Ripensamenti
di
Ellie
genere
saffico
Non poteva esser successo proprio a lei. Non era lei ad essersi scopata la sorella del suo fidanzato il giorno prima delle proprie nozze. Il problema era che le era anche piaciuto immensamente. Non
sapeva perché fosse successo, poteva esser stato l'incanto di trovarsi a parlare, confidarsi e confrontarsi sul matrimonio e sull'idea dello sposarsi nel momento in cui aveva più bisogno di sostegno, oppure un momento di pazzia dovuta all'alcool e all'ansia di doversi sposare. Amava intensamente il suo fidanzato, ma lo aveva tradito lo stesso. Se chiudeva gli occhi rivedeva la sorella del suo futuro sposo che la possedeva, non credeva fosse possibile provare tanto godimento e passione per una persona che era come una sorella, nemmeno lui, quello che lei credeva fosse l'amore della sua vita era riuscito a farla sentire così sazia e amata. L'aveva aperta, posseduta, trascinata negli abissi della passione e poi fatta risalire per poi trascinarla ancora con sé. Chiudendo gli occhi, riusciva ancora a sentire le sue dita trafiggerla come una spada, poi le sentiva percorrerle il corpo esplorandola, toccandola in tutti i punti più sensibili. Si era sentita viva come mai prima di allora, si era sentita traboccante di passione, di amore e di vigore. Ricordava ogni dettaglio, ricordava come le loro bocche si fossero unite in un bacio famelico, di come poi si fossero esplorate, assaggiate e di quanto avessero goduto del contatto
dei loro corpi. Era in preda all'ansia, continuava a ricordare e a ripensare a quegli attimi. Non riusciva a smettere di pensare a come la lingua di sua cognata l'avesse assaporata intanto che la accarezzava, a come le sue gambe si aprissero per facilitarle l'accesso, rendendo la pressione esercitata una pura formalità. Ripensava a come la giovane cognata avesse gradito quando aveva ricambiato la cortesia,
continuava a sentire sulle labbra e sulla lingua il sapore della loro passione.
Decise che le serviva una doccia per schiarirsi le idee e lavare via anche le ultime tracce di quella notte di follia. Aveva le idee confuse, il matrimonio si sarebbe svolto di lì a poche ore, non sapeva se raccontare al fidanzato tutto quello che era successo e implorare il suo perdono, oppure fare finta che quella parentesi non fosse mai successa e andare avanti, oppure aveva un'altra opzione, annullare il matrimonio, anche se era tutto pronto per il grande evento, ed esplorare questo suo lato ancora sconosciuto. Non sapeva proprio come fare a prendere la decisione che le poteva cambiare la vita.
Sapeva però che di lì a qualche minuto sarebbero arrivati per aiutarla a prepararsi per quello che
sarebbe dovuto essere il giorno più felice e importante della sua vita, il suo matrimonio. La doccia l'aveva aiutata a fare chiarezza nelle sue idee, nonostante tutto aveva preso la decisione migliore,
non poteva buttare la sua vita, non poteva rovinare quello che aveva per il colpo di testa di una volta.
Oramai aveva preso una decisione, indossò la vestaglia e aspettò che venissero ad aiutarla. Avrebbe fatto finta che non fosse successo nulla e sarebbe andata avanti fino a che avrebbe potuto.
sapeva perché fosse successo, poteva esser stato l'incanto di trovarsi a parlare, confidarsi e confrontarsi sul matrimonio e sull'idea dello sposarsi nel momento in cui aveva più bisogno di sostegno, oppure un momento di pazzia dovuta all'alcool e all'ansia di doversi sposare. Amava intensamente il suo fidanzato, ma lo aveva tradito lo stesso. Se chiudeva gli occhi rivedeva la sorella del suo futuro sposo che la possedeva, non credeva fosse possibile provare tanto godimento e passione per una persona che era come una sorella, nemmeno lui, quello che lei credeva fosse l'amore della sua vita era riuscito a farla sentire così sazia e amata. L'aveva aperta, posseduta, trascinata negli abissi della passione e poi fatta risalire per poi trascinarla ancora con sé. Chiudendo gli occhi, riusciva ancora a sentire le sue dita trafiggerla come una spada, poi le sentiva percorrerle il corpo esplorandola, toccandola in tutti i punti più sensibili. Si era sentita viva come mai prima di allora, si era sentita traboccante di passione, di amore e di vigore. Ricordava ogni dettaglio, ricordava come le loro bocche si fossero unite in un bacio famelico, di come poi si fossero esplorate, assaggiate e di quanto avessero goduto del contatto
dei loro corpi. Era in preda all'ansia, continuava a ricordare e a ripensare a quegli attimi. Non riusciva a smettere di pensare a come la lingua di sua cognata l'avesse assaporata intanto che la accarezzava, a come le sue gambe si aprissero per facilitarle l'accesso, rendendo la pressione esercitata una pura formalità. Ripensava a come la giovane cognata avesse gradito quando aveva ricambiato la cortesia,
continuava a sentire sulle labbra e sulla lingua il sapore della loro passione.
Decise che le serviva una doccia per schiarirsi le idee e lavare via anche le ultime tracce di quella notte di follia. Aveva le idee confuse, il matrimonio si sarebbe svolto di lì a poche ore, non sapeva se raccontare al fidanzato tutto quello che era successo e implorare il suo perdono, oppure fare finta che quella parentesi non fosse mai successa e andare avanti, oppure aveva un'altra opzione, annullare il matrimonio, anche se era tutto pronto per il grande evento, ed esplorare questo suo lato ancora sconosciuto. Non sapeva proprio come fare a prendere la decisione che le poteva cambiare la vita.
Sapeva però che di lì a qualche minuto sarebbero arrivati per aiutarla a prepararsi per quello che
sarebbe dovuto essere il giorno più felice e importante della sua vita, il suo matrimonio. La doccia l'aveva aiutata a fare chiarezza nelle sue idee, nonostante tutto aveva preso la decisione migliore,
non poteva buttare la sua vita, non poteva rovinare quello che aveva per il colpo di testa di una volta.
Oramai aveva preso una decisione, indossò la vestaglia e aspettò che venissero ad aiutarla. Avrebbe fatto finta che non fosse successo nulla e sarebbe andata avanti fino a che avrebbe potuto.
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