Cose che capitano
di
Ellie
genere
saffico
Volevo baciarla, spasimavo per averla. Non mi importava che nella stanza accanto ci fosse mio fratello che poteva sorprenderci. I suoi occhi ridenti e brillanti mi attraevano come nulla prima di allora. Era uno splendore da guardare con quel suo fisico scattante e flessuoso, il seno sono sodo e malapena nascosto dalla maglietta che indossava. I capelli in un caschetto ordinato erano brillanti, il suo sorriso malizioso mi invitava a catturarla e farla mia. Allungai le mani per afferrarla, ma lei si scostò ridendo. Tentai ancora, ma lei si allontanò di nuovo rifugiandosi in un angolo nascosto. Ora era in trappola, non poteva andare oltre, la agguantai tirandola fuori da dove si era nascosta, le accarezzai la guancia e avvicinai le mie labbra alle sue. Quando le nostre bocche si incontrarono scoppiò una scintilla che avrebbe potuto incendiare una foresta intera. Si unirono fameliche, assaporandosi, le nostre lingua si intrecciavano in un gioco mozzafiato. Le mani vagavano, accarezzando i nostri corpi, esplorando sopra i vestiti che indossavamo, cercando una via di accesso alla pelle nuda. Sentii il tessuto della sua maglietta strapparsi, finalmente avevo modo di toccarla realmente, scesi con le labbra lungo il collo, le accarezzai il seno prima con un dito, facendole venire la pelle d’oca. Le presi il capezzolo tra le labbra, succhiandolo, lo mordicchiai. Lei gemette, cercai di entrare nei pantaloni, la baciai ancora. Finalmente raggiunsi la sua femminilità, era un lago, le infilai un dito dentro facendola gemere. Le feci segno di non fare troppo rumore, rischiavamo di esser scoperte. La masturbai a lungo, lei si mordeva le labbra per non gridare, si agitava e si contorceva, oramai era vicina all’orgasmo, la sentivo spasimare per poter raggiungere il culmine. Spalancò gli occhi, tremò lievemente, accasciandosi tra le mie braccia. Il piacere l’aveva colpita come un fulmine, mi baciò con passione, ringraziandomi per quello che le avevo fatto provare.
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