da Carlo ogni qualvolta lui avesse bisogno.
Il più delle volte capitava quando i due amici uscivano in predicazione. Si fermavano in qualche via deserta della zona industriale o in qualche stradina di campagna, Carlo tirava fuori il cazzo e Gianni lo succhiava con passione. Per non sporcare e non lasciare tracce ingoiava ogni volta lo sperma caldo e appiccicoso dell'amico.
Quella domenica come detto, Carlo voleva tentare perlomeno una minima riconciliazione. Serviva che Alessandra tornasse a casa, sua moglie Angela stava andando di matto.
Aveva accettato in qualche maniera che la figlia fosse una zoccola degna di stare a Sodoma e Gomorra, ma da persona con forti influenze tradizionaliste non poteva accettare che fosse andata a vivere fuori casa, doveva stare sotto il tetto dei genitori fino al giorno del matrimonio.
Carlo aveva chiesto una mano ad un anziano di una congregazione vicina. Non se la sentiva di andare a casa di Francesco con uno degli anziani della sua congregazione.
Gabriele era un fratello sulla cinquantina, alto, ben messo, un po brizzolato per l'età ma ancora aitante. Possedeva una grossa officina di ricambi d'auto ed era considerato uno dei “pezzi da novanta” dei Testimoni di geova della regione. Dalla sua c'erano una ottima arte oratoria e una grande capacità di convincere le persone, da non sottovalutare il fatto che fosse un padre di famiglia e persona rispettabile anche nella società “civile”, una persona d'autorità sia dentro la comunità dei Tdg che al di fuori. Con un fratello come Gabriele a fianco, Carlo era sicuro almeno di scalfire un po' delle nuove certezze che Alessandra si era creata in questa nuova vita più libertina.
Arrivarono sotto casa di Francesco, erano le prime ore del pomeriggio. Carlo aveva preferito non avvisare la figlia che sarebbe passato, contava sull'effetto sorpresa.
Citofonarono. Rispose Francesco che un po' imbarazzato dopo un piccolo conciliabolo accettò che Carlo e Gabriele potessero salire a trovare Alessandra. Era giusto, Carlo era il padre della ragazza, non poteva impedirgli di parlare.
Alessandra non era molto contenta di vedere suo padre, sapeva bene che era li per convincerla a tornare a casa, lei non voleva assolutamente, si trovava così bene a casa di Francesco
.
Alessandra... Io e il fratello Gabriele vorremmo parlarti di una cosa...
Senti papà, fai in fretta e non girarci attorno. Cosa vuoi?
Io e tua madre vorremmo che tu tornassi a casa... ci manchi, sappiamo che hai scelto un nuovo stile di vita... almeno stai a casa nostra però, sei nostra figlia.
Alessandra non aveva alcuna intenzione di tornare a casa ed espresse le sue ragioni, Gabriele osservava il battibecco di famiglia con aria quasi distaccata, avrebbe preso la parola al momento giusto, per sentenziare la propria opinione.
Francesco guardava divertito questa situazione. Da una parte c'erano due uomini sulla cinquantina che in giacca e cravatta cercavano motivazioni per far tornare la ragazza, maggiorenne, a casa dei genitori, dall'altra Alessandra che ormai era “donna di mondo” zittiva quegli adulti molto più grandi di lei con ragionamenti molto più sensati e moderni.
Che cazzo torno a casa pà? Me lo vuoi dire? Ormai vivo con Francesco, succhio cazzi per mantenermi, non voglio più fare la testimone di geova. Cosa torno a casa a fare? Pensi che tornando fra le vostre quattro mura mi torna la voglia di fare la sorella?
La situazione stava degenerando, Alessandra era visibilmente scocciata e contrariata, voleva che Carlo e Gabriele se ne andassero. Stavano per andarsene quando Gabriele decise di prendere finalmente parola:
Vedi ragazzina, - esordì con un po' di arroganza Gabriele, - Noi non siamo qui a convincerti a tornare a casa. Siamo qui a dirti che i tuoi genitori, che son dei zelanti Testimoni di Geova, rispettati e amati da tutta la congregazione stanno soffrendo per te e per la tua condotta peccaminosa. Ti stanno facendo un dono di misericordia a invitarti a tornare a vivere sotto il loro tetto. Tu hai sbeffeggiato geova e la sua organizzazione. E' un atto di amore e misericordia quello che stiamo facendo nei tuoi confronti. Con quello che hai combinato e per l'eco che hanno avuto le tue azioni avresti dovuto essere disassociata dai testimoni di geova e nessun testimone di geova potrebbe più avere rapporti sociali con te. Ricordati che solo la benevolenza di geova e dei tuoi genitori ti ha evitato questa giusta punizione.
Alessandra ascoltò bene le parole di Gabriele e prima di rispondere, a tono, prese fiato e muscoli in corpo, perché quello che aveva da dire non era ne semplice ne carino, soprattutto nei confronti di suo padre.
Guarda fratello Gabriele... tu non conosci un cazzo ne di me ne della mia famiglia. E le azioni che ho combinato son solo cazzi miei. Capisco che i miei mi vogliano di nuovo a casa, ma forse ci son dei dettagli che ti sfuggono e dovresti conoscere sulla mia famiglia.
Carlo guardò Alessandra e impallidì. Il loro segreto stava per essere rivelato pure a Gabriele.
Mio padre mi fa succhiare il suo bel cazzo da almeno un anno, lo sapevi?
Gabriele ebbe quasi un mancamento, Carlo si mise la testa tra le mani e Francesco, scioccato e sbalordito per la rivelazione non sapeva se essere divertito o scandalizzato per questi nuovi sviluppi.
E se proprio vuoi saperlo abbiamo scopato tante di quelle volte che la mia figa e la mia bocca conoscono l'odore del suo cazzo molto meglio di mia madre. E se la cosa non ti scandalizza, abbiamo scopato anche in sala del regno e in sala assemblee e anche con altri anziani della nostra congregazione. Tu che sei di un'altra congregazione magari certe cose non le sai, prima di parlare informati. Non sono stata disassociata perché se viene fuori lo scandalo che tutti gli anziani mi hanno scopata non si salva nessuno da noi, vengono allontanati tutti.
Carlo nascondeva la testa sotto le mani per la vergogna, Gabriele si era ammutolito e guardava con ribrezzo Carlo e la figlia. Era una cosa che non avrebbe mai potuto immaginare. Una zozzeria simile, nella organizzazione che tanto amava e in cui credeva ciecamente.
Alessandra vide lo sconforto e l'umiliazione del padre. Essere sputtanato nuovamente e in quella maniera dalla propria figlia era l'ennesima lezione che la figlia stava impartendo ad un uomo già distrutto e combattuto tra l'appartenere al “bene” o al “male”.
Era stata troppo dura e se n'era dispiaciuta, non meritava quel trattamento. Non meritava di esser trattato a pesci in faccia proprio dalla amata figlia, amata figlia che lo aveva coinvolto e condotto nella via della perdizione.
Fece ciò che aveva già fatto altre volte. Le piaceva quel ruolo, si trovava a proprio agio con questo modo più aperto di intendere la sessualità.
Si tolse la maglietta e i pantaloncini e guardò uno ad uno in faccia i tre maschietti. Francesco si stava eccitando, aveva capito cosa voleva fare Alessandra. Gabriele si alzò di scatto e guadagnò l'uscita, ma Alessandra lo rincorse, lo afferrò per un braccio e lo invitò a restare. Si guardarono negli occhi. La spiritualità di Gabriele subì un tracollo, la ragazza gli stava toccando le parti intime mentre con un braccio lo teneva stretto saldo per non farlo uscire da quella casa.
Spogliatevi. - disse lei
Francesco si levò i calzoni, pure Carlo seguì le indicazioni della figlia. Ne aveva troppa voglia, da troppo tempo non scopavano. Gabriele era ancora li, fermo, immobile, non sapeva se cedere a questa grossa porcata o rimanere spiritualmente integro nei confronti di geova. Come avrebbe guardato in faccia sua moglie, i suoi figli, i suoi dipendenti il giorno dopo se avesse accettato questa insostenibile porcata.
Un lampo di trasgressione gli brillò negli occhi, quando gli sarebbe capitata una occasione del genere. A sua moglie e ai suoi figli non avrebbe confessato mai questa cosa, in sala non si sarebbe venuta a sapere, dei suoi dipendenti non gli sbatteva un cazzo e geova... e geova se ne sarebbe fatto una ragione, a tempo debito l'avrebbe distrutto o perdonato.
Si levò anche lui in fretta e furia i calzoni e rimase col pacco rigonfio a guardare Alessandra. Era proprio una bel pezzo di figa quella ragazza. Aveva lo sguardo che ti invitava a spararti seghe a raffica. Quando la vedeva in assemblea con quei bei vestitini lunghi faceva la sua porca figura, li ora, nuda sotto di loro era ancora più bella e interessante. Alessandra si era legata i capelli per essere più comoda.
Sistemò i tre maschietti in cerchio e lei si mise inginocchiata in mezzo a loro. A turno prese i loro cazzi in bocca. Prima fu il turno di suo padre, era da tanto che aspettava nuovamente quel momento.
Il cazzo del padre era sempre contornato da un cattivo odore ma ci si era abituata. Mentre si infilava l'uccello del genitore in bocca avvicinò le mani ai cazzi di Francesco e Gabriele e iniziò a masturbarli. Era così bello succhiare il cazzo del padre dopo tanto tempo. La sua lingua conosceva ogni centimetro di quel pene, conosceva i punti esatti dove Carlo sentiva più estasi e godimento, e sapeva che movimenti fare con la boccuccia per eccitarlo ancora di più. Il Fratello Gabriele era visibilmente imbarazzato, non sapeva come comportarsi, guardava in basso Alessandra che lo masturbava e il cazzo cresceva a dismisura. Se solo certe cose le avesse fatte pure sua moglie che invece a malapena gli faceva fare una scopata ogni tre mesi. Mentre Alessandra lo segava con discernimento ed empatia si chiedeva se certe cose le facessero anche le sue figlie.
Tra un respiro e l'altro Alessandra lanciava un sorriso ai tre maschietti. Fu il turno di prendere in bocca il cazzo di Francesco. Era il cazzo più lungo e più duro che avesse mai visto e per questo lo succhiava con forza e voglia di sentire la sborra colarle in gola. L'aveva scelto come compagno di vita quell'uomo, quell'uomo con quell'enorme cazzo da succhiare. Francesco le teneva forte la testa attaccata alle sue palle, le spingeva il cazzo in gola fino a farla soffocare. Francesco aveva un cazzo più profumato di suo padre, e pure il sapore dello sperma di Francesco era genuino e gustoso, dolce, raffinato. Per questo voleva sempre che lui le venisse in bocca, perché il suo sperma aveva proprio un sapore gustoso, come fosse una prelibatezza da ristorante.
Carlo si masturbava, era la situazione che desiderava, sua figlia nuovamente fare la porca insieme a lui. Francesco continuava a spingere la testa di Alessandra contro il suo cazzo, la ragazza ansimava, uscivano liquidi dalla bocca, sembrava soffocare davvero. Arrivò da dietro Carlo, si mise pure lui sotto Francesco e diede il cambio alla figlia.
Succhiava quell'enorme cazzone con voglia e sentimento. Carlo e Alessandra si guardavano negli occhi, succhiando insieme il cazzo di Francesco. Gli occhi di entrambi brillavano. Era così bello spompinare insieme, padre e figlia, il cazzo del compagno di Alessandra. Un'intesa così non l'avevano mai avuta nemmeno quando uscivano insieme in servizio. Gabriele osservava la scena, non sapeva cosa fare, Francesco invece teneva le teste di padre e figlia sui suoi genitali ed era pronto a venire da un momento all'altro. La bocca di Carlo colava saliva come quella di Alessandra, Francesco gli teneva la testa come faceva con Alessandra, obbligandolo ad un godurioso deepthroat.
“Erano certamente padre e figlia” - pensava Francesco, “succhiano il cazzo allo stesso modo, con la stessa passione, chissà la madre di Alessandra se era così brava come la figlia e il marito”.
“Prima o poi devo trombarmi anche la madre di Alessandra”, pensava tra se e se Francesco.
Mentre Carlo succhiava avidamente il cazzo, leggeri rivoli di saliva gli colavano dalla bocca. Alessandra passava la sua lingua sul buco del culo di Francesco e con la punta cercava di leccargli pure le palle. Alessandra fece un cenno a Gabriele e lo invitò a unirsi. Gli prese il cazzo in bocca e gli fece assaporare il più bel pompino della sua vita. Mentre Gabriele guardava in basso vedeva gli occhioni felini di Alessandra e si eccitava ancora di più. Alessandra aveva quel modo elegante e raffinato di succhiare il cazzo che era impossibile non resisterle. Faceva quei lamentini da gattina mentre succhiava, ti guardava con occhioni languidi e cercava sempre di ficcarselo tutto in bocca, non solo la punta, voleva proprio sentire tutti i centimetri del cazzo arrivarle fin dove crescono le corde vocali. Ed era eccitante quel rumore di sbocchinamento che faceva ed amplificava per rendere ancor più emozionate un semplice pompino.
Sborratemi addosso! - Gridò Alessandra.
Anche a me! - Disse Carlo
Francesco indirizzò il getto dell'uccello sulla faccia di entrambi, partì una spruzzata colossale, la sborra ricoprì la faccia e i vestiti di Carlo e Alessandra. I due pieni di sborra, si baciarono e Alessandra andò a leccare lo sperma che era finito sulla camicia del padre.
Gabriele si menava l'uccello ma non riusciva a venire. Allora Carlo andò sotto fratello Gabriele e iniziò a spompinarlo per bene. Gabriele chiuse gli occhi e in men che non si dica era venuto nella bocca di Carlo. Soddisfatto tirò un gran respiro.
Ora ragazzi – disse Francesco. - Se vi scappa da pisciare fatelo pure su Alessandra, lei lo adora.
L'unico che aveva lo stimolo di pisciare era Carlo. Si alzò in piedi, con la faccia e la camicia sporca di sperma e si posizionò proprio sopra la figlia. Con una mano teneva il cazzo, con l'altra le apriva la bocca. Alessandra teneva la bocca aperta e le mani dietro la schiena. Come se fosse un cesso in cui direzionare l'urina, Carlo mise il cazzo in direzione della bocca e ne fece uscire una lunga pisciata gialla. La maggior parte del piscio finì nella bocca della ragazza, che a fatica deglutì l'urina mista a sperma, un po' di piscia le finì in faccia e alcuni schizzi sulle tette. Era tutta sporca, tutta puzzolente di sborra e piscia, ma sorridente. Alessandra si leccava le parti del corpo, prendeva la sborra dalle tette con le dita e se la portava alla bocca. Carlo era ancora eccitato, con la figlia ancora a terra sporca e puzzolente andò a cercarle la figa prima con le dita e poi con la lingua. Con le dita le fece un sontuoso ditalino, Alessandra gemeva di soddisfazione. Le infilò prima una, poi due, poi tre dita e iniziò a masturbare la figlia avidamente. Pure Alessandra era venuta. Poi mise la testa tra le cosce di Alessandra e iniziò a leccarle la figa, mordicchiandole la peluria, entrando con la lingua dentro quella bella fessura rossa simulando una penetrazione vaginale con un uccello. Francesco aveva ancora eccitazione in corpo, mentre Alessandra era a terra sdraiata col padre che le leccava la figa, pisciò su entrambi, innaffiandoli beatamente di urina. Alessandra rideva sguaiata e con gli occhi chiusi e la bocca aperta cercava di ingoiare più piscia possibile mentre il padre continuava a slinguazzarle la figa rossa e colma di eccitazione.
Gabriele guardava la scena a cui aveva assistito e partecipato e non sapeva come spiegarsela. Però era stata emozionante ed eccitante.
Francesco aveva dei vestiti di ricambio per Carlo e Gabriele, gli indicò la doccia e una stanza dove cambiarsi.
Arrivarono ad un accordo. Alessandra sarebbe rimasta a casa sua, ma avrebbe fatto più spesso visita alla madre e al padre.
Gabriele e Carlo ovviamente, se volevano ripetere quell'esperienza erano i benvenuti a casa di Francesco.
Usciti di casa, Gabriele e Carlo si guardarono negli occhi, senza parlare, in religioso silenzio.
Ma un sorriso soddisfatto pendeva dalle labbra di entrambi.
In sala del regno non si parlava d'altro. I video di Alessandra erano ormai di dominio pubblico, tutti in paese la conoscevano. Anche i ragazzi della sala si passavano di nascosto i link dei video e si masturbavano. Le giovani sorelle, quelle in età da marito, quelle appena sposate prendevano appunti e spunti da quei video per rendere meno monotona la propria vita sessuale.
Quel mese non c'era stata nessuna domanda per fare il pioniere o la pioniera, le comitive per il servizio di campo erano deserte, sembrava nessuno in congregazione avesse la voglia e il tempo di andare in predicazione.
Le sorelle pioniere in pubblico si mostravano sdegnate per quel che aveva fatto Alessandra, poi nel segreto delle loro stanze andavano a guardarsi i video per eccitarsi e farsi qualche ditalino.
C'era chi, più zelante e bigotto aveva accusato il colpo. Sodoma e Gomorra erano entrate in sala del regno dalla porta principale.
Addirittura un fratello era stato beccato farsi su una sega in bagno, in sala del regno, durante la torre di guardia.
Si segava col telefonino in mano, col video di Alessandra in riproduzione, credendo di non essere scoperto.
Il turbamento generale aveva messo praticamente KO la congregazione.
Carlo da padre e anziano di congregazione non sapeva come comportarsi, d'altronde era pure lui invischiato in torbide storie di sesso e incesto con la figlia, se fossero venuti a galla anche i suoi di segreti tutta la vita sarebbe andata a puttane.
Gli altri anziani erano nella stessa situazione, per quanto facessero i moralisti pure loro avevano grossi peccati da scontare, si erano scopati Alessandra e Marianna in una tormentata Gang-bang non a caso il loro "non agire" sul comportamento di. Alessandra era stato evidente anche se non compreso dalla congregazione.
La storia dei video porno di una testimone di geova aveva fatto il giro dei paesi circostanti.
La madre di Alessandra era distrutta ed umiliata, il comportamento della figlia aveva messo in grande imbarazzo la famiglia e la sua posizione di moglie di anziano e pioniera regolare.
I fratelli delle sale vicini erano sconcertati. Alessandra era anche abbastanza conosciuta come ragazza, era figlia di un anziano, la si vedeva spesso fare parti alle assemblee, per molti era stato un vero shock scoprire il suo lato più godereccio e trasgressivo.
Gli anziani di una congregazione vicina chiamarono la betel di Roma perché la situazione stava diventando grottesca.
In servizio le persone chiedevano continuamente di Alessandra, il già poco interesse verso la Bibbia era stato surclassato da domande personali riguardanti la ragazza. La betel mandò una lettera agli anziani delle congregazioni. La storia di Alessandra e i suoi video avevano varcato i confini nazionali, era una situazione talmente "grossa" che conveniva non far nulla. Era anche inutile disciplinarla, avrebbe solo ingigantito il vociare sulla sua persona, anzi la storia di una "testimone di geova" abilissima a succhiare cazzi aveva per un po' di tempo messo in secondo piano gli scandali sulla pedofilia nelle congregazioni dei Testimoni di geova.
La betel avrebbe mantenuto un rigoroso silenzio sulla condotta immorale della ragazza. I fratelli e le sorelle potevano turbarsi quanto volevano, l'organizzazione invece vide come manna dal cielo questo regalo gettato in pasto ai "media".
E Alessandra?
Alessandra era andata via di casa, non voleva più vivere con i suoi. La nuova vita da pornostar la aspettava. Andò a vivere a casa di Francesco, si piacevano, c'era del sentimento.
Carlo era uscito con Gianni in servizio, faceva veramente freddo, dopo qualche citofono suonato con malavoglia si ritrovarono in automobile, al caldo.
Gianni vide la tristezza del suo amico. Sapeva di non poteva fare molto, nessun versetto biblico avrebbe aiutato Carlo in quella situazione. Geova in questi casi non ha molte armi a disposizione per aiutare chi soffre. Il diavolo invece offre infinite soluzioni. Gianni si abbassò a livello dei pantaloni dell'amico e iniziò a slacciare i pantaloni con la mano. Ne uscì un cazzetto moscio e triste. Gianni iniziò a succhiarlo e il cazzo si ravvivò in un attimo. Quello era ciò di cui aveva bisogno Carlo per reagire, non preghiere, non adunanze, ma eccitanti pompini.
Gianni succhiava e Carlo gli teneva la testa, 5 minuti e poi uno schizzo caldo di sborra attraversò la gola dell'amico.
Si guardarono in faccia, non era molto, ma Carlo sorrise e ringraziò Gianni per avergli dato un po' di sostegno in quel momento difficile.
Alessandra e Francesco erano a casa. Lei doveva ancora sistemare tutte le sue cose nella nuova abitazione. Aveva lasciato a casa dei genitori tutti quei fastidiosi completini da burattina che usava in predicazione. Voleva un look molto più sexy e seducente.
Francesco l'aveva salvata da un mondo a cui non sentiva più di appartenere.
E lei ogni giorno, con riconoscenza, non mancava di ringraziarlo.
Francesco si era appena fatto la doccia, Alessandra lo guardava mentre usciva dal bagno, ancora bagnato, avvolto nell'accappatoio.
Si inginocchiò e lui fece fare.
Le sue mani candide si aprirono un varco e cominciarono a toccare le cosce dell'uomo. Andarono più su fino quando non incontrarono il Pene, già eretto ed eccitato. Francesco amava questa sexy e seducente zoccolaggine che Alessandra sembrava possedere nel DNA.
L'accappatoio scivolò a terra, lasciando scoperto il corpo nudo di Francesco. Alessandra aveva avvicinato la bocca al pisello e aveva cominciato l'ormai consueta opera di suzione. Era diventata bravissima, ogni suo pompino era un'opera d'arte. Riusciva a prendere tutto il cazzo nella bocca, a ficcarselo nella gola con agilità, era come se i muscoli di quella parte del corpo, allenati da continui e ripetuti pompini si fossero elasticizzati. Col tempo era pure riuscita a sopprimere l'istinto di vomitare. Ovviamente, come ogni volta avevano acceso il telefonino per riprendere la scena.
Alessandra indossava solo una magliettina aderente e delle mutandine. Francesco le coccolava la testa mentre la bocca continuava a mescolare liquidi sul cazzo di lui.
Francesco decise di rendere il pompino molto più estremo. Disse ad Alessandra di lasciare a lui le redini del gioco. Iniziò a muovere il bacino con un ritmo molto più veloce tenendo sempre la testa di Alessandra fra le sue mani. Alessandra doveva rimanere ferma e lasciarsi penetrare la bocca. Lui infilava con forza il cazzo nella bocca della ragazza, sempre più forte, sempre con più violenza. La bocca colava di liquidi, lui le teneva i capelli, era diventata tutta rossa in viso, quasi non respirava. Lui continuava a sbattere il cazzo, sempre più grosso nel profondo della gola della ragazza.
Stai con la bocca aperta ora. - le disse.
Dal cazzo schizzò un enorme rivolo di sperma che riempì la faccia di Alessandra, colando pure giù sulla maglietta.
Stai ferma Ale, che devo anche pisciare.
Dal cazzo di Francesco partì pure una sontuosa pisciata. Alessandra sembrava gradire, tenne la bocca aperta per raccogliere quanto più piscio. Francesco indirizzò il getto su tutta la faccia della ragazza. Era tutta imbrattata di piscia e sperma, che colavano dai capelli sul pavimento.
Ora lecca per terra.
Alessandra ubbidì, le piaceva questo gioco perverso. Si chinò per terra con la faccia e con la lingua cominciò a leccare lo sperma e la piscia dal pavimento. Si tolse poi la magliettina fradicia e inginocchiata andò a mettersi sotto Francesco. Voleva ancora il suo cazzo in bocca, voleva sentirlo su tutta la faccia. Il cazzo di Francesco era palesemente sporco e puzzava di piscia, ma a lei non importava, quel forte odore nauseabondo la eccitava. Lo prese ancora in bocca, sempre fino in gola, come di consuetudine. Mentre succhiava, con una mano si faceva un ditalino , voleva arrivare ad avere un orgasmo in quel momento. Lui la assecondava, dopo averle pisciato e sborrato in faccia le aveva nuovamente lasciato il pallino del gioco.
La prese sotto le ascelle e la aiutò a rialzarsi. La girò di spalle e con veemenza le infilò il cazzo nel culo.
Lei aveva quel bel culetto a mandolino, con quel buchino così stretto. Il suo cazzo era ancora duro e potente. Appena entrato in quel cunicolo stretto provò un enorme piacere. La penetrò più volte e lei gemeva, ansimava, gridava. Adorava quando Francesco lo buttava nel culo, il sesso anale era stato una bellissima scoperta.
Terminarono la scopata e misero il video sul web.
TESTIMONE DI GEOVA SI FA PISCIARE E INCULARE
Il titolo prometteva già milioni di visualizzazioni.
Altro che Jw, pornhub era molto più interessante. E sapeva di avere un pubblico di milioni di fratelli e sorelle "praticanti" che di nascosto sarebbero andati a guardare l'ennesima piccante puntata della sua nuova vita da pornostar.
CAPITOLO 12
Quella domenica pomeriggio Carlo voleva fare un ultimo tentativo di riconciliazione con sua figlia. Lo smacco di aver sputtanato la famiglia e l'intera congregazione con la pubblicazione di quei video ad alto contenuto erotico poteva ancora essere sanato se la ragazza avesse preso una decisione in questo momento più saggia di altre: se fosse perlomeno tornata a vivere a casa di Carlo ed Angela.
Gli anziani si erano consultati, la situazione era molto delicata, in “casi normali” ci sarebbe stato un comitato giudiziario per “direttissima” e la ragazza sarebbe stata disassociata, Alessandra invece era figlia di un anziano, quindi nonostante il gravissimo peccato si poteva trovare una scappatoia per evitare anche questa onta alla famiglia.
In giro per il paese non si parlava d'altro, era diventata famosissima, tutti sapevano chi era, tutti sapevano da che famiglia provenisse, tutti erano a conoscenza che era una Testimone di Geova.
Enrico, il collega di Carlo che organizzava le gang bang in casa sua era andato personalmente a congratularsi con Alessandra, ed era orgoglioso, era stato uno dei primi uomini a scoparsi Alessandra prima che la “fama” la rendesse nota da un angolo all'altro della penisola.
Carlo aveva in cuor suo accettato che Alessandra facesse i video porno, anzi, di nascosto era uno dei suoi più accaniti “fan”. Lui la figlia se l'era scopata molte volte, conosceva bene l'eleganza e la zoccolaggine di quella ragazza, sapeva bene come riusciva a rizzarti l'uccello solo guardandoti negli occhi. Aveva degli occhi così profondi. E conosceva bene le movenze della lingua di Alessandra sul suo cazzo e chiudendo gli occhi andava a ripescare con la mente i bei momenti in cui la figlia gli prendeva il cazzo in bocca e lo spompinava come una vera Regina del Pompino.
In parte era un po' geloso, ora il godimento delle porcate di Alessandra lo aveva solo quell'uomo con cui viveva, Francesco. Quanto avrebbe voluto scoparsi ancora Alessandra come accadeva qualche tempo prima.
La figlia aveva risvegliato in lui quegli istinti sessuali che negli ultimi anni, a causa del bigottismo della moglie e della religione aveva dovuto annientare.
Le uniche soddisfazioni sessuali del periodo le aveva quando incontrava Gianni, che ormai volava alto come Servitore di Ministero in congregazione. Si vociferava in sala che alla prossima visita del Sorvegliante sarebbe stato nominato anziano pure lui. Il suo più grande sostenitore, nel corpo anziani era proprio Carlo, che ormai aveva convinto gli altri a puntare forte su Gianni come fratello. Gianni per ringraziare l'amico faceva dei pompini fantastici in auto e si faceva scopare da Carlo ogni qualvolta lui avesse bisogno.
Il più delle volte capitava quando i due amici uscivano in predicazione. Si fermavano in qualche via deserta della zona industriale o in qualche stradina di campagna, Carlo tirava fuori il cazzo e Gianni lo succhiava con passione. Per non sporcare e non lasciare tracce ingoiava ogni volta lo sperma caldo e appiccicoso dell'amico.
Quella domenica come detto, Carlo voleva tentare perlomeno una minima riconciliazione. Serviva che Alessandra tornasse a casa, sua moglie Angela stava andando di matto.
Aveva accettato in qualche maniera che la figlia fosse una zoccola degna di stare a Sodoma e Gomorra, ma da persona con forti influenze tradizionaliste non poteva accettare che fosse andata a vivere fuori casa, doveva stare sotto il tetto dei genitori fino al giorno del matrimonio.
Carlo aveva chiesto una mano ad un anziano di una congregazione vicina. Non se la sentiva di andare a casa di Francesco con uno degli anziani della sua congregazione.
Gabriele era un fratello sulla cinquantina, alto, ben messo, un po brizzolato per l'età ma ancora aitante. Possedeva una grossa officina di ricambi d'auto ed era considerato uno dei “pezzi da novanta” dei Testimoni di geova della regione. Dalla sua c'erano una ottima arte oratoria e una grande capacità di convincere le persone, da non sottovalutare il fatto che fosse un padre di famiglia e persona rispettabile anche nella società “civile”, una persona d'autorità sia dentro la comunità dei Tdg che al di fuori. Con un fratello come Gabriele a fianco, Carlo era sicuro almeno di scalfire un po' delle nuove certezze che Alessandra si era creata in questa nuova vita più libertina.
Arrivarono sotto casa di Francesco, erano le prime ore del pomeriggio. Carlo aveva preferito non avvisare la figlia che sarebbe passato, contava sull'effetto sorpresa.
Citofonarono. Rispose Francesco che un po' imbarazzato dopo un piccolo conciliabolo accettò che Carlo e Gabriele potessero salire a trovare Alessandra. Era giusto, Carlo era il padre della ragazza, non poteva impedirgli di parlare.
Alessandra non era molto contenta di vedere suo padre, sapeva bene che era li per convincerla a tornare a casa, lei non voleva assolutamente, si trovava così bene a casa di Francesco
.
Alessandra... Io e il fratello Gabriele vorremmo parlarti di una cosa...
Senti papà, fai in fretta e non girarci attorno. Cosa vuoi?
Io e tua madre vorremmo che tu tornassi a casa... ci manchi, sappiamo che hai scelto un nuovo stile di vita... almeno stai a casa nostra però, sei nostra figlia.
Alessandra non aveva alcuna intenzione di tornare a casa ed espresse le sue ragioni, Gabriele osservava il battibecco di famiglia con aria quasi distaccata, avrebbe preso la parola al momento giusto, per sentenziare la propria opinione.
Francesco guardava divertito questa situazione. Da una parte c'erano due uomini sulla cinquantina che in giacca e cravatta cercavano motivazioni per far tornare la ragazza, maggiorenne, a casa dei genitori, dall'altra Alessandra che ormai era “donna di mondo” zittiva quegli adulti molto più grandi di lei con ragionamenti molto più sensati e moderni.
Che cazzo torno a casa pà? Me lo vuoi dire? Ormai vivo con Francesco, succhio cazzi per mantenermi, non voglio più fare la testimone di geova. Cosa torno a casa a fare? Pensi che tornando fra le vostre quattro mura mi torna la voglia di fare la sorella?
La situazione stava degenerando, Alessandra era visibilmente scocciata e contrariata, voleva che Carlo e Gabriele se ne andassero. Stavano per andarsene quando Gabriele decise di prendere finalmente parola:
Vedi ragazzina, - esordì con un po' di arroganza Gabriele, - Noi non siamo qui a convincerti a tornare a casa. Siamo qui a dirti che i tuoi genitori, che son dei zelanti Testimoni di Geova, rispettati e amati da tutta la congregazione stanno soffrendo per te e per la tua condotta peccaminosa. Ti stanno facendo un dono di misericordia a invitarti a tornare a vivere sotto il loro tetto. Tu hai sbeffeggiato geova e la sua organizzazione. E' un atto di amore e misericordia quello che stiamo facendo nei tuoi confronti. Con quello che hai combinato e per l'eco che hanno avuto le tue azioni avresti dovuto essere disassociata dai testimoni di geova e nessun testimone di geova potrebbe più avere rapporti sociali con te. Ricordati che solo la benevolenza di geova e dei tuoi genitori ti ha evitato questa giusta punizione.
Alessandra ascoltò bene le parole di Gabriele e prima di rispondere, a tono, prese fiato e muscoli in corpo, perché quello che aveva da dire non era ne semplice ne carino, soprattutto nei confronti di suo padre.
Guarda fratello Gabriele... tu non conosci un cazzo ne di me ne della mia famiglia. E le azioni che ho combinato son solo cazzi miei. Capisco che i miei mi vogliano di nuovo a casa, ma forse ci son dei dettagli che ti sfuggono e dovresti conoscere sulla mia famiglia.
Carlo guardò Alessandra e impallidì. Il loro segreto stava per essere rivelato pure a Gabriele.
Mio padre mi fa succhiare il suo bel cazzo da almeno un anno, lo sapevi?
Gabriele ebbe quasi un mancamento, Carlo si mise la testa tra le mani e Francesco, scioccato e sbalordito per la rivelazione non sapeva se essere divertito o scandalizzato per questi nuovi sviluppi.
E se proprio vuoi saperlo abbiamo scopato tante di quelle volte che la mia figa e la mia bocca conoscono l'odore del suo cazzo molto meglio di mia madre. E se la cosa non ti scandalizza, abbiamo scopato anche in sala del regno e in sala assemblee e anche con altri anziani della nostra congregazione. Tu che sei di un'altra congregazione magari certe cose non le sai, prima di parlare informati. Non sono stata disassociata perché se viene fuori lo scandalo che tutti gli anziani mi hanno scopata non si salva nessuno da noi, vengono allontanati tutti.
Carlo nascondeva la testa sotto le mani per la vergogna, Gabriele si era ammutolito e guardava con ribrezzo Carlo e la figlia. Era una cosa che non avrebbe mai potuto immaginare. Una zozzeria simile, nella organizzazione che tanto amava e in cui credeva ciecamente.
Alessandra vide lo sconforto e l'umiliazione del padre. Essere sputtanato nuovamente e in quella maniera dalla propria figlia era l'ennesima lezione che la figlia stava impartendo ad un uomo già distrutto e combattuto tra l'appartenere al “bene” o al “male”.
Era stata troppo dura e se n'era dispiaciuta, non meritava quel trattamento. Non meritava di esser trattato a pesci in faccia proprio dalla amata figlia, amata figlia che lo aveva coinvolto e condotto nella via della perdizione.
Fece ciò che aveva già fatto altre volte. Le piaceva quel ruolo, si trovava a proprio agio con questo modo più aperto di intendere la sessualità.
Si tolse la maglietta e i pantaloncini e guardò uno ad uno in faccia i tre maschietti. Francesco si stava eccitando, aveva capito cosa voleva fare Alessandra. Gabriele si alzò di scatto e guadagnò l'uscita, ma Alessandra lo rincorse, lo afferrò per un braccio e lo invitò a restare. Si guardarono negli occhi. La spiritualità di Gabriele subì un tracollo, la ragazza gli stava toccando le parti intime mentre con un braccio lo teneva stretto saldo per non farlo uscire da quella casa.
Spogliatevi. - disse lei
Francesco si levò i calzoni, pure Carlo seguì le indicazioni della figlia. Ne aveva troppa voglia, da troppo tempo non scopavano. Gabriele era ancora li, fermo, immobile, non sapeva se cedere a questa grossa porcata o rimanere spiritualmente integro nei confronti di geova. Come avrebbe guardato in faccia sua moglie, i suoi figli, i suoi dipendenti il giorno dopo se avesse accettato questa insostenibile porcata.
Un lampo di trasgressione gli brillò negli occhi, quando gli sarebbe capitata una occasione del genere. A sua moglie e ai suoi figli non avrebbe confessato mai questa cosa, in sala non si sarebbe venuta a sapere, dei suoi dipendenti non gli sbatteva un cazzo e geova... e geova se ne sarebbe fatto una ragione, a tempo debito l'avrebbe distrutto o perdonato.
Si levò anche lui in fretta e furia i calzoni e rimase col pacco rigonfio a guardare Alessandra. Era proprio una bel pezzo di figa quella ragazza. Aveva lo sguardo che ti invitava a spararti seghe a raffica. Quando la vedeva in assemblea con quei bei vestitini lunghi faceva la sua porca figura, li ora, nuda sotto di loro era ancora più bella e interessante. Alessandra si era legata i capelli per essere più comoda.
Sistemò i tre maschietti in cerchio e lei si mise inginocchiata in mezzo a loro. A turno prese i loro cazzi in bocca. Prima fu il turno di suo padre, era da tanto che aspettava nuovamente quel momento.
Il cazzo del padre era sempre contornato da un cattivo odore ma ci si era abituata. Mentre si infilava l'uccello del genitore in bocca avvicinò le mani ai cazzi di Francesco e Gabriele e iniziò a masturbarli. Era così bello succhiare il cazzo del padre dopo tanto tempo. La sua lingua conosceva ogni centimetro di quel pene, conosceva i punti esatti dove Carlo sentiva più estasi e godimento, e sapeva che movimenti fare con la boccuccia per eccitarlo ancora di più. Il Fratello Gabriele era visibilmente imbarazzato, non sapeva come comportarsi, guardava in basso Alessandra che lo masturbava e il cazzo cresceva a dismisura. Se solo certe cose le avesse fatte pure sua moglie che invece a malapena gli faceva fare una scopata ogni tre mesi. Mentre Alessandra lo segava con discernimento ed empatia si chiedeva se certe cose le facessero anche le sue figlie.
Tra un respiro e l'altro Alessandra lanciava un sorriso ai tre maschietti. Fu il turno di prendere in bocca il cazzo di Francesco. Era il cazzo più lungo e più duro che avesse mai visto e per questo lo succhiava con forza e voglia di sentire la sborra colarle in gola. L'aveva scelto come compagno di vita quell'uomo, quell'uomo con quell'enorme cazzo da succhiare. Francesco le teneva forte la testa attaccata alle sue palle, le spingeva il cazzo in gola fino a farla soffocare. Francesco aveva un cazzo più profumato di suo padre, e pure il sapore dello sperma di Francesco era genuino e gustoso, dolce, raffinato. Per questo voleva sempre che lui le venisse in bocca, perché il suo sperma aveva proprio un sapore gustoso, come fosse una prelibatezza da ristorante.
Carlo si masturbava, era la situazione che desiderava, sua figlia nuovamente fare la porca insieme a lui. Francesco continuava a spingere la testa di Alessandra contro il suo cazzo, la ragazza ansimava, uscivano liquidi dalla bocca, sembrava soffocare davvero. Arrivò da dietro Carlo, si mise pure lui sotto Francesco e diede il cambio alla figlia.
Succhiava quell'enorme cazzone con voglia e sentimento. Carlo e Alessandra si guardavano negli occhi, succhiando insieme il cazzo di Francesco. Gli occhi di entrambi brillavano. Era così bello spompinare insieme, padre e figlia, il cazzo del compagno di Alessandra. Un'intesa così non l'avevano mai avuta nemmeno quando uscivano insieme in servizio. Gabriele osservava la scena, non sapeva cosa fare, Francesco invece teneva le teste di padre e figlia sui suoi genitali ed era pronto a venire da un momento all'altro. La bocca di Carlo colava saliva come quella di Alessandra, Francesco gli teneva la testa come faceva con Alessandra, obbligandolo ad un godurioso deepthroat.
“Erano certamente padre e figlia” - pensava Francesco, “succhiano il cazzo allo stesso modo, con la stessa passione, chissà la madre di Alessandra se era così brava come la figlia e il marito”.
“Prima o poi devo trombarmi anche la madre di Alessandra”, pensava tra se e se Francesco.
Mentre Carlo succhiava avidamente il cazzo, leggeri rivoli di saliva gli colavano dalla bocca. Alessandra passava la sua lingua sul buco del culo di Francesco e con la punta cercava di leccargli pure le palle. Alessandra fece un cenno a Gabriele e lo invitò a unirsi. Gli prese il cazzo in bocca e gli fece assaporare il più bel pompino della sua vita. Mentre Gabriele guardava in basso vedeva gli occhioni felini di Alessandra e si eccitava ancora di più. Alessandra aveva quel modo elegante e raffinato di succhiare il cazzo che era impossibile non resisterle. Faceva quei lamentini da gattina mentre succhiava, ti guardava con occhioni languidi e cercava sempre di ficcarselo tutto in bocca, non solo la punta, voleva proprio sentire tutti i centimetri del cazzo arrivarle fin dove crescono le corde vocali. Ed era eccitante quel rumore di sbocchinamento che faceva ed amplificava per rendere ancor più emozionate un semplice pompino.
Sborratemi addosso! - Gridò Alessandra.
Anche a me! - Disse Carlo
Francesco indirizzò il getto dell'uccello sulla faccia di entrambi, partì una spruzzata colossale, la sborra ricoprì la faccia e i vestiti di Carlo e Alessandra. I due pieni di sborra, si baciarono e Alessandra andò a leccare lo sperma che era finito sulla camicia del padre.
Gabriele si menava l'uccello ma non riusciva a venire. Allora Carlo andò sotto fratello Gabriele e iniziò a spompinarlo per bene. Gabriele chiuse gli occhi e in men che non si dica era venuto nella bocca di Carlo. Soddisfatto tirò un gran respiro.
Ora ragazzi – disse Francesco. - Se vi scappa da pisciare fatelo pure su Alessandra, lei lo adora.
L'unico che aveva lo stimolo di pisciare era Carlo. Si alzò in piedi, con la faccia e la camicia sporca di sperma e si posizionò proprio sopra la figlia. Con una mano teneva il cazzo, con l'altra le apriva la bocca. Alessandra teneva la bocca aperta e le mani dietro la schiena. Come se fosse un cesso in cui direzionare l'urina, Carlo mise il cazzo in direzione della bocca e ne fece uscire una lunga pisciata gialla. La maggior parte del piscio finì nella bocca della ragazza, che a fatica deglutì l'urina mista a sperma, un po' di piscia le finì in faccia e alcuni schizzi sulle tette. Era tutta sporca, tutta puzzolente di sborra e piscia, ma sorridente. Alessandra si leccava le parti del corpo, prendeva la sborra dalle tette con le dita e se la portava alla bocca. Carlo era ancora eccitato, con la figlia ancora a terra sporca e puzzolente andò a cercarle la figa prima con le dita e poi con la lingua. Con le dita le fece un sontuoso ditalino, Alessandra gemeva di soddisfazione. Le infilò prima una, poi due, poi tre dita e iniziò a masturbare la figlia avidamente. Pure Alessandra era venuta. Poi mise la testa tra le cosce di Alessandra e iniziò a leccarle la figa, mordicchiandole la peluria, entrando con la lingua dentro quella bella fessura rossa simulando una penetrazione vaginale con un uccello. Francesco aveva ancora eccitazione in corpo, mentre Alessandra era a terra sdraiata col padre che le leccava la figa, pisciò su entrambi, innaffiandoli beatamente di urina. Alessandra rideva sguaiata e con gli occhi chiusi e la bocca aperta cercava di ingoiare più piscia possibile mentre il padre continuava a slinguazzarle la figa rossa e colma di eccitazione.
Gabriele guardava la scena a cui aveva assistito e partecipato e non sapeva come spiegarsela. Però era stata emozionante ed eccitante.
Francesco aveva dei vestiti di ricambio per Carlo e Gabriele, gli indicò la doccia e una stanza dove cambiarsi.
Arrivarono ad un accordo. Alessandra sarebbe rimasta a casa sua, ma avrebbe fatto più spesso visita alla madre e al padre.
Gabriele e Carlo ovviamente, se volevano ripetere quell'esperienza erano i benvenuti a casa di Francesco.
Usciti di casa, Gabriele e Carlo si guardarono negli occhi, senza parlare, in religioso silenzio.
Ma un sorriso soddisfatto pendeva dalle labbra di entrambi.
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